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Autore: pizza girl    02/08/2012    21 recensioni
[Dal Prologo.]
Davanti a me si prospettava un altro stupido giorno di scuola.
Amavo andarci, non sopportavo semplicemente le persone che c’erano al suo interno. O eri popolare, o valevi meno di zero.
Mi alzai dal letto, andai in bagno e mi guardai allo specchio. Una ragazza dai lunghi capelli arruffati biondi e gli occhi azzurro cielo coperti da due lenti mi guardò di rimando. Mi diedi una lavata veloce, tornai incamera e presi dall’armadio i primi vestiti che vi trovai. Non ero un amante della moda, anzi, tutto il contrario: ogni mattina mi svegliavo e prendevo dall’armadio i primi vestiti che trovavo e molto spesso non ero esattamente all’ultimo grido, non è che non me li potessi permettere, anzi, mio padre era avvocato e mia madre medico, semplicemente non mi interessavano.
Quel pomeriggio avrei dovuto dare ripetizioni di matematica a un ragazzo che non aveva voluto lasciare il suo nome...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 9.

 
Le lacrime continuavano a scavare il mio viso mentre nella mia mente si facevano spazio una miriade di pensieri.
Come avevano potuto i miei genitori decidere tutto alle mie spalle? Anzi dovrei dire “ nostre” visto che anche mio fratello era coinvolto…
Non eravamo mai stati una “famiglia perfetta”, non ci avevamo mai neanche provato, ma tra di noi tutto si decideva attorno ad un tavolo, tutti insieme.
Riemersi dal cuscino e mi guardai attorno.
Traslocare non avrebbe comportato un grande sforzo da parte mia.
La mia camera era completamente spoglia, nessuna foto per ricordare momenti felici, nessun poster di cantanti o atleti, solo delle pareti sul salmone chiaro che avevano assistito a ogni mio pianto, ogni mio pensiero, ogni mia decisione, ogni mio momento. Una libreria, piena di libri alcuni dei quali mai neanche aperti, riempiva quasi completamente la parete opposta al mio letto lasciando solo un piccolo spiraglio per la porta del bagno sulla quale era affisso l’unico decoro di tutta la stanza: una striscia in tessuto con ricamate sopra le lettere componenti il mio nome. Affianco alla testa del mio letto una scrivania esibiva la sua maniacale perfezione, non una penna fuori posto, non un foglio mangiucchiato o scarabocchiato lasciato sulla sua superficie liscia di mogano che potesse nascondere lo splendore di quell’oggetto. Imponente, sulla parete opposta, si ergeva un armadio, dello stesso materiale, con le ante chiuse che riflettevano la cornice della finestra che sormontava la scrivania.
Sospirai e mi alzai iniziando a percorrere tutto il perimetro di quella stanza, che ben presto non mi avrebbe più accolta, tracciando, con un dito, una linea immaginaria su ogni oggetto che riuscivo a raggiungere finche non toccai il pomello della porta. Cercando di non far rumore lo aprii e uscii sul corridoio buio.
Iniziai a camminare fin quando non mi ritrovai nell’ingresso, staccai l’allarme, presi le chiavi della macchina di Brad e mi addentrai nel gelo della notte.
Raggiunsi la vettura, vi salii e, con il cervello ormai disconnesso dalle mie azioni, misi in moto. Iniziai a guidare senza meta, ancora non mi capacitavo per ciò che mi era successo, per giunta quella notte avevo visto la stanza più importante per me, l’unica che aveva sempre contato, sotto un altro punto di vista e mi ero accorta di come questa non mi appartenesse, non vi era nulla a testimonianza dalla mia presenza, non una foto, non un poster, nulla. Era come se io non avessi mai vissuto lì, come se quella stanza fosse un pezzo di un'esposizione in un negozio di arredamenti.
Erano ormai più di trenta minuti che guidavo senza meta quando finalmente mi decisi ad accostare. Mi guardai attorno spaesata. Non sapevo dove mi trovavo ma in quel luogo c'era un qualcosa di
familiare, tutto intorno a me potevo vedere, oltre a un grande parco in perfetto ordine e illuminato da dei lampioni situati lungo il perimetro, grandi ville circondate da immensi giardini colmi di fiori recintate da imponenti cancelli a prova di ladro.
Alzai lo sguardo e capii dove mi trovato: una villa enorme, più delle altre, color salmone, mi si parò davanti in tutta la sua magnificenza.
« Malik. » sussurrai.
Ecco perché quel posto mi era sembrato familiare...
Improvvisamente dei fari accecanti illuminarono l'abitacolo della mia auto obbligandomi a coprirmi gli occhi con una mano e a ridurli a fessure per non rimanere abbagliata. Una figura alta circa un metro e
settantacinque scese dalla vettura che era appena arrivata per poi dirigersi alla cancellata d'ingresso di casa Malik. La vidi armeggiare con la serratura guardandosi furtivamente attorno fino a che non mi
vide. Lasciò andare alla serratura e si avvicinò a me restando in un cono d'ombra. La paura si fece largo nel mio corpo impedendomi ogni movimento se non quelli che mi suggeriva il mio istinto tutt'altro che
infallibile. In un lampo aprii la portiera e mi precipitai di corsa in direzione del parco, più mi avvicinavo più questo mi sembrava lontano, iniziavo ad avere il fiato corto e le gambe mi tremavano sempre di più
finché non cedettero sotto il mio peso facendomi cadere in ginocchio sull'erba. Alle mie spalle sentivo i passi dello sconosciuto avvicinarsi sempre più frettolosi e vicini. Mi coprì gli occhi con le mani, tremante, aspettando di conoscere il mio destino.
« Tutto bene? » chiese una voce mentre qualcuno mi porgeva una mano per aiutarmi a rialzarmi da terra.
« Si. » risposi, poco convinta, con voce tremante alzandomi in piedi.
« Che ci fai qui, Carrie, a quest'ora della notte? Non riesci a starmi
lontana? »
Alzai lo ritardo e finalmente lo riconobbi, Zayn era davanti a me con un'espressione interrogativa in volto mista a compiacimento. Feci un sospiro di sollievo e gettai le mie braccia attorno al suo collo scoppiando in un pianto liberatorio. Lentamente, senza ben capire cosa stesse succedendo, il ragazzo ricambio il mio abbraccio stringendomi  forte a sé e accarezzandomi i capelli con una mano.
« Pensavo fossi un ladro! - singhiozzai - Mi hai terrorizzata! »
« Pensa un po' che coincidenza - sghignazzò lui - pensavo lo stesso di te! »
« Davvero? » chiesi esterrefatta staccandomi, con la testa, di pochi centimetri da lui per poterlo vedere meglio.
« Credi che sia normale trovare una macchina posteggiata davanti a casa propria con dentro una persona che osserva attentamente la zona? »
« Onestamente no. » risposi dopo una breve riflessione.
« Visto? Ora rispondi alla mia domanda: che ci fai qui? »
« Ho avuto una brutta giornata, così ho preso la macchina di Brad e ho iniziato a guidare finché, senza rendermene conto, non mi sono trovata qui. » spiegai, sciogliendo l'abbraccio e mettendo distanza tra noi.
« Quando dici "brutta giornata" intendi il bacio? »
« No, intendo i miei che si trasferiscono a Dublino ed io e mio fratello che, senza preavviso, veniamo mandati a stare in college. » sputai tutto d’un fiato.
« Stai scherzando vero? » domandò con un mezzo sorriso sulle labbra.
« Purtroppo no, mi trasferisco tra due settimane. »
« Mi dispiace Carrie, davvero... » disse asciugandomi le lacrime, che mi stavamo rigando nuovamente il viso, con i pollici.
« Hanno fatto tutto senza dirci nulla. »
« Stai tremando, hai freddo? - annuii vigorosamente - Ti va di entrare? »
« No, - risposi - è meglio se torno a casa. » e così dicendo mi liberai della presa dal ragazzo e mi diressi alla macchina.
« Aspetta! - esclamò Zayn alle mie spalle facendomi voltare - Non sei nelle condizioni di guidare. » constatò guardandomi attentamente.
« Be', non posso stare qui tutta la notte! »
« Sì che puoi, nel mio letto c'è posto per due. » mi fece notare malizioso.
Una parte di me desiderava fortemente restare per poter essere cullata dalle braccia calde e muscolose di Zayn, un'altra, quella razionale, mi diceva di tornare a casa mia, nel mio letto a farmi cullare dalle lenzuola calde.
« No Zayn - dissi infine - devo tornare a casa »
« Ok, dammi le chiavi. » mi ordinò avvicinandosi. Senza pensarci posai il mazzo nella sua mano tesa e salii dal lato del passeggero. Il ragazzo, dopo che fu salito a sua volta, mise in moto e partimmo.
« Come farai a tornare a casa? » chiesi dopo che ci fummo lasciati la sua villa alle spalle.
« Esiste la metro no? »
« Ma è pericolosa a quest'ora! »
Lui non rispose e continuò a guidare.
Dopo più di mezz'ora, che a me parvero solo pochi secondi visto che avevo dormito per gran parte del tragitto, mi sentii sollevare dal sedile da braccia possenti. Aprii gli occhi e mi ritrovai a fissare il
mento di Zayn.
« Puoi mettermi giù. » affermai facendo prendere uno spavento al ragazzo.
« Merda Carrie! - sibilò mettendomi a terra ma continuando a reggermi con un braccio attorno alla vita - mi hai spaventato! »
« Scusa. - bisbigliai cercando le chiavi di casa. - vuoi entrare? » chiesi una volta trovate e infilate nella serratura.
Sapevo che i miei genitori non avrebbero approvato un ragazzo in camera mia, tanto meno quel ragazzo, ma poco importava, io non approvavo la loro decisione di trasferirsi, perciò eravamo pari.
« Non vorrei... » iniziò lui.
« Non ti preoccupare, non ci sono problemi. » feci scattare la serratura ed entrammo nell'ingesso buio.
Dopo aver chiuso la porta dietro a Zayn, a passi decisi mi diressi verso la mia stanza seguita a poca distanza dal ragazzo. Giunta davanti alla mia stanza aprì la porta e vi entrai.
« Me la immaginavo proprio così. » affermò lui entrando a sua volta.
« Così come? » chiesi curiosa sfilandomi le scarpe e accorgendomi solo in quel momento di essere in pigiama.
« Ordinata, perfetta... »
« Spoglia. » conclusi io con un sospiro che lasciava trapelare un velo di amarezza.
« Non era questo che... » cercò di spiegarsi lui sdraiandosi sul mio letto.
« Non importa, so benissimo che è così. » dissi io osservandolo per poi coricarmi al suo fianco.
« Forse è meglio se il tuo amico, Zach, non viene a sapere nulla di questa sera. » annuii convinta pensando alle possibile reazioni che il mio migliore amico avrebbe potuto avere. In quel momento realizzai che
quella era la prima volta che dormivo con un ragazzo in quel letto.
Rimanemmo a fissarci nel buio a lungo, in silenzio, finché le palpebre non mi si fecero pesanti e si chiusero.
« Buonanotte Zayn. » sussurrai
« Buonanotte Carrie. » rispose lui avvolgendomi in un abbraccio.
Sentii il tocco caldo e umido delle sue labbra sulle mie, ma a quel punto la linea tra sogno e realtà era praticamente inesistente perciò non seppi mai se quel bacio fu vero o solo il frutto della mia immaginazione.
 
Il mattino seguente fui svegliata dal rumore di una sveglia che capii immediatamente non appartenermi.
Subito un corpo al mio fianco si mosse e il rumore cessò.
Aprii gli occhi frastornata cercando di capire cosa stesse succedendo, così mi voltai e vidi un ragazzo con gli occhi nocciola, i capelli spettinati e la pelle ambrata sorridermi raggiante.
« Pensavo di averti sognato. » ammisi farfugliando dopo essermi ricordata della sera precedente.
Lui scoppiò in una leggera risata divertita per poi tornare a sorridermi.
« Ora bisogna trovare un modo per farmi uscire di qui senza farmi beccare dai tuoi genitori. » osservò saggiamente.
Non aveva tutti i torti. Avevo assolutamente bisogno di un complice.
« Aspetta un attimo. » gli dissi come se mi si fosse accesa una lampadina in testa.
Scesi dal letto, infilai le ciabatte e uscii dalla camera lasciando Zayn con occhi interrogativi.
Percorsi tutto il corridoio fino alla camera di mio fratello e bussai.
« Avanti. » sentii borbottare.
« Buongiorno Brad, dormito bene? »
« Vieni al sodo Carrie, che cosa vuoi? »
« Chi ti dice che io voglia qualcosa e non sia semplicemente… - una sua occhiataccia interruppe il mio discorso. - ok, ok! - mi arresi - Mi faresti un favore? »
« Di che si tratta? »
« Ecco - iniziai, cercando le parole più adatte - avrei bisogno di un modo per uscire di casa senza essere notata. »
« Pensavo che ne avessi trovato uno la scorsa notte! » esclamò con un ghigno mettendosi a asedere sul letto.
« Cosa?! » domandai con una faccia falsamente stupita.
« Ti ho vista prendere la macchina e tornare a casa con qualcuno, non credere! »
« Sì, ma non è questo il punto, allora mi aiuti? »
« Perché non vuoi che mamma e papà vedano Zach? »
« Perché non è Zach. » ammisi guardandomi le punte dei piedi.
Improvvisamente Brad si fece più attento. Scatto in piedi e mi  raggiunse, in pochi passi, alla porta.
« E chi è? » chiese sempre più curioso.
« Uno che conosci. » risposi evasiva.
« Carrie, lo sai che io a differenza tua conosco un sacco di gente! »
Sentii le guance farsi rosse, abbassai ancora di più lo sguardo e sussurrai un leggero:  « Malik. »
Lui mi guardò esterrefatto.
« Ho capito bene?! »
« Stai zitto e seguimi. » risposi, riprendendo il controllo della situazione. Uscii nel corridoio e tornai nella mia camera dove Zayn mi stava aspettando seduto sul bordo del letto.
« Ti stavo aspettando per… ah, - si fermò a disagio - ciao Brad. »
« Caio Zayn. »
« Allora Brad? Come faccio a farlo uscire? » chiesi insistente.
« Fallo passare dalla mia camera e poi fai in modo che salga in macchina. » rispose mio fratello come se il moro non fosse lì a pochi metri.
Dopo che Zayn si fu fatto una veloce doccia nel completo silenzio, mi seguì nulla camera di mio fratello, aprimmo la finestra.
« A dopo Carrie. » disse schioccandomi un bacio sulla guancia per poi, con estrema grazia, uscire e dirigersi all’auto parcheggiata nel viale.
Tornai in camera mia, mi faci una docci, mi vestii di corsa e corsi fuori casa senza neanche far colazione o ricambiare il saluto di mia madre, per me poteva far parte dell’arredo della cucina in quel momento, non volevo aver nulla a che fare con lei.
« Hai fatto in fretta! » Notò Zayn quando lo raggiunsi.
« Sì, ora aspettiamo Brad e possiamo andare. » affermai allacciando la cintura di sicurezza.
 
« La signorina e il signor Jenkins sono desiderati nell’ufficio del preside. » l’annuncio riecheggiò per tutto l’edificio scolastico.
Sentivo gli occhi di tutti puntati su di me. Mi alzai con gambe indecise e indicando la porta chiesi alla professoressa di storia di uscire. Lei annuì senza distogliere la sua l’attenzione dalla lezione.
Attraversai tutta la scuola finché non giunsi in presidenza. Qui bussai e, con mano tremante, aprì la porta ed entrai.
Tutti i presenti si voltarono a guardarmi. C’era mio fratello, evidentemente entrato da poco anche lui, una ragazza, piccoletta e piuttosto cicciotta, con occhi castano chiaro penetranti e truccati a regola d’arte, capelli corvini raccolti in uno chinion ordinato e le gote arrossate, un naso perfettamente alla francese le sormontava la sottile bocca decorata con un rossetto color ciliegia, che avevo già visto in giro per la scuola ma di cui non conoscevo il nome, un ragazzo, alto, occhi grigi, capelli biondi un po’ spettinati e una barbetta incolta che gli cresceva sul mento, del quale concocevo solo la fama di sciupafemmine e, ovviamente, il preside e la sua segretaria.
« Benvenuta signorina Jenkins. - esordì il preside, un omone tutto muscoli e niente capelli - questa è la signorina Eveline Walker, - disse indicando la ragazza - sarà una delle sue due nuove compagne di stanza qui alla Dalton High. »
« Ciao. » farfugliammo entrambe imbarazzate.
Qualcuno bussò alla porta ed apparve un ragazzo dalle origini asiatiche, alto, pelle olivastra occhi e capelli neri, fisico perfettamente proporzionato “Non male” pensai.
« La signorina Felicia Moore - continuò il preside non curante del ragazzo che, silenziosamente, era appena entrato - oggi purtroppo non potrà essere presente. Signorina Brown - disse rivolto alla segretaria, una donna di mezza età, più acida di un limone verde, sempre pesantemente truccate e con un paio di occhiali sulla punta del naso. - le dispiace accompagnare le signorine Jenkins e Walker ai dormitori? Giusto da mostrare la camera alla nostra nuova ospite. - la donna annuì e l’uomo di rivolse al nuovo arrivato e agli altri due ragazzi. - Bene, … »
« Seguitemi ragazze. » ci incitò la Brown distogliendomi dal discorso del preside.
Uscimmo dall’ufficio e, dopo pochi minuti di camminata a passo spedito, entrammo in un edificio, più piccolo ma più maestoso, chiamato “Elizabeth’s House”. Destra, sinistra, poi ancora sinistra, percorremmo un lungo corridoio poi ancora a sinistra, scendemmo una ripida scalinata poi svoltammo ancora a destra. La testa mi girava, mi ero persa. Finalmente ci fermammo davanti a una porta con impressi i numeri “oo6”, Eveline si fece avanti e, con una chiave che teneva saldamente stretta tra le mani, aprì la porta.
« Questa sarà la tua stanza che dividerai con le signorine Walker e Moore. » spiegò la segretaria mostrandomela.
Era piccola, forse un po’ troppo per tre persone, con pareti bordeaux sbiadite dal tempo una delle quali era però coperta da una tela verde acqua tappezzata qua e la di foto, poster e post-it. Al centro erano situati tre letti, coperti da coperte dello stesso colore delle tende che nascondevano la finestra situata al centro del muro opposto all’entrata. Tre scrivanie erano posizionate lungo le altrettanti pareti libere. Ogni spazio disponibile era ricoperto di vestiti e sacchetti: il disordine regnava sovrano. Era l’esatto opposto della mia camera a casa, questa sembrava…viva.
« Scusa il disordine. » mormorò la ragazza al mio fianco a voce bassissima per non farsi sentire dalla nostra accompagnatrice.
« Bene. - concluse la donna tirando un forte sospiro - avrete tempo per conoscervi al più presto, ora dritte nelle vostre classi, senza deviazioni, mi raccomando! »
Entrambe annuimmo e ci dirigemmo verso l’uscita, ovviamente io dovetti seguire Eveline per non rimanere prigioniera di quel labirinto di porte e corridoi.
« Tu sei la ragazza con cui ci prova Malik. » non era una domanda, era una semplice constatazione.
Io scossi la testa. « Gli do solo ripetizioni. »
« Non è quello che si vocifera a scuola. » rispose lei. Evidentemente voleva avere più dettagli su ciò che scorreva tra me e il bel moro anche se sembra conoscere già parecchi dettagli.
« Sai, molto spesso questi pettegolezzi vengono amplificati a dismisura. »
« Però lui e il tuo amico, tra l’altro niente male neppure lui, si sono picchiati per te o sbaglio? »
Che rispondere a questo punto? Non sapevo neanche io il vero motivo per cui si erano picchiati!
« Erano semplicemente ubriachi. » ribattei non troppo convinta.
« Sarà... »
Non risposi e percorremmo tutto il restate tragitto in assoluto silenzio.
« Be’, -disse giunta davanti all’aula di Arte - ci si vede! » e così dicendo si issò sulle punte, mi diede un bacio su una guancia come se ci conoscessimo da tempo ed entrò in classe.
Sorrisi, forse dopo tutto il trasferimento dei mie genitori non era completamente un affare negativo.
 
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Et voilà un nouveau chapitre!
Che ve ne pare? Devo dire che sono piuttosto soddisfatta dalla prima parte, un po’ meno dalla seconda :S
Che ne pensate del momento Zarrie (? Questo nome ora che ci penso mi ricorda molto la coppia Zayn + Perrie ahah #nohate anche perché a me personalmente non importa con chi sono fidanzati i miei idoli, mi basta che continuino a fare ciò che li ha fatti diventare tali #pensierifilosofici)
Comunque il mio exploit di francese dell’inizio è dovuto a una notiziona che devo darvi: PARTO PER TRE SETTIMANE! Ebbene sì, non ci sarò, andrò a visitare i castelli della Loira (odsfkjdfg) e Parigi *O* (quest’anno grandi vacanze!) a non temete (?)! poto con me il portatile e se riesco a trovare una connessione wifi (tenete le dita incrociate) a breve pubblicherò prossimo capitolo!
Ho notato che la partecipazione a questa fan fiction sta calando, vi prego non fatemi questo çç anche se so che è estate (spero sia per questo e non perché la storia vi sta deludendo!)
Altra cosa MOLTO IMPORTANTE:  vorrei come al solito RINGRAZIARVI TUTTI QUANTI per il grande supporto che mi date sempre :)
Ho introdotto un nuovo personaggio! Come vi sembra? Volevo mettervi una sua foto ma non ne ho trovate che mi soddisfacessero :S Perciò, per non lasciarvi a bocca  asciutta (o forse vi rimarrete vista la foto a causa della bava persa) ho deciso di mostrarvi il primo ragazzo che descrive Carrie quando si trova nell’ufficio del preside (lo “sciupafemmine” ancora senza nome) *tadaaaaa!*
 

http://nsa22.casimages.com/img/2012/03/10/120310091648647690.jpg

 
Non morite, vi prego.
 
A presto!
xoxo
B
 
P.s. chiedo scusa per eventuali errori, come al solito vi chiedo, gentilmente, di farmeli notare.
p.p.s. fatemi sapere se avete letto questo (kilometrico) “spazio autrice” è importante per me saperlo :)

   
 
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