Fanfic su artisti musicali > Guns N'Roses
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Autore: smarties89    02/08/2012    3 recensioni
“Nella vita puoi avere un numero illimitato di seconde possibilità. Alla fine però le esaurisci. Con il senno di poi, sono stato molto fortunato, così ho deciso di non sfidare più la sorte. (…) Ogni giorno sono contento di aver trovato la forza di prendere la strada giusta.” (Slash)
CONTINUAZIONE DI 'SAVE ME'
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il nostro week-end fu a dir poco meraviglioso; staccammo i cellulari e ci rilassammo nelle vasche idromassaggio e sulla spiaggia, oltre che fare lunghi massaggi rigeneranti. Inutile dire che passammo anche molto tempo in camera da letto, a dedicarci a noi e al nostro piacere; avere Slash che si dedicava così a me mi fece sentire di nuovo bellissima, nonostante i 15 kg presi nella gravidanza.

Finì troppo presto e fummo costretti a tornare alla vita di tutti i giorni; Slash riprese a pieno ritmo la ricerca del cantante.

In quei tempi un nome veniva sempre a galla: Scott Weiland.

Sapevo che era il cantante degli Stone Temple Pilots e che Slash, Duff e Matt gli stavano dando la caccia.

 

Merda! Merda! Merda!”

 

Slash entrò in camera da letto piuttosto agitato; io stavo già sonncchiando, dato che era piuttosto tardi, e feci un salto.

 

Che...che c'è?” domandai stropicciandomi gli occhi.

 

Ha chiamato Weiland e ha detto che per ora non ha intenzione di mollare gli Stone Temple Pilots!”

 

Gli avevano mandato un demo di alcune nuovi canzoni e gli avevano chiesto di fargli sapere se gli andava di collaborare con loro...a quanto pare era andata male.

Si buttò sul letto e sbuffò sonoramente; mi avvicinai a lui che mi abbracciò.

 

Scusami se ti ho svegliato, piccola!”

 

Stai tranquillo. Come stai?”

 

Stanco, stufo...uno schifo...non pensavo sarebbe stato così complicato...”

 

Sono certa che ce la farete...dovete avere pazienza.”

 

Sbuffò ancora e mi strinsi di più a lui, sapendo che aveva bisogno della mia vicinanza.

 

 

Passarono altre settimane, in cui i ragazzi continuavano nel loro intento, senza grandi risultati.

Era il 1° dicembre, un giorno come gli altri, o così credevo, e stavo mettendo a posto delle magliette in un cassetto, quando...

 

Porca puttana! Saul! SAUL!”

 

Il riccio uscì dal bagno con lo spazzolino da denti in bocca. “Che c'è?”

 

Mi si sono rotte le acque”

 

Ah ah” fece per tornare in bagno come se non avesse capito nulla di ciò che gli avevo detto. Lo vidi bloccarsi, guardarmi e spalancare gli occhi. “Cazzo!”

 

Andò in bagno a sciacquarsi la bocca e mettere la maglietta mentre io prendevo la borsa con il cambio.

 

Andiamo” prese la borsa dalle mie mani e ci dirigemmo verso la porta.

 

Mi fermai quando sentii la prima contrazione arrivare, forte e dolorosa.

 

Amore! Tutto bene?”

 

Sì...sì, è passata...andiamo”

 

Nel tragitto verso l'ospedale ebbi altre contrazioni e, ogni volta che gemevo di dolore, Slash accelerava un po' di più per fare in fretta.

In ospedale mi visitò subito il ginecologo, che disse che la dilatazione non era ancora cominciata e che probabilmente ci sarebbero volute alcune ore.

Slash telefonò alle nostre famiglie, che arrivarono in ospedale a tempo di record.

Tutto inutile, dato che la bambina non dava segno di voler uscire; il mio travaglio durò 18 ore ed è una cosa che non auguro nemmeno al mio peggior nemico. Per la maggior parte del tempo fui assistita da Priscilla: Slash si sentiva morire a ogni mio urlo, mia madre era svenuta appena mi aveva visto e mio padre manco a parlarne.

Quella santa donna della mia amica si fece anche lei un travaglio, assistendomi con pazienza; con un po' di aiuti da vari medicinali, grazie al cielo arrivò il momento.

Slash entrò tutto imbardato con tuta verde e mascherina.

 

Ci siamo piccola. Tienimi la mano, ok?”

 

Annuii, non avendo aria sufficiente per parlare.

 

Sophia, forza, spingi!” mi disse l'ostetrica.

 

Cominciai a spingere, spingere, spingere...stavo provando un dolore che mi trapanava il cervello...non so quanto tempo passò...sentii solo, a un certo punto, un pianto...il pianto di un bambino...

 

Eccola qui! Benvenuta Joy!”

 

Aprii gli occhi e vedi un fagottino in braccio a Slash.

 

Guardala, amore, è bellissima!”

 

Me la porse e capii tutto all'istante...capii che avrei fatto di tutto per quell'esserino urlante, con una massa di capelli scuri proprio come quelli del suo papà. Capii quello che mi avevano sempre detto, ma che non avevo mai compreso veramente...capii cosa si provava ad essere madre, a prendere in braccio la creatura che avevi portato in grembo per nove mesi...capii che avrei dedicato ogni singolo istante della mia vita, ogni respiro, ogni attimo a quella creatura, che sarebbe diventata la mia ragione di vita.

Mi voltai verso Slash e lo vidi piangere come un bambino.

E in quel momento, tutto per me ebbe senso. 

  
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