Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |       
Autore: Endo    01/08/2012    2 recensioni
[On Hiatus]
[TsunaTachi][AU][Long]
Tachimukai Yuuki ha una vita, a parer suo, incasinata a mille.
I suoi genitori sono distanti, non ha veri amici,
balbetta e ha un cotta gigante per un ragazzo che ha occhi solo per il suo migliore amico.
Per via di un'incomprensione coi suoi genitori, si ritroverà a dover passare l'estate ad Okinawa,
dove incontrerà chi lo aiuterà a superare gli ostacoli
che gli si presentano davanti e ad ottenere un lieto fine,
come nelle favole.
Anche se qui, le favole c'entrano poco e niente(?)
[With love~][E n d o♥]
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Darren/Yuuki, Harley/Jousuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 The Strength You Miss


 
4. (Don’t) Try again, Kogure
 
La zia Mitsuki, come la donna aveva espressamente chiesto di rivolgersi a lei, gli aveva mostrato quella che sarebbe stata la sua nuova camera con aria entusiasta, gli aveva dato numerosi buffetti sulle guancie e lo aveva lasciato solo ad ambientarsi per tornare in cucina a finire i preparativi della magnifica cena che li attendeva.
Tachimukai si guardò attorno.
Le pareti della camera erano dipinte di un verde acqua che la rendeva luminosa, anche se non quanto il soggiorno. Era arredata con un letto, a cui erano state messe delle coperte a scacchi colorati, un armadio laccato bianco, che aveva un lungo specchio ovale su un’anta, delle mensole erano posizionate qua e là sulle pareti e un tavolo dalla forma tutta curve era affiancato al muro. Vi era anche una finestra che dava sul mare.
Il ragazzo sospirò e si sfilò il marsupio che ancora teneva a tracolla. Lo poggiò pigramente sul tavolo e notò con la coda dell’occhio la sua piccola valigia rossa poggiata a terra.
Si imbronciò e, con tanto di ciabatte ancora ai piedi, si gettò sul letto, che si rivelò essere incredibilmente morbido. Fissò il soffitto per un paio di minuti, poi gonfiò le guancie e si tirò a sedere. Prese dal marsupio un paio di manga e li poggiò su una delle mensole. Aprì l’armadio con l’intento di ficcarci dentro qualche maglietta tanto per tenersi occupato quando incrociò lo sguardo del suo riflesso nello specchio. Corrugò le sopracciglia e tentò di aggiustarsi i capelli, che erano un’unica massa ingarbugliata.
Sospirò rinunciandoci dopo qualche attimo, diede un colpetto all’anta dell’armadio per richiuderla e uscì dalla stanza. Appena fuori, si guardò attorno e decise su due piedi di fare esplorazione da solo, sia per occupare il tempo sia per soddisfare un po’ della sua curiosità. Svoltò qualche angolo e sorpassò un paio di porte, compresa una  con appiccicato un foglio su cui era stato ricalcato più volte “Entrate senza permesso e non uscirete mai più!” con accanto un disegno di quello che pareva Kogure in miniatura che faceva la linguaccia. Tutto ciò la rese terribilmente poco invitante e Tachimukai decise di passare oltre senza nemmeno doverci pensare su.
Si accorse quasi subito che ogni porta era diversa dall’altra e sorrise ritenendola senza dubbio un’idea di Mitsuki. Si avvicinò a quella che sembrava più normale, giusto per precauzione, e trovandola socchiusa ci si fermò davanti, combattuto.
Non voleva certo spiare o roba del genere! Era una cosa sbagliata, quella! Ma la curiosità premeva alla bocca del suo stomaco e mentre si tormentava le mani tentando di decidere, il suo orecchio sentì parte della conversazione dall’altra parte della porta, involontariamente. Aveva tutta l’aria di essere una telefonata.
«Allora vada per la prossima settimana...Si...Si, certo...Grazie e a presto, dottore».
Le labbra di Tachimukai diventarono una linea inespressiva. Riconobbe la voce di suo padre, Tachimukai Shiki, e il suo stomaco si serrò in una morsa. Il secondo dopo, i suoi piedi si mossero da soli, portandolo lontano da quella porta.
 
~
 
Evitò di perdersi per miracolo, seguendo la voce di Mitsuki che canticchiava, coi rumori delle stoviglie in sottofondo. Tirò un sospiro di sollievo alla vista del soggiorno, sentendosi come se fosse riuscito ad uscire dal Labirinto del Minotauro; accennò un sorriso e fece per chiamare la donna.
Il tempo rallentò per un momento e Tachimukai si ritrovò per terra col naso dolorante.
«Ahi ahi ahi, che male..!» bofonchiò rotolando sulla schiena e tenendosi il naso con una mano.
Lanciò uno sguardo al punto in cui era caduto e per un secondo gli parve di vedere un filo molto sottile legato alle estremità del muro, ma uno strano e improvviso calore sulle dita della mano lo distrasse.
Tirandosi a sedere, allontanò la mano dal viso e la scrutò, trovandola coperta di sangue.
Gli era già capitato che dei bulli gli dessero fastidio e di conseguenza aveva avuto situazioni peggiori ma niente gli impedì di andare nel panico.
«Oh cielo, che è successo, Tachi-chan?!» strillò la voce di Mitsuki, alle sue spalle.
«A-Ah, i-io...» boccheggiò il ragazzo, voltandosi a guardarla con gli occhi lucidi.
«Sei caduto?! Prendo subito la cassetta del pronto soccorso, sta tranquillo!» annunciò la donna, risoluta, e corse nel labirinto di corridoi per poi tornarne con una grossa cassetta bianca tra le braccia.
La poggiò a terra e ne prese del cotone, lo porse a Tachimukai, che lo afferrò con e lo portò al naso mano tremante. Mitsuki armeggiò con una scatoletta e ne tirò fuori un cerotto abbastanza grande, che poi mise alla base del naso del ragazzo tentando di non fargli troppo male.
«Va tutto bene, Tachi-chan» sorrise poi la donna e gli scompigliò i capelli con una mano; il ragazzo rispose tirando su col naso e sbattendo le palpebre, ricacciando indietro le lacrime.
Fece un paio di respiri profondi e si alzò, aiutato da Mitsuki, che propose «Ti va di darmi una mano ad apparecchiare?».
 
~
 
Dopo essersi lavato le mani, aver apparecchiato insieme alla zia Mitsuki una grande tavola ovale e aver assaggiato di nascosto il dolce, Tachimukai sentì il tanto atteso padrone di casa rientrare.
L’uomo entrò nella sala da pranzo, che era oltre il soggiorno e l’ingresso, e salutò cordialmente sia lui che la sorella.
Era piuttosto diverso da come Tachimukai se lo era immaginato.
Per prima cosa, non indossava niente che avesse a che vedere con giacca e cravatta, ma vestiva solo di un paio di bermuda cachi e una maglietta a maniche corte bianca, con dei simboli indecifrabili stampati sopra. Nessuno avrebbe detto che era ricco sfondato.
Era piuttosto alto, aveva alcune striature grigie tra i capelli neri, portava un paio di grandi occhiali tondi e un sorriso stanco sulle labbra.
«E chi è questo giovanotto, mh? Non sarà per caso il figlio di Shiki..! Sei cresciuto parecchio, sai? L’ultima volta che ti ho visto eri alto meno della metà di adesso» disse l’uomo ridendo spensierato, ricordando chissà quali vecchi tempi.
«Io sono Kogure Tetsuya, molto piacere» aggiunse poi, porgendogli la mano.
«E-Ehm...s-salve» rispose imbarazzato Tachimukai mentre gli stringeva debolmente la mano «T-Tachi...Ta-Tachimukai Y-Y-Yuuki».
Kogure Tetsuya sorrise bonario poi batté le mani e si rivolse a Mitsuki «Allora, mangiamo? Sto morendo di fame!»
«Oh, e allora perché non sei tornato prima e ci hai preparato qualcuno dei tuoi manicaretti, eh?»  ribatté la donna dandogli piccoli colpetti sullo stomaco col gomito.
«Dai, prometto che mi rifarò domani mattina a colazione! Farò le mie magnifiche frittelle apposta per gli ospiti» sorrise a Tachimukai, che arrossì, in imbarazzo.
 
~
 
Quando tutti -compreso Kogure, che era andato a giocare a calcio coi suoi amici non si sa quando- si furono riuniti a tavola, la zia Mitsuki servì il riso al curry che, a quanto pareva era la sua specialità, mentre gli altri iniziavano a chiacchierare cordialmente.
«Allora dimmi, Tetsuya, vai ancora in giro per il mondo a prendere il sole?» chiese il padre di Tachimukai passandosi una mano sulla leggera barba castana.
«Eh? Non prendo mica il sole!» ribatté il diretto interessato puntagli contro le bacchette con cui era impaziente di mangiare il riso.
«A vederti non sembrerebbe» sorrise l’altro.
«Oh, beh» ridacchiò Tetsuya mentre si osservava per un attimo le braccia «E’ che di recente sono finito in questo paesino dell’Africa settentrionale e__»
«Oh, ti prego, non ricominciare a raccontare..! Risparmiati per il nuovo libro» si intromise all’improvviso Mitsuki, poggiando il mestolo con cui aveva appena servito tutti e sedendosi al suo posto.
«L-Libro?» mormorò Tachimukai, al suo fianco, sinceramente curioso.
«Oh, non lo sapevi, Tachi-chan?» disse Mitsuki, nel suo sorriso una punta di orgoglio «Il padre di Kogure-kun va in giro per il mondo e poi racconta nei suoi libri un mucchio di esperienze assurde che ha fatto!»
«P-Paz-Pazzesco...»
Kogure borbottò qualcosa a bassa voce ma nessuno parve accorgersene perchè la zia Mitsuki batté le mani e, sorridendo fiera del suo piatto, disse «Ma insomma, basta parlare, mangiamo! Buon appetito!»
«Buon appetito» risposero tutti prima di assaggiare finalmente il riso.
«Oh cielo» balbettò improvvisamente Hoshi, la madre di Tachimukai, passandosi nervosa le dita trai chiari capelli ondulati.
«Però...davvero piccante...» aggiunse il marito, corrugando le sopracciglia.
«Mitsuki da quando metti il peperoncino nel tuo curry..?» chiese Tetsuya agitando una mano davanti alla bocca.
«Uh? Ma di che parlate? Io non___» ribatté la zia per poi portare le bacchette alla bocca, masticare un paio di secondi e scoppiare in un «Ah! Brucia brucia brucia!!» avventandosi subito dopo sul bicchiere d’acqua che aveva davanti.
«Ushi shi shi shi» sghignazzò Kogure, nel caos generale, coprendosi la bocca con una mano, notando poi Tachimukai che, dal canto suo, tentava malamente di non ridere.
«Eh? Perché tu non stai implorando pietà dal bruciore?» chiese, perplesso per qualche motivo.
«Oh? A-Ah, a me p-piace molto i-il piccante» sorrise il ragazzo più grande, prima di prendere altro riso dal piatto e mandarlo giù senza problemi.
«Cheeee?!» sbottò Kogure fissandolo a bocca aperta.






Mormorii dell'autrice fra sé e sé(?):
Gente! Come staaaaate? :33
Qui fa decisamente troppo caldo. Stiamo consumando l'anima in corrente per il ventilatore D':
Comunque, mi dispiace tanto per i 15 giorni che avete dovuto aspettare per questo capitolo..!
Che per giunta è un capitolo di passaggio quindi niente Tsunami >°
In compenso c'è una spettacolare caduta di Tachi *si, in origine era una mia caduta*
E lo scherzo col piccante che vi aspettavate tutti da Kogure *tranquilli non si fermerà mica qui*
Ma il punto è che mi sono finalmente organizzata meglio con l'ordine cronologico!
Quindi dovreeeeei fare meno casino adesso *in teoria*
Ah, mi sono anche accorta di non aver dato nè nomi nè corpi ai sig. Tachimukai *gocciolina*
Chiedo perdono...Penso che troverete ogni tanto micropezzi della loro descrizione, tipo puzzle °^°''
E un'altra cosa, mi serve un consiglio!
Secondo voi dovrei scrivere capitoli un po' più lunghi? No perchè mi sembra che in questo non ci sia nada D:
Però vi avviso che ci metterei un paio di giorni in più *perplessa* Bho, ditemi voi cosa vi sembra meglio..!
E ovviamente fatemi sapere che ne pensate del capitolo
~

Passo e chiudo~
E n d o

P.S. Gli OC della zia Mitsuki e del padre Tetsuya li ho tirati fuori dalla mia testa e sono ispirati a persone vere, come i genitori di Tachimukai, ma di fatto non aspettatevi che siano di grande utilità nella storia, però avranno il loro momentiiiino uwu
Comunque questo ps era tanto per scrivere un po' in celeste, lol.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: Endo