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Autore: Kysa    15/02/2007    4 recensioni
...E dopo quattro anni dall'aver lasciato il nido protettivo di Hogwarts, alla porta di Harry Potter si ripresenta un Riddle che sconvolgerà la vita a lui e a Draco, legati indissolubilmente da una maledizione che li porterà alle soglie di un'altra avventura e di una nuova crudele battaglia. Il seguito di "La Scommessa"...
Genere: Romantico, Malinconico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Marzo colse Hogwarts con una profusione di nebbie e tempeste alquanto deprimenti che, oltre a incupire gli animi, arricciavano anche i capelli di tutte le spocchiose streghe della scuola.
Questo non accadeva alla piccola Beatrix Vaughn che essendo una vera e propria statua di marmo non aveva problemi di estetica, se non contava le sue fantastiche e sempre diverse lenti multicolore che era obbligata a portare.
Un suo problema serio invece era il volo. Anzi, la stupida convinzione che un vampiro dovesse sapersi trasformare in uno stupido topo volante e quindi saper volare. Ma dove stava scritto??
- In secoli e secoli di tradizione.- le ricordò Damon Howthorne alle tre di quel pomeriggio ventoso, finita l'ora di volo con la Bumb - Voi vampiri siete fatti così, cerca di fartene una ragione sorella.-
- Certo, te lo ricorderò dopo che ti avrò morso alla prima occasione.- sbottò stizzita - E poi odio l'Inghilterra, non la sopporto! In questo posto c'è sempre nebbia!-
- Ma che ti mette Milo nel sangue eh?- sbuffò il Serpeverde - Dai, muoviti. Dobbiamo andare da Tom.-
- Fantastico. Così mi sorbirò l'ennesima paranoia dal Leoninus perché non mi so trasformare.-
- Senti ma mi spieghi perché hai tanta paura dell'altezza?-
Beatrix alzò le spalle - E che ne so. Ognuno ha le sue fisime no?-
- Si, tipo Riddle che attira come una calamita ogni oggetto pericoloso alla sua testa.- sentenziò Damon mentre le faceva strada verso la Torre Oscura - Stamattina durante Trasfigurazione s'è preso in testa la clessidra della Mcgranitt e non chiedermi come abbia fatto. Prima le stava consegnando il compito in classe e due secondi dopo aveva la clessidra sulla zucca. È pericoloso mandarlo in giro da solo.-
- E tu, perfido essere, che prevedi ogni pericolo potresti anche avvisarlo sai?- gli rinfacciò la Diurna.
- E perdermi il divertimento? Naaa...- cincischiò - E poi non vedo tutto.-
- La megafessa dov'è finita? È con lui?-
- Sarà a uccidere Stanford con un tizzone del caminetto.- disse Damon annoiato ma appena girarono l'angolo trovarono Claire King sulla prima rampa di scale, intenta a chiacchierare con Gigì che le svolazzava alle sulla testa.
- Cloe.- la richiamò Howthorne - Ehi, dov'è Tom?-
La biondina sorrise, mentre la fatina le faceva il solletico - E' già salito prima. Alla torre sono tutti in defribrillazione perché pare che stamattina al Ministero Orloff abbia sfidato gli zii di Milo a farsi sotto.-
- In poche parole quel grassone col naso lucido ha sfidato i vampiri?- Damon sbatté gli occhioni azzurri, mezzo sconvolto - Ma è deficiente?-
- Perché, ancora speravi che uno che vuole mettere il figlio del Lord Oscuro nelle mani della prof di Difesa sia un tizio intelligente?- frecciò Trix scuotendo il capo - Quello ha sbroccato da un pezzo.-
Fecero i gradini a una lentezza tale che anche una lumaca li avrebbe superati, visto che la vampiretta aveva i suoi problemi con le scale a chiocciola e una volta entrati nel Quartier Generale di stanza nella scuola di magia più famosa della Gran Bretagna videro solo una gran marmaglia di gente che era nei casini per via del suo lavoro.
I ragazzi di recente avevano dovuto fare su e giù dalla scuola a Londra perché la capitale era stata presa a bersaglio da tutti i nuovi attacchi dei Mangiamorte e anche all'interno delle mura di Hogwarts erano capitati un sacco di nuovi disastri: i fantasmi di recente erano diventati più pestiferi del solito, a partire da Pix che un giorno con aria stranamente vacua aveva cercato di prendere in pieno Cloe e Trix con un una delle panche di legno della sala d'aspetto.
Durante le ore di astronomia poi Damon era quasi finito giù dalla torre mentre Tom si ammazzava già di suo da solo. Alle quattro pesti si era aggiunta anche Degona che oltre a rompere tutti gli specchi che trovava sul suo cammino, sembrava essere diventata particolarmente nervosa ogni qual volta in sua presenza si nominasse Katrina.
Per il resto tutto filava in maniera insolitamente tranquilla, come se tutti stessero cercando di accantonare il problema principale. Ovvero che i Mangiamorte stavano per gambizzarli tutti allegramente.
Inoltre Ron stava per sposarsi niente meno che con Pansy Parkinson e se la cosa aveva lasciato tutti con le mutande a terra, il rossino se n'era altamente fregato. La povera Molly per esempio ci era rimasta secca, la Parkinson infatti non era proprio il genere di nuora che aveva sempre sperato e pure Ginny non aveva fatto i salti gioia.
Harry fondamentalmente non aveva aperto bocca visto che era il primo testimone mentre Hermione, che doveva fare da seconda testimone senza dover fare la damigella grazie al cielo, aveva espresso solo il suo parere sul matrimonio in generale. Ovvero che era una pia illusione.
- Così smonti tutti i miei sogni romantici sai?- fece Edward con aria melodrammatica appena sentita quella categorica dichiarazione - Come fa a non piacerti il matrimonio scusa?-
- Non mi piace e basta.- spiegò la Grifoncina che aiutava Ron con la lista degli invitati - Lo trovo ridicolo a cominciare dal vestito della sposa, a tutta quella gente che ti fissa...e a quello scambio di promesse assurdo...-
- Assurdo?- Dalton mise il broncio - E' la base del matrimonio! Se non ti sposi con l'idea di stare insieme per sempre che lo fai a fare? Meglio abbonarsi dagli strozzini che è più o meno uguale.-
- E si parlava di romanticismo.- frecciò May divertita, seduta a tavola con loro.
- Quindi per te niente matrimonio.- concluse l'ex Corvonero pensoso.
- Già. Ci vorrebbe un miracolo per farmi cambiare idea.-
- Ma, fammi capire...cos'è che ti schifa più di tutto?-
- L'ipocrita promessa davanti al prete.- rispose Hermione, senza alzare gli occhi dalla lista.
- Ma quando due si sposano ci credono davvero.- le disse Harry, intromettendosi momentaneamente.
- E io quando sono ubriaca credo fermamente di essere il primo ministro, che vuol dire?- bofonchiò la strega in risposta.
- Io invece trovo tutta la pratica degna di nota.- sentenziò Edward tranquillo, andando a prendersi altro caffè mentre Tom e gli altri facevano tranquilli i loro compiti - A partire da quell'ansia che ti distrugge lo stomaco, all'immenso desiderio di fuga quando ti vedi la sposa venire incontro, al suocero che si sbronza...al marito che si fa la prima damigella durante il pranzo. Si, queste cose qua...-
- Avete intenzione di far cambiare idea a Ron?- s'informò la Aarons soave - Così, giusto per sapere.-
- Figurarsi.- borbottò Harry scoccando un'occhiataccia a Malfoy svaccato in poltrona - E perché perdersi l'ennesima possibilità di stare tutto il giorno incollato al serpente?-
- Non è colpa mia se devo fare da secondo testimone per Pansy.- sibilò il biondo, accedendosi svogliatamente una sigaretta - Dopo che ha deciso di sposarsi, i suoi parenti hanno tagliato i ponti e di questo ha ringraziato fin troppo ma visto che hanno questa fissa dei doppi testimoni l'ha chiesto anche a me. Che devo fare, spararmi?-
- Potresti farmelo come favore personale.- lo pungolò il moro.
- Affanculo Sfregiato.-
- Guardate che mi sposo io comunque, non voi.- ricordò Weasley con un mezzo sorriso, vedendoli tutti eccitati - Mi spiegate perché siete così elettrici? Non vi vedevo in questo stato dalla festa dell'ultimo anno...e noi tutti ci ricordiamo com'è finita la mattina dopo eh?-
- Un'altra parola e non arriverai all'altare.- sibilò Harry attorniato da fuoco e fiamme.
- Idem.- ringhiò anche Draco bellicoso, visto che gli avevano ricordato il suo fantastico risveglio addosso a Potter, cazzata che gli era costata quattro lunghi anni di pernacchie e prese in giro.
- Tralasciando un attimo questa follia...- Hermione richiamò tutti all'ordine - C'è la festa in maschera dell'apertura di primavera fra due settimane. Come la mettiamo?-
- La mettiamo che dovremo far da baby sitter ai mocciosi.- sbuffò Harry - Che flebo!-
- Già, niente rimorchio!- cinguettò Ron vedendo la faccia depressa di Edward.
- Non possiamo restare a controllare solo fino a quando il coprifuoco non spedisce a letto quelli del primo anno?- mugugnò Dalton seccato - Tanto Tom e compari finiranno verso mezzanotte.-
- Infatti, il meglio viene sempre dopo.- gli ricordò Potter ironico - Se non altro far andare giro Tom con quei tre matti mi rende un pochino più tranquillo.-
- Tranquillo? Attirano i guai peggio di voi tre.- sibilò Malfoy seccato - Per non parlare del casino che c'è sempre a queste fottute feste! Fra due mesi a maggio c'è il ritrovo del nostro anno, fra uno questo squinternato di Weasley si sposa e come minimo a giugno finiremo in analisi tutti insieme!-
- Io l'avevo detto che non dovevo venire in questa scuola.- borbottò il piccolo Riddle in sottofondo mentre Trix si lamentava della fame, Damon dei compiti e Cloe del sonno.
Quei quattro proprio non avevano la minima idea del pericolo che correvano. Erano totalmente fuori di testa, per non parlare poi del fatto che continuavano a parlare dell'Idra viola che stava a guardia nel corridoio a destra del terzo piano. Fortunatamente Harry aveva fatto in modo di tenerceli lontani ma prima o poi anche gli altri sarebbero scesi là sotto e il fatto che vedessero il Velo non piaceva per niente.
All'ora di cena fu Potter a riaccompagnare le quattro piattole alla Sala Grande e colse l'occasione per buttare un occhio alla cara Vanessa. Da Natale la signorina non si era più fatta vedere a casa loro, non aveva più neanche tentato di intavolare di nuovo il discorso sull'adozione di Tom e a quanto gli diceva Cloe anche in classe girava abbastanza allargo da loro quattro ma da era anche pur vero che da gennaio i loro attacchi si erano triplicati.
Rafeus Lestrange si era dato da fare per le strade di Londra ma la settimana prima era successo qualcosa anche a Hogsmade. Per questo alla prossima uscita avrebbe mandato qualcuno a controllare ma avere sempre la cugina di Draco addosso stava cominciando ad irritarlo seriamente senza contare che Tom aveva ancora dei sentimenti piuttosto altalenanti sui suoi fratelli.
Su questo discorso Harry però non si era mai addentrato e sinceramente avrebbe dato qualsiasi cosa per non dover mai parlare con Tom della sua famiglia ma sapeva che non poteva evitare quella situazione ancora a lungo.
- Ehi, come mai quella faccia scura?- gli chiese Cloe guardandolo attenta - C'è qualcosa che non va?-
- Eh? No...sono solo stanco di questa storia.- buttò lì, vago.
- A chi lo dici.- sentenziò Damon che aiutava Tom a non uccidere Trix sulle scale - La prof sembra diventata un angioletto tutto di colpo. Quell'aria d'agnellino non le sta bene per niente.-
- Harry perché non vieni tu a farci lezione pratica?- gli chiese il piccolo Riddle divertito - Con Tristan a teoria ci divertiamo un sacco, lo sai, ma con Vanessa è tutto un altro paio di maniche. A volte ci fa fare cose che sinceramente vedo fare solo a Hermione.-
- Ecco, ci mancava solo questa.- sbuffò il bambino sopravvissuto fermando davanti alla Sala Grande - Forza, andate a cena e poi filate a letto. Se succede qualcosa per favore non muovetevi dal dormitorio, a meno che non venga allagato o incendiato. Vi saluto!-
- Sta proprio andando in palla, poveretto.- sospirò Beatrix.
- Già.- annuirono gli altri tre, affamatissimi.
- A proposito...- s'intromise Cloe - Gli avete detto della gita a Hogsmade?-
- Ah si, l'aveva già avvisato Hagrid.- bofonchiò Damon - Non che non mi vada di andare a vedere quell'allevamento di Lucini e di mettere il naso fuori dalla scuola ma secondo me non è il momento adatto.-
- Tanto ci saranno Harry, Tristan e Jess.- sorrise Tom divertito - Secondo me sarà divertente.-
- Sarebbe divertente senza scocciatori.- sibilò la Diurna seccata, al passaggio di Alderton e di Matt Rogers.
- Ma ce l'hai ancora con quel disgraziato?- sbuffò la piccola King - Dio ma sei perversa!-
- Ehi, a me non piace Rogers come a te non piace Alderton! Siamo pari!-
- A me invece non piace perder tempo prima di cena.- concluse Howthorne lapidario e senza salutare se ne andò dritto a Serpeverde e sfamarsi, lasciando indietro Trix che salutò sbuffando e lo seguì.
A Grifondoro tutto il primo anno era molto contento della gita: a Hogsmade c'era un signore, amico di Hagrid, che allevava Lucini, lucciole grandi come farfalle che venivano usate dai maghi per far luce anche dove la magia oscura regnava portando solo il buio. Era molto difficile allevarli, essendo creature delicatissime, ma si diceva che se uno solo di loro faceva amicizia con un essere umano non l'avrebbe più abbandonato.
- Ah, non vedo l'ora che sia venerdì!- cinguettò Ian seduto accanto a Tom a Grifondoro - L'argomento m'interessa molto e poi Hagrid rende tutto così interessante!-
- Dite che è sicuro uscire dal castello?- chiese Mary J. Lewis.
- Tanto ci sono gli Auror.- sbuffò Cloe seccata dalla sua voce melensa.
- E' vero che c'è Harry?- chiesero Martin e Bruce in coro, fissando Tom con le stelline negli occhi.
- Bhè...si.- annuì Riddle.
- Viene per tenerti d'occhio?- bofonchiò Sedwigh Stanford, attirando l'attenzione di tutti.
- Tenere d'occhio Tom?- Archie stava finendo una mezza chilata di torta - Perché scusa?-
- Non è palese?- replicò il biondino serafico.
- No.- sentenziò Martin ironico - Ma potremmo sempre chiedere a Damon no?- e tutti i Grifondoro risero a mezze labbra, decisi a far arrabbiare quello spocchioso che però sembrava voler provocare solo Tom.
- Allora? Che problema c'è stavolta?-
- Come sarebbe che problema c'è?- riecheggiò Bruce - Harry Potter è sempre in guerra.-
- Si ma non è che stavolta il suo rivale è formato bambino?- insinuò Sedwigh.
Tom impallidì sentendo quella frase ma non fece in tempo anche solo a pensare a come rispondere a quell'accusa che Cloe si alzò in piedi e senza battere ciglio rovesciò in testa a Stanford il suo calice d'acqua.
Sedwigh si alzò in piedi, scrollando il capo mentre tutte le case li fissavano allibiti.
- Ma che t'è preso?- sbottò il biondino.
- Sta zitto se non vuoi che ti arrivi anche un ceffone.- sibilò Cloe gelida e senza aggiungere un'altra parola afferrò Tom per il polso e se lo trascinò via, sotto lo sguardo esasperato di Damon e Trix che non sapevano più come fare per arginare la carica esplosiva della King.
- Claire insomma...- Tom in sala comune non riusciva più a farle scaricare il nervoso - Non puoi sempre attaccare briga con Sedwigh e Fabian, dai!-
- E chi ti ha detto che non posso?- sbraitò la biondina mangiandoselo vivo - Io quello non lo sopporto! Tiene chiusa quella sua infame bocca per qualche giorno e poi ricomincia più seccante di prima! Come si permette di fare certe insinuazioni su di te e sul tuo rapporto con Harry eh? Maledizione, lo butto giù dalla torre!-
- Mi sembra una soluzione un po' drastica...- abbozzò Riddle massaggiandosi la testa visto che aveva sbattuto il cranio al muro grazie alla foga della streghetta - Non ti arrabbiare per queste sottigliezze!-
- Sottigliezze?- Cloe gli scoccò un'occhiataccia - Dio come vorrei avere la tua pazienza.-
Tom sorrise, scuotendo il capo - Ma no, vai bene anche così.-
La biondina agitò la mano per tutta risposta, proprio quando cominciarono a rientrare gli altri e lasciarono cadere l'argomento che però fu la chicca della settimana, almeno fino a venerdì mattina quando tutto il primo anno si raccolse nella piazzola della fontana.
Grifondoro e Corvonero chiacchieravano fra loro quando Tristan che quel giorno non aveva lezione, Jess e Milo scesero con Harry e con Hagrid raccolsero le autorizzazioni dei genitori.
- Che bella giornata.- cinguettò Cloe di umore un po' migliore di quello della sera prima.
- Già, speriamo che non si copra il sole.- annuì Ian al suo fianco - Tom, se non sono indiscreto, a te chi mette la firma per le autorizzazioni?-
- Harry e Draco.- rispose Riddle, con l'ennesimo cerotto sulla fronte perché quella mattina lui e Archie si erano uccisi in bagno, mezzi addormentati - Altrimenti la mamma.-
- Già e a Howthorne dovrebbe metterla il suo amico becchino!- frecciò Alderton passando di lì coi suoi amici.
- La prossima volta che lo vedo gliene chiedo una anche per te.- gli rispose Damon annoiato da tutto quel casino - Mamma mia, comincia a diventare talmente prevedibile...-
- Bella battuta.- rispose Cloe ironica - Specialmente detta da te. Dov'è la superoca?-
- Fa colazione con Milo dietro all'angolo.- bofonchiò il Serpeverde mentre gli altri non ci capivano nulla - Cambiando discorso, qualcuno sa dov'è l'allevamento di questo tizio?-
- Brian c'è andato l'anno scorso.- lo informò la King - Dice fuori dal paese ma se facciamo due fusa ad Hagrid magari ci lasceranno andare un po' a spasso.-
Dopo qualche minuto iniziò l'appello e quella marmaglia di ragazzini mancò poco s'incollasse tutta a Harry con occhioni adoranti che più che controllare e fare il cane da guardia, si occupava di non perdere di vista Riddle.
- Hermione non viene?- gli chiese Tom più tardi, mentre andavano alle carrozze.
- Va da suo nonno. Jane ha invitato a pranzo i ragazzi.-
- E noi qua a far le baby sitter.- concluse Jess con un sospiro di finto rammarico.
- Sono quelle le carrozze?- chiesero i maghetti quando raggiunsero la porta principale - Ma i cavalli dove sono?-
Damon li guardò stranito - Ma siete ciechi? Non li vedete? Eccoli, quelli neri...-
- Ma che cavalli neri?- Martin Worton sbatté gli occhioni - Dì Howthorne, ma ci vedi bene?-
- Mi sa che siete voi i ciechi.- continuò Damon senza capire - Ma davvero non ci vedi niente?-
- Sono Thestral.- gli sorrise Tom dandogli una pacca sulla spalla - Non possono vederli.-
- Fammi capire...- Cloe si mise in mezzo, allibita - Ci sono dei cavalli attaccati a quelle carrozze?-
- E perché Damon li vede e noi no?- chiese Archie succhiando un lecca-lecca.
- I Thestral li possono vedere solo i maghi che hanno visto morire qualcuno.- spiegò Tristan ai mocciosetti, prendendola come un'altra lezione teorica - Sono dei cavalli neri un po' scheletrici, con ali da pipistrello.-
- Ah, ecco perché li vedi.- insinuò di nuovo Fabian Alderton verso Damon che finalmente capiva tutto.
- Tom li vedi anche tu?- gli chiese Cloe.
- Bhè...si.- annuì con un sorriso triste.
- E tu...chi hai visto morire?-
Riddle assunse un'espressione talmente malinconica che Claire non volle più sentire la risposta.
Cambiò rapidamente discorso e salirono in carrozza in un costante chiacchiericcio di sottofondo. I piccoli mentecatti, come li chiamavano i due fratelli Mckay, sembravano sotto cocaina e non stavano più nella pelle ad uscire dal castello sotto la vigilanza del bambino sopravvissuto.
Anche Harry comunque avrebbe preferito sprofondarsi nella casa di Liam Hargrave invece di fare la guardia a quei mocciosetti che lo guardavano con gli occhioni sbarrati ma fortunatamente non era l'unico a essere rimasto infognato nella dura quotidianità: con Hermione erano andati Malfoy, e Ron, mentre Edward era filato a Londra con May.
Cosa ci fosse andato a fare Dalton alla capitale lo sapevano in pochi ma questo non impediva al caro Edward di svolgere bene il suo lavoro.
In pochi mesi la situazione fra loro era del tutto cambiata.
Non era che ora Potter ne fosse sicuro al cento per cento, ma aveva in un certo modo aperto gli occhi.

"Com'è bella la campagna inglese...non credi Harry?"

Potter rise leggermente. Si guardò attorno ma vide Tom, Cloe, Trix e Damon intenti a chiacchierare con Tristan così lui poté permettersi di "chiacchierare" a sua volta con sul vecchio amico.

"Hogwarts è bella." rispose pacato "Ma tu hai idee tutte tue. Non capirai mai."

"Già, non andremo mai d'accordo temo. Chi c'è con te bambino sopravvissuto?"

"Perché me lo chiedi?"

"E tu perché hai tremato quando ti ho fatto questa domanda?"

Harry serrò i denti. Dannazione, Voldemort stava tornando a infiltrarsi nella sua mente.
Aveva fatto progressi impressionanti ma il maledetto Lord Oscuro sembrava un asso nel penetrare i suoi sentimenti. Aveva sempre pensato che mente e sentimenti dovessero stare ben lontani quando Tom Riddle girava per la sua testa ma ora temeva di non sfuggirgli più tanto facilmente.

"Allora Harry Potter? Tremi ancora per qualcosa?"

"Ci sono cose ben più spaventose di te, credimi."

"Si, per te senz'altro...come perdere i tuoi preziosi amici, vero?"

"Se non altro io avevo qualcuno che mi stava accanto perché lo voleva."
gli ricordò a quel punto con ferocia, furente con se stesso per essersi fatto incastrare in quell'assurdo discorso.

"Ah, bambino sopravvissuto...cerchi sempre cose che svaniscono come neve al sole."

"Senti chi parla...il mago che aveva paura di morire e s'è rifatto una scala per l'eternità coi cadaveri altrui."

"C'è un cadavere però che sfortunatamente non ho preso in tempo."


La voce di Voldemort si era fatta dura e sibilante. Harry ricordò il serpente che aveva cercato di uccidere il padre di Ron, di come si fosse sentito, dei suoi scatti d'ira verso Silente, della rabbia ogni qual volta il suo nemico s'impossessava di lui. Ricordava i suoi dannati occhi blu che diventano rossi...
Senza farlo apposta posò lo sguardo sul piccolo Tom e sentì un altro brivido.
Quel bambino...quel bambino era figlio dell'uomo che gli aveva rovinato la vita.
Perché stava con lui? Perché gli stava vicino? Perché...non lo uccideva?
Serrò gli occhi all'improvviso, stentando a credere a ciò che aveva pensato. Oddio...
Perché i suoi sentimenti altalenavano in quel modo verso quel bambino indifeso?
Cosa sarebbe accaduto quando Tom, una volta cresciuto, fosse diventato il ritratto vivente di suo padre?
Arrivarono a Hogsmade verso le nove e mezza e nell'aria c'era un tiepido sentore di fiori in boccio. La bella cittadina accolse gli studenti col solito benvenuto di noncuranza, come se i maghi di Hogwarts fossero amici di vecchia data tali da non dover essere trattai come ospiti, ma quando videro anche Harry i visi dei presenti si rallegrarono.
Madama Rosmerta e altri seccatori andarono a salutarlo giulivi mentre Hagrid venne accolto calorosamente da uno strambo ometto basso e barbuto, molto simile a Babbo Natale. Aveva le orecchie appuntite ma non come quelle dei folletti e spessi occhiali che gli nascondevano due dolci occhi celesti.
- Ragazzi, vi presento il professor Levante.- disse Hagrid - Professore, gli studenti del primo anno.-
- Molto piacere ragazzi.- sorrise il vecchio mentre i maghetti facevano rispettosi cenni col capo - Sono contento siate venuti. I miei Lucini apprezzeranno la visita...e guarda chi abbiamo qua ...Harry Potter.-
Il bambino sopravvissuto sorrise blandamente, stringendogli la mano.
- E' un piacere per me.- disse il professor Levante - Non speravo più di conoscerla e spero mi concederà due chiacchiere nella paura del the. Ora se volete venire, vi porto alla mia tenuta.-
Farsi due passi in mezzo al bosco fu niente, paragonato alla tenuta del caro dottor Levante.
Uno spettacolo...e una serra gigantesca di vetro che brillava piene di piccole luci.

Intanto, nell'appartato ma quanto mai stupendo Hargrave Manor in cui pochi potevano entrare visto quanto il padrone di casa in quegli anni si fosse trasformato in un orso, Ron Weasley rideva estremamente a crepapelle mentre Liam Hargrave bestemmiava come un dannato davanti all'ennesimo scacco matto.
Al nonno di Hermione non era mai piaciuto perdere, specialmente per colpa di un Auror moccioso, come diceva lui.
Se ne stavano tutti seduti nell'ampio salone della biblioteca del vecchio e potente mago dove i libri di magia, mappamondi, statue bizzarre animate e fantasmi si spostavano da soli provocando un caos non indifferente.
- Non sai proprio perdere nonno.-
Hermione Granger sorrise all'ennesima imprecazione di Lord Hargrave, portandosi la tazza di the alle labbra.
- Zitta tu!- borbottò il vecchio mago davanti alla scacchiera - Ragazzo voglio la rivincita!-
- Un'altra?- ghignò Draco Malfoy, seduto sul divano accanto alla Grifoncina - Ha la testa troppo dura.-
- Hn, senti un po' chi parla.- rognò Liam accendendosi la pipa - Ehi nipote, perché hai fatto entrare in casa anche quello lì eh? Un Malfoy! Che sacrilegio!-
- Per il gusto perverso di farti arrabbiare no?- ghignò la strega.
- Papà, finiscila di essere scortese.- disse la voce melodiosa di Jane, che apparve sulla soglia con un vassoio colmo di dolcetti - Tanto lo sanno tutti che sei insopportabile, non è il caso che rincari la dose.-
- Si potrebbe dire la stessa cosa di te Cassandra.- replicò il vecchio sarcastico.
- Dì Jane,- sorrise Ron rimettendo le pedine a posto con un gesto della mano - ma come fai a sopportarlo?-
- Ti farò mordere la lingua stavolta Weasley!-
- Non sono io il serpente qua, Lord Hargrave.- frecciò il rossino - Non rischio di avvelenarmi da solo.-
- Che ridere Donnola, mi fai morire.- sibilò Draco accendendosi una sigaretta.
- Allora, piaciuto il pranzo?- sorrise Jane rimettendosi seduta davanti a sua figlia mentre ricominciava la partita.
- Ottimo.- le rispose Hermione con dolcezza - Sono piena.-
- In effetti ti sei quasi ingozzata...- sfuggì a Malfoy, prima di prendersi un calcio nella caviglia che lo convinse a tacere.
Jane ridacchiò nascondendosi la bocca con la mano, cambiando subito argomento - Allora, come va a scuola?-
- Sopravviviamo.- le disse Ron spostando il cavallo tutto concentrato - Ma reggere la Lestrange è dura.-
- Buttatela giù dalla torre e fatelo passare come un incidente.- bofonchiò Lord Hargrave, dando un tiro alla sua pipa.
- Ma papà!-
- Oh insomma Cassandra! I Mangiamorte crescono come i funghi. Uno più uno meno non se ne accorge nessuno!-
- Il nonno non ha tutti i torti, mamma.- sospirò Hermione.
- Oh, per una volta mi dai ragione.- sentenziò il vecchio acidamente.
- Su cosa ti contraddico scusa?- fece la strega con aria innocente.
- Devo ripetermi per l'ennesima volta?- replicò il padrone di casa - Come sta Cameron a proposito?-
- Oddio nonno!- la Grifoncina scosse il capo, sorridendo - Ma lascialo in pace, se ne sta nel suo castello senza dar fastidio a nessuno. Che problemi ti dà scusa?-
- Non so...- Liam la scrutò di sottecchi - Sei un po' ingrassata di recente!-
- NONNO!-
- Va bene, va bene!- sbuffò il vecchio mentre Ron si sforzava di non buttarsi a terra per le risate vedendo la faccia di Hermione e quella ghiacciata di Malfoy - Che noia ragazza mia, non si può mai dire le cose con chiarezza con te!-
- Tu comunque sei l'ultimo a dover parlare.- gli ricordò Jane serafica.
- Zitta Cassandra, mi sconcentri.-
- Tanto Ron ti batte lo stesso.- rise la donna.
- Jane scusa...- s'intromise il rossino - Quand'è che ridaranno la vista a voi Veggenti?-
- A fine giugno.-
- Che rottura.- fece il ragazzo pensoso - Ci sarebbe servita qualche previsione seria.-
- Non mi avete detto che un ragazzino che sta con Tom ha questa dote latente?-
- Il figlio di Howthorne.- la informò Liam serio - Ma è anche un Legimors. È troppo giovane Cassandra. Ci vanno anni di dedizione per leggere bene le visioni, figurarsi se a undici anni può essere di aiuto.-
- In effetti ha dei flash vaghi ogni tanto.- annuì Draco, sorseggiando un goccio di whisky - Ma è già molto bravo. Inoltre con Tom ci sono anche la figlia di Daniel King che è una Sensistrega e una Diurna.-
- E così s'è ricostituito un pericoloso gruppo eh?- ironizzò la madre della Grifoncina - Santo cielo, non oso pensare quali altri guai questi ragazzini faranno per seguire le vostre orme.-
- Ci sarà ben poco da seguire.- bofonchiò di nuovo Lord Hargrave, sempre più dispettoso - A momenti si fanno ammazzare tutti i giorni! E questo qui va anche a sposarsi!-
- Ma insomma papà!- sbuffò Jane ridendo - Lascialo in pace! Se vuole sposarsi meglio per lui no?-
- Ma per favore.- dissero allora nonno e nipote in coro.
- Herm, non ricominciare!- la bloccò subito sua madre - Fai da brava testimone e non dargli il tormento!-
- D'accordo, tanto se vuole scappare sull'altare gli abbiamo già programmato la via di fuga.-
- Per favore!- Ron non sapeva più come farla stare zitta - Ma è una fissa la tua!-
- Quando mi sono sposato io i parenti hanno messo una cupola anti- Smaterializzante sulla chiesa.- disse il padrone di casa con un borbottio irritato - Non avrei potuto fuggire anche volendo...-
- Grazie papà, sei di molto aiuto.-
- Sono solo un esperto.-
- Sentiamo.- frecciò Ron divertito - Cosa ci vuole per un buon matrimonio secondo lei?-
- Una buona dose d'ironia, una benda sugli occhi e la memoria corta.-
Draco fece un fischio, appoggiandosi al divano - Complimenti Hargrave, lei si che è un vero guru.-
- Ha parlato il serpente che s'è fatto incantare!-
- Come prego?-
- Che noia, vado in cucina a farmi una flebo.- sbuffò Hermione mettendosi in piedi - Torno quando avrai perso di nuovo nonno.-
- Come ti permetti scriteriata?- le sbraitò dietro il vecchio - Non avrai mai un soldo da me!-
- Ma chi li vuole i tuoi soldi?!- chiese distrutta da quella manfrina - Basta, vado a farmi una tisana!-
- Ecco, andate fuori dai piedi che è meglio!- borbottò il lord buttando fuori anche Jane e Draco - Sparite fino a quando non vi chiamo!- e senza un'altra parola chiuse loro la porta della biblioteca sul naso, senza allibire più nessuno per i suoi modi molto poco gentili.
- Non cambierà mai.- sospirò Jane prendendo il biondo a braccetto.
- E' sempre stato così simpatico, da che mi ricordo.- frecciò l'Auror - Ma immagino abbia le sue giornate buone.-
- Poche.- ridacchiò la strega - Ma ne ha.-
Draco passò con lei davanti alle vetrate che davano sul giardino, ammirando la bellezza radiosa di quella fantastica donna e strega. Non sembrava cambiata da quando la credeva una semplice umana.
Era proprio la madre della mezzosangue.
- Come sta lei?-
Alzò lo sguardo e incontrando gli occhi nocciola di Jane, capì a cosa si riferiva. In fondo era impossibile che una madre come lei non si fosse accorta dello stato di sua figlia.
- Sta meglio ora.- le rispose, nascondendo a stento nella voce una nota di pura gioia.
- Lo vedo.- Jane gli scoccò un'occhiata che gli aveva già riservato in passato, un misto di interesse, perfidia e dolcezza - E' merito tuo per caso?-
Si sentì arrossire come tanto tempo prima ma la sua faccia tosta era migliorata ancora con gli anni.
- Non saprei.-
- No?- riecheggiò la donna - Sicuro Draco?
No, per niente. Anzi, poteva dire tutto il contrario ma non voleva condividere quel prezioso segreto con nessuno.
- Facciamo così.- gli disse allora Jane, lasciandogli il braccio - Io vado a farmi due passi in giardino e mi metterò a leggere qualcosa nella serra. Credo ti serva una tisana.- e senza aggiungere altro si Smaterializzò via, lasciandolo solo con un sorriso ebete sulle labbra e la sicurezza di essere completamente trasparente.
Era proprio arrivato al limite, pensò raggiungendo la cucina.
La trovò seduta a tavola mentre teiere, zollette di zucchero, limone e posate volteggiavano sulla testa della Grifoncina che si preparava una tazza di the a modo suo.
Rimase sulla porta a guardarla ma lei sapeva che c'era.
- E così sarei ingrassata eh?- sibilò sarcastica, facendolo sogghignare - Credo che al nonno verrebbe un colpo se sapesse che non è con Caesar che mi do alla pazza gioia.-
- Mezzosangue, ti do un consiglio...- le mormorò all'orecchio, passandole le braccia al collo - Non mettere mai le parole "Cameron" e "incinta" nella stessa frase. Uccidono il mio autocontrollo.-
Hermione sorrise, girandosi appena nelle sue braccia per incontrare le sue labbra.
Lo baciò con tutto il desiderio che aveva in corpo, assaggiando quelle labbra meravigliose per poi schiacciarsi contro di lui, sentendo il bisogno fisico di sentirlo vicino. In quei mesi che per entrambi erano trascorsi in un soffio, non c'erano state molte parole di chiarificazione, esattamente come anni prima avevano basato il loro rapporto su un'apparente scommessa ma ora, anche se non c'erano chiare intenzioni a monte, c'era qualcosa in più.
Draco si era accorto che confessando il suo amore a parole gli era diventato praticamente impossibile staccarsi da lei anche per pochi secondi. Quando lei stava via per lavoro poi, impazziva.
Quando era vicina non riusciva a trattenere l'istinto di toccarla, di provare che era lì con lui.
A volte l'abbracciava senza motivo e stavano così per ore intere, solo a sfiorarsi, a bisbigliare l'uno sulla bocca dell'altra in un bisogno quasi soffocante di contatto negato per tanto tempo.
Era straziante e nel contempo stupendo.
Si separarono a stento quando un battito d'ali richiamò la loro attenzione.
Sulla finestra aperta della cucina era apparso un gufo sconosciuto. Era nerissimo e tutto arruffato.
- Chi diavolo è?- chiese Hermione soprappensiero. Raccolse la lettera legata alla zampa del volatile, poi guardò il mittente ma non c'era scritto nessun nome. In compenso la lettera era per Draco.
- Per me?- borbottò il biondo, afferrando la lettera bianca e candida.
Pensò a una qualche rottura di Duncan ma quando vide la calligrafia, rimase col braccio a mezz'aria.
Hermione invece, dopo tanto tempo, lo vide impallidire tanto da risultare cadaverico.
Temette di vederlo svenire ma Malfoy rimase seduto...rigido, quasi intimorito.
- Di chi è?- sussurrò la strega, prendendogli delicatamente la mano - Draco, di chi è?-
Quella calligrafia...era lui...era la sua...
- Mio padre.-

A Hogsmade nel frattempo si erano fatte le quattro di pomeriggio e i mocciosi del primo anno se ne andavano a spasso per la cittadina con ancora per la testa tutti quei meravigliosi Lucini. Ian e Archie ci sarebbero stati dentro una vita se Hagrid non fosse stato costretto a tirarceli via di peso, in compenso il signor Levante, commosso dall'attenzione dei maghetti, ne aveva fatti loro un paio come dono e quindi adesso Tristan se ne andava in giro con una gabbietta di vetro in cui splendevano accecanti quelle gigantesche lucciole che non la smettevano di pulsare allegre come fringuelli.
- I mostriciattoli sono al sicuro?- chiese, rivolto a Jess e Milo.
- Si,- annuì Morrigan - non sento per aria l'odore di Rose di York e Clay mi ha mandato un messaggio dal castello due secondi fa. Tutto è al suo posto.-
- E io ho messo l'Incantesimo Riecheggiante su tutti i ragazzi.- concluse il maggiore dei Mckay - Se capita qualcosa sentiranno una sirena da infarto anche a Londra.-
- Perfetto.- annuì anche Harry - Io allora mi faccio due voli qua attorno, tanto per essere sicuri.-
- Ci rivediamo qua fra un'ora.- gli disse Tristan - Poi li riportiamo alle carrozze.-
Intanto in quartetto in particolare di piccoli seccatori stava cercando di sciogliersi dalla mandria. Ian, Bruce, Martin e Archie erano attaccati al negozio di Zonco con alcuni Corvonero e Tassorosso mentre i Serpeverde come al solito passavano il tempo rompendo le palle al prossimo, così Tom avrebbe voluto approfittarne per starsene un po' in pace e andare a vedere il tempietto in mezzo al bosco che gli aveva descritto Hermione, ma separarsi dalla marmaglia diventava impossibile, specialmente quando Cloe e Damon si mettevano a litigare fra loro e Trix guardava storto Matt Rogers. Così, per aspettare che finissero le loro faccende, andò dritto davanti una libreria dall'aria vecchissima.
Ci mancava quasi che tutta la baracca cascasse in testa al proprietario ma lui adorava quei vecchi libri ammuffiti.
Il negozio non aveva neanche l'insegna, si vedevano solo due lettere vermiglie rovinate su un ciondolante affare di legno ammuffito, e stava in una viuzza testa e angusta proprio di fianco a Zonco.
Il piccolo Riddle ci s'infilò dentro tranquillo, tanto sapeva di essere al sicuro e rimase per lungo tempo a spiare i titoli un po' assurdi sulle copertine logore dei libri nella vetrina polverosa, del tipo "Mille e uno modi per far ridere un Molliccio" e "I sette vampiri più ladri degli ultimi trecento anni".
Divertito, stava per entrare quando un rumore nel vicolo attirò la sua attenzione.
C'erano delle casse rotte e dei barili di legno ma anche qualcosa che si muoveva.
Aggrottando la fronte si mosse guardingo e vide una specie di barbone rannicchiato in un angolo.
Aveva il cappuccio tirato in viso e dondolava su se stesso, come in trans.
Ad un tratto però una mano insolitamente lucida, come di metallo, uscì repentinamente alla luce e andò a toccare il fianco dell'uomo, piuttosto grassoccio da quel che vedeva. Alla cinta aveva un cofanetto di piombo presumibilmente.
Tom notò che quell'omino mancava anche di un dito alla mano sinistra.
Forse stava male...
- Scusi...le serve aiuto?-
L'uomo scattò all'improvviso come destato dal suo sonno da una secchiellata d'acqua gelida...e quando lo guardò, accadde qualcosa che mise al piccolo Riddle il ghiaccio nelle vene.
Tom avrebbe ricordato spesso quel giorno negli anni futuri.
Sentì quell'uomo emettere un gemito sottile, quasi terrorizzato, quasi inumano.
E poi lo vide sbiancare, tremare così tanto che cadde in ginocchio e poi...
- Padrone...-
Tom si fece indietro, sentendo il cuore fermarsi. Se gli avessero fatto addosso una delle maledizioni senza perdono sarebbe stato meglio.
- Padrone...siete voi!- l'uomo cominciò a strisciare verso di lui, spaventandolo ancora di più - Lo sapevo! Lo sapevo che non potevate essere morto! Il vostro umile servo l'ha sempre saputo! Vi ho portato le ossa! Ve le ho riportate!-
Ossa...servo...padrone...
Tom si sentì quasi svenire. E poi quell'uomo alzò quella mano orribile per toccarlo.
Gridò, gridò con tutto il fiato che aveva in gola chiamando Harry con la stessa supplica accorata di un condannato a morte...e poi per tutta Hogsmade risuonò l'Incantesimo Riecheggiante.
Ma quando arrivarono gli Auror, Peter Minus e le ossa del padre erano già sparite.

 

 

 

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