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Autore: Storm_    02/08/2012    5 recensioni
Chris ama Sid.
Sid ama Chris.
E Ciel?
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'SCC'
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Capitolo 10

(Vi consiglio di ascoltare questo mentre leggete c: http://www.rainymood.com/ )

Nonostante fosse passata la metà di Luglio, pioveva.
Ciel stava appollaiata sul davanzale di marmo grigio e teneva in mano un block-notes a righe.
Il giorno prima Frank l'aveva sfidata a scrivere una poesia.
La ragazza al momento di accettare quella sfida, che aveva il solo scopo di riempire una serata con delle letture, aveva pensato che buttare giù quattro parole in rima non potesse essere poi così difficile, dopotutto.
Ora invece si trovava davanti al foglio bianco, incapace di macchiarlo con l'inchiostro blu della penna che stava mordicchiando.
Fissò con antipatia le sottili linee grige che formavano i binari sui quali la sua penna avrebbe dovuto correre. 
Le sembrava, invece, che quelle righe la stessero bloccando. Erano sbarre che imprigionavano le parole giuste.
Ciel avrebbe tanto voluto estirparle dalla carta per liberare il bianco che stava sotto.
Distrattamente, graffiava con le unghie smaltate la superficie liscia del foglio. Non ce l'avrebbe mai fatta.
Scagliò con stizza il blocchetto dall'altra parte della stanza. La innervosiva essere piena fino a scoppiare ma non riuscire a svuotarsi. Come un lavandino otturato.
Quella stupida gara le stava causando delle strane fitte allo stomaco da quando si era svegliata.
Aveva bisogno di sfogarsi.
Da tempo rimaneva immobile di fronte ad ogni impulso, si stava pian piano trasformando in un'ameba.
Sentiva la sua forza espressiva scivolarle di dosso, e lei non faceva niente per trattenerla, non le era più importato nulla. 
Tormentandosi l'unghia del pollice, ridotta a una scaglia informe, continuò ad osservare la pioggia che sferzava il vetro dell'enorme finestra con romantica vista sul parcheggio.
Quella pioggia bastarda. Traditrice. Avrebbe potuto suggerirle almeno una parola.
Fin da piccola, a dispetto del suo carattere solare, la pioggia l'aveva affascinata in modo irresistibile.
Le goccioline grige che, subdole, si infilavano dappertutto, accompagnate dal familiare fresco uggioso, le suggerivano un dolcissimo senso di lieve disperazione su cui lei ricamava ore e ore di riflessioni.
Quando sentiva il ticchettio della pioggia sapeva di potersi tranquillamente cullare nella beatitudine dell'abbandono.
In quello stato di trance, le idee affioravano alla sua mente come se nulla fosse.
Quel pomeriggio di Luglio, però, il battito regolare della pioggia le dava quasi fastidio.

-Il pleure dans mon coeur, comme il pleut sur la ville... Recitò a fior di labbra, ricordando una poesia che anni prima era stata costretta a imparare a memoria.
Quell'uomo francese le aveva rubato le parole qualche secolo prima.
  
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