Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: KayS    01/08/2012    9 recensioni
Non puoi dire di conoscere qualcuno finchè i vostri sguardi non si incrociano.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sotto di sè la Mustang ingoiava enormi fasci d'asfalto, April cercò nei vari cartelloni segnaletici, ormai coperti di brina, la strada più veloce per giungere a casa, la neve, ai lati della strada principale si accumulava in grossi mucchi.
Lo sguardo di April scivolò sulla patente che svolazzava attaccata allo specchietto appeso sopra la sua testa. Un Liam sedicenne, senza accenno di ombra da barba appena fatta la guardava, deluso. L'aveva accompagnata a casa, si era fidato di lei talmente tanto da lasciarla nella sua macchina, con le chiavi ancora attaccate. Forse sarebbe tornato dopo poco, forse non l'aveva mai lasciata sola ed era proprio alla finestra che dava sul viale in ghiaia, pronto a spiegarle dove si trovava  e perchè.
Eppure April non era sorpresa: nè dalla sua reazione, nè da quello che era successo. Si conosceva, anche se in modo abbastanza vago e disordinato e associava le sue emozioni alle sfumature d'arcobaleno che cadono sul terreno incolto dopo la pioggia: poco nitide e confuse.
Smise di pensare quando uno schiocco sordo arrivò da sotto il cofano dell'auto e l'odore di benzina si fece più denso e pesante.
 La macchina proseguì per alcuni metri solo per le spinte di gas che la marmitta sbuffava.


Nuvolette nere si alzarono verso il cielo: come penne di corvo bagnate dalla pioggia.


Le sfuggì un piccolo colpo addosso al clacson che protestò, fischiando. Si lasciò ingoiare dal sedile di pelle nera, che portava uno strano odore di fiori d'arancio e vaniglia, l'odore di Liam, probabilmente. Guardò il sedile del passeggero, vuoto e si domandò per l'ennesima volta che le era saltato in mente.
Era sola, dinuovo.
Prese il cellulare dalla tasca e controllò il segnale: doveva essersi interrotto a causa della nevicata delle notti scorse.
Con lo sguardò controllò il sentiero candido, i suoi respiri stanchi e nervosi cominciavano a sentirsi costretti dalle quattro pareti della vettura.
April spalancò lo sportello e fece qualche passo nella neve. Il freddo le penetrava nel giubbotto, congelandole le ossa.
Si sentì un ammasso di pelle morta sopra un'anima vuota, piena di fogli sporchi di colore.  Provò a ricordare la sera passata, e tutto ciò che era venuto prima.


- April, fermati, chiudi  quel cavolo di album da disegno e ascoltami! - Niall le gridava contro, infuriato.

- Non ho niente da dirti, Horan, lasciami sola. - Poi il suo sguardo tornò sul tubetto aperto di acrilico rosso, con cui stava colorando i capelli di una ragazza, rivolta di schiena al quadro, con le spalle scoperte e ferite, colpite da ciò che stava davanti ai suoi occhi.

- Tu hai da dire più di quanto pensi, invece. Devi tirare fuori tutto quello che ti stai facendo marcire dentro, tutte le emozioni che tieni chiuse chissà dove, dentro di te. - Fece una pausa, le prime lacrime si staccarono dalle sue ciglia per la frustrazione. I suoi occhi erano di un colore incredibilmente chiaro. - Nemmeno tu sai cosa ti porti sulle spalle.

In quel momento spostò il viso e si ritrovò il suo a distanza di un respiro, poteva sentire il suo naso sfiorare il suo.
- Non voglio nemmeno saperlo, se è per questo. - Lo vide sbuffare e sopprimere una risata nervosa, che si stava sforzando di trattenere.

- Certo che non lo vuoi sapere, fà troppo male accettare la realtà, vero? Dirsi che sono l'unico amico che hai non perchè sei egoista, egocentrica, solitaria, ma perchè gli altri non ti vogliono capire, perchè loro sono sbagliati e tu sei perfetta. - Lo disse con freddezza tale che sentì lacrime di ghiaccio premerle contro le palpebre che aveva serrato.

- Sono stufo, April. - La sua voce si abbassò ad un sussurro. - Sono stufo di doverti ricordare che siamo nel mondo reale.
Si sentì trafitta da mille lame, colpita, offesa, smarrita.
Ma sapeva che Niall aveva ragione, e che aveva fatto bene ad andarsene. Le aveva ricordato che nulla era per sempre, e che ora toccava a lei, non poteva mandare qualcuno a vivere al posto suo.


Si ritrovò accovacciata al ciglio della strada, con gli occhi gonfi e tristi, il cellulare tenuto saldo in mano. L'ultimo segnale di batteria sparì assieme al fascio di luce elettrica, che si >spense dietro ad uno schermo grigio.
Continuò a camminare in direzione di una piccola casa dalle luci accese, le mani in tasca, le spalle strette intorno al collo. Una cabina rossa le si parava davanti.
Sorrise, come se al momento vedere il telefono rosso a pagamento attaccato ad un filo potesse essere la gioia più grande. Si infilò dentro alla cabina di plastica e passò qualche istante a guardare l'elenco telefonico, poi tirò fuori il numero di Zayn dalla tasca e lo compose, ascoltando il ronzio ipnotico dall'altra parte del cavo.

- Chi è? - April sospirò dopo aver sentito la voce, ritenendosi salva.
- Sono April Vickers, ci siamo incontrati stamattina. - Lo disse sperando vivamente che il ragazzo si ricordasse di lei.

- April, non pensavo avresti chiamato così presto. Hai deciso di fare un salto al concerto di stasera? - La sua voce era piena di enfasi e aspettativa, ad April dispiacque doverla placare.

- Non proprio. Ho bisogno di una mano. - Si mise a giocherellare con le pagine dell'elenco aperte a metà.

- Che tipo di aiuto ti serve? - Domandò lui.

- Sono rimasta bloccata per strada, ho finito la benzina..

- Aspetta dieci minuti e ti raggiungo.


Ne passarono quindici di minuti ed April rimase accartocciata nel sedile di guida a guardare dal finestrino, poi il fascio di due fari la raggiunse tagliente. Scese per andare a ringraziare il ragazzo.
- Non sapevo guidassi. - Mormorò sorridendole.

Mentre April si avvicinava alla macchina di Zayn notò qualcun altro all'interno, la testa coperta da un ammasso di ricci scuri.
- Non è la mia macchina, è l'auto di un mio amico. - Disse portando lo sguardo dal ricco a Zayn.

- Deve tenere davvero tanto a te per prestarti un' auto del genere. - Rimase a fissare la verniciatura fine e liscia della Mustang, sbalordito.

- Sì, siamo molto uniti. - Mentì April.

Zayn sorrise. - Mi farebbe piacere conoscerlo.

- Già, anche a me. - Bisbigliò lei, senza farsi sentire.

Il ragazzo riccio si decise a scendere dalla BMW, mantenendosi a qualche passo di distanza dai due ragazzi, fissando Zayn scocciato.
- Datti una mossa, non ho intenzione di rimanere quì dentro ancora per molto. - Detto questo si portò il ciuffo che gli cadeva sopra agli occhi attorno agli zigomi.

April lo guardò in silenzio negli occhi, scambiando con lui nulla di più che un impenetrabile sguardo freddo.
- È questione di pochi minuti, è stata solo colpa di un bullone, niente di più. -April sorrise, per la prima volta si sentì protetta e tranquilla.

- Grazie Zayn, apprezzo che tu sia venuto fin qui solo per aiutarmi. - Le parole le uscirono da sole, ma fu contenta di averle pronunciate con tale scioltezza.

Lui si girò a sorriderle - Non ringraziarmi per così poco, Vickers.

Il ragazzo riccio si avvicinò di qualche passo, sbirciando da dietro la spalla di April l'auto. - Bella macchina. - Disse gettandosi in bocca una manciata di patatine da un sacchetto che aveva estratto al momento.

- Già, proprio per questo non vorrei che tu ci mangiassi sopra. - April non si degnò di girarsi.

- Turbata la tua amichetta, Malik. - Disse stizzito.

- Datti una calmata, Harry. - Per la prima volta April sentì il tono di Zayn in una versione diversa da quella rilassata, di chi possiede la situazione in mano. Alzò la testa dal cofano e lo chiuse pesantemente.
- Forza, ritorniamo al locale. - Disse Harry scrollandosi le mani, impaziente di ritornare nel posto che aveva lasciato con tanta fretta.

- È il posto dove ci siamo incontrati questa mattina. - Specificò Zayn, guardando April.

Lei annuì, impaziente di riparcheggiare la macchina nel vialetto davanti casa di Liam.
- Harry, penso che dovresti guidare tu. - Disse Zayn avvicinandosi alla macchina grigia.

- Non ho nulla in contrario. - Rispose lui, seguendo l'amico. April rimase immobile a guardarli, aspettando una reazione.

- Parlavo della macchina di April. - Lei fece per aprir bocca, per ripetere che non si trattava della sua macchina, ma la risposta di Harry arrivò prima che lei potesse parlare.

- La Mustang? - Domandò entusiasta. - Volentieri.

- Posso benissimo guidare da sola. - Fece presente April, intimorita da un riccio entusiasta che si avvicinava convinto di avere per le mani una macchina da FormulaUno.

- Credo che per oggi tu ne abbia passate abbastanza, lasciati aiutare. - Ribattè Zayn, mentre apriva lo sportello e si sedeva a bordo.

- È in buone mani. - Fece presente il riccio mettendosi al volante.

April controllò la cintura di sicurezza, che mai le era sembrata più utile.
- Me lo auguro. - Rispose infine.
  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: KayS