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Autore: LOListheway    01/08/2012    1 recensioni
Erano proprio una bella coppia e noi quadri li avevamo soprannominati Larry Stylinson (che poi era semplicemente la fusione tra i loro due nomi) e ormai non c’era persona, fantasma o creatura che non si riferisse a loro con questo nomignolo. Anche pix era un sostenitore della coppia: più volte lo si era sentito intonare canzoncine in loro onore, talvolta aveva coinvolto anche i personaggi dell’arazzo di Barnaba il Babbeo bastonato dai troll. Fidatevi se vi dico che era stato uno spettacolo raccapricciante. Diciamo che più che altro Pix era innamorato dei ricci angelici di Harry Styles.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Queste #gaylimpiadi organizzate dal #TheGays mi stanno fomentando sul serio. Oggi sono immersa nel nerdismo più totale! Sono andata a rispolverare gli incantesimi, le caratteristiche del legno delle bacchette, i luoghi di Hogwarts... oddio quanto mi piaccione le AU! HP *-*
Comunque eccovi qui una Larry (la mia prima larry). Sempre per le #Gaylimpiadi. Sempre team Hufflepuff.
Enjoy :)




L'odio tra serpeverde e grifondoro ha origini secolari. A memoria d'uomo le due case non erano mai andate d'accordo, neanche durante il periodo della seconda guerra magica. Di quel periodo si raccontava spesso di come i grifondoro vedessero nel trio d'oro la loro guida, di come invece Draco Malfoy regnasse in modo indiscusso sui serpeverde e di come questi due reami fossero sempre in lotta tra di loro. Trovavi Potter e Malfoy a insultarsi in ogni angolo, a combattere ogni due per tre e nessuno più già dal loro terzo anno si stupiva a sentire che avevano passato entrambi la notte in infermeria sotto la supervisione di Madama Chips e con una bella punizione che li attendeva dal momento che passavano più tempo tra quelle lenzuola bianche e asettiche che nei loro letti. Non sarebbe mai stato una novità, un duello clandestino tra un grifondoro e un serpeverde, io stesso ne avevo visti milioni. Stavolta però la novità c'era: a combattere erano Louis Tomlinson e Harry Styles. Nei corridoi girava la voce che tra quei due ci fosse una storia. E come biasimarli! Tutti si erano accorti degli sguardi nascosti, delle carezze segrete e dei baci rubati all'ombra di ogni angolo nascosto. Noi quadri poi avevamo abbastanza tempo da perdere dietro queste storie: era dal tempo della Hogwarts di Harry Potter che non succedevano cose eclatanti. Non che di coppie gay non ce ne fossero mai state – potrei raccontarvi storie che vi farebbero restare a bocca aperta – solo che loro due erano diversi. Non perché fossero un Serpeverde e un Grifondoro, non perché uno era più grande dell’altro ma semplicemente perché non si prendevano la briga di nascondere tutto. C’è da dire però che ogni volta che qualcuno osava chiedere loro qualcosa, questi non confermavano e non negavano. Sorridevano o ridacchiavano per poi continuare la loro passeggiata fianco a fianco.
Erano proprio una bella coppia e noi quadri li avevamo soprannominati Larry Stylinson (che poi era semplicemente la fusione tra i loro due nomi) e ormai non c’era persona, fantasma o creatura che non si riferisse a loro con questo nomignolo. Anche pix era un sostenitore della coppia: più volte lo si era sentito intonare canzoncine in loro onore, talvolta aveva coinvolto anche i personaggi dell’arazzo di Barnaba il Babbeo bastonato dai troll. Fidatevi se vi dico che era stato uno spettacolo raccapricciante. Diciamo che più che altro Pix era innamorato dei ricci angelici di Harry Styles.
E chi non lo era? Tra noi quadri girava la teoria secondo la quale sarebbero stati proprio quei fili morbidi anche alla vista a fare in modo che Louis Tomlinson si innamorasse. Qualcuno aggiungeva che forse anche il viso da angelo avesse contribuito ma in mia opinione il grifondoro era attirato più dalla parte peccaminosa del piccolo serpeverde che da quella innocente. Che poi non penso neanche esista l’innocenza in Harry Styles. Forse poteva imbrogliare qualcuno al suo primo anno, quando era ancora un bambino dalle forme morbide, ma potrei giurare che già allora c’era malizia nei suoi occhi verdi.
Succedeva non di rado che i due fossero avvistati mentre si appartavano dietro alle statue imponenti o aule non utilizzate ed era ancora più semplice che io stesso dalla mia cornice li vedessi camminare tre volte davanti alla parete di fronte all’arazzo di Barnaba il Babbeo per far comparire la stanza delle necessità per poi intrufolarsi all’interno già avvinghiati l’uno all’altro.
Era la prima volta però che Hogwarts assisteva a un duello Stylinson. Quella serata si preannunciava noiosa in quell’ala del settimo piano. Non si sentivano passi malamente coperti, non si sentivano sussurri segreti tra amanti temerari, non si era vista neanche miss Purr l’amata gatta dell’ormai prossimo alla pensione custode della scuola. Il grande orologio aveva annunciato la mezzanotte già da un po’ di tempo e mi ero convinto a chiudere gli occhi e rilassarmi un po’ perché ero ormai certo che niente di interessante sarebbe accaduto quella notte.
Appoggiato con la testa sulla cornice, sonnecchiavo già da un po’ quando passi affrettati e nervosi risuonarono nel corridoio sempre più vicini per poi arrestarsi a pochi metri dalla mia posizione. Aprendo gli occhi mi ritrovai a guardare la sagoma della chioma riccia più invidiata di Hogwarts. C’è da dire che quella sera però sembrava sgonfia e priva di vitalità così come il serpeverde del quinto anno, che appoggiato a quella grande parete di pietra pareva piccolo e fragile. Si girava tra le mani la lunga bacchetta di biancospino e teneva gli occhi fissi sul bastoncino ma le orecchie erano assolutamente pronte a percepire ogni rumore. Harry Styles aspettava qualcuno e non era difficile capire chi. Qualche minuto dopo si sentirono altri passi provenienti dall’altra parte del corridoio: Louis Tomlinson era arrivato al rendez-vous.
Si era fermato a poco più di un metro dalla posizione di Styles e lo guardava insistentemente. C’era delusione nei suoi occhi, c’era dolore e il cielo dei suoi occhi somigliava più ad un mare in tempesta.
«Non mi guardi neanche in faccia, Harreh?» chiese pronunciando il nome dell’altro con una voce graffiata e dolorosamente ironica che proprio non gli apparteneva.
Il riccio allora alzò lo sguardo dalla sua bacchetta e lo fissò in quelli dell’amante. Era forse senso di colpa quello che illuminava il verde dei suoi occhi?
Che cosa aveva combinato il serpeverde? Subito mandai il cane della cornice a fianco a chiamare gli amici del circolo di sostenitori Larry- perchè sì, avevano creato un vero a proprio fanclub- perché non potevano proprio perdersi una scena come quella.
«Io... » la serpe si era trasformata in un agnellino quella notte.
«Risparmiami queste finte scuse, per favore.».
«Davvero Louis. Io... » ritentò.
«Falla finita Styles!» quasi urlò il grifondoro «Da quanto tempo va avanti eh? Da quanto tempo ti vedi con quel ragazzino?»
«Non mi vedo con nessun altro che non sia tu» rispose secco guardandolo dritto negli occhi.
«Ma ti prego! Almeno non dirmi stronzate.»
Aveva tirato fuori la sua bacchetta di ciliegio e la puntava dritto contro l’altro.
Sentii un mormorio dietro la mia testa e girandomi in torno vidi che era arrivata un bel po’ di gente. C’erano dame, messeri, conti, troll e creature di ogni tipo: nessuno avrebbe voluto perdersi quel duello.
«Non ti direi mai una stronzata Boo»
Evidentemente quelle parole furono troppo per Louis Tomlinson. Ringhiò e con un colpo secco fece uscire una scia rossa dalla bacchetta. Il serpe verde, inizialmente sbalordito dal quel gesto, riuscì a proteggersi giusto in tempo dallo schiantesimo ben assestato che gli aveva lanciato contro.
«Ma ti sei impazzito?» sbottò incredulo tenendo ben salda la bacchetta dal legno chiaro davanti a se.
«Non. Chiamarmi. Boo. » sibilò Louis.
Successe tutto tanto velocemente che quasi non mi accorsi dell’inizio del duello. Lampi rossi, gialli e bianchi illuminavano il corridoio a intervalli regolari.
«Everte statum. Devi credermi Louis!»
«Josh mi ha detto che vi stavate baciando. Pietrificus totalus» rispose evitando agilmente l’incantesimo e rilanciando a sua volta.
«Finite. Non dirmi che credi a quel musicista dei miei stivali e non a me!»
«Stupeficim. Perché dovrei crederti» Louis continuava ad attaccare
«Protego» si difese Harry. «Che fine ha fatto quel ‘non credere a tutto ciò che dicono’ che mi ripeti sempre?»
«Incarceramus» fece finta di non averlo sentito.
«Diffindo» pronunciò liberandosi dalle corde «E poi è lui che mi ha baciato. Io mi sono allontanato subito»
«Non tanto in fretta se Josh ha potuto vedervi» si erano presi un momento di pausa per riprendere fiato.
«Porco Godric, Boo! Ma ti senti? Stai facendo la ragazzina gelosa!» giravano in cerchio adesso e ad ogni passo si avvicinavano sempre più.
«Io non sono una ragazzina!» si lamentò.
«Ma sei geloso.» costatò il riccio sorridendo.
«Parecchio geloso, Styles»
Ora si erano fermati. Noi quadri pendevamo dalle loro labbra, i nostri sguardi non abbandonavano mai le loro figure ormai vicinissime.
«È vero che quel ragazzino mi ha baciato, ma tu sai che io amo solo te, Boo Bear.» sussurrò a fior di labbra.
«Hai ragione, ho fatto la ragazzina» ammise Louis senza rompere il contatto visivo.
«Mi piace questa tua gelosia ossessiva» gli lasciò un morso sul labbro inferiore.
Louis non riuscì più a trattenersi e si buttò a capofitto sulle labbra rosse del più piccolo.
«Tu sei mio, Hazza» sembrava un assetato che trova l’acqua nel deserto.
Sembrava quasi che volessero fondersi in un'unica persona dal momento che si strinsero a tal punto da non poter riconoscere dove finiva uno e cominciava l’altro.
 
Noi quadri solitamente siamo persone discrete, proprio per questo la mattina successiva in sala grande non si parlava altro che di Harry Styles e Louis Tomlinson che si erano chiusi per tutta la notte nella stanza delle necessità dopo che il serpeverde aveva pronunciato una frase che suonava tanto come «Josh Devine la pagherà». È forse un caso che qualche ora più tardi il musicista grifondoro sia stato trovato appeso a testa in giù nell’ala ovest del quarto piano? Noi quadri pensiamo di no.
  
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