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Autore: Stephanie86    02/08/2012    1 recensioni
[Questa fan fiction costituisce il mio personale seguito della Saga di Twilight]
Sei anni dopo la sua nascita, Renesmee Cullen ha completato il suo sviluppo; la sua mente e il suo corpo dimostrano 17 anni. Vive una vita apparentemente serena: ha un bellissimo rapporto con Bella, sua madre, ha una migliore amica umana, Dana.. e un fidanzato, Jacob, che la ama profondamente. Eppure qualcosa turba Nessie. Un'inquietudine che nemmeno lei riesce a spiegarsi. Qualcosa che le impedisce di essere totalmente felice. Qualcosa che la costringe ad allontanarsi dalla sua famiglia. Un lungo viaggio l'attende: dove andrà? E che cosa l'aspetta, soprattutto? Tornerà a casa?
Leggete se volete scoprirlo.
[Il raiting potrebbe subire delle modifiche in futuro]
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Dal secondo capitolo:
Festa di compleanno... Sì, la mia festa. Dovrei essere contenta. Dovrei...
Era ridicolo. Non capivo che cosa mi stesse accadendo. Avevo tutto quello che desideravo: Jacob, che mi amava, la mia famiglia che mi adorava, mia zia Alice che era disposta a spendere un patrimonio per organizzare una festa stupenda per la sua nipotina, una migliore amica che mi voleva bene nonostante le mie stranezze... E invece mi sentivo... Mi sentivo così.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Jacob Black, Renesmee Cullen, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward, Jacob/Renesmee
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Successivo alla saga
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CAPITOLO  28 

PRESA

 

 

Jane

 
«Dunque, è accaduto», dissi, a voce bassa.

Mio fratello Alec annuì, sorridendo gelidamente sotto il cappuccio che gli ombreggiava una parte del volto.

«L’umana lo sa». Felix volle precisare qualcosa che non era necessario precisare.

«Sa tutto».

«Tutto, anche di noi».

Dalla posizione sopraelevata in cui ci trovavamo, vedevo le luci brillanti della città. Udivo il rumore distante di automobili che sfrecciavano lungo le strade, risate di umani che cercavano divertimenti umani, chiacchiericci e grida. Avvertivo l’odore intenso del sangue, odore di salsedine e di cemento. Anche odori poco gradevoli. Quella città puzzava. La detestavo. Ero stanca. Volevo tornarmene a casa il più presto possibile.

«Bene. È il momento», dissi, sollevando il cappuccio. «Felix?».

«Sì?».

«Occupatene tu, per favore».

«Sì, Jane».

«E fai in fretta. Sono stanca di aspettare».

Felix annuì e scomparve. Alec mi venne vicino e mi strinse la mano.

 

 

Renesmee

 
Jacob mi strinse tra le braccia calde e rassicuranti ed io abbandonai il capo sul suo petto. Il suo cuore batteva forte e tumultuoso.
Era ancora arrabbiato. Non con me, ma con mio padre e mia madre perché non gli avevano detto a suo tempo ciò che mi era accaduto nella foresta, con il neonato Jeremy.

«Dovrei staccarti la testa dal collo, Cullen», aveva detto ad Edward, quando io ero arrivata.

«L’hai già ripetuto varie volte», aveva risposto mio padre, tranquillamente.

«E poi non lo farai», aveva ribadito Alice.

«Che ne sai, nana? L’hai visto?».

«Purtroppo sai che non posso vederti. Però ho acquisito un certo intuito. Se lo fai, morirai anche tu».

«Non ho detto che voglio ucciderlo. Voglio solo staccargli la testa. Poi, potrà sempre riattaccarsela».

«Tu no, però». Rosalie aveva sorriso, divertita. «E mi occuperò io della tua testa».

«Stai molto attenta a come parli, bionda». Jacob appariva irritato. «Il tuo unico piccolo neurone potrebbe stancarsi».

«Il tuo si è già stancato. Si vede da come parli».

Al che, era intervenuto Jasper, per calmare un po’ gli animi. Non che ce ne fosse davvero bisogno; Jacob non avrebbe fatto del male a nessuno, ma Jazz si era stufato di sentire quella discussione.

«Mi dispiace, Jake», sussurrai, per la centesima volta.

«Non è stata colpa tua, Nessie».

Sì, invece. Sì, perché se non avessi baciato Nahuel adesso non starei così... non mi sentirei così colpevole. Oh, Jake. Ti amo, ma Nahuel...

«Fortunatamente tua madre ha fatto a pezzi quel succhiasangue. Non hai più nulla da temere».

«C’è un’altra cosa, Jake».

«Cioè?».

«Sono stata da Dana».

«Le hai raccontato tutto, immagino».

«Come lo sai?».

«Beh, è comprensibile. Lei ormai sapeva già tutto. O sapeva quanto bastava. Era una conclusione logica». Si chinò e mi baciò.

«Logica!», esclamò Jasper, comparendo all’improvviso in salotto. Era stata questione di un attimo, non l’avevo neppure sentito arrivare.

«Jazz, tesoro, non ti arrabbiare», disse Alice, prendendolo per un braccio.

«Sono solo preoccupato. Dana è umana».

«Ma lei non... non dirà niente», assicurai. «Non lo farebbe mai».

Jasper si grattò il mento.

«E’ vero. Dana non ci tradirebbe mai. Ho letto nella sua mente svariate volte», affermò Edward.

«Vi devo ricordare che anch’io ero umana, quando ho saputo di voi?», fece notare Bella. Al che, mio padre le circondò la vita con un braccio e sorrise.

«Era una situazione diversa...», disse Jasper.

«Ma Dana è onesta, come Bella. Quindi il segreto è al sicuro», tornò a ribadire Edward.

«Sa anche di Leah?», mi domandò Jake.

«No. O meglio, le ho parlato... dell’imprinting. Ma non so se abbia capito quello che è successo a Leah».

«Lo capirà presto. Leah le sta sempre intorno».

«Già».

Jasper si dileguò, non proprio rassicurato dal commento di Edward.

 

Alice

La visione mi colse impreparata. Totalmente impreparata.

Stavo sistemando un vaso pieno di fiori sul comodino in salotto, quando le immagini mi investirono con la stessa potenza di una palla di cannone.

Dana giace inerte tra le braccia di Felix. È svenuta. O forse è morta. Lui, guardandola, sorride... La ragazza è pallidissima, gli occhi chiusi, i capelli neri in disordine, le braccia che penzolano, inerti, mentre Felix la trasporta...

«Alice?». La voce di Jasper. Lontana.

E poi Jane e Alec che ricevono Felix e il suo... carico. Sì, è proprio Dana. È l’amica di Nessie.

«Alice!». Stavolta quello di Jasper era un grido.

Battei le palpebre e le immagini svanirono. Jazz mi aveva afferrata per le spalle e mi guardava, sconcertato. Gli altri si erano riuniti intorno a me. Anche Nessie e il suo cagnolino.

«Alice, cosa?», mi domandò Carlisle.

«No, dannazione!», esclamò Edward, leggendo tutto quello che era necessario nella mia mente. Strinse il pugno. «L’hanno presa».

«Hanno preso chi?», chiese Bella, afferrando il polso del marito.

«Dana», risposi. «I Volturi hanno preso Dana».

Jasper ringhiò, furioso. Il viso di Nessie si contrasse per l’orrore...

   
 
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