Fanfic su attori > Josh Hutcherson
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Autore: LoveKatyHudson    03/08/2012    3 recensioni
Allora, premetto che è la mia prima ff quindi siate poco crudeli. Prologo breve: Audrey Jones, 17 anni quasi 18, la protagonista, dovrà fare fronte ad alcuni grossi cambiamenti che leggendo la storia scoprirete. Questa ff è tutta al presente, la protagonista dice tutto ciò che fa mentre lo sta facendo. Premetto anche che a differenzia di me la protagonista è una ragazza meravigliosa, internamente ed esternamente.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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8.Things I would have never said

Mi sveglio con la mano ancora appoggiata alla parete, ma Hutch non c'è più.

Ha lasciato un biglietto attaccato alla sua parete. Dice: “Buon compleanno Jones!”.

Sorrido, forse non mi odia più. Lo chiamo. C'è la segreteria telefonica.

Ciao sono Josh, se avete bisogno richiamatemi, se siete la Jones lasciate perdere”.

Chiudo la chiamata. No, mi odia ancora. Era solo un gesto cordiale.

Buon compleanno a me, me stessa, medesima.

Decido di fare una doccia.

Mi vesto( http://www.polyvore.com/cgi/set?.locale=it&id=55096674 )e infine mi metto i miei occhiali da sole preferiti, sono di Prada(http://www.polyvore.com/cgi/set?.locale=it&id=54092401 ), li compri due anni fa. Me ne ero innamorata sin dal primo momento.

Esco per un frappuccino. La “mia” cameriera sa che giorno è oggi.

Offre la casa” dice portandomi la mia bevanda “auguri!” aggiunge sorridendo.

Bhe neanche oggi c'è Josh?” BOOM! Quella domanda arriva come un pugno nello stomaco.

Ehm, no, è sul set” dico, disinvolta.

Sperò di rivederlo presto, è da un po' che non viene” dice per poi andarsene dietro al bancone.

Dopo aver parlato con un'altra cameriera, però, viene di nuovo al mio tavolo.

Mi hanno riferito che Josh è passato stamattina di fretta, già vestito e truccato da Peeta e ha chiesto di darti un frappuccino per cui ha pagato lui”.

Abbasso la testa e sorrido. La rialzo e rispondo “E allora cosa aspetti?!” ridendo.

Corro a prenderlo!”.

Me lo porge. Ci salutiamo ed esco. Camminar con il mio frappuccino tra le mani mi ricorda le mie giornate a NY.

Entro da Chanel, mi alzo gli occhiali e chiedo le ultime novità in campo borse. Mi mostrano tutte le borse più nuove. Ne vedo una color rosa corallo, non foderata in pelle, che mi fa impazzire.

Prendo quella” dico indicandola.

Ne vedo poi un'altra antracite, foderata però.

E anche quella” aggiungo.

Spendere 3000$ in borse*, mi rallegra per poco e appunto i mie pensieri mi tormentano dopo una mezz'ora.

Vado a casa e mi preparo per il concerto. Si dà il caso che al primo concerto di David Byrne che vidi con mia nonna, quando avevo sì e no 4 anni, indossassi in vestitino fatto con un tessuto simile al plaid e così per questa occasione mi ero comprata un vestito in plaid simile a quello di quando ero bambina.

Lo indosso, mi sembra di riavere 4 anni. Finisco di prepararmi ed parto con la macchina. Vorrei che ci fosse J con me. Metto su un po' di musica 50's.

Ci metto una mezz'oretta per arrivare, Los Angeles è grande. Mostro il biglietto e mi fanno entrare, decido di andare davanti al palco. Sono eccitata come una bimba quando riceve delle leccornie.

Inizia a suonare la musica e David entra. E poi il gran finale: THIS MUST BE THE PLACE. Una della canzoni più belle di sempre. Le lacrime iniziano a scendere sul mio viso.

Non emetto un suono, sorrido. Esco e aspetto David per un autografo quando improvvisamente un signore mi prende per un braccio e mi dice che David Byrne vuole vedermi.

Entro nel camerino.

Mi ricordo di te” dice sorridendo.

Buongiorno Mr. Byrne” dico ancora un po' tesa “come fa a ricordarsi di me?”.

Eri piccolissima a quei tempi, avrai avuto circa 4 anni, vestito molto simile a quello di adesso, ridevi durante This must be the place, eri sulle spalle di tua nonna”.

Non hai sbagliato un singolo particolare”.

Mi colpisti particolarmente, eri così piccola eppure capivi”.

Mia nonna mi faceva ascoltare quella canzone mille volte al giorno e dopo un po' il concetto lo afferri”.

Spiegalo anche a me” chiede.

Sorrido “Tutti dobbiamo fare di un posto la nostra casa, che non è necessariamente appartamento, ma un posto. Quando troviamo questo posto catturiamo con la mente alcune cose convenzionali ed è in quel momento che diciamo “questo deve essere il posto””.

Complimenti, sei una ragazza alquanto intelligente”.

Avevo una casa tempo fa, era negli hamptons con mia nonna, ora la mia casa non c'è più” sorrido tristemente.

Improvvisamente inizia ad intonare il ritornello e lo seguo a ruota, o meglio facciamo una sorta di duetto.

David: “Hi yo, I got plenty of time”
Insieme: “Hi yo”

Audrey: “You got light in your eyes”
Insieme: “And you’re standing here beside me
I love the passing of time
Never for money
Always for love
Cover up and say goodnight”

Concludo con una ripetizione del “say goodnight”.

Sperò di rivederti al più presto, piccola star”.

Arrivederci signor Byrne” dico ancora frastornata. Avevo appena cantato con David byrne, era come il mio sogno da tutta la vita e lo avevo appena fatto, dopotutto era grazie a lui se una dei miei sogni era quello di fare la cantante, poi alla fine la mia voce non era per niente male.

Esco dal camerino. Vado a casa.

Quando entro in casa il salotto è occupato da una cinquantina di libri in vecchissime edizioni, come quelle che mi piacevano da morire. Ad un primo sguardo vedo chiaramente che ci sono delle vecchissime edizioni di “Orgoglio e pregiudizio” e di “Il giovane Holden”. Ma non c'è solo quello in salotto ci sono anche una polaroid degli anni quaranta, con varie pellicole e una sorta di appendiabiti pieno di vestiti vecchi e vintage, stupendi insomma.

Poi un biglietto:

Se c'è una cosa che apprezzo in te, quella è di sicuro il tuo mondo vintage.

Buon compleanno, New York dal tuo Kentucky.

Sorrido così tanto che per poco non mi viene una paralisi facciale.

Corro di sopra per vedere se è in camera. Sfortunatamente, no, non posso nemmeno ringraziarlo.

Quando, per la seconda volta in 2 giorni accade l'impossibile: Josh mi sta chiamando al telefono.

Ehi Audrey” Era ubriaco, si sentiva dalla voce. “volevo dirti che hai ragione e che...cheee.... fra noi due non è stato niente, era solo sesso... eee poi chi ti credi di essere?? Sei solo una ragazza come un'altra. Ciao” chiude la chiamata.

Continuavo a ripetermi che era ubriaco e che non era cosciente, me lo ripetevo per non piangere. Mi sento triste ed abbattuta, ma allo stesso tempo infuriata.

Domani! Domani gli parlerò!

Mi sveglio ancora irata, vedendo Josh nel suo letto. Ok, il momento è arrivato.

Mi vesto, scendo e vado da Hutch. Suono il campanello come una forsennata.

EHII! Calma arrivo” si sente da dentro.

Apre la porta.

Ok, quindi è questo quello che pensi di me? Pensi seriamente che tu per me non sia niente? Ora ti dirò una cosa che non avrei mai detto: tu mi piaci! Ho cercato in tutti i modi di negarlo a me stessa ma ora non ce la faccio più...”

 

*Audrey può permettersi questo è altro, suo padre è un discografico e sua madre una scrittrice di best-sellers.

  
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