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Autore: marmelade    31/07/2012    20 recensioni
“Ma come diavolo avete fatto a dimenticarvi tutti di questo giorno?!” esclamò, per poi guardarmi quasi furiosa, mentre io non riuscivo ancora a capire.
Nicole parve accorgersi del mio stato confusionale, e scosse ancora il capo, facendo muovere i suoi ricci, così simili ai miei.
“Cavolo Harry! Oggi torna Maya dalla Spagna!”.
[...]
Infondo, avevo paura, e la vecchia Maya cercava di prendere il sopravvento su quella nuova.
Ma non avrei mai permesso ciò.
Sarei stata forte, e avrei trascorso la mia vita serenamente anche lì, dimostrando a tutti chi ero diventata.
E non mi sarei fatta ingannare ancora.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I would love you better now.'
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Tonight
We are young
So let’s set the world on fire
We can burn brighter than the sun
{We are young - Fun&Janelle Monae}




HARRY POV.
Vorrei davvero sapere chi è il grande inventore della frase ‘la notte porta consiglio’.
Perché se lo incontrassi – a meno che non sia morto e sepolto – lo riempirei di calci in culo.
Insomma, non è vero che la notte ti porta consiglio! E’ una stronzata vera e propria!
A me la notte, portava ancora più malinconia e tristezza.
Soprattutto quando quella notte, era quella del giorno prima del mio matrimonio e della partenza di Maya per la tournee.
Continuavo a rigirarmi nel letto senza sosta, cercando di prendere sonno, ma era tutto inutile.
L’unico pensiero fisso, era quello di Maya.
Mi tormentava e non mi faceva dormire, nemmeno chiudere gli occhi per un istante.
Ero rimasto così, fermo ed immobile su un materasso morbido dalle lenzuola scombinate, con gli occhi spalancati, rivolti verso il soffitto.
Me n’ero accorto troppo tardi di amarla, adesso che era troppo tardi per averla.
Avrei continuato la mia vita con Caroline con il rimorso ed il rimpianto di essere stato un codardo, di non aver detto nulla all’unica che amavo davvero.
Ormai, non potevo più tornare indietro.
Dovevo sposare Caroline e lasciare che Maya partisse, vivendo il suo sogno come avevo fatto io, e la sua vita sentimentale.
Era strano come, alla fine di tutto, ci stessimo ritrovando come l’inizio.
Maya era ritornata ad essere la mia migliore amica, avevo capito di amarla ancora e adesso era lei che stava andando via, e non io che la lasciavo andare.
Mi sembrava quasi tutto così surreale, che ancora stentavo a crederci.
Non era Caroline quella che volevo davvero, quella che avevo sempre voluto.
Era sempre stata Maya.
Era come se, mettendomi con Caroline, avrei voluto far vedere a tutti che io ero in grado di saper mandare avanti una relazione con una donna più grande di me, lasciando andare via quella che amavo da sempre.
Avevo sbagliato tutto, ed era troppo tardi.
Improvvisamente, sentii come se dovessi recuperarlo, quel tempo perso. Anche se poco, anche se in una sola e piccola notte, anche se non avessi recuperato nulla.
Dovevo provarci.
Mi alzai dal materasso, evitando di far svegliare Louis e Liam, che dormivano in due brandine accanto al mio letto, per poi camminare in punta di piedi verso la porta della mia camera e aprirla con cautela, evitando di farla cigolare. Mi ritrovai nel corridoio di casa di mia madre, di fronte alla stanza mia dormivano mia sorella e Nicole, per avviarmi sempre in punta di piedi nella camera degli ospiti, dove dormiva May.
Poggiai l’orecchio sulla porta, e sentii uno sbuffo che interruppe la tranquillità ed il silenzio che avvolgeva la casa.
Sorrisi, afferrando la maniglia della porta. Era sveglia.
Bussai piano alla sua porta, e la sentii sobbalzare. La immaginai portarsi una mano sul cuore per lo spavento, e mordersi il labbro inferiore.
“Chi è?” domandò sussurrando.
Aprii piano la porta, per poi affacciarmi nella stanza e vederla seduta tra le lenzuola.
May mi sorrise non appena mi vide, salutandomi con un cenno della mano, e il mio cuore perse un battito.
“Ciao!” sussurrò entusiasta.
“Ciao” risposi sussurrando anche io “posso entrare?”.
Maya annuì col capo, spostandosi leggermente sul materasso, come se volesse farmi spazio.
Entrai in camera, chiudendomi la porta alle spalle e avvicinandomi al letto, per poi sedermi sul materasso accanto a lei.
Sentii il mio cuore accelerare e le mie mani tremare. Dio, mi sentivo ancora un ragazzino di sedici anni con la sua prima fidanzata!
“In ansia per la tournee?” domandai, scrutando il suo profilo, e lei annuì sospirando.
“E tu? In ansia per il matrimonio?” chiese, voltandosi verso di me.
Annuii anche io, sospirando proprio come aveva fatto lei.
Maya fece una strana smorfia con viso, per poi alzare le spalle.
“Siamo entrambi in ansia per qualcosa. Che bello!” esclamò sarcasticamente, battendo un pugno sul palmo della mano, facendomi ridere.
“Siamo emozionati, è normale...” constatai, e lei annuì.
Ma io non ero per niente emozionato di quello che doveva essere il mio matrimonio, anzi tutt’altro.
Ero più emozionato di stare con lei, quella sera. Quella che sarebbe stata la nostra ultima notte.
Voltai nuovamente il mio sguardo verso di lei, scrutandola a fondo.
Le labbra rosse e morbide, visibili anche in penombra, leggermente corrucciate; i capelli scombinati e corti, e gli occhi grandi dalle ciglia lunghe.
Tutto di lei mi sembrava meraviglioso, perché lei era meravigliosa.
“Ehi...” la richiamai, poggiandole una mano sulla sua, e lei si voltò verso di me con gli occhi curiosi.
Le feci un sorriso, stringendo ancor di più la sua mano calda sotto la mia.
“E’ la nostra ultima notte... voglio farti rivivere una cosa...” sussurrai, guardandola negli occhi.
Socchiuse leggermente le palpebre, poi mi alzai dal suo letto tenendola ancora per mano, facendo alzare anche lei.
Mi avvicinai alla finestra, guardando fuori, per poi passare lo sguardo su di lei e sorriderle.
“Oddio no, Harry, ti prego...” disse spaventata, con gli occhi sgranati, e io risi leggermente.
“Dai May...” la supplicai, facendole gli occhi dolci.
Maya scosse il capo, chiudendo gli occhi e poggiando le mani sui fianchi.
“Non ci penso nemmen...?”
“E se aggiungessi due belle birre fredde?” domandai interrompendola.
May aprì gli occhi, con le mani ancora poggiate sui fianchi. Sorrise, socchiudendo leggermente gli occhi e puntandomi contro l’indice.
“Tu mi tenti così, Harry Styles...” disse, facendomi ridacchiare.
Mi avvicinai alla porta della stanza e l’aprii, per poi attraversare nuovamente il corridoio, sempre in punta di piedi, e scendere piano le scale.
Entrai in cucina con la stessa cautela che avevo utilizzato per scendere la scalinata, e aprii il frigo, prendendo due bottiglie di Heineken e un cavatappi da un cassetto, per poi risalire le scale.
Entrai nuovamente in camera e vidi Maya ancora vicina alla finestra, con una felpa blu che le copriva le braccia. Ciò voleva dire che aveva accettato.
Mi avvicinai a lei, passandole la sua birra, per poi alzare la finestra e cercare di uscire e ritrovarmi sul tetto, come eravamo soliti fare due anni prima, quando volevamo estraniarci dal resto del mondo e rimanere da soli.
E quello, stava per accadere di nuovo.
Mi voltai verso di lei prima di poggiare completamente i piedi sulle mattonelle, e notai sul suo volto un’espressione terrorizzata.
Le feci un sorriso e le tesi la mano, che lei non esitò ad afferrare e scesi completamente dalla finestra ritrovandomi già sul tetto, per aiutarla a scendere.
“Sei fortunato che mi tremano le mani e non ne ho la forza, perché se no ti avrei già buttato giù dal tetto!” esclamò, mentre poggiava i piedi sulla finestra e scendeva sul tetto con le gambe che le tremavano, mentre teneva ancora la presa ben salda con le mie mani.
Risi leggermente, per poi sedermi sulle mattonelle del tetto di casa mia, e Maya fece lo stesso.
Mi sentivo ancora un sedicenne con la voglia di passare il resto della mia vita con lei, di aiutarla, di sostenerla, di litigarci in continuazione e fare pace, di ridere insieme a lei, di amarla ogni giorno un po’ di più.
Eppure, potevo solo amarla da lontano e tenermi tutto dentro.
Presi il cavatappi tra le mani e stappai la mia birra in un sol colpo, poi anche May lo prese, facendo lo stesso e iniziando a sorseggiarla con foga.
“Piano, May, piano! Sembri un camionista, così!” esclamai, e lei allontanò la bocca dalla bottiglia, per poi scoppiare a ridere.
Quella risata sonora e cristallina, che non avrei dimenticato per nulla al mondo.
Sorseggiai anche io un po’ di birra, che m’insaporì le papille gustative con quel suo sapore amarognolo, ma buono.
“Chissà cosa ci riserva il futuro. Ti sei mai posto questa domanda?” domandò improvvisamente, e poggiai nuovamente lo sguardo verso di lei, che era intenta a fissare un punto indefinito di fronte ai suoi occhi.
Feci un piccolo sorriso, sorseggiando la birra.
“Questa domanda mi sa di deja-vù, lo sai?” dissi, guardando anche io un punto indefinito davanti ai miei occhi.
Sentii Maya sorridere, e la vidi sorseggiare ancora un po’ di birra.
“Lo so, ma adesso le circostanze sono diverse... sono passati due anni, e la tua risposta potrebbe essere cambiata...” sussurrò, per poi guardarmi negli occhi.
Mi avvicinai di più a lei, e il contatto con quel colore così tanto simile al cioccolato, mi fece rabbrividire. E non era il freddo di Ottobre.
“Ci penso tutti i giorni. E ho paura... tutti i giorni...” sussurrai anche io, e lei mi rivolse uno sguardo dolce.
“Paura di cosa?” domandò, facendo un piccolo sorriso.
Sospirai, poggiando un braccio intorno alla sua vita.
“Paura del futuro. Paura delle cose che arriveranno, delle cose che finiranno. Ho paura di non essere felice come avrei sperato, ho la paura di perdere tutto...”
Sospirai ancora una volta, molto più rassegnato. Stavo già per perdere tutto.
Sentii le sue labbra posarsi dolcemente sulla mia guancia fredda, e subito persi lo sguardo nei suoi occhi, e lei mi sorrise.
“Vedo che le cose non sono cambiate per niente neanche per te...” sussurrò, e sorrisi anche io.
“La verità è che stiamo crescendo, e ogni giorno diventiamo sempre più adulti, anche se non vorremmo... chi se lo aspettava due anni fa, che oggi avremmo parlato sul tetto come al solito, ma con i giorni più importanti della nostra vita da affrontare il giorno dopo?” concluse, sfiorando la punta del suo naso freddo contro la mia spalla.
Le accarezzai dolcemente la nuca, e May la poggiò completamente sulla mia spalla, guardando dritto di fronte a se.
“E’ come se...” iniziai, per poi fare un lungo sospiro. Non avevo il coraggio nemmeno di pensarlo.
“E’ come se domani entrambi diventassimo adulti...” constatai, sorseggiando un po’ di birra, guardando le stelle luminose nel cielo buio, come se gli facessero da fari.
Sentii Maya sorseggiare anche lei un po’ della sua birra, per poi sospirare.
“Forse lo diventeremo davvero...” sussurrò, alzando anche lei gli occhi al cielo e guardando le stelle.
Rimanemmo in silenzio per un po’, senza dirci più nulla, solo sfiorandoci le mani dolcemente, continuando a guardare verso il cielo.
Sentivo il profumo del suo bagnoschiuma alla vaniglia invadermi le narici e alimentare ancor di più quelle farfalle nello stomaco, che non volevano smettere di svolazzare.
Le mani mi tremavano e il cuore palpitava talmente forte, che avevo paura che potesse uscire fuori dal mio petto da un momento all’altro e rivelare tutto quello che sentivo.
“Però stasera siamo ancora giovani!” esclamò, alzando la nuca dalla mia spalla e guardandomi sorridente.
“Domani saremo adulti, ma stasera siamo ancora giovani! Siamo ancora quei due sedicenni che si ponevano continuamente domande sul futuro senza ricevere risposte, quei due che facevano cazzate su cazzate ogni due minuti senza pentirsene mai, quei due che venivano quasi sempre sbattuti in punizione perché ridevano per ogni cosa, quei due che si sono odiati a morte i primi tempi... ma che poi hanno imparato ad amarsi...”.
Quelle ultime parole, le uscirono quasi incrinate, come se volesse piangere.
Ma Maya non avrebbe mai pianto di fronte a nessuno, mai.
“May?” la chiamai improvvisamente, facendole scontrare nuovamente i suoi occhi con i miei.
Feci un lungo sospiro, sfregandomi le mani, mentre lei continuava a guardarmi con occhi curiosi.
“Dato che stanotte siamo ancora due adolescenti... posso chiederti una cosa?” domandai, e lei annuì, guardandomi ancora con i suoi occhi grandi.
Dei brividi mi percossero la schiena non appena li incontrai nuovamente, e poggiai dolcemente la mia fronte contro la sua. Dovevo, volevo, farle quella richiesta, se non l’avessi fatto, me ne sarei pentito per tutta la vita. E già mi pentivo di averla persa per sempre.
“Baciami”.
Maya mi guardò un po’ stranita, ma poi sorrise, poggiandomi una mano sulla guancia, cosa che mi fece chiudere gli occhi per godermi meglio quel momento.
Poggiai una mano dietro la sua schiena e l’attirai ancor di più a me. Sfiorai una sua guancia morbida con la punta del mio naso, sentendo il suo dolce respiro sul mio collo.
Ritornai a guardarla negli occhi, perdendomi completamente nelle sue pupille scure ma lucenti, che avrebbero saputo illuminarmi sempre, nonostante la lontananza.
Poggiai nuovamente la mia fronte contro la sua, avvicinandomi piano alle sue morbide labbra rosse come lamponi, chiudendo gli occhi.
Vidi anche i suoi occhi chiudersi, mentre attendeva soltanto che le mie labbra la baciassero, che il mio cuore l’amasse per sempre e la portasse con e dentro di se.
Poggiai le mie labbra sulle sue, e subito mi travolse una scarica di emozioni che non avevo mai provato prima.
Perché non l’avevo mai baciata così, in quell’ultimo periodo.
L’avevo sempre baciata con la sola voglia del sesso, di essere soddisfatto, di sentirmi appagato.
Non l’avevo mai baciata con amore, come stavo facendo in quell’istante.
Perché tutto quello che provavo per lei e che avevo sempre provato, era l’amore.
Continuai a muovere le mie labbra sulle sue per minuti infiniti. Non avrei mai voluto smettere.
In quel momento, la sentivo mia, mia e basta, perché nessuno l’avrebbe amata come me.
La baciavo con amore perché l’amavo.
La baciavo con amore, perché quella sarebbe stata l’ultima volta che avrei potuto farlo.
E, finalmente, ero consapevole di molte cose.
 
 
MAYA POV.
Non riuscivo a dormire, ancora una volta.
Nemmeno l’arietta di Ottobre era riuscita a farmi da ninna nanna e farmi venire sonno.
No. Avevo ancora gli occhi spalancati, e davanti a me la visione più bella di sempre.
Ecco perché non riuscivo a dormire!
Insomma, come ci si può addormentare quando davanti agli occhi ti ritrovi la figura del ragazzo che ami incondizionatamente, che dorme beato accanto a te nel tuo stesso letto dopo che avete guardato le stelle assieme?
Lo so io. Non si può.
Perché avevo occhi solo per Harry, in quel momento.
Solo per Harry, che dormiva accanto a me, con un suo braccio intorno alla mia vita e una mano sotto il cuscino; con il viso rilassato e perfetto, con gli occhi chiusi e le labbra rosse e corrucciate.
Quelle labbra che avevo finito di baciare da poco, che erano state mie per un secondo, ma che mi appartenevano da sempre.
Sorrisi, sentendolo sbuffare leggermente nel sonno e stringere ancor di più la mia vita, come se volesse attirarmi a se e non farmi andare via, come se mi stesse chiedendo di restare.
Io voglio restare con te, Harry... ma se tu non dovessi amarmi?
Io so che posso amarti meglio, ora. Ma tu?
Sfiorai delicatamente il suo viso morbido e rilassato con il palmo delle dita, quasi come se non volessi svegliarlo o disturbarlo da tutto quello che stava sognando.
Era bellissimo, e io stavo per perderlo.
E allora era meglio goderselo quella notte, e vivere con il rimpianto di non averlo fermato.
Perché avrei preferito vivere con rimorsi e rimpianti, pur di vederlo soffrire.
Ero certa del fatto che avrei passato la notte in bianco solo per guardarlo dormire e saperlo mio per una volta.
Perché era come se lo stessi rivedendo per la prima volta, ogni volta che incontravo il suo sguardo.
Perché non c’era cosa più bella del sole che nasceva dentro i suoi occhi e ci rimaneva per sempre; ed era come se fosse stato lui a donare la luna e le stelle al cielo scuro ed infinito, illuminandolo con i suoi meravigliosi occhi.
L’avevo pensato la prima volta che l’avevo visto, e lo stavo pensando ancora adesso, quando tutto era andato a rotoli.
Provavo sempre le stesse, identiche ed inspiegabili emozioni, quando ero con lui.
Come la prima volta che l’avevo baciato.
Avevo sentito di possedere tutto, di essere diventata improvvisamente ricca d’amore, di sentire la terra tremare nelle mie mani.
E, quelle stesse emozioni, erano ritornate ogni volta che le sue labbra sfioravano dolcemente le mie.
Non avrei mai smesso di amarlo.
Nemmeno se l’avessi incontrato fra cinque, dieci anni, con troppe cose da raccontarci e niente da dirci sul serio.
L’avrei amato.
L’avrei amato anche se avessi avuto un marito, due figli, un cane e una villa con piscina.
L’avrei amato anche se l’avessi rincontrato e non mi dicesse nulla. Avrei amato il suo silenzio.
L’avrei amato da lontano, perché questa era l’unica cosa che potevo permettermi di fare, da quel preciso istante in poi.
Avevo vissuto con lui i momento più belli della mia vita, quelli che avrei ricordato finché l’alhzeimer senile non mi avrebbe colpito. Ma, se pur fosse successo, l’avrei ricordato per sempre, portandolo in una piccola ma immensa parte del mio cuore, come se lui fosse sempre accanto a me.
Perché non c’era cosa più bella, in quel momento, di sentir battere il suo cuore e sentirlo così vicino al mio, come fossero un’unica cosa.
Perché non c’era cosa più bella di sentirlo vicino.
Poggiai le dita sui suoi capelli morbidi, scendendo ad accarezzare il suo viso colpito delicatamente dai raggi lunari che filtravano dalla finestra, per poi passare a sfiorare il suo collo pallido.
Poggiai una mano sul suo cuore, sentendolo battere forte, e subito le farfalle nel mio stomaco vennero alimentate ancor di più da quelle dolci palpitazioni.
Perché non posso averti, Harry?
Perché ho dovuto mentirti per tutto questo tempo, senza dirti mai nulla, senza che tu venissi a conoscenza di tutta la verità?
La risposta ce l’ho pronta da due anni, oramai. Sono una codarda.
Era la verità. Non avevo mai voluto dirgli nulla per il terrore di provocargli un dolore, un rimpianto, l’odio nei miei confronti.
Ma mi ero odiata anche io, e l’avrei capito, se lui avesse voluto farlo.
Però, era arrivata l’ora di dirgli tutta la verità.
Il giorno dopo ci saremmo lasciati per sempre, e io non potevo più portare quel fardello, quel peso enorme sulla bocca dello stomaco.
Era una sensazione orribile, vivere dietro un segreto oscuro che non riguarda solo te stessa.
Era arrivata l’ora di essere coraggiosi, di abbandonare tutto e diventare adulta.
E il passo per diventare adulta, il passo più grande... era proprio quello di rivelare tutta la verità nascosta.
Spostai il braccio di Harry dalla mia vita, e lo sentii fare un mugugno di disappunto.
Gli accarezzai dolcemente la guancia per l’ennesima volta, e lui poggiò il braccio contro il suo petto.
Sorrisi, guardandolo dormire, per poi alzarmi piano dal letto senza fare rumore e per non svegliarlo.
Poggiai i piedi sul pavimento freddo e mi avvicinai lentamente alla scrivania che si trovava nella stanza. Presi un foglio completamente bianco dal cassetto e una penna, per poi sedermi sulla sedia accanto alla scrivania e volarmi nuovamente verso Harry.
Lo guardai rigirarsi nel letto, con gli occhi ancora chiusi e pieni di sogni, e una lacrima scese silenziosa sul mio viso.
Quel foglio sarebbe stato finalmente riempito da tutta la verità.


 


Writer's Corner! :)
Quello che avete appena finito di leggere, è il penultimo capitolo di questa FF.
E il prossimo sarà l'ultimo.
E il prossimo ancora sarà l'epilogo.
Che genio che sono, eh? :D

Credo che questo sia uno dei miei capitoli preferiti. 
Boh, forse è il mio preferito in assoluto.
E' talmente triste e malinconico e dolce allo stesso tempo che, boh, mi veniva da piangere mentre lo scrivevo...
Si, sono molto emotiva, anche se non sembra! u.u 

E ppppoi, adesso sto ascoltando la canzone che mi ha ispirata per la parte di Maya
The first time ever I saw your face :)
E' bellissima, e vi consiglio davvero di ascoltarla (anche mentre leggete se volete) 
L'hanno cantata varie persone, e io l'ho scoperta grazie a Glee *-*
e ho ascoltato anche la versione di una che si chiama Roberta Flack! 
HAHAHAH, stavo collassando quando ho letto! :'D
però, a differenza di Caroline, lei sa cantare :) ed è molto bella anche la sua versione...
no ma mi pare che è proprio sua! ò.ò 
boh, non mi ricordo u.u 
Vabbè, comunque per chi seguisse Glee da poco (cioè che lo state vedendo su Italia 1 u.u )
fra qualche puntata la sentirete! :D
mi pare la decima, ma non vorrei sbagliare v.v

Vi avverto che ho già iniziato a scrivere l'ultimo...
l'ho iniziato appena ho finito questo, e vi dico solo che ci saranno molte alternanze! 
e boh, credo che piangerò... 
ma piangerò talmente tanto da allagare la mia stanza hahahah :')

cccomunque, secret is comiing! ;D
"Finalmente!" penserete!
però boh, ho paura che potreste rimanerci male... personalmente non avrei voluto farlo, però poi l'ho fatto perchè m'intrigava u.u 
come sono malefica, vi sto tenendo sulle spine! :D buahahuahauah!

mmmh, io credo di non aver nient'altro da dire!
per lo spin-off credo che dovrete aspettare il prossimo capitolo, però ci sto ripensando u.u
cioè, nel senso che boh, ho tipo una mezza idea... vabbè, lasciatemi stare!

Owwww, adesso mi è uscita Songbird! *-*
*laacrimelaacrimelaaacrime*
boh, amo la riproduzione casuale! :D

Eggià, non è più IPPY...
Ha smesso di cantare...
eppure, mi sarebbe servito per questi ultimi capitoli, ma vabbè... ha deciso di ritirarsi e andare in ferie (?)
*ciaociaoIppy*
Adesso c'è Fred! :D (si, ho dato il nome al mio cellulare, va bene?! u.u)
Dite ciiiiao a Fred! :D *ciiaaaoFred* 
alla alcolisti anonimi, proprio HAHAHAH

cccomunque, adesso me ne vado sul serio
ma priima vi lascio con la giiif! :D


picasion.com
picasion.com

fa un po' schifo, però vabbè insomma...
la prossima sarà migliore... spero...

no dai, adesso me ne vado sul serio!
eeeeeeeeeeh, come al solito, per qualunque cosa, su twittah sono @Marypuuff :)

cccccccciao belleeee! :D


 

  
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