Before Sunrise (Prima dell'alba)
19
Giugno,
1998
I tre mesi successivi passarono velocemente.
Il giorno stesso Hermione tornò a
lezione, e lo stesso fece Draco. Era
indietro con le lezioni quasi quanto lei,
ma una volta tornato a frequentarle, non gli ci volle molto tempo per
recuperare quanto si era perso – per lo più grazie
alle sedute di studio fino a
tarda notte che aveva fatto lui e Hermione ogni sera, nella loro sala
comune.
Era fortunato che tutti i suoi professori avessero acconsentito a
dargli
un’occasione per recuperare. Immaginava di dover ringraziare
soprattutto
Silente per questo.
Lui e Harry avevano ottenuto una O per il loro
progetto di pozioni. Poteva
solo immaginare quanto fosse stato difficile per Piton assegnare un
voto del
genere, ma la qualità della loro pozione non poteva essere
negata, visto che
aveva funzionato alla perfezione con l’altra Hermione. Draco
si era aspettato
che Harry informasse Piton del fatto che lui non lo aveva aiutato per
niente
nella preparazione della pozione, ma non era successo. Quando Draco gli
chiese
perché non l’aveva fatto, lui si limitò
a scrollare le spalle e dire
semplicemente, “Perché mi hai ridato la mia
migliore amica.”
Gli studenti erano rimasti tutti sorpresi dal
ritorno di Hermione, ma forse
non quanto lo sarebbero stati se
l’altra Hermione non fosse mai arrivata. La maggior parte
degli studenti delle
altre case sembrava disinteressati dal suo ritorno, ma i Grifondoro
organizzarono una festa enorme in suo onore – alla quale
Draco non fu invitato,
ovviamente.
Tutti gli amici di Hermione erano eccitati
perché era ancora viva, ma
nessuno quanto Ginny, che si era praticamente attaccata ai fianchi di
Hermione
da quando era tornata. Anzi, per dirla tutta, Draco aveva visto
Hermione senza
Ginny accanto soltanto durante le lezioni, e quando la ragazza era da
sola con
lui la sera, a studiare. Per quanto desse fastidio a Draco, a Hermione
non
sembra dispiacere per niente. Sosteneva che il fatto che
improvvisamente Ginny
fosse così attaccata a lei fosse dovuto alla lite che aveva
avuto prima dell’attacco,
quando Ginny le aveva detto delle cose alquanto cattive. Draco pensava
che
quella teoria avesse senso, perché era la stessa alla quale
era giunto lui quando Ginny aveva
accolto l’altra
Hermione a braccia aperte.
L’evoluzione del rapporto fra Draco e
Hermione si stava facendo
interessante. Nella comodità della loro torre, si
consideravano una coppia. Ad
ogni modo, comunque, avevano scelto di tenere segreta la loro relazione
in
pubblico, per sicurezza. Quando passavano l’uno accanto
all’altra nei corridoi,
non si salutavano. Non si parlavano, salvo che lo svolgimento della
lezione non
lo richiedesse. Ogni tanto, per divertimento, si guardavano in cagnesco
durante
i pasti nella Sala Grande, sperando che nessuno di coloro che li stava
guardando
in quel momento si accorgesse che stavano fingendo. Neanche gli amici
di
Hermione sapevano della loro relazione.. finché una tarda
sera di metà aprile,
Ron non li aveva beccati a baciarsi in una sezione isolata della
Biblioteca.
L’espressione terrorizzata e disgustata sul suo volto era
stata impagabile, ma
alla fine non era sembrato sorpreso più di tanto. Aveva
soltanto alzato gli
occhi al cielo, sbuffato e se n’era andato senza dire una
parola, lasciando sia
Draco che Hermione in preda ad una risata isterica. Ron, ovviamente,
era andato
dritto da Harry e Ginny per informarli. Neanche loro erano sembrati
troppo
sorpresi, comunque.
Il resto dell’anno scolastico era filato
inaspettatamente liscio. Niente
sembrava minacciare Hermione. Draco non era sicuro se ciò
fosse dovuto agli
incantesimi protettivi che Silente aveva posto per lei, o se nessuno
era più
interessato a farle del male. Immaginava che fosse più la
prima che la seconda
– anche se gli sarebbe piaciuto credere che non fosse
più il bersaglio di nessuno.
La partenza di Blaise aveva aiutato, anche se Draco era certo che molti
Serpeverde erano ancora in contatto con lui e lo tenevano ben
informato. Ma
Hermione aveva ragione – finché rimaneva nel
castello, era molto improbabile
che qualcuno l’attaccasse. Specialmente con Draco accanto,
visto che lui era
diventato la sua guardia del corpo non ufficiale. Da quando lei aveva
ripreso i
suoi doveri di Caposcuola, lui lei aveva tenuto saldamente la mano ogni
notte
in cui aveva fatto la ronda per la scuola – un bel passo
avanti rispetto ai
giorni in cui la lasciava da sola nel buio. E la maggior parte delle
notti, la
faceva dormire nella sua stanza – le lasciava il letto,
mentre lui dormiva sul
pavimento.
E ogni notte, si addormentavano entrambi ascoltando
il dolce suono della
scatola musicale che lui le aveva regalato a Natale.
Entrambi studiarono parecchio nei tre mesi
successivi, e nonostante tutto
il lavoro arretrato che si erano ritrovati da fare, erano riusciti a
prendere
il massimo dei voti, arrivando fra i primi due della scuola –
Hermione,
ovviamente, come prima. Hermione tenne il discorso finale alla
cerimonia del
diploma. Qualche anno prima, Draco la detestava perché
prendeva sempre un voto
più di lui, ma ora non avrebbe potuto essere più
orgoglioso di lei. E qualche
ora dopo, entrambi ricevettero il loro attestato, e divennero
ufficialmente dei
diplomati alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
La cerimonia era stata lunga e noiosa –
non che Draco vi avesse prestato
molta attenzione, comunque. Era stato occupato a guardare di nascosto
la
Caposcuola, seduta accanto a lui, con un sorriso che andava da un
orecchio
all’altro. Ma nonostante il felice evento, Draco aveva
qualche difficoltà a
essere felice, perché il giorno dopo, Hermione sarebbe
partita – per tornare a
vivere come una Babbana, in viaggio verso chissà-dove e per
chissà-quanto-tempo. Certo, questo era quanto Draco aveva
pensato di volere per
lei, qualche mese prima, perché sembrava la scelta
più sicura. Ma adesso che
stava davvero per partire, per lui era difficile affrontare la
realtà.
Eppure eccolo lì, qualche ora dopo la
cerimonia del diploma, a far finta di
non avere un solo problema al mondo – perché se
non si fosse comportato in quel
modo, probabilmente sarebbe impazzito.
Gli insegnanti avevano organizzato una festa
post-diploma nella Stanza
delle Necessità, quella notte, che sarebbe durata fino alle
prime ore del
mattino successivo. La stanza sembrava molto diversa rispetto a tre
mesi prima.
Le dimensioni erano triplicate, adesso, e c’erano tutti i
diplomati – di tutte
e quattro le case. C’era una band da vivo – di cui
Draco non aveva mai sentito
parlare – sistemata su un palco su un lato della stanza, e
alcuni studenti
stavano ballando, mentre altri erano riuniti in gruppetti a parlare o
trovare
un altro modo per intrattenersi. Nonostante le bevande alcoliche
fossero state
severamente vietate, molti studenti (soprattutto di Serpeverde) erano
riusciti
ad aggirare la regola, portandosi le loro bevande. Nessuno dei
professori se ne
accorse, perché nessuno dei professori era presente. A
quanto pare, era il loro
regalo ai maturandi: una festa non sorvegliata.
Mentre guardava Tiger e Goyle –
completamente persi – andare a sbattere
l’uno contro l’altro o contro altri studenti
più e più volte, Draco comprese
che il loro regalo era stato davvero poco
saggio.
Ma forse non quanto la decisione di Draco di
passare la serata allo stesso
tavolo di Hermione e del suo gruppetto di amici, che non avrebbero
potuto
essere più noiosi neanche se fossero stati addormentati.
Ovviamente, Draco voleva passare tutto il tempo che poteva con
Hermione, ma i
suoi amici lo stavano facendo diventare matto, discutendo dei loro
progetti di
diventare Auror o di cosa avrebbero fatto quell’estate, e bla
bla bla. E
ovviamente, Hermione voleva passare più tempo possibile con
i suoi amici, perché
sarebbe stata l’ultima volta che li avrebbe visti per un bel
po’ di tempo.
Draco si stava praticamente addormentando sul
tavolo, quando Calì Patil
corse da loro, strillando, “Alcuni di noi vogliono giocare a
gira il calice! Ci
siete?”
Il volto di Ginny s’illuminò.
“Fantastico!” Si voltò verso Hermione e
la afferrò
per mano. “Andiamo, Hermione, giochiamo!”
La mano di Draco si alzò immediatamente
e afferrò il braccio di Hermione
prima che potesse alzarsi e unirsi a Ginny. “Scusate, ma devo
disapprovare,”
disse severo.
Harry lo guardò dall’altro
lato del tavolo e annuì.
“Anch’io,” disse a
Ginny. “L’unico ragazzo che bacerai stasera sono
io.”
Avvicinò il volto della ragazza al suo e
la baciò dolcemente sulle labbra.
Lei sorrise brevemente, e poi mise il broncio. “Non sapete
divertirvi. È solo
un gioco, non fa male a nessuno.”
Draco sospirò annoiato.
“Donnoletta, ma tu cosa ci fai qui? Tu
non ti sei diplomata.”
Ginny lo guardò e disse,
“Scusami, ferretto, ma mio fratello
si è appena diplomato, per non parlare del mio ragazzo e della mia migliore
amica, quindi ho tutto il diritto di essere qui. E poi,
sono stata invitata.”
Draco fece un sorrisetto. “Ma che
meraviglia. Questo però non ti da' il
permesso di portarti via la mia ragazza per giocare a baciarvi con
altri
ragazzi.”
Ginny ridacchiò e si voltò
verso Hermione. “Ti ha appena chiamata la sua ragazza,”
disse in tono canzonatorio,
colpendo il braccio di Hermione per gioco.
Hermione arrossì e sorrise a Draco. Lui
non voleva riferirsi a lei come la
sua ragazza, anche se in fin dei
conti lo era, e anche se tutte le
persone a quel tavolo lo sapevano.
Ciò nonostante, cercava sempre di evitare di usare quel
termine, perché faceva
sempre grugnire Ron.
E infatti Ron grugnì.
“Perché devi insultarla così?”
“Perché, considerando quanto
pomiciamo io e lei, sarebbe strano chiamarla
in un altro modo,” rispose Draco, godendosi la vista del
volto di Ron che
assumeva un colorito verdastro.
Adesso toccò a Harry grugnire.
“Dov’è un incantesimo della memoria
quando
ne serve uno? Vorrei proprio dimenticare quanto hai appena
detto.”
Hermione tirò un pugno leggero al
braccio di Draco. “Stava scherzando,
Harry.”
Draco sollevò un sopracciglio,
guardandola. “Scherzo su tante cose,
Granger, ma baciarti non lo è.” Allungò
una mano e prese quella della ragazza,
intrecciando le dita con le sue.
Hermione sorrise, stringendogli leggermente la
mano.
Mentre Ginny tornava a sedersi e tutti si
affrettavano a cambiare
argomento, Draco abbassò lo sguardo sul suo orologio. Quando
vide che ore
erano, guardò Ginny e disse, “Ehi, donnoletta, ti
dispiace se prendo il
prestito la tua gemella per un po’?”
Ginny alzò gli occhi al cielo.
“Molto divertente, ferretto,”
rispose beffarda, ma poi arrossì quando si accorse che
senza rendersene conto aveva preso Hermione sotto braccio, appena pochi
secondi
prima. Velocemente, la lasciò andare e si strinse nelle
spalle. “Bene. Come
vuoi. Se lei preferisce passare il tempo con te..”
Draco non lo avrebbe mai ammesso, ma trovava carino
l’attaccamento di Ginny
a Hermione – e poteva capirla benissimo. Era molto
protettiva, come se
aggrapparsi a lei l’avrebbe, in qualche modo, tenuta al
sicuro. E soprattutto
per quel motivo, era difficile lasciar perdere.
Hermione sorrise. “Grazie, Gin.”
Ron si accigliò. “Allora preferisci
passare il tempo con lui!”
Draco si allungò e scompigliò
i cappelli rossi di Ron. “Senza offesa,
Weasley, ma ho qualcosa di meglio da offrirle di voi.”
Hermione lo guardò con
curiosità. “Ah sì? Tipo?”
“È una sorpresa,”
rispose lui, alzandosi dal tavolo. Le tenne il braccio,
aiutandola ad alzarsi dalla sedia. Voltandosi verso gli altri al
tavolo, Draco
disse, “Non preoccupatevi, la riporto prima che il treno
parta domattina.”
Ron grugnì, mentre Harry e Ginny si
strinsero nelle spalle, cercando fi far
finta di non essere interessati. Hermione li salutò
calorosamente scuotendo la
mano, mentre Draco le faceva segno di affrettarsi.
Lei seguì il ragazzo, cercando di
mantenere il passo con la sua camminata
veloce. Draco si diresse fuori dalla Stanza delle Necessità
e cominciò a
condurla lungo i corridoi.
“Dove stiamo andando?” chiese
lei.
Draco si voltò a guardarla con un
sorrisetto. “Hai bisogno di un dizionario
per la definizione di ‘sorpresa’? Su,
Granger.”
Hermione alzò gli occhi al cielo.
“Ti ho mai detto che non mi piacciono le
sorprese?”
“Ti ho mai detto che non
m’interessa per niente se ti piacciono o no?”
“Ma perché sei sempre
così idiota?”
Draco si fermò all’improvviso
– così improvvisamente che Hermione non ebbe
il tempo di rallentare e gli finì addosso.
“Perché non la smetti di
parlare,” sibilò con tono di scherno, voltandosi.
“Perché non mi costringi
tu,” rispose lei, stuzzicandolo; un accenno di
sorriso apparve sulle sue labbra.
Draco abbassò lo sguardo sulle sue
labbra e improvvisamente avvertì il
bisogno di baciarla. La prese delicatamente dalle spalle e
cominciò a spingerla
verso il muro di pietra finché non lo toccò con
la schiena. Non perse tempo e
catturò le labbra della ragazza con le sue in un profondo e
intossicante bacio
che pochi minuti dopo, quando si separarono, li lasciò
entrambi senza fiato.
Hermione ridacchiò mentre lui si
spostava più in basso, baciandole
dolcemente il collo. “Era questa la tua sorpresa? Sedurmi in
un corridoio?”
“No,” rispose Draco, baciandole
di nuovo le labbra. “Ma sto considerando
l’idea di cambiare programma.”
“Non esiste,” disse lei,
spingendolo via con forza. “Mi ha fatto
incuriosire ormai.”
Draco sospirò. “Va bene.
Andiamo.”
Le afferrò nuovamente la mano, e la
condusse attraverso i corridoi bui, con
la sola luce della sua bacchetta a guidarli. Qualche minuto dopo
giunsero a
destinazione, ritrovandosi ai piedi di una lunga scala a chiocciola.
Hermione lo guardò con espressione confusa. “La Torre
di Astronomia? È questa
la tua sorpresa? Mi dispiace
deluderti, Malfoy, ma sono già stata sulla Torre di
Astronomia – molte volte, a
dire il vero. Non è affatto una sorpresa -”
“Stai di nuovo parlando
troppo,” disse lui semplicemente, spingendola su
per le scale.
“Scusa,” borbottò
lei, non sembrando per niente dispiaciuta. Anzi, Draco
avrebbe potuto giurare di averla vista lottare per trattenere le risate.
Quando finalmente arrivarono in cima, lui
aprì la porta e le fece segno di
entrare.
La stanza era la stessa di sempre – solo
più scura. Hermione entrò e si
guardò intorno, come se cercasse qualcosa.
“Allora, la mia sorpresa?”
chiese. “C’è un cucciolo di cane
nascosto da
qualche parte?”
“Pensavo fossi più una tipa da
gatti.”
Lei sussultò. “Mi hai preso un
gattino?”
Draco ignorò le sue provocazioni e le
prese di nuovo la mano, conducendola
verso la finestra.
Lei oppose resistenza. “Aspetta.. non
vorrai farmi saltare dalla finestra,
dico bene?”
Draco sollevò un sopracciglio.
“Quindi ti ricordi i
sogni!”
“Solo qualche frammento, a dire il
vero,” rispose lei. “Però sì,
mi ricordo
la parte in cui mi hai fatto saltare. Sono ancora arrabbiata per
quello, sai.”
“Per l’amor del cielo, Granger,
era solo un sogno. Fattene una ragione.”
“Costringimi.”
“Ti rendi conto che ogni volta che dici
‘costringimi’ io ti bacio?”
“Era quello che volevo.”
Poiché, a giudicare dal buio nella
stanza, aveva ancora un po’ di tempo,
lui l’avvicinò a sé e la
baciò gentilmente.. dolcemente.. assaporando ogni
momento come se fosse l’ultimo.
Hermione sospirò, passandogli una mano
fra i capelli. Si allontanò da lui
leggermente e sussurrò, “Mi piace da morire la tua
sorpresa.”
Lui rise appena, e catturò brevemente le
sue labbra. “Sei così facile da
accontentare. Ma non è questa la tua sorpresa. Non posso
ancora dartela.”
Lei mise il broncio, affondando il volto nel petto
del ragazzo. Si tennero
stretti l’uno all’altra con forza, sentendo il
battito dei loro cuori contro il
petto. Draco avrebbe giurato che ad un certo punto i battiti avevano
cominciato
a coincidere, come se fossero perfettamente sincronizzati.
Sospirò, stringendola, portandola il
più vicino possibile a sé. Riusciva a
sentire il dolce profumo alla frutta dei suoi capelli, a percepire le
morbide
curve del suo corpo, e avvertiva l’alzarsi e
l’abbassarsi del suo petto mentre
respirava profondamente. Sarebbe potuto restare lì per
sempre. E cominciò a
chiedersi come diavolo avrebbe fatto a lasciarla uscire dalla sua vita,
di lì a
poche ore.
All’improvviso, lei
s’irrigidì. Alzò la testa per
guardarlo, e lui notò
l’improvvisa espressione preoccupata sul suo volto.
“Draco,” disse lei dolcemente.
“Che cosa vuoi fare?”
Lui abbassò lo sguardo verso di lei con
curiosità. “In questo preciso
istante? Mi sto godendo la sensazione del tuo corpo contro il
mio.” Fece un
sorrisetto.
Lei scosse la testa. “No, non intendevo
in questo momento. Voglio dire..
dopo. Fra meno di dieci ore, staremo per salire sull’Espresso
di Hogwarts – e
poi? Che cosa farai? Cosa hai intenzione di fare?”
Draco sospirò, lasciandola andare. Aveva
sperato fino a quel momento che
lei non glielo chiedesse. Anzi, aveva cercato in tutti i modi di non
chiederselo da solo.
“Onestamente non ne ho idea,”
rispose lentamente. Si allontanò leggermente
da lei e osservò il cielo ancora buio, ma
sull’orlo della luce, fuori dalla
finestra. “Per tutta la mia vita, sono sempre stato sicuro
che sarei cresciuto
per diventare un Mangiamorte, come mio padre. Ero sicuro che sarebbe
andata
così. Ma poi lui è morto, e
all’improvviso non ero più così
interessato alla
prospettiva di imitare le sue orme. E adesso.. adesso non ho idea di
cosa farò.
In tutta sincerità, non ci ho pensato molto.”
“E allora vieni con me,” disse
Hermione tutto d’un fiato.
Draco si voltò per guardarla, non sicuro
di aver capito bene. “Che cosa?”
Lei fece un passo verso di lui. “Ci ho
pensato un sacco – per tre mesi
interi, per essere esatti. All’inizio, quando sono tornata a
essere Caposcuola,
non ero sicura di come sarebbero andate le cose fra noi. Non sapevo se
sarebbe
stata una cosa momentanea – qualcosa a cui avrei saputo
rinunciare, alla fine..
o se sarebbe stato speciale – qualcosa senza la quale non
saprei vivere per il
resto della mia vita.”
A Draco si bloccò il respiro in gola.
“E poi? Quale delle due si è
rivelata?”
“Beh, ti ho appena chiesto di venire con
me, o sbaglio? Puoi arrivarci da solo.”
Fece un sorrisetto.
Draco lasciò andare il respiro che non
si era neanche accorto di
trattenere. Si passò una mano fra i capelli e
cominciò a camminare avanti e
indietro. “Mi stai chiedendo di venire con te.. nel mondo Babbano?”
“È proprio quello che ti ho
chiesto,” rispose lei annuendo. “Ascolta, so
che ti chiedo tanto. So come provi nei confronti dei Babbani, e di
tutto ciò
che li riguarda, ma sapevo anche che se non avessi almeno provato a
chiedertelo, me ne sarei pentita per il resto della mia vita
-”
“Sì,” disse Draco
all’improvviso; la parola gli scappò dalle labbra
prima
ancora che potesse capire che stava per pronunciarla.
Hermione sbatté gli occhi, incredula.
“Sì? Vuoi dire..”
Draco annuì. “Hermione,
quest’anno ho avuto due mesi interi per imparare
cosa significa vivere senza di te. E in tutta sincerità, non
mi è piaciuto
molto. E adesso che sei di nuovo con me, il solo pensiero di non
vederti più, o
non poterti più toccare o baciare.. non mi piace neanche
questo. Quindi se mi stai
chiedendo di venire con te – ovunque
– la mia risposta è sì.”
Hermione si portò una mano alla bocca e
si trattenne dallo strillare.
“Davvero?” chiese, sbattendo le palpebre per
trattenere le lacrime.
“Sì, davvero.”
“Oh!” strillò,
saltandogli letteralmente al collo e baciandolo con
decisione. Lui la sollevò e la fece volteggiare, sorridendo
come uno stupido
per tutto il tempo.
“Sono così contenta che tu
abbia accettato!” esclamò lei. “Ne ho
già
parlato con i miei genitori, nell’eventualità, e
hanno detto che puoi stare da
noi per l’estate, fino all’autunno e poi.. beh, poi
decideremo dove andare. E
ho già -”
“Granger, calmati,” la
pregò lui, soffocando le sue parole con un bacio. A
lei non sembrò dispiacere.
Qualche secondo dopo, si separarono. Draco
guardò fuori dalla finestra e si
rese conto che la sua sorpresa era quasi pronta.
“Vieni qua,” le disse
dolcemente, conducendola verso la grande finestra.
“Siediti,” le disse, indicando il davanzale.
Lei obbedì, guardandolo curiosa.
“Che stiamo facendo?”
“Noi,” rispose Draco, sedendosi
accanto a lei, “guarderemo l’alba adesso.”
Hermione sorrise. “Perché mi
suona familiare?”
“Il nostro sogno,” rispose lui.
“Stavo per mostrarti l’alba, ma il tempo
era poco.”
“Ah,” disse lei, guardando
fuori dalla finestra. Sorrise. “Mi piace questa
sorpresa.”
Draco si appoggiò al muro e
guardò l’orizzonte, che si era schiarito
parecchio da quando erano arrivati sulla cima della torre. Le prime ore
del
mattino erano proprio lì davanti a loro.
Rimasero seduti in silenzio, osservando e
aspettando. Non appena il cielo
cominciò a schiarirsi, sfumato di blu, viola e rosa,
Hermione sussultò e disse,
“È così bello. La vista da qui
è spettacolare.”
Draco annuì, concordando, guardandola
mentre scuoteva la testa per la
meraviglia. L’aurora era davvero bella, ma sbiadiva in
confronto alla ragazza
che lo affascinava tanto.
“So che non è la sorpresa
più eccitante del mondo,” disse con aria
mortificata. “Ma dovevi vederlo. Sapevo che ti sarebbe
piaciuto.”
“Mi piace,” disse lei
dolcemente. “Mi piace per tanti motivi.” Lo
guardò
con la coda dell’occhio e scosse la testa leggermente.
“Che cosa ho fatto per
essere così fortunata?”
Draco stava quasi per sbuffare, ma si
fermò appena in tempo. Lei
pensava di essere fortunata? Lui si era appena fatto la stessa domanda
riguardo se stesso.
Si sporse e le baciò la fronte.
“Ti amo, Granger.”
Lei sospirò felice. “E io amo te,
Malfoy.”
“Le nostre somiglianze cominciando a
spaventarmi adesso,” mormorò lui fra i
suoi capelli. “Non è normale.”
Lei ridacchiò e gli diede un bacio
veloce. “Faresti meglio a riportarmi dai
miei amici adesso, prima che vengano a cercarci.”
Draco grugnì. “Hai proprio
bisogno di rivederli?”
“Certo che sì!”
disse lei, scendendo dal davanzale. “E dopo averlo fatto,
devo fare le valigie. E anche tu. Non vogliamo perdere il treno,
no?”
“Hai ragione,” disse lui,
imitandola e scendendo. “Non voglio assolutamente
passare un minuto di più di quanti me ne rimango qui dentro.
Ho chiuso con
questa scuola.”
Hermione fece un sorrisetto e gli prese la mano.
“Sai che ti mancherà
quando ce ne saremo andati.”
Draco sbuffò. “Dubito
fortemente.”
Mano nella mano, camminarono verso la porta. Voltandosi per guardare la
finestra, Draco
notò che i colori del cielo si erano fatti più
intensi, illuminando il panorama
di azzurro per dare il benvenuto a una nuova giornata.
Qualche minuto dopo la lasciò con i suoi
amici, che erano tornati alla
Torre di Grifondoro, e tornò nella sua torre per cominciare
a fare le valigie.
Fu sorpreso di trovare Silente ad aspettarlo davanti al buco del
ritratto.
“Signore,” disse salutandolo.
“Draco,” rispose con gentilezza
il vecchio. “Stavo facendo una piacevole
conversazione con Marius. Mi stava raccontando che piacere è
stato per lui
essere il tuo ritratto quest’anno.”
Draco guardò il cavaliere di sottecchi.
“Sta scherzando.”
Marius rise. “Oh, mi mancherete di
sicuro, signor Malfoy. Non mi sono
dispiaciute le nostre battutine e i nostri scherzetti nel corso dei
mesi. È
stato il Caposcuola più divertente degli ultimi anni. Anche
se, devo dirlo, la
Caposcuola mi mancherà un po’ di
più.”
Silente sorrise a Marius. Si voltò verso
Draco e disse, “Volevo farti
sapere che ho ricevuto delle novità la scorsa notte,
riguardo al Mangiamorte
che ha attaccato la signorina Granger.”
Aveva catturato l’attenzione di Draco.
“Che novità?”
“È stato trovato morto nella
sua cella ieri,” rispose Silente. “A quanto
pare, Azkaban era troppo per lui da sopportare. Era ovviamente uno dei
galoppini più deboli del Signore Oscuro.”
Un’ondata di sollievo investì
Draco. Aveva temuto che Silente stesse per
dirgli che il Mangiamorte era scappato. “È una
grande notizia, signore.”
Silente annuì. “Ma non voglio
dare a nessuno false certezze. La signorina
Granger sta ancora pensando di prendersi un po’ di tempo di
pausa, giusto?”
“Sì, signore,”
rispose Draco. “Ed io, uh.. io andrò con
lei.”
Gli occhi dell’uomo si spalancarono per
la sorpresa. “Ma davvero? Beh è
fantastico – sono molto contento di sentire una cosa del
genere. Avrà molto
meno di cui preoccuparsi, con te accanto per proteggerla.”
“Già,” convenne
Draco. Guardò imbarazzato verso il ritratto, poi
tornò a
guardare Silente. “Beh, io dovrei andare a fare i
bagagli..”
“Sì. Sì, ti
conviene andare.” Silente gli porse la mano.
“Arrivederci,
Signor Malfoy. Ti auguro tutta la fortuna di questo mondo.”
“Grazie, signore,” disse Draco,
stringendo la mano del Preside. E prima di
riuscire a fermarsi, abbracciò il vecchio – un
abbraccio molto veloce, e disse,
“Grazie di tutto.”
Sapevano entrambi per quale motivo lo stava
ringraziando, ossia per aver
salvato la vita di Hermione, e averla tenuta al sicuro. Non lo avrebbe
mai
dimenticato, e si ripromise che in giorno avrebbe trovato un modo
appropriato
per restituirgli il favore.
Silente sembrò molto commosso dal gesto,
ma non lo diede a vedere. Si
limitò a sorridere, voltandosi per sparire lungo il
corridoio.
“Oh, ho sempre saputo che eri un tenerone
infondo,” lo prese in giro Marius
dal ritratto.
Draco lo guardò. “Oh, chiudi
il becco,” sbottò. E, per l’ultima
volta,
pronunciò la parola d’ordine. Mentre entrava,
udì il suono della risata
soffocata di Marius.
La piattaforma 9¾ era piena di studenti
contenti di tornare dalle loro
famiglie, ma un gruppetto in disparte era un po’ meno
euforico, perché anziché
ritrovarsi, si stavano separando.
Draco rimase in imbarazzo a qualche passo di
distanza, a guardare Hermione
salutare i suoi migliori amici con le lacrime agli occhi. Nessuno di
loro
sapeva quando si sarebbero rivisti, perciò era una scena che
faceva spazzare il
cuore. La Donnoletta aveva pianto come una fontana durante il viaggio
in treno,
e non aveva ancora smesso. Si aggrappò a Hermione come se
questo ne dipendesse
la vita di entrambe, mormorando frasi senza senso. Ron aveva
un’espressione
impassibile, cercava di non mostrare alcuna emozione – ma a
Draco era ovvio che
fosse alquanto dispiaciuto della partenza di Hermione. Luna sembrava,
come al
solito, in un mondo a parte, anche se forse aveva un’aria un
po’ più solenne. E
Harry.. beh, Harry sembrava uno che stava per perdere la sua migliore
amica.
Da quando la ragazza era tornata, Draco non aveva
più visto Harry come una
minaccia alla sua relazione con Hermione. Cominciava anche a chiedersi
se quei
sentimenti che era così sicuro Harry avesse per Hermione non
fossero stati
altro che frutto della sua immaginazione, per tutto il tempo. Era
sembrato più
legato di prima a Ginny in quegli ultimi tre mesi, e quando Ginny non
era
aggrappata a Hermione, era attaccata alle labbra di Harry. E Draco non
aveva
avvertito la presenza di nessun tipo di sentimenti romantici da parte
di
Hermione nei confronti di Harry durante questi tre mesi. Sembrava
averlo
dimenticato del tutto – e Draco si augurava che lui avesse qualcosa a che fare con
questo.
Li guardò abbracciarsi adesso, e si
ritrovò invidioso di Harry. Hermione
poteva anche essere la ragazza di Draco ora, ma lui doveva farne di
strada
prima di poter essere nel suo cuore quanto Harry. Ma questo non gli
dava più
fastidio. Aveva il resto della sua vita con lei per riuscirci, e ce
l’avrebbe
fatta. Un giorno.
Improvvisamente un dito gli tamburellò
sulla spalla, distraendolo dai suoi
pensieri. Si voltò e trovò Pansy davanti a
sé, imbarazzata.
“Pansy,” disse lui, incapace di
nascondere la sorpresa nella sua voce. “Ciao.”
“Ciao, Draco. Io..” La sua voce
si spense, e gli occhi cominciarono a
vagare nello spazio circostante. Sembrava nervosa, o a disagio.
Probabilmente
era dovuto al fatto che non si erano parlati molto negli ultimi tre
mesi, da
quando Hermione era tornata.
Si schiarì la fola e addrizzò
la schiena, come se cercasse disperatamente di
trovare il coraggio di dire quello che voleva dire. “Ho
sentito che te ne vai.
C-con Hermione.”
“Sì..” disse Draco,
esitante, incerto su come potesse averlo saputo. A
quanto pare le notizie si diffondevano in fretta a Hogwarts.
“Beh, io.. io volevo solo dirti che..
spero che la tua vita sia grandiosa. E..
e che Hermione Granger è una ragazza
fortunata.” Arrossì e abbassò lo
sguardo. “E tu sei un ragazzo fortunato. Direi
che siete perfetti l’uno per l’altra.”
Draco notò le lacrime che cominciavano a
formarsi nei suoi occhi, e non
poté fare a meno di avvertire la necessità di
abbracciarla. Sapeva che doveva
essere stato difficile per lei andare a parlargli, e dirgli certe cose.
Improvvisamente, si accorse di rispettare Pansy Parkinson.
“Grazie, Pansy,” disse, e si
fece in avanti per abbracciare l’amica. “Ed io
spero che anche la tua vita sia grandiosa.”
Pansy tirò su col naso mentre scioglieva
l’abbraccio. “Non ti dimenticherò
mai, Draco Malfoy.” E detto questo, lo baciò con
dolcezza sulla guancia, per
poi correre via verso i suoi genitori senza mai voltarsi.
Draco avvertì la presenza di qualcuno
alle sue spalle, e sentì una mano
piccola e liscia prendere la sua. Hermione appoggiò la testa
sulla sua spalla e
guardò nella direzione in cui era sparita Pansy.
“Sei pronto?” gli chiese.
Draco deglutì il nodo che gli si era
formato in gola. “Più che mai.”
Harry li raggiunse e gli tese la mano.
“Malfoy.”
“Potter,” disse lui,
stringendogliela.
“Questo è il momento in cui
dovrei dirti di aver cura di lei, ma qualcosa
mi dice che non è necessario.”
Draco annuì. “Non
preoccuparti, Potter. È in buone mani.”
“Lo so,” rispose Harry con
semplicità. “Mi fido di te.”
Draco fece un sorrisetto. Harry Potter si fidava di
lui. L’inferno era
ufficialmente diventato di ghiaccio.
“Questo, ovviamente, non significa che
siamo amici o simili,” aggiunse
Harry.
“Oh, sia ringraziato Merlino,”
disse Draco, lasciando andare un esagerato
sospiro di sollievo. Tutti attorno a loro risero.
Draco si voltò verso il resto degli
amici di Hermione. “Donnola,
Donnoletta.”
“Neanche noi siamo amici,
Malfoy,” disse Ron. “Ahia! Ginny, ma che
cavolo?”
Ginny, che aveva appena colpito il braccio di suo
fratello, gli fece una
linguaccia e si voltò poi verso Draco. “Malfoy,
non riesco a immaginare
un’altra persona al fianco di Hermione nel suo viaggio
attorno al mondo.
Prenditi cura di lei – e di te stesso.” E, con
immensa sorpresa di Draco, si
avvicinò a lui e lo abbracciò velocemente.
“Adesso andatevene – entrambi!
Sparite dalla nostra vista!” disse
prendendoli in giro, anche se aveva ricominciato a piangere.
Hermione sorrise e abbracciò ancora una
volta tutti i suoi amici prima di
tornare da Draco e prendere la sua mano. “Andiamo.”
I suoi genitori li aspettavano dall’altra
parte della piattaforma 9¾ –
dalla parte Babbana. Quando i
Granger
li videro, i loro volti s’illuminarono e cominciarono a
salutarli eccitati.
“Mia madre è contentissima che
vieni a stare da noi,” lo informò Hermione
mentre si avvicinavano ai suoi genitori. “Penso che abbia una
cotta per te.”
Draco rise. Continuò a guardare i
genitori di Hermione mentre li
aspettavano, e avvertì un pizzico di rimpianto. Non aveva
mai sperimentato una
tale accoglienza dai suoi genitori. Di solito mandavano qualche servo a
prenderlo dalla piattaforma, anziché venire loro. E sua
madre non si era neanche
presentata alla cerimonia del diploma il giorno prima – forse
era stata troppo
ubriaca per ricordarsene. O forse non era interessata. Ad ogni modo,
Draco
prese quel gesto come prova che non le importava, quindi invece che
andare a
dirle dei suoi piani di persona, le aveva mandato un biglietto via
gufo. Aveva
scritto che sarebbe partito per molto tempo, e che forse non sarebbe
mai
tornato. Non aveva parlato di Hermione, né dei viaggi che
avevano programmato.
Aveva solo scritto che se ne andava, e aveva firmato con il suo nome.
Ma sembrava che i Granger avessero abbastanza
affetto per entrambi. Inutile
dirlo, sarebbe stata un’estate interessante.
E con sua grande sorpresa, Draco non vedeva
l’ora di viverla.
Nota della Traduttrice: Lo so che vi ho
fatto aspettare, ma questo capitolo occupava la bellezza di 11 pagine
di word!
E inoltre sono stata sommersa di esami T___T però per
fortuna sono andati bene
:D ad ogni modo, manca un solo capitolo –
l’epilogo! E poi non vi farò più
aspettare. Sempre che ci sia ancora qualcuno a leggere T__T circa un
anno fa
pubblicavo il primo capitolo, e pensavo che avrei finito per Natale..
ma vabbè.
Spero, ad ogni modo, di pubblicare il prossimo e ultimo entro fine
agosto.
Grazie a tutte/i!