Marzo colse Hogwarts con una profusione di nebbie e tempeste alquanto
deprimenti che, oltre a incupire gli animi, arricciavano anche i capelli di
tutte le spocchiose streghe della scuola.
Questo non accadeva alla piccola
Beatrix Vaughn che essendo una vera e propria statua di marmo non aveva problemi
di estetica, se non contava le sue fantastiche e sempre diverse lenti
multicolore che era obbligata a portare.
Un suo problema serio invece era il
volo. Anzi, la stupida convinzione che un vampiro dovesse sapersi trasformare in
uno stupido topo volante e quindi saper volare. Ma dove stava scritto??
- In
secoli e secoli di tradizione.- le ricordò Damon Howthorne alle tre di quel
pomeriggio ventoso, finita l'ora di volo con la Bumb - Voi vampiri siete fatti
così, cerca di fartene una ragione sorella.-
- Certo, te lo ricorderò dopo
che ti avrò morso alla prima occasione.- sbottò stizzita - E poi odio
l'Inghilterra, non la sopporto! In questo posto c'è sempre nebbia!-
- Ma che
ti mette Milo nel sangue eh?- sbuffò il Serpeverde - Dai, muoviti. Dobbiamo
andare da Tom.-
- Fantastico. Così mi sorbirò l'ennesima paranoia dal
Leoninus perché non mi so trasformare.-
- Senti ma mi spieghi perché hai
tanta paura dell'altezza?-
Beatrix alzò le spalle - E che ne so. Ognuno ha le
sue fisime no?-
- Si, tipo Riddle che attira come una calamita ogni oggetto
pericoloso alla sua testa.- sentenziò Damon mentre le faceva strada verso la
Torre Oscura - Stamattina durante Trasfigurazione s'è preso in testa la
clessidra della Mcgranitt e non chiedermi come abbia fatto. Prima le stava
consegnando il compito in classe e due secondi dopo aveva la clessidra sulla
zucca. È pericoloso mandarlo in giro da solo.-
- E tu, perfido essere, che
prevedi ogni pericolo potresti anche avvisarlo sai?- gli rinfacciò la
Diurna.
- E perdermi il divertimento? Naaa...- cincischiò - E poi non vedo
tutto.-
- La megafessa dov'è finita? È con lui?-
- Sarà a uccidere
Stanford con un tizzone del caminetto.- disse Damon annoiato ma appena girarono
l'angolo trovarono Claire King sulla prima rampa di scale, intenta a
chiacchierare con Gigì che le svolazzava alle sulla testa.
- Cloe.- la
richiamò Howthorne - Ehi, dov'è Tom?-
La biondina sorrise, mentre la fatina
le faceva il solletico - E' già salito prima. Alla torre sono tutti in
defribrillazione perché pare che stamattina al Ministero Orloff abbia sfidato
gli zii di Milo a farsi sotto.-
- In poche parole quel grassone col naso
lucido ha sfidato i vampiri?- Damon sbatté gli occhioni azzurri, mezzo sconvolto
- Ma è deficiente?-
- Perché, ancora speravi che uno che vuole mettere il
figlio del Lord Oscuro nelle mani della prof di Difesa sia un tizio
intelligente?- frecciò Trix scuotendo il capo - Quello ha sbroccato da un
pezzo.-
Fecero i gradini a una lentezza tale che anche una lumaca li avrebbe
superati, visto che la vampiretta aveva i suoi problemi con le scale a
chiocciola e una volta entrati nel Quartier Generale di stanza nella scuola di
magia più famosa della Gran Bretagna videro solo una gran marmaglia di gente che
era nei casini per via del suo lavoro.
I ragazzi di recente avevano dovuto
fare su e giù dalla scuola a Londra perché la capitale era stata presa a
bersaglio da tutti i nuovi attacchi dei Mangiamorte e anche all'interno delle
mura di Hogwarts erano capitati un sacco di nuovi disastri: i fantasmi di
recente erano diventati più pestiferi del solito, a partire da Pix che un giorno
con aria stranamente vacua aveva cercato di prendere in pieno Cloe e Trix con un
una delle panche di legno della sala d'aspetto.
Durante le ore di astronomia
poi Damon era quasi finito giù dalla torre mentre Tom si ammazzava già di suo da
solo. Alle quattro pesti si era aggiunta anche Degona che oltre a rompere tutti
gli specchi che trovava sul suo cammino, sembrava essere diventata
particolarmente nervosa ogni qual volta in sua presenza si nominasse
Katrina.
Per il resto tutto filava in maniera insolitamente tranquilla, come
se tutti stessero cercando di accantonare il problema principale. Ovvero che i
Mangiamorte stavano per gambizzarli tutti allegramente.
Inoltre Ron stava per
sposarsi niente meno che con Pansy Parkinson e se la cosa aveva lasciato tutti
con le mutande a terra, il rossino se n'era altamente fregato. La povera Molly
per esempio ci era rimasta secca, la Parkinson infatti non era proprio il genere
di nuora che aveva sempre sperato e pure Ginny non aveva fatto i salti
gioia.
Harry fondamentalmente non aveva aperto bocca visto che era il primo
testimone mentre Hermione, che doveva fare da seconda testimone senza dover fare
la damigella grazie al cielo, aveva espresso solo il suo parere sul matrimonio
in generale. Ovvero che era una pia illusione.
- Così smonti tutti i miei
sogni romantici sai?- fece Edward con aria melodrammatica appena sentita quella
categorica dichiarazione - Come fa a non piacerti il matrimonio scusa?-
- Non
mi piace e basta.- spiegò la Grifoncina che aiutava Ron con la lista degli
invitati - Lo trovo ridicolo a cominciare dal vestito della sposa, a tutta
quella gente che ti fissa...e a quello scambio di promesse assurdo...-
-
Assurdo?- Dalton mise il broncio - E' la base del matrimonio! Se non ti sposi
con l'idea di stare insieme per sempre che lo fai a fare? Meglio abbonarsi dagli
strozzini che è più o meno uguale.-
- E si parlava di romanticismo.- frecciò
May divertita, seduta a tavola con loro.
- Quindi per te niente matrimonio.-
concluse l'ex Corvonero pensoso.
- Già. Ci vorrebbe un miracolo per farmi
cambiare idea.-
- Ma, fammi capire...cos'è che ti schifa più di tutto?-
-
L'ipocrita promessa davanti al prete.- rispose Hermione, senza alzare gli occhi
dalla lista.
- Ma quando due si sposano ci credono davvero.- le disse Harry,
intromettendosi momentaneamente.
- E io quando sono ubriaca credo fermamente
di essere il primo ministro, che vuol dire?- bofonchiò la strega in risposta.
- Io invece trovo tutta la pratica degna di nota.- sentenziò Edward
tranquillo, andando a prendersi altro caffè mentre Tom e gli altri facevano
tranquilli i loro compiti - A partire da quell'ansia che ti distrugge lo
stomaco, all'immenso desiderio di fuga quando ti vedi la sposa venire incontro,
al suocero che si sbronza...al marito che si fa la prima damigella durante il
pranzo. Si, queste cose qua...-
- Avete intenzione di far cambiare idea a
Ron?- s'informò la Aarons soave - Così, giusto per sapere.-
- Figurarsi.-
borbottò Harry scoccando un'occhiataccia a Malfoy svaccato in poltrona - E
perché perdersi l'ennesima possibilità di stare tutto il giorno incollato al
serpente?-
- Non è colpa mia se devo fare da secondo testimone per Pansy.-
sibilò il biondo, accedendosi svogliatamente una sigaretta - Dopo che ha deciso
di sposarsi, i suoi parenti hanno tagliato i ponti e di questo ha ringraziato
fin troppo ma visto che hanno questa fissa dei doppi testimoni l'ha chiesto
anche a me. Che devo fare, spararmi?-
- Potresti farmelo come favore
personale.- lo pungolò il moro.
- Affanculo Sfregiato.-
- Guardate che mi
sposo io comunque, non voi.- ricordò Weasley con un mezzo sorriso, vedendoli
tutti eccitati - Mi spiegate perché siete così elettrici? Non vi vedevo in
questo stato dalla festa dell'ultimo anno...e noi tutti ci ricordiamo com'è
finita la mattina dopo eh?-
- Un'altra parola e non arriverai all'altare.-
sibilò Harry attorniato da fuoco e fiamme.
- Idem.- ringhiò anche Draco
bellicoso, visto che gli avevano ricordato il suo fantastico risveglio addosso a
Potter, cazzata che gli era costata quattro lunghi anni di pernacchie e prese in
giro.
- Tralasciando un attimo questa follia...- Hermione richiamò tutti
all'ordine - C'è la festa in maschera dell'apertura di primavera fra due
settimane. Come la mettiamo?-
- La mettiamo che dovremo far da baby sitter ai
mocciosi.- sbuffò Harry - Che flebo!-
- Già, niente rimorchio!- cinguettò Ron
vedendo la faccia depressa di Edward.
- Non possiamo restare a controllare
solo fino a quando il coprifuoco non spedisce a letto quelli del primo anno?-
mugugnò Dalton seccato - Tanto Tom e compari finiranno verso mezzanotte.-
-
Infatti, il meglio viene sempre dopo.- gli ricordò Potter ironico - Se non altro
far andare giro Tom con quei tre matti mi rende un pochino più tranquillo.-
-
Tranquillo? Attirano i guai peggio di voi tre.- sibilò Malfoy seccato - Per non
parlare del casino che c'è sempre a queste fottute feste! Fra due mesi a maggio
c'è il ritrovo del nostro anno, fra uno questo squinternato di Weasley si sposa
e come minimo a giugno finiremo in analisi tutti insieme!-
- Io l'avevo detto
che non dovevo venire in questa scuola.- borbottò il piccolo Riddle in
sottofondo mentre Trix si lamentava della fame, Damon dei compiti e Cloe del
sonno.
Quei quattro proprio non avevano la minima idea del pericolo che
correvano. Erano totalmente fuori di testa, per non parlare poi del fatto che
continuavano a parlare dell'Idra viola che stava a guardia nel corridoio a
destra del terzo piano. Fortunatamente Harry aveva fatto in modo di tenerceli
lontani ma prima o poi anche gli altri sarebbero scesi là sotto e il fatto che
vedessero il Velo non piaceva per niente.
All'ora di cena fu Potter a
riaccompagnare le quattro piattole alla Sala Grande e colse l'occasione per
buttare un occhio alla cara Vanessa. Da Natale la signorina non si era più fatta
vedere a casa loro, non aveva più neanche tentato di intavolare di nuovo il
discorso sull'adozione di Tom e a quanto gli diceva Cloe anche in classe girava
abbastanza allargo da loro quattro ma da era anche pur vero che da gennaio i
loro attacchi si erano triplicati.
Rafeus Lestrange si era dato da fare per
le strade di Londra ma la settimana prima era successo qualcosa anche a
Hogsmade. Per questo alla prossima uscita avrebbe mandato qualcuno a controllare
ma avere sempre la cugina di Draco addosso stava cominciando ad irritarlo
seriamente senza contare che Tom aveva ancora dei sentimenti piuttosto
altalenanti sui suoi fratelli.
Su questo discorso Harry però non si era mai
addentrato e sinceramente avrebbe dato qualsiasi cosa per non dover mai parlare
con Tom della sua famiglia ma sapeva che non poteva evitare quella situazione
ancora a lungo.
- Ehi, come mai quella faccia scura?- gli chiese Cloe
guardandolo attenta - C'è qualcosa che non va?-
- Eh? No...sono solo stanco
di questa storia.- buttò lì, vago.
- A chi lo dici.- sentenziò Damon che
aiutava Tom a non uccidere Trix sulle scale - La prof sembra diventata un
angioletto tutto di colpo. Quell'aria d'agnellino non le sta bene per
niente.-
- Harry perché non vieni tu a farci lezione pratica?- gli chiese il
piccolo Riddle divertito - Con Tristan a teoria ci divertiamo un sacco, lo sai,
ma con Vanessa è tutto un altro paio di maniche. A volte ci fa fare cose che
sinceramente vedo fare solo a Hermione.-
- Ecco, ci mancava solo questa.-
sbuffò il bambino sopravvissuto fermando davanti alla Sala Grande - Forza,
andate a cena e poi filate a letto. Se succede qualcosa per favore non muovetevi
dal dormitorio, a meno che non venga allagato o incendiato. Vi saluto!-
- Sta
proprio andando in palla, poveretto.- sospirò Beatrix.
- Già.- annuirono gli
altri tre, affamatissimi.
- A proposito...- s'intromise Cloe - Gli avete
detto della gita a Hogsmade?-
- Ah si, l'aveva già avvisato Hagrid.-
bofonchiò Damon - Non che non mi vada di andare a vedere quell'allevamento di
Lucini e di mettere il naso fuori dalla scuola ma secondo me non è il momento
adatto.-
- Tanto ci saranno Harry, Tristan e Jess.- sorrise Tom divertito -
Secondo me sarà divertente.-
- Sarebbe divertente senza scocciatori.- sibilò
la Diurna seccata, al passaggio di Alderton e di Matt Rogers.
- Ma ce l'hai
ancora con quel disgraziato?- sbuffò la piccola King - Dio ma sei
perversa!-
- Ehi, a me non piace Rogers come a te non piace Alderton! Siamo
pari!-
- A me invece non piace perder tempo prima di cena.- concluse
Howthorne lapidario e senza salutare se ne andò dritto a Serpeverde e sfamarsi,
lasciando indietro Trix che salutò sbuffando e lo seguì.
A Grifondoro tutto
il primo anno era molto contento della gita: a Hogsmade c'era un signore, amico
di Hagrid, che allevava Lucini, lucciole grandi come farfalle che venivano usate
dai maghi per far luce anche dove la magia oscura regnava portando solo il buio.
Era molto difficile allevarli, essendo creature delicatissime, ma si diceva che
se uno solo di loro faceva amicizia con un essere umano non l'avrebbe più
abbandonato.
- Ah, non vedo l'ora che sia venerdì!- cinguettò Ian seduto
accanto a Tom a Grifondoro - L'argomento m'interessa molto e poi Hagrid rende
tutto così interessante!-
- Dite che è sicuro uscire dal castello?- chiese
Mary J. Lewis.
- Tanto ci sono gli Auror.- sbuffò Cloe seccata dalla sua voce
melensa.
- E' vero che c'è Harry?- chiesero Martin e Bruce in coro, fissando
Tom con le stelline negli occhi.
- Bhè...si.- annuì Riddle.
- Viene per
tenerti d'occhio?- bofonchiò Sedwigh Stanford, attirando l'attenzione di
tutti.
- Tenere d'occhio Tom?- Archie stava finendo una mezza chilata di
torta - Perché scusa?-
- Non è palese?- replicò il biondino serafico.
-
No.- sentenziò Martin ironico - Ma potremmo sempre chiedere a Damon no?- e tutti
i Grifondoro risero a mezze labbra, decisi a far arrabbiare quello spocchioso
che però sembrava voler provocare solo Tom.
- Allora? Che problema c'è
stavolta?-
- Come sarebbe che problema c'è?- riecheggiò Bruce - Harry Potter
è sempre in guerra.-
- Si ma non è che stavolta il suo rivale è formato
bambino?- insinuò Sedwigh.
Tom impallidì sentendo quella frase ma non fece in
tempo anche solo a pensare a come rispondere a quell'accusa che Cloe si alzò in
piedi e senza battere ciglio rovesciò in testa a Stanford il suo calice
d'acqua.
Sedwigh si alzò in piedi, scrollando il capo mentre tutte le case li
fissavano allibiti.
- Ma che t'è preso?- sbottò il biondino.
- Sta zitto
se non vuoi che ti arrivi anche un ceffone.- sibilò Cloe gelida e senza
aggiungere un'altra parola afferrò Tom per il polso e se lo trascinò via, sotto
lo sguardo esasperato di Damon e Trix che non sapevano più come fare per
arginare la carica esplosiva della King.
- Claire insomma...- Tom in sala
comune non riusciva più a farle scaricare il nervoso - Non puoi sempre attaccare
briga con Sedwigh e Fabian, dai!-
- E chi ti ha detto che non posso?- sbraitò
la biondina mangiandoselo vivo - Io quello non lo sopporto! Tiene chiusa quella
sua infame bocca per qualche giorno e poi ricomincia più seccante di prima! Come
si permette di fare certe insinuazioni su di te e sul tuo rapporto con Harry eh?
Maledizione, lo butto giù dalla torre!-
- Mi sembra una soluzione un po'
drastica...- abbozzò Riddle massaggiandosi la testa visto che aveva sbattuto il
cranio al muro grazie alla foga della streghetta - Non ti arrabbiare per queste
sottigliezze!-
- Sottigliezze?- Cloe gli scoccò un'occhiataccia - Dio come
vorrei avere la tua pazienza.-
Tom sorrise, scuotendo il capo - Ma no, vai
bene anche così.-
La biondina agitò la mano per tutta risposta, proprio
quando cominciarono a rientrare gli altri e lasciarono cadere l'argomento che
però fu la chicca della settimana, almeno fino a venerdì mattina quando tutto il
primo anno si raccolse nella piazzola della fontana.
Grifondoro e Corvonero
chiacchieravano fra loro quando Tristan che quel giorno non aveva lezione, Jess
e Milo scesero con Harry e con Hagrid raccolsero le autorizzazioni dei
genitori.
- Che bella giornata.- cinguettò Cloe di umore un po' migliore di
quello della sera prima.
- Già, speriamo che non si copra il sole.- annuì Ian
al suo fianco - Tom, se non sono indiscreto, a te chi mette la firma per le
autorizzazioni?-
- Harry e Draco.- rispose Riddle, con l'ennesimo cerotto
sulla fronte perché quella mattina lui e Archie si erano uccisi in bagno, mezzi
addormentati - Altrimenti la mamma.-
- Già e a Howthorne dovrebbe metterla il
suo amico becchino!- frecciò Alderton passando di lì coi suoi amici.
- La
prossima volta che lo vedo gliene chiedo una anche per te.- gli rispose Damon
annoiato da tutto quel casino - Mamma mia, comincia a diventare talmente
prevedibile...-
- Bella battuta.- rispose Cloe ironica - Specialmente detta
da te. Dov'è la superoca?-
- Fa colazione con Milo dietro all'angolo.-
bofonchiò il Serpeverde mentre gli altri non ci capivano nulla - Cambiando
discorso, qualcuno sa dov'è l'allevamento di questo tizio?-
- Brian c'è
andato l'anno scorso.- lo informò la King - Dice fuori dal paese ma se facciamo
due fusa ad Hagrid magari ci lasceranno andare un po' a spasso.-
Dopo qualche
minuto iniziò l'appello e quella marmaglia di ragazzini mancò poco s'incollasse
tutta a Harry con occhioni adoranti che più che controllare e fare il cane da
guardia, si occupava di non perdere di vista Riddle.
- Hermione non viene?-
gli chiese Tom più tardi, mentre andavano alle carrozze.
- Va da suo nonno.
Jane ha invitato a pranzo i ragazzi.-
- E noi qua a far le baby sitter.-
concluse Jess con un sospiro di finto rammarico.
- Sono quelle le carrozze?-
chiesero i maghetti quando raggiunsero la porta principale - Ma i cavalli dove
sono?-
Damon li guardò stranito - Ma siete ciechi? Non li vedete? Eccoli,
quelli neri...-
- Ma che cavalli neri?- Martin Worton sbatté gli occhioni -
Dì Howthorne, ma ci vedi bene?-
- Mi sa che siete voi i ciechi.- continuò
Damon senza capire - Ma davvero non ci vedi niente?-
- Sono Thestral.- gli
sorrise Tom dandogli una pacca sulla spalla - Non possono vederli.-
- Fammi
capire...- Cloe si mise in mezzo, allibita - Ci sono dei cavalli attaccati a
quelle carrozze?-
- E perché Damon li vede e noi no?- chiese Archie
succhiando un lecca-lecca.
- I Thestral li possono vedere solo i maghi che
hanno visto morire qualcuno.- spiegò Tristan ai mocciosetti, prendendola come
un'altra lezione teorica - Sono dei cavalli neri un po' scheletrici, con ali da
pipistrello.-
- Ah, ecco perché li vedi.- insinuò di nuovo Fabian Alderton
verso Damon che finalmente capiva tutto.
- Tom li vedi anche tu?- gli chiese
Cloe.
- Bhè...si.- annuì con un sorriso triste.
- E tu...chi hai visto
morire?-
Riddle assunse un'espressione talmente malinconica che Claire non
volle più sentire la risposta.
Cambiò rapidamente discorso e salirono in
carrozza in un costante chiacchiericcio di sottofondo. I piccoli mentecatti,
come li chiamavano i due fratelli Mckay, sembravano sotto cocaina e non stavano
più nella pelle ad uscire dal castello sotto la vigilanza del bambino
sopravvissuto.
Anche Harry comunque avrebbe preferito sprofondarsi nella casa
di Liam Hargrave invece di fare la guardia a quei mocciosetti che lo guardavano
con gli occhioni sbarrati ma fortunatamente non era l'unico a essere rimasto
infognato nella dura quotidianità: con Hermione erano andati Malfoy, e Ron,
mentre Edward era filato a Londra con May.
Cosa ci fosse andato a fare Dalton
alla capitale lo sapevano in pochi ma questo non impediva al caro Edward di
svolgere bene il suo lavoro.
In pochi mesi la situazione fra loro era del
tutto cambiata.
Non era che ora Potter ne fosse sicuro al cento per cento, ma
aveva in un certo modo aperto gli occhi.
"Com'è bella la campagna
inglese...non credi Harry?"
Potter rise leggermente. Si guardò
attorno ma vide Tom, Cloe, Trix e Damon intenti a chiacchierare con Tristan così
lui poté permettersi di "chiacchierare" a sua volta con sul vecchio
amico.
"Hogwarts è bella." rispose pacato "Ma tu hai idee
tutte tue. Non capirai mai."
"Già, non andremo mai d'accordo
temo. Chi c'è con te bambino sopravvissuto?"
"Perché me lo
chiedi?"
"E tu perché hai tremato quando ti ho fatto questa
domanda?"
Harry serrò i denti. Dannazione, Voldemort stava tornando
a infiltrarsi nella sua mente.
Aveva fatto progressi impressionanti ma il
maledetto Lord Oscuro sembrava un asso nel penetrare i suoi sentimenti. Aveva
sempre pensato che mente e sentimenti dovessero stare ben lontani quando Tom
Riddle girava per la sua testa ma ora temeva di non sfuggirgli più tanto
facilmente.
"Allora Harry Potter? Tremi ancora per
qualcosa?"
"Ci sono cose ben più spaventose di te, credimi."
"Si,
per te senz'altro...come perdere i tuoi preziosi amici, vero?"
"Se non
altro io avevo qualcuno che mi stava accanto perché lo voleva." gli ricordò
a quel punto con ferocia, furente con se stesso per essersi fatto incastrare in
quell'assurdo discorso.
"Ah, bambino sopravvissuto...cerchi sempre
cose che svaniscono come neve al sole."
"Senti chi parla...il mago che
aveva paura di morire e s'è rifatto una scala per l'eternità coi cadaveri
altrui."
"C'è un cadavere però che sfortunatamente non ho preso in
tempo."
La voce di Voldemort si era fatta dura e sibilante. Harry
ricordò il serpente che aveva cercato di uccidere il padre di Ron, di come si
fosse sentito, dei suoi scatti d'ira verso Silente, della rabbia ogni qual volta
il suo nemico s'impossessava di lui. Ricordava i suoi dannati occhi blu che
diventano rossi...
Senza farlo apposta posò lo sguardo sul piccolo Tom e
sentì un altro brivido.
Quel bambino...quel bambino era figlio dell'uomo che
gli aveva rovinato la vita.
Perché stava con lui? Perché gli stava vicino?
Perché...non lo uccideva?
Serrò gli occhi all'improvviso, stentando a credere
a ciò che aveva pensato. Oddio...
Perché i suoi sentimenti altalenavano in
quel modo verso quel bambino indifeso?
Cosa sarebbe accaduto quando Tom, una
volta cresciuto, fosse diventato il ritratto vivente di suo padre?
Arrivarono
a Hogsmade verso le nove e mezza e nell'aria c'era un tiepido sentore di fiori
in boccio. La bella cittadina accolse gli studenti col solito benvenuto di
noncuranza, come se i maghi di Hogwarts fossero amici di vecchia data tali da
non dover essere trattai come ospiti, ma quando videro anche Harry i visi dei
presenti si rallegrarono.
Madama Rosmerta e altri seccatori andarono a
salutarlo giulivi mentre Hagrid venne accolto calorosamente da uno strambo
ometto basso e barbuto, molto simile a Babbo Natale. Aveva le orecchie appuntite
ma non come quelle dei folletti e spessi occhiali che gli nascondevano due dolci
occhi celesti.
- Ragazzi, vi presento il professor Levante.- disse Hagrid -
Professore, gli studenti del primo anno.-
- Molto piacere ragazzi.- sorrise
il vecchio mentre i maghetti facevano rispettosi cenni col capo - Sono contento
siate venuti. I miei Lucini apprezzeranno la visita...e guarda chi abbiamo qua
...Harry Potter.-
Il bambino sopravvissuto sorrise blandamente,
stringendogli la mano.
- E' un piacere per me.- disse il professor Levante -
Non speravo più di conoscerla e spero mi concederà due chiacchiere nella paura
del the. Ora se volete venire, vi porto alla mia tenuta.-
Farsi due passi in
mezzo al bosco fu niente, paragonato alla tenuta del caro dottor Levante.
Uno
spettacolo...e una serra gigantesca di vetro che brillava piene di piccole
luci.
Intanto, nell'appartato ma quanto mai stupendo Hargrave Manor in
cui pochi potevano entrare visto quanto il padrone di casa in quegli anni si
fosse trasformato in un orso, Ron Weasley rideva estremamente a crepapelle
mentre Liam Hargrave bestemmiava come un dannato davanti all'ennesimo scacco
matto.
Al nonno di Hermione non era mai piaciuto perdere, specialmente per
colpa di un Auror moccioso, come diceva lui.
Se ne stavano tutti seduti
nell'ampio salone della biblioteca del vecchio e potente mago dove i libri di
magia, mappamondi, statue bizzarre animate e fantasmi si spostavano da soli
provocando un caos non indifferente.
- Non sai proprio perdere
nonno.-
Hermione Granger sorrise all'ennesima imprecazione di Lord Hargrave,
portandosi la tazza di the alle labbra.
- Zitta tu!- borbottò il vecchio mago
davanti alla scacchiera - Ragazzo voglio la rivincita!-
- Un'altra?- ghignò
Draco Malfoy, seduto sul divano accanto alla Grifoncina - Ha la testa troppo
dura.-
- Hn, senti un po' chi parla.- rognò Liam accendendosi la pipa - Ehi
nipote, perché hai fatto entrare in casa anche quello lì eh? Un Malfoy! Che
sacrilegio!-
- Per il gusto perverso di farti arrabbiare no?- ghignò la
strega.
- Papà, finiscila di essere scortese.- disse la voce melodiosa di
Jane, che apparve sulla soglia con un vassoio colmo di dolcetti - Tanto lo sanno
tutti che sei insopportabile, non è il caso che rincari la dose.-
- Si
potrebbe dire la stessa cosa di te Cassandra.- replicò il vecchio
sarcastico.
- Dì Jane,- sorrise Ron rimettendo le pedine a posto con un gesto
della mano - ma come fai a sopportarlo?-
- Ti farò mordere la lingua stavolta
Weasley!-
- Non sono io il serpente qua, Lord Hargrave.- frecciò il rossino -
Non rischio di avvelenarmi da solo.-
- Che ridere Donnola, mi fai morire.-
sibilò Draco accendendosi una sigaretta.
- Allora, piaciuto il pranzo?-
sorrise Jane rimettendosi seduta davanti a sua figlia mentre ricominciava la
partita.
- Ottimo.- le rispose Hermione con dolcezza - Sono piena.-
- In
effetti ti sei quasi ingozzata...- sfuggì a Malfoy, prima di prendersi un calcio
nella caviglia che lo convinse a tacere.
Jane ridacchiò nascondendosi la
bocca con la mano, cambiando subito argomento - Allora, come va a scuola?-
-
Sopravviviamo.- le disse Ron spostando il cavallo tutto concentrato - Ma reggere
la Lestrange è dura.-
- Buttatela giù dalla torre e fatelo passare come un
incidente.- bofonchiò Lord Hargrave, dando un tiro alla sua pipa.
- Ma
papà!-
- Oh insomma Cassandra! I Mangiamorte crescono come i funghi. Uno più
uno meno non se ne accorge nessuno!-
- Il nonno non ha tutti i torti, mamma.-
sospirò Hermione.
- Oh, per una volta mi dai ragione.- sentenziò il vecchio
acidamente.
- Su cosa ti contraddico scusa?- fece la strega con aria
innocente.
- Devo ripetermi per l'ennesima volta?- replicò il padrone di casa
- Come sta Cameron a proposito?-
- Oddio nonno!- la Grifoncina scosse il
capo, sorridendo - Ma lascialo in pace, se ne sta nel suo castello senza dar
fastidio a nessuno. Che problemi ti dà scusa?-
- Non so...- Liam la scrutò di
sottecchi - Sei un po' ingrassata di recente!-
- NONNO!-
- Va bene, va
bene!- sbuffò il vecchio mentre Ron si sforzava di non buttarsi a terra per le
risate vedendo la faccia di Hermione e quella ghiacciata di Malfoy - Che noia
ragazza mia, non si può mai dire le cose con chiarezza con te!-
- Tu comunque
sei l'ultimo a dover parlare.- gli ricordò Jane serafica.
- Zitta Cassandra,
mi sconcentri.-
- Tanto Ron ti batte lo stesso.- rise la donna.
- Jane
scusa...- s'intromise il rossino - Quand'è che ridaranno la vista a voi
Veggenti?-
- A fine giugno.-
- Che rottura.- fece il ragazzo pensoso - Ci
sarebbe servita qualche previsione seria.-
- Non mi avete detto che un
ragazzino che sta con Tom ha questa dote latente?-
- Il figlio di Howthorne.-
la informò Liam serio - Ma è anche un Legimors. È troppo giovane Cassandra. Ci
vanno anni di dedizione per leggere bene le visioni, figurarsi se a undici anni
può essere di aiuto.-
- In effetti ha dei flash vaghi ogni tanto.- annuì
Draco, sorseggiando un goccio di whisky - Ma è già molto bravo. Inoltre con Tom
ci sono anche la figlia di Daniel King che è una Sensistrega e una Diurna.-
-
E così s'è ricostituito un pericoloso gruppo eh?- ironizzò la madre della
Grifoncina - Santo cielo, non oso pensare quali altri guai questi ragazzini
faranno per seguire le vostre orme.-
- Ci sarà ben poco da seguire.-
bofonchiò di nuovo Lord Hargrave, sempre più dispettoso - A momenti si fanno
ammazzare tutti i giorni! E questo qui va anche a sposarsi!-
- Ma insomma
papà!- sbuffò Jane ridendo - Lascialo in pace! Se vuole sposarsi meglio per lui
no?-
- Ma per favore.- dissero allora nonno e nipote in coro.
- Herm, non
ricominciare!- la bloccò subito sua madre - Fai da brava testimone e non dargli
il tormento!-
- D'accordo, tanto se vuole scappare sull'altare gli abbiamo
già programmato la via di fuga.-
- Per favore!- Ron non sapeva più come farla
stare zitta - Ma è una fissa la tua!-
- Quando mi sono sposato io i parenti
hanno messo una cupola anti- Smaterializzante sulla chiesa.- disse il padrone di
casa con un borbottio irritato - Non avrei potuto fuggire anche volendo...-
-
Grazie papà, sei di molto aiuto.-
- Sono solo un esperto.-
- Sentiamo.-
frecciò Ron divertito - Cosa ci vuole per un buon matrimonio secondo lei?-
-
Una buona dose d'ironia, una benda sugli occhi e la memoria corta.-
Draco
fece un fischio, appoggiandosi al divano - Complimenti Hargrave, lei si che è un
vero guru.-
- Ha parlato il serpente che s'è fatto incantare!-
- Come
prego?-
- Che noia, vado in cucina a farmi una flebo.- sbuffò Hermione
mettendosi in piedi - Torno quando avrai perso di nuovo nonno.-
- Come ti
permetti scriteriata?- le sbraitò dietro il vecchio - Non avrai mai un soldo da
me!-
- Ma chi li vuole i tuoi soldi?!- chiese distrutta da quella manfrina -
Basta, vado a farmi una tisana!-
- Ecco, andate fuori dai piedi che è
meglio!- borbottò il lord buttando fuori anche Jane e Draco - Sparite fino a
quando non vi chiamo!- e senza un'altra parola chiuse loro la porta della
biblioteca sul naso, senza allibire più nessuno per i suoi modi molto poco
gentili.
- Non cambierà mai.- sospirò Jane prendendo il biondo a
braccetto.
- E' sempre stato così simpatico, da che mi ricordo.- frecciò
l'Auror - Ma immagino abbia le sue giornate buone.-
- Poche.- ridacchiò la
strega - Ma ne ha.-
Draco passò con lei davanti alle vetrate che davano sul
giardino, ammirando la bellezza radiosa di quella fantastica donna e strega. Non
sembrava cambiata da quando la credeva una semplice umana.
Era proprio la
madre della mezzosangue.
- Come sta lei?-
Alzò lo sguardo e incontrando
gli occhi nocciola di Jane, capì a cosa si riferiva. In fondo era impossibile
che una madre come lei non si fosse accorta dello stato di sua figlia.
- Sta
meglio ora.- le rispose, nascondendo a stento nella voce una nota di pura
gioia.
- Lo vedo.- Jane gli scoccò un'occhiata che gli aveva già riservato in
passato, un misto di interesse, perfidia e dolcezza - E' merito tuo per
caso?-
Si sentì arrossire come tanto tempo prima ma la sua faccia tosta era
migliorata ancora con gli anni.
- Non saprei.-
- No?- riecheggiò la donna
- Sicuro Draco?
No, per niente. Anzi, poteva dire tutto il contrario ma non
voleva condividere quel prezioso segreto con nessuno.
- Facciamo così.- gli
disse allora Jane, lasciandogli il braccio - Io vado a farmi due passi in
giardino e mi metterò a leggere qualcosa nella serra. Credo ti serva una
tisana.- e senza aggiungere altro si Smaterializzò via, lasciandolo solo con un
sorriso ebete sulle labbra e la sicurezza di essere completamente
trasparente.
Era proprio arrivato al limite, pensò raggiungendo la
cucina.
La trovò seduta a tavola mentre teiere, zollette di zucchero, limone
e posate volteggiavano sulla testa della Grifoncina che si preparava una tazza
di the a modo suo.
Rimase sulla porta a guardarla ma lei sapeva che
c'era.
- E così sarei ingrassata eh?- sibilò sarcastica, facendolo
sogghignare - Credo che al nonno verrebbe un colpo se sapesse che non è con
Caesar che mi do alla pazza gioia.-
- Mezzosangue, ti do un consiglio...- le
mormorò all'orecchio, passandole le braccia al collo - Non mettere mai le parole
"Cameron" e "incinta" nella stessa frase. Uccidono il mio
autocontrollo.-
Hermione sorrise, girandosi appena nelle sue braccia per
incontrare le sue labbra.
Lo baciò con tutto il desiderio che aveva in corpo,
assaggiando quelle labbra meravigliose per poi schiacciarsi contro di lui,
sentendo il bisogno fisico di sentirlo vicino. In quei mesi che per entrambi
erano trascorsi in un soffio, non c'erano state molte parole di chiarificazione,
esattamente come anni prima avevano basato il loro rapporto su un'apparente
scommessa ma ora, anche se non c'erano chiare intenzioni a monte, c'era qualcosa
in più.
Draco si era accorto che confessando il suo amore a parole gli era
diventato praticamente impossibile staccarsi da lei anche per pochi secondi.
Quando lei stava via per lavoro poi, impazziva.
Quando era vicina non
riusciva a trattenere l'istinto di toccarla, di provare che era lì con lui.
A
volte l'abbracciava senza motivo e stavano così per ore intere, solo a
sfiorarsi, a bisbigliare l'uno sulla bocca dell'altra in un bisogno quasi
soffocante di contatto negato per tanto tempo.
Era straziante e nel contempo
stupendo.
Si separarono a stento quando un battito d'ali richiamò la loro
attenzione.
Sulla finestra aperta della cucina era apparso un gufo
sconosciuto. Era nerissimo e tutto arruffato.
- Chi diavolo è?- chiese
Hermione soprappensiero. Raccolse la lettera legata alla zampa del volatile, poi
guardò il mittente ma non c'era scritto nessun nome. In compenso la lettera era
per Draco.
- Per me?- borbottò il biondo, afferrando la lettera bianca e
candida.
Pensò a una qualche rottura di Duncan ma quando vide la calligrafia,
rimase col braccio a mezz'aria.
Hermione invece, dopo tanto tempo, lo vide
impallidire tanto da risultare cadaverico.
Temette di vederlo svenire ma
Malfoy rimase seduto...rigido, quasi intimorito.
- Di chi è?- sussurrò la
strega, prendendogli delicatamente la mano - Draco, di chi è?-
Quella
calligrafia...era lui...era la sua...
- Mio padre.-
A
Hogsmade nel frattempo si erano fatte le quattro di pomeriggio e i mocciosi del
primo anno se ne andavano a spasso per la cittadina con ancora per la testa
tutti quei meravigliosi Lucini. Ian e Archie ci sarebbero stati dentro una vita
se Hagrid non fosse stato costretto a tirarceli via di peso, in compenso il
signor Levante, commosso dall'attenzione dei maghetti, ne aveva fatti loro un
paio come dono e quindi adesso Tristan se ne andava in giro con una gabbietta di
vetro in cui splendevano accecanti quelle gigantesche lucciole che non la
smettevano di pulsare allegre come fringuelli.
- I mostriciattoli sono al
sicuro?- chiese, rivolto a Jess e Milo.
- Si,- annuì Morrigan - non sento per
aria l'odore di Rose di York e Clay mi ha mandato un messaggio dal castello due
secondi fa. Tutto è al suo posto.-
- E io ho messo l'Incantesimo
Riecheggiante su tutti i ragazzi.- concluse il maggiore dei Mckay - Se capita
qualcosa sentiranno una sirena da infarto anche a Londra.-
- Perfetto.- annuì
anche Harry - Io allora mi faccio due voli qua attorno, tanto per essere
sicuri.-
- Ci rivediamo qua fra un'ora.- gli disse Tristan - Poi li
riportiamo alle carrozze.-
Intanto in quartetto in particolare di piccoli
seccatori stava cercando di sciogliersi dalla mandria. Ian, Bruce, Martin e
Archie erano attaccati al negozio di Zonco con alcuni Corvonero e Tassorosso
mentre i Serpeverde come al solito passavano il tempo rompendo le palle al
prossimo, così Tom avrebbe voluto approfittarne per starsene un po' in pace e
andare a vedere il tempietto in mezzo al bosco che gli aveva descritto Hermione,
ma separarsi dalla marmaglia diventava impossibile, specialmente quando Cloe e
Damon si mettevano a litigare fra loro e Trix guardava storto Matt Rogers. Così,
per aspettare che finissero le loro faccende, andò dritto davanti una libreria
dall'aria vecchissima.
Ci mancava quasi che tutta la baracca cascasse in
testa al proprietario ma lui adorava quei vecchi libri ammuffiti.
Il negozio
non aveva neanche l'insegna, si vedevano solo due lettere vermiglie rovinate su
un ciondolante affare di legno ammuffito, e stava in una viuzza testa e angusta
proprio di fianco a Zonco.
Il piccolo Riddle ci s'infilò dentro tranquillo,
tanto sapeva di essere al sicuro e rimase per lungo tempo a spiare i titoli un
po' assurdi sulle copertine logore dei libri nella vetrina polverosa, del tipo
"Mille e uno modi per far ridere un Molliccio" e "I sette vampiri più ladri
degli ultimi trecento anni".
Divertito, stava per entrare quando un rumore
nel vicolo attirò la sua attenzione.
C'erano delle casse rotte e dei barili
di legno ma anche qualcosa che si muoveva.
Aggrottando la fronte si mosse
guardingo e vide una specie di barbone rannicchiato in un angolo.
Aveva il
cappuccio tirato in viso e dondolava su se stesso, come in trans.
Ad un
tratto però una mano insolitamente lucida, come di metallo, uscì repentinamente
alla luce e andò a toccare il fianco dell'uomo, piuttosto grassoccio da quel che
vedeva. Alla cinta aveva un cofanetto di piombo presumibilmente.
Tom notò che
quell'omino mancava anche di un dito alla mano sinistra.
Forse stava
male...
- Scusi...le serve aiuto?-
L'uomo scattò all'improvviso come
destato dal suo sonno da una secchiellata d'acqua gelida...e quando lo guardò,
accadde qualcosa che mise al piccolo Riddle il ghiaccio nelle vene.
Tom
avrebbe ricordato spesso quel giorno negli anni futuri.
Sentì quell'uomo
emettere un gemito sottile, quasi terrorizzato, quasi inumano.
E poi lo vide
sbiancare, tremare così tanto che cadde in ginocchio e poi...
-
Padrone...-
Tom si fece indietro, sentendo il cuore fermarsi. Se gli
avessero fatto addosso una delle maledizioni senza perdono sarebbe stato
meglio.
- Padrone...siete voi!- l'uomo cominciò a strisciare verso di lui,
spaventandolo ancora di più - Lo sapevo! Lo sapevo che non potevate essere
morto! Il vostro umile servo l'ha sempre saputo! Vi ho portato le ossa! Ve le ho
riportate!-
Ossa...servo...padrone...
Tom si sentì quasi
svenire. E poi quell'uomo alzò quella mano orribile per toccarlo.
Gridò,
gridò con tutto il fiato che aveva in gola chiamando Harry con la stessa
supplica accorata di un condannato a morte...e poi per tutta Hogsmade risuonò
l'Incantesimo Riecheggiante.
Ma quando arrivarono gli Auror, Peter Minus e le
ossa del padre erano già sparite.
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