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Autore: lolagirl    02/08/2012    6 recensioni
"Solo.. non dimenticarti di me."
"Non potrei mai dimenticarmi di te" rispose. "E lo sai. È per questo che sei qui. È per questo che ti vedo ogni notte nello stesso momento in cui chiudo gli occhi. È per questo che mi fa male il cuore ogni volta che passo davanti alla tua stanza - o ogni volta che un professore fa una domanda particolarmente difficile, e tu non sei lì pronta a rispondere. È per questo che passo tutto il giorno, ogni giorno, a lottare per superare la giornata. Passo così tanto tempo a pensarti, che a volte mi dimentico di respirare."

Ho sistemato il secondo capitolo, chiedo scusa per il disagio.
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Before Sunrise (Prima dell'alba)


19 Giugno, 1998

I tre mesi successivi passarono velocemente.

Il giorno stesso Hermione tornò a lezione, e lo stesso fece Draco. Era indietro con le lezioni quasi quanto lei, ma una volta tornato a frequentarle, non gli ci volle molto tempo per recuperare quanto si era perso – per lo più grazie alle sedute di studio fino a tarda notte che aveva fatto lui e Hermione ogni sera, nella loro sala comune. Era fortunato che tutti i suoi professori avessero acconsentito a dargli un’occasione per recuperare. Immaginava di dover ringraziare soprattutto Silente per questo.

Lui e Harry avevano ottenuto una O per il loro progetto di pozioni. Poteva solo immaginare quanto fosse stato difficile per Piton assegnare un voto del genere, ma la qualità della loro pozione non poteva essere negata, visto che aveva funzionato alla perfezione con l’altra Hermione. Draco si era aspettato che Harry informasse Piton del fatto che lui non lo aveva aiutato per niente nella preparazione della pozione, ma non era successo. Quando Draco gli chiese perché non l’aveva fatto, lui si limitò a scrollare le spalle e dire semplicemente, “Perché mi hai ridato la mia migliore amica.”

Gli studenti erano rimasti tutti sorpresi dal ritorno di Hermione, ma forse non quanto lo sarebbero stati se l’altra Hermione non fosse mai arrivata. La maggior parte degli studenti delle altre case sembrava disinteressati dal suo ritorno, ma i Grifondoro organizzarono una festa enorme in suo onore – alla quale Draco non fu invitato, ovviamente.

Tutti gli amici di Hermione erano eccitati perché era ancora viva, ma nessuno quanto Ginny, che si era praticamente attaccata ai fianchi di Hermione da quando era tornata. Anzi, per dirla tutta, Draco aveva visto Hermione senza Ginny accanto soltanto durante le lezioni, e quando la ragazza era da sola con lui la sera, a studiare. Per quanto desse fastidio a Draco, a Hermione non sembra dispiacere per niente. Sosteneva che il fatto che improvvisamente Ginny fosse così attaccata a lei fosse dovuto alla lite che aveva avuto prima dell’attacco, quando Ginny le aveva detto delle cose alquanto cattive. Draco pensava che quella teoria avesse senso, perché era la stessa alla quale era giunto lui quando Ginny aveva accolto l’altra Hermione a braccia aperte.

L’evoluzione del rapporto fra Draco e Hermione si stava facendo interessante. Nella comodità della loro torre, si consideravano una coppia. Ad ogni modo, comunque, avevano scelto di tenere segreta la loro relazione in pubblico, per sicurezza. Quando passavano l’uno accanto all’altra nei corridoi, non si salutavano. Non si parlavano, salvo che lo svolgimento della lezione non lo richiedesse. Ogni tanto, per divertimento, si guardavano in cagnesco durante i pasti nella Sala Grande, sperando che nessuno di coloro che li stava guardando in quel momento si accorgesse che stavano fingendo. Neanche gli amici di Hermione sapevano della loro relazione.. finché una tarda sera di metà aprile, Ron non li aveva beccati a baciarsi in una sezione isolata della Biblioteca. L’espressione terrorizzata e disgustata sul suo volto era stata impagabile, ma alla fine non era sembrato sorpreso più di tanto. Aveva soltanto alzato gli occhi al cielo, sbuffato e se n’era andato senza dire una parola, lasciando sia Draco che Hermione in preda ad una risata isterica. Ron, ovviamente, era andato dritto da Harry e Ginny per informarli. Neanche loro erano sembrati troppo sorpresi, comunque.

Il resto dell’anno scolastico era filato inaspettatamente liscio. Niente sembrava minacciare Hermione. Draco non era sicuro se ciò fosse dovuto agli incantesimi protettivi che Silente aveva posto per lei, o se nessuno era più interessato a farle del male. Immaginava che fosse più la prima che la seconda – anche se gli sarebbe piaciuto credere che non fosse più il bersaglio di nessuno. La partenza di Blaise aveva aiutato, anche se Draco era certo che molti Serpeverde erano ancora in contatto con lui e lo tenevano ben informato. Ma Hermione aveva ragione – finché rimaneva nel castello, era molto improbabile che qualcuno l’attaccasse. Specialmente con Draco accanto, visto che lui era diventato la sua guardia del corpo non ufficiale. Da quando lei aveva ripreso i suoi doveri di Caposcuola, lui lei aveva tenuto saldamente la mano ogni notte in cui aveva fatto la ronda per la scuola – un bel passo avanti rispetto ai giorni in cui la lasciava da sola nel buio. E la maggior parte delle notti, la faceva dormire nella sua stanza – le lasciava il letto, mentre lui dormiva sul pavimento.

E ogni notte, si addormentavano entrambi ascoltando il dolce suono della scatola musicale che lui le aveva regalato a Natale.

Entrambi studiarono parecchio nei tre mesi successivi, e nonostante tutto il lavoro arretrato che si erano ritrovati da fare, erano riusciti a prendere il massimo dei voti, arrivando fra i primi due della scuola – Hermione, ovviamente, come prima. Hermione tenne il discorso finale alla cerimonia del diploma. Qualche anno prima, Draco la detestava perché prendeva sempre un voto più di lui, ma ora non avrebbe potuto essere più orgoglioso di lei. E qualche ora dopo, entrambi ricevettero il loro attestato, e divennero ufficialmente dei diplomati alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

La cerimonia era stata lunga e noiosa – non che Draco vi avesse prestato molta attenzione, comunque. Era stato occupato a guardare di nascosto la Caposcuola, seduta accanto a lui, con un sorriso che andava da un orecchio all’altro. Ma nonostante il felice evento, Draco aveva qualche difficoltà a essere felice, perché il giorno dopo, Hermione sarebbe partita – per tornare a vivere come una Babbana, in viaggio verso chissà-dove e per chissà-quanto-tempo. Certo, questo era quanto Draco aveva pensato di volere per lei, qualche mese prima, perché sembrava la scelta più sicura. Ma adesso che stava davvero per partire, per lui era difficile affrontare la realtà.

Eppure eccolo lì, qualche ora dopo la cerimonia del diploma, a far finta di non avere un solo problema al mondo – perché se non si fosse comportato in quel modo, probabilmente sarebbe impazzito.

Gli insegnanti avevano organizzato una festa post-diploma nella Stanza delle Necessità, quella notte, che sarebbe durata fino alle prime ore del mattino successivo. La stanza sembrava molto diversa rispetto a tre mesi prima. Le dimensioni erano triplicate, adesso, e c’erano tutti i diplomati – di tutte e quattro le case. C’era una band da vivo – di cui Draco non aveva mai sentito parlare – sistemata su un palco su un lato della stanza, e alcuni studenti stavano ballando, mentre altri erano riuniti in gruppetti a parlare o trovare un altro modo per intrattenersi. Nonostante le bevande alcoliche fossero state severamente vietate, molti studenti (soprattutto di Serpeverde) erano riusciti ad aggirare la regola, portandosi le loro bevande. Nessuno dei professori se ne accorse, perché nessuno dei professori era presente. A quanto pare, era il loro regalo ai maturandi: una festa non sorvegliata.

Mentre guardava Tiger e Goyle – completamente persi – andare a sbattere l’uno contro l’altro o contro altri studenti più e più volte, Draco comprese che il loro regalo era stato davvero poco saggio.

Ma forse non quanto la decisione di Draco di passare la serata allo stesso tavolo di Hermione e del suo gruppetto di amici, che non avrebbero potuto essere più noiosi neanche se fossero stati addormentati. Ovviamente, Draco voleva passare tutto il tempo che poteva con Hermione, ma i suoi amici lo stavano facendo diventare matto, discutendo dei loro progetti di diventare Auror o di cosa avrebbero fatto quell’estate, e bla bla bla. E ovviamente, Hermione voleva passare più tempo possibile con i suoi amici, perché sarebbe stata l’ultima volta che li avrebbe visti per un bel po’ di tempo.

Draco si stava praticamente addormentando sul tavolo, quando Calì Patil corse da loro, strillando, “Alcuni di noi vogliono giocare a gira il calice! Ci siete?”

Il volto di Ginny s’illuminò. “Fantastico!” Si voltò verso Hermione e la afferrò per mano. “Andiamo, Hermione, giochiamo!”

La mano di Draco si alzò immediatamente e afferrò il braccio di Hermione prima che potesse alzarsi e unirsi a Ginny. “Scusate, ma devo disapprovare,” disse severo.

Harry lo guardò dall’altro lato del tavolo e annuì. “Anch’io,” disse a Ginny. “L’unico ragazzo che bacerai stasera sono io.”

Avvicinò il volto della ragazza al suo e la baciò dolcemente sulle labbra. Lei sorrise brevemente, e poi mise il broncio. “Non sapete divertirvi. È solo un gioco, non fa male a nessuno.”

Draco sospirò annoiato. “Donnoletta, ma tu cosa ci fai qui? Tu non ti sei diplomata.”

Ginny lo guardò e disse, “Scusami, ferretto, ma mio fratello si è appena diplomato, per non parlare del mio ragazzo e della mia migliore amica, quindi ho tutto il diritto di essere qui. E poi, sono stata invitata.”

Draco fece un sorrisetto. “Ma che meraviglia. Questo però non ti da' il permesso di portarti via la mia ragazza per giocare a baciarvi con altri ragazzi.”

Ginny ridacchiò e si voltò verso Hermione. “Ti ha appena chiamata la sua ragazza,” disse in tono canzonatorio, colpendo il braccio di Hermione per gioco.

Hermione arrossì e sorrise a Draco. Lui non voleva riferirsi a lei come la sua ragazza, anche se in fin dei conti lo era, e anche se tutte le persone a quel tavolo lo sapevano. Ciò nonostante, cercava sempre di evitare di usare quel termine, perché faceva sempre grugnire Ron.

E infatti Ron grugnì. “Perché devi insultarla così?”

“Perché, considerando quanto pomiciamo io e lei, sarebbe strano chiamarla in un altro modo,” rispose Draco, godendosi la vista del volto di Ron che assumeva un colorito verdastro.

Adesso toccò a Harry grugnire. “Dov’è un incantesimo della memoria quando ne serve uno? Vorrei proprio dimenticare quanto hai appena detto.”

Hermione tirò un pugno leggero al braccio di Draco. “Stava scherzando, Harry.”

Draco sollevò un sopracciglio, guardandola. “Scherzo su tante cose, Granger, ma baciarti non lo è.” Allungò una mano e prese quella della ragazza, intrecciando le dita con le sue.

Hermione sorrise, stringendogli leggermente la mano.

Mentre Ginny tornava a sedersi e tutti si affrettavano a cambiare argomento, Draco abbassò lo sguardo sul suo orologio. Quando vide che ore erano, guardò Ginny e disse, “Ehi, donnoletta, ti dispiace se prendo il prestito la tua gemella per un po’?”

Ginny alzò gli occhi al cielo. “Molto divertente, ferretto,” rispose beffarda, ma poi arrossì quando si accorse che senza rendersene conto aveva preso Hermione sotto braccio, appena pochi secondi prima. Velocemente, la lasciò andare e si strinse nelle spalle. “Bene. Come vuoi. Se lei preferisce passare il tempo con te..”

Draco non lo avrebbe mai ammesso, ma trovava carino l’attaccamento di Ginny a Hermione – e poteva capirla benissimo. Era molto protettiva, come se aggrapparsi a lei l’avrebbe, in qualche modo, tenuta al sicuro. E soprattutto per quel motivo, era difficile lasciar perdere.

Hermione sorrise. “Grazie, Gin.”

Ron si accigliò. “Allora preferisci passare il tempo con lui!”

Draco si allungò e scompigliò i cappelli rossi di Ron. “Senza offesa, Weasley, ma ho qualcosa di meglio da offrirle di voi.”

Hermione lo guardò con curiosità. “Ah sì? Tipo?”

“È una sorpresa,” rispose lui, alzandosi dal tavolo. Le tenne il braccio, aiutandola ad alzarsi dalla sedia. Voltandosi verso gli altri al tavolo, Draco disse, “Non preoccupatevi, la riporto prima che il treno parta domattina.”

Ron grugnì, mentre Harry e Ginny si strinsero nelle spalle, cercando fi far finta di non essere interessati. Hermione li salutò calorosamente scuotendo la mano, mentre Draco le faceva segno di affrettarsi.

Lei seguì il ragazzo, cercando di mantenere il passo con la sua camminata veloce. Draco si diresse fuori dalla Stanza delle Necessità e cominciò a condurla lungo i corridoi.

“Dove stiamo andando?” chiese lei.

Draco si voltò a guardarla con un sorrisetto. “Hai bisogno di un dizionario per la definizione di ‘sorpresa’? Su, Granger.”

Hermione alzò gli occhi al cielo. “Ti ho mai detto che non mi piacciono le sorprese?”

“Ti ho mai detto che non m’interessa per niente se ti piacciono o no?”

“Ma perché sei sempre così idiota?”

Draco si fermò all’improvviso – così improvvisamente che Hermione non ebbe il tempo di rallentare e gli finì addosso.

“Perché non la smetti di parlare,” sibilò con tono di scherno, voltandosi.

“Perché non mi costringi tu,” rispose lei, stuzzicandolo; un accenno di sorriso apparve sulle sue labbra.

Draco abbassò lo sguardo sulle sue labbra e improvvisamente avvertì il bisogno di baciarla. La prese delicatamente dalle spalle e cominciò a spingerla verso il muro di pietra finché non lo toccò con la schiena. Non perse tempo e catturò le labbra della ragazza con le sue in un profondo e intossicante bacio che pochi minuti dopo, quando si separarono, li lasciò entrambi senza fiato.

Hermione ridacchiò mentre lui si spostava più in basso, baciandole dolcemente il collo. “Era questa la tua sorpresa? Sedurmi in un corridoio?”

“No,” rispose Draco, baciandole di nuovo le labbra. “Ma sto considerando l’idea di cambiare programma.”

“Non esiste,” disse lei, spingendolo via con forza. “Mi ha fatto incuriosire ormai.”

Draco sospirò. “Va bene. Andiamo.”

Le afferrò nuovamente la mano, e la condusse attraverso i corridoi bui, con la sola luce della sua bacchetta a guidarli. Qualche minuto dopo giunsero a destinazione, ritrovandosi ai piedi di una lunga scala a chiocciola.

Hermione lo guardò con espressione  confusa. “La Torre di Astronomia? È questa la tua sorpresa? Mi dispiace deluderti, Malfoy, ma sono già stata sulla Torre di Astronomia – molte volte, a dire il vero. Non è affatto una sorpresa -”

“Stai di nuovo parlando troppo,” disse lui semplicemente, spingendola su per le scale.

“Scusa,” borbottò lei, non sembrando per niente dispiaciuta. Anzi, Draco avrebbe potuto giurare di averla vista lottare per trattenere le risate.

Quando finalmente arrivarono in cima, lui aprì la porta e le fece segno di entrare.

La stanza era la stessa di sempre – solo più scura. Hermione entrò e si guardò intorno, come se cercasse qualcosa.

“Allora, la mia sorpresa?” chiese. “C’è un cucciolo di cane nascosto da qualche parte?”

“Pensavo fossi più una tipa da gatti.”

Lei sussultò. “Mi hai preso un gattino?”

Draco ignorò le sue provocazioni e le prese di nuovo la mano, conducendola verso la finestra.

Lei oppose resistenza. “Aspetta.. non vorrai farmi saltare dalla finestra, dico bene?”

Draco sollevò un sopracciglio. “Quindi ti ricordi i sogni!”

“Solo qualche frammento, a dire il vero,” rispose lei. “Però sì, mi ricordo la parte in cui mi hai fatto saltare. Sono ancora arrabbiata per quello, sai.”

“Per l’amor del cielo, Granger, era solo un sogno. Fattene una ragione.”

“Costringimi.”

“Ti rendi conto che ogni volta che dici ‘costringimi’ io ti bacio?”

“Era quello che volevo.”

Poiché, a giudicare dal buio nella stanza, aveva ancora un po’ di tempo, lui l’avvicinò a sé e la baciò gentilmente.. dolcemente.. assaporando ogni momento come se fosse l’ultimo.

Hermione sospirò, passandogli una mano fra i capelli. Si allontanò da lui leggermente e sussurrò, “Mi piace da morire la tua sorpresa.”

Lui rise appena, e catturò brevemente le sue labbra. “Sei così facile da accontentare. Ma non è questa la tua sorpresa. Non posso ancora dartela.”

Lei mise il broncio, affondando il volto nel petto del ragazzo. Si tennero stretti l’uno all’altra con forza, sentendo il battito dei loro cuori contro il petto. Draco avrebbe giurato che ad un certo punto i battiti avevano cominciato a coincidere, come se fossero perfettamente sincronizzati.

Sospirò, stringendola, portandola il più vicino possibile a sé. Riusciva a sentire il dolce profumo alla frutta dei suoi capelli, a percepire le morbide curve del suo corpo, e avvertiva l’alzarsi e l’abbassarsi del suo petto mentre respirava profondamente. Sarebbe potuto restare lì per sempre. E cominciò a chiedersi come diavolo avrebbe fatto a lasciarla uscire dalla sua vita, di lì a poche ore.

All’improvviso, lei s’irrigidì. Alzò la testa per guardarlo, e lui notò l’improvvisa espressione preoccupata sul suo volto.

“Draco,” disse lei dolcemente. “Che cosa vuoi fare?”

Lui abbassò lo sguardo verso di lei con curiosità. “In questo preciso istante? Mi sto godendo la sensazione del tuo corpo contro il mio.” Fece un sorrisetto.

Lei scosse la testa. “No, non intendevo in questo momento. Voglio dire.. dopo. Fra meno di dieci ore, staremo per salire sull’Espresso di Hogwarts – e poi? Che cosa farai? Cosa hai intenzione di fare?”

Draco sospirò, lasciandola andare. Aveva sperato fino a quel momento che lei non glielo chiedesse. Anzi, aveva cercato in tutti i modi di non chiederselo da solo.

“Onestamente non ne ho idea,” rispose lentamente. Si allontanò leggermente da lei e osservò il cielo ancora buio, ma sull’orlo della luce, fuori dalla finestra. “Per tutta la mia vita, sono sempre stato sicuro che sarei cresciuto per diventare un Mangiamorte, come mio padre. Ero sicuro che sarebbe andata così. Ma poi lui è morto, e all’improvviso non ero più così interessato alla prospettiva di imitare le sue orme. E adesso.. adesso non ho idea di cosa farò. In tutta sincerità, non ci ho pensato molto.”

“E allora vieni con me,” disse Hermione tutto d’un fiato.

Draco si voltò per guardarla, non sicuro di aver capito bene. “Che cosa?”

Lei fece un passo verso di lui. “Ci ho pensato un sacco – per tre mesi interi, per essere esatti. All’inizio, quando sono tornata a essere Caposcuola, non ero sicura di come sarebbero andate le cose fra noi. Non sapevo se sarebbe stata una cosa momentanea – qualcosa a cui avrei saputo rinunciare, alla fine.. o se sarebbe stato speciale – qualcosa senza la quale non saprei vivere per il resto della mia vita.”

A Draco si bloccò il respiro in gola. “E poi? Quale delle due si è rivelata?”

“Beh, ti ho appena chiesto di venire con me, o sbaglio? Puoi arrivarci da solo.” Fece un sorrisetto.

Draco lasciò andare il respiro che non si era neanche accorto di trattenere. Si passò una mano fra i capelli e cominciò a camminare avanti e indietro. “Mi stai chiedendo di venire con te.. nel mondo Babbano?”

“È proprio quello che ti ho chiesto,” rispose lei annuendo. “Ascolta, so che ti chiedo tanto. So come provi nei confronti dei Babbani, e di tutto ciò che li riguarda, ma sapevo anche che se non avessi almeno provato a chiedertelo, me ne sarei pentita per il resto della mia vita -”

“Sì,” disse Draco all’improvviso; la parola gli scappò dalle labbra prima ancora che potesse capire che stava per pronunciarla.

Hermione sbatté gli occhi, incredula. “Sì? Vuoi dire..”

Draco annuì. “Hermione, quest’anno ho avuto due mesi interi per imparare cosa significa vivere senza di te. E in tutta sincerità, non mi è piaciuto molto. E adesso che sei di nuovo con me, il solo pensiero di non vederti più, o non poterti più toccare o baciare.. non mi piace neanche questo. Quindi se mi stai chiedendo di venire con te – ovunque – la mia risposta è sì.”

Hermione si portò una mano alla bocca e si trattenne dallo strillare. “Davvero?” chiese, sbattendo le palpebre per trattenere le lacrime.

“Sì, davvero.”

“Oh!” strillò, saltandogli letteralmente al collo e baciandolo con decisione. Lui la sollevò e la fece volteggiare, sorridendo come uno stupido per tutto il tempo.

“Sono così contenta che tu abbia accettato!” esclamò lei. “Ne ho già parlato con i miei genitori, nell’eventualità, e hanno detto che puoi stare da noi per l’estate, fino all’autunno e poi.. beh, poi decideremo dove andare. E ho già -”

“Granger, calmati,” la pregò lui, soffocando le sue parole con un bacio. A lei non sembrò dispiacere.

Qualche secondo dopo, si separarono. Draco guardò fuori dalla finestra e si rese conto che la sua sorpresa era quasi pronta.

“Vieni qua,” le disse dolcemente, conducendola verso la grande finestra. “Siediti,” le disse, indicando il davanzale.

Lei obbedì, guardandolo curiosa. “Che stiamo facendo?”

“Noi,” rispose Draco, sedendosi accanto a lei, “guarderemo l’alba adesso.”

Hermione sorrise. “Perché mi suona familiare?”

“Il nostro sogno,” rispose lui. “Stavo per mostrarti l’alba, ma il tempo era poco.”

“Ah,” disse lei, guardando fuori dalla finestra. Sorrise. “Mi piace questa sorpresa.”

Draco si appoggiò al muro e guardò l’orizzonte, che si era schiarito parecchio da quando erano arrivati sulla cima della torre. Le prime ore del mattino erano proprio lì davanti a loro.

Rimasero seduti in silenzio, osservando e aspettando. Non appena il cielo cominciò a schiarirsi, sfumato di blu, viola e rosa, Hermione sussultò e disse, “È così bello. La vista da qui è spettacolare.”

Draco annuì, concordando, guardandola mentre scuoteva la testa per la meraviglia. L’aurora era davvero bella, ma sbiadiva in confronto alla ragazza che lo affascinava tanto.

“So che non è la sorpresa più eccitante del mondo,” disse con aria mortificata. “Ma dovevi vederlo. Sapevo che ti sarebbe piaciuto.”

“Mi piace,” disse lei dolcemente. “Mi piace per tanti motivi.” Lo guardò con la coda dell’occhio e scosse la testa leggermente. “Che cosa ho fatto per essere così fortunata?”

Draco stava quasi per sbuffare, ma si fermò appena in tempo. Lei pensava di essere fortunata? Lui si era appena fatto la stessa domanda riguardo se stesso.

Si sporse e le baciò la fronte. “Ti amo, Granger.”

Lei sospirò felice. “E io amo te, Malfoy.”

“Le nostre somiglianze cominciando a spaventarmi adesso,” mormorò lui fra i suoi capelli. “Non è normale.”

Lei ridacchiò e gli diede un bacio veloce. “Faresti meglio a riportarmi dai miei amici adesso, prima che vengano a cercarci.”

Draco grugnì. “Hai proprio bisogno di rivederli?”

“Certo che sì!” disse lei, scendendo dal davanzale. “E dopo averlo fatto, devo fare le valigie. E anche tu. Non vogliamo perdere il treno, no?”

“Hai ragione,” disse lui, imitandola e scendendo. “Non voglio assolutamente passare un minuto di più di quanti me ne rimango qui dentro. Ho chiuso con questa scuola.”

Hermione fece un sorrisetto e gli prese la mano. “Sai che ti mancherà quando ce ne saremo andati.”

Draco sbuffò. “Dubito fortemente.”

Mano nella mano, camminarono verso la porta.  Voltandosi per guardare la finestra, Draco notò che i colori del cielo si erano fatti più intensi, illuminando il panorama di azzurro per dare il benvenuto a una nuova giornata.

Qualche minuto dopo la lasciò con i suoi amici, che erano tornati alla Torre di Grifondoro, e tornò nella sua torre per cominciare a fare le valigie. Fu sorpreso di trovare Silente ad aspettarlo davanti al buco del ritratto.

“Signore,” disse salutandolo.

“Draco,” rispose con gentilezza il vecchio. “Stavo facendo una piacevole conversazione con Marius. Mi stava raccontando che piacere è stato per lui essere il tuo ritratto quest’anno.”

Draco guardò il cavaliere di sottecchi. “Sta scherzando.”

Marius rise. “Oh, mi mancherete di sicuro, signor Malfoy. Non mi sono dispiaciute le nostre battutine e i nostri scherzetti nel corso dei mesi. È stato il Caposcuola più divertente degli ultimi anni. Anche se, devo dirlo, la Caposcuola mi mancherà un po’ di più.”

Silente sorrise a Marius. Si voltò verso Draco e disse, “Volevo farti sapere che ho ricevuto delle novità la scorsa notte, riguardo al Mangiamorte che ha attaccato la signorina Granger.”

Aveva catturato l’attenzione di Draco. “Che novità?”

“È stato trovato morto nella sua cella ieri,” rispose Silente. “A quanto pare, Azkaban era troppo per lui da sopportare. Era ovviamente uno dei galoppini più deboli del Signore Oscuro.”

Un’ondata di sollievo investì Draco. Aveva temuto che Silente stesse per dirgli che il Mangiamorte era scappato. “È una grande notizia, signore.”

Silente annuì. “Ma non voglio dare a nessuno false certezze. La signorina Granger sta ancora pensando di prendersi un po’ di tempo di pausa, giusto?”

“Sì, signore,” rispose Draco. “Ed io, uh.. io andrò con lei.”

Gli occhi dell’uomo si spalancarono per la sorpresa. “Ma davvero? Beh è fantastico – sono molto contento di sentire una cosa del genere. Avrà molto meno di cui preoccuparsi, con te accanto per proteggerla.”

“Già,” convenne Draco. Guardò imbarazzato verso il ritratto, poi tornò a guardare Silente. “Beh, io dovrei andare a fare i bagagli..”

“Sì. Sì, ti conviene andare.” Silente gli porse la mano. “Arrivederci, Signor Malfoy. Ti auguro tutta la fortuna di questo mondo.”

“Grazie, signore,” disse Draco, stringendo la mano del Preside. E prima di riuscire a fermarsi, abbracciò il vecchio – un abbraccio molto veloce, e disse, “Grazie di tutto.”

Sapevano entrambi per quale motivo lo stava ringraziando, ossia per aver salvato la vita di Hermione, e averla tenuta al sicuro. Non lo avrebbe mai dimenticato, e si ripromise che in giorno avrebbe trovato un modo appropriato per restituirgli il favore.

Silente sembrò molto commosso dal gesto, ma non lo diede a vedere. Si limitò a sorridere, voltandosi per sparire lungo il corridoio.

“Oh, ho sempre saputo che eri un tenerone infondo,” lo prese in giro Marius dal ritratto.

Draco lo guardò. “Oh, chiudi il becco,” sbottò. E, per l’ultima volta, pronunciò la parola d’ordine. Mentre entrava, udì il suono della risata soffocata di Marius.


La piattaforma 9¾ era piena di studenti contenti di tornare dalle loro famiglie, ma un gruppetto in disparte era un po’ meno euforico, perché anziché ritrovarsi, si stavano separando.

Draco rimase in imbarazzo a qualche passo di distanza, a guardare Hermione salutare i suoi migliori amici con le lacrime agli occhi. Nessuno di loro sapeva quando si sarebbero rivisti, perciò era una scena che faceva spazzare il cuore. La Donnoletta aveva pianto come una fontana durante il viaggio in treno, e non aveva ancora smesso. Si aggrappò a Hermione come se questo ne dipendesse la vita di entrambe, mormorando frasi senza senso. Ron aveva un’espressione impassibile, cercava di non mostrare alcuna emozione – ma a Draco era ovvio che fosse alquanto dispiaciuto della partenza di Hermione. Luna sembrava, come al solito, in un mondo a parte, anche se forse aveva un’aria un po’ più solenne. E Harry.. beh, Harry sembrava uno che stava per perdere la sua migliore amica.

Da quando la ragazza era tornata, Draco non aveva più visto Harry come una minaccia alla sua relazione con Hermione. Cominciava anche a chiedersi se quei sentimenti che era così sicuro Harry avesse per Hermione non fossero stati altro che frutto della sua immaginazione, per tutto il tempo. Era sembrato più legato di prima a Ginny in quegli ultimi tre mesi, e quando Ginny non era aggrappata a Hermione, era attaccata alle labbra di Harry. E Draco non aveva avvertito la presenza di nessun tipo di sentimenti romantici da parte di Hermione nei confronti di Harry durante questi tre mesi. Sembrava averlo dimenticato del tutto – e Draco si augurava che lui avesse qualcosa a che fare con questo.

Li guardò abbracciarsi adesso, e si ritrovò invidioso di Harry. Hermione poteva anche essere la ragazza di Draco ora, ma lui doveva farne di strada prima di poter essere nel suo cuore quanto Harry. Ma questo non gli dava più fastidio. Aveva il resto della sua vita con lei per riuscirci, e ce l’avrebbe fatta. Un giorno.

Improvvisamente un dito gli tamburellò sulla spalla, distraendolo dai suoi pensieri. Si voltò e trovò Pansy davanti a sé, imbarazzata.

“Pansy,” disse lui, incapace di nascondere la sorpresa nella sua voce. “Ciao.”

“Ciao, Draco. Io..” La sua voce si spense, e gli occhi cominciarono a vagare nello spazio circostante. Sembrava nervosa, o a disagio. Probabilmente era dovuto al fatto che non si erano parlati molto negli ultimi tre mesi, da quando Hermione era tornata.

Si schiarì la fola e addrizzò la schiena, come se cercasse disperatamente di trovare il coraggio di dire quello che voleva dire. “Ho sentito che te ne vai. C-con Hermione.”

“Sì..” disse Draco, esitante, incerto su come potesse averlo saputo. A quanto pare le notizie si diffondevano in fretta a Hogwarts.

“Beh, io.. io volevo solo dirti che.. spero che la tua vita sia grandiosa.  E.. e che Hermione Granger è una ragazza fortunata.” Arrossì e abbassò lo sguardo. “E tu sei un ragazzo fortunato. Direi che siete perfetti l’uno per l’altra.”

Draco notò le lacrime che cominciavano a formarsi nei suoi occhi, e non poté fare a meno di avvertire la necessità di abbracciarla. Sapeva che doveva essere stato difficile per lei andare a parlargli, e dirgli certe cose. Improvvisamente, si accorse di rispettare Pansy Parkinson.

“Grazie, Pansy,” disse, e si fece in avanti per abbracciare l’amica. “Ed io spero che anche la tua vita sia grandiosa.”

Pansy tirò su col naso mentre scioglieva l’abbraccio. “Non ti dimenticherò mai, Draco Malfoy.” E detto questo, lo baciò con dolcezza sulla guancia, per poi correre via verso i suoi genitori senza mai voltarsi.

Draco avvertì la presenza di qualcuno alle sue spalle, e sentì una mano piccola e liscia prendere la sua. Hermione appoggiò la testa sulla sua spalla e guardò nella direzione in cui era sparita Pansy.

“Sei pronto?” gli chiese.

Draco deglutì il nodo che gli si era formato in gola. “Più che mai.”

Harry li raggiunse e gli tese la mano. “Malfoy.”

“Potter,” disse lui, stringendogliela.

“Questo è il momento in cui dovrei dirti di aver cura di lei, ma qualcosa mi dice che non è necessario.”

Draco annuì. “Non preoccuparti, Potter. È in buone mani.”

“Lo so,” rispose Harry con semplicità. “Mi fido di te.”

Draco fece un sorrisetto. Harry Potter si fidava di lui. L’inferno era ufficialmente diventato di ghiaccio.

“Questo, ovviamente, non significa che siamo amici o simili,” aggiunse Harry.

“Oh, sia ringraziato Merlino,” disse Draco, lasciando andare un esagerato sospiro di sollievo. Tutti attorno a loro risero.

Draco si voltò verso il resto degli amici di Hermione. “Donnola, Donnoletta.”

“Neanche noi siamo amici, Malfoy,” disse Ron. “Ahia! Ginny, ma che cavolo?”

Ginny, che aveva appena colpito il braccio di suo fratello, gli fece una linguaccia e si voltò poi verso Draco. “Malfoy, non riesco a immaginare un’altra persona al fianco di Hermione nel suo viaggio attorno al mondo. Prenditi cura di lei – e di te stesso.” E, con immensa sorpresa di Draco, si avvicinò a lui e lo abbracciò velocemente.

“Adesso andatevene – entrambi! Sparite dalla nostra vista!” disse prendendoli in giro, anche se aveva ricominciato a piangere.

Hermione sorrise e abbracciò ancora una volta tutti i suoi amici prima di tornare da Draco e prendere la sua mano. “Andiamo.”

I suoi genitori li aspettavano dall’altra parte della piattaforma 9¾ – dalla parte Babbana. Quando i Granger li videro, i loro volti s’illuminarono e cominciarono a salutarli eccitati.

“Mia madre è contentissima che vieni a stare da noi,” lo informò Hermione mentre si avvicinavano ai suoi genitori. “Penso che abbia una cotta per te.”

Draco rise. Continuò a guardare i genitori di Hermione mentre li aspettavano, e avvertì un pizzico di rimpianto. Non aveva mai sperimentato una tale accoglienza dai suoi genitori. Di solito mandavano qualche servo a prenderlo dalla piattaforma, anziché venire loro. E sua madre non si era neanche presentata alla cerimonia del diploma il giorno prima – forse era stata troppo ubriaca per ricordarsene. O forse non era interessata. Ad ogni modo, Draco prese quel gesto come prova che non le importava, quindi invece che andare a dirle dei suoi piani di persona, le aveva mandato un biglietto via gufo. Aveva scritto che sarebbe partito per molto tempo, e che forse non sarebbe mai tornato. Non aveva parlato di Hermione, né dei viaggi che avevano programmato. Aveva solo scritto che se ne andava, e aveva firmato con il suo nome.

Ma sembrava che i Granger avessero abbastanza affetto per entrambi. Inutile dirlo, sarebbe stata un’estate interessante.

E con sua grande sorpresa, Draco non vedeva l’ora di viverla.

 

Nota della Traduttrice: Lo so che vi ho fatto aspettare, ma questo capitolo occupava la bellezza di 11 pagine di word! E inoltre sono stata sommersa di esami T___T però per fortuna sono andati bene :D ad ogni modo, manca un solo capitolo – l’epilogo! E poi non vi farò più aspettare. Sempre che ci sia ancora qualcuno a leggere T__T circa un anno fa pubblicavo il primo capitolo, e pensavo che avrei finito per Natale.. ma vabbè. Spero, ad ogni modo, di pubblicare il prossimo e ultimo entro fine agosto. Grazie a tutte/i!

 

  
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