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Autore: katyjolinar    03/08/2012    1 recensioni
L'amore è il sentimento che spinge i componenti della famiglia Bishop a fare le cose più assurde. Walter ha attraversato due universi per salvare un figlio non suo, Peter è entrato in un macchinario che rispondeva solo ai suoi comandi per salvare le persone che amava... la terza generazione non è da meno delle precedenti.
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era un periodo stranamente calmo, nella Divisione Fringe.

Peter era entrato nella macchina sei mesi prima e aveva creato un ponte tra i due universi, che ora vivevano un periodo di tregua.

Il giovane uomo si stava dando da fare per risolvere almeno in parte i problemi creati in 25 anni di “guerra”, e cercava di mantenere un certo equilibrio tra le due fazioni.

Lui apparteneva a entrambi i mondi, era stato scelto per questo come intermediario: era al di sopra delle parti.

Ma anche se i problemi tra gli universi si stavano risolvendo, ce ne erano altri, nella vita di Peter, che erano emersi proprio nel momento in cui aveva creato il ponte.

Uno di questi aveva di nuovo minato il suo rapporto con Olivia, e si chiamava Henry Bishop, il figlio che lui aveva involontariamente concepito con l’altra Olivia, circa un anno prima.

Sì, lui e Olivia stavano ancora insieme, ma lei si era raffreddata nel momento stesso in cui era venuta a conoscenza dell’esistenza di quella creatura, che sapeva essere innocente, ma che le aveva ricordato cosa era successo nel periodo di prigionia nell’altro universo.

Peter non sapeva cosa fare, e per il momento, preso come era dal suo ruolo di diplomatico, non aveva neanche il tempo di pensare a una soluzione. Gli bastava saperla vicina, per ora, poi il resto si sarebbe risolto con il tempo.

Quella mattina aveva accompagnato Walter in laboratorio, poi lo aveva lasciato sotto la custodia di Astrid e si era chiuso nell’ufficio con Olivia, a leggere gli ennesimi documenti delle “trattative di pace” dei due mondi.

Walter, per passare il tempo, si era messo a fare esperimenti con dei bruchi che aveva ordinato pochi giorni prima, somministrando loro diversi tipi di droghe e fischiettando serenamente un brano dei Violet Sedan Chair… ok, forse qualcuna di quelle droghe l’aveva provata anche su di sé, ma almeno era tranquillo e non stava creando problemi.

Improvvisamente, qualcosa attirò la sua attenzione.

“Astral, credo che questo LSD che ho provato era troppo concentrato: mi sembra di sentire qualcuno che bussa.”

Astrid sospirò: mai una volta che azzeccasse il suo nome… poi sentì qualcosa anche lei: qualcuno bussava, ma non riusciva a capire la fonte.

Andò a chiamare Peter e Olivia, per chiedere se sentivano anche loro quel rumore. I due si spostarono nel laboratorio e ascoltarono attentamente. Effettivamente sentivano bussare qualcuno, e poi sentirono anche chiamare. Peter si avvicinò alla vasca e la fissò.

Con una mossa decisa la aprì.

Dentro c’erano due persone, un uomo e una donna, più o meno della sua stessa età. L’uomo sorreggeva la donna, che aveva le convulsioni. I suoi occhi incrociarono quelli di Peter; c’era panico nel suo sguardo.

Bishop non disse nulla e lo aiutò a tirare fuori la donna: prima di fare domande era meglio non far morire nessuno.

Gli altri si avvicinarono e, mentre Walter e Astrid si occupavano della donna, Peter immobilizzava a terra l’uomo. Era più alto di lui, e molto più massiccio, ma non gli fu difficile farlo.

“Chi siete?” chiese Bishop, senza mollare la presa.

“A… aspettate… lei è incinta…” disse l’uomo, senza rispondere, e fissando la donna che era nella vasca con lui.

Peter guardò il padre, il quale annuì, segno che aveva recepito il messaggio, poi tornò a concentrarsi sull’uomo.

“Ora rispondi. Chi siete?”

L’uomo esitò, poi, quando la donna sembrava stare meglio, finalmente rispose.

“Io mi chiamo Edward Pawn, lei è Elizabeth Bishop.”

Peter guardò negli occhi l’uomo, voleva capire se quello che stava dicendo era la verità. Lo sguardo del giovane gli sembrava sincero. Inoltre era incuriosito dal nome della donna, così simile a quello di sua madre.

“Ok.” Disse, usando un tono di voce freddo e calcolato “Ora ci dovete raccontare tutto dall’inizio. E con tutto intendo: da dove venite, cosa ci facevate nella vasca e perché siete bagnati fradici, visto che non c’è acqua, lì dentro. E spera che la risposta sia convincente.”

Eddie esitò e guardò la compagna. Era ancora pallida, ma non aveva più le convulsioni ed era sveglia. Si stava carezzando la pancia, stretta nella coperta che le aveva messa addosso Olivia.

“Più che da dove, sarebbe più giusto dire da quando.” cominciò il giovane.

“Spiegati meglio.” ordinò Peter, severo.

“Veniamo da circa 31 anni nel futuro, dalla data di oggi.” sussurrò Elizabeth.

Peter scoppiò a ridere.

“Certo, e magari siete amici di John Titor e Marthy McFly…” scherzò, sarcastico.

Elizabeth e Eddie si guardarono per qualche secondo.

“L’aveva detto che non ci avrebbe creduto.” sussurrò la donna.

“Di chi state parlando? Di "Doc" Emmett Brown?” scherzò ancora Bishop.

“No, di te, Peter.” rispose Elizabeth, alzando gli occhi “O forse dovrei chiamarti papà.”

“Scusa, tesoro.” cominciò Peter, usando lo stesso tono che aveva usato con Olivia quando si erano conosciuti, a Bagdad “ma faccio molta fatica a crederti: ho un solo figlio, per ora, un maschio. Quindi inventati un’altra storia, perché questa non sta funzionando.”

La giovane donna sospirò.

“Avevi previsto anche questo. So che hai un altro figlio, conosco mio fratello, ha due anni più di me. L’ho conosciuto 16 anni fa. Io devo essere ancora concepita.” ci fu un attimo di silenzio “Se non mi credi, fammi il test del DNA.”

“Ok, ammesso e non concesso che quello che avete detto è vero…” obiettò ancora Peter “come avreste viaggiato? E non dirmi che avete usato una DeLorean!”

“Peter, lo sai che le capacità dei cortexikids, una volta attivate, diventano ereditarie?” rispose la giovane “Ho usato le mie capacità. Certo, tu mi hai dato una mano, ma il grosso l’ho fatto io.”

Peter sospirò e guardo il padre e la compagna.

Walter si era alzato, e aveva cominciato a formulare ipotesi.

“E’… è possibile che, se… se opportunamente preparati…” balbettò Walter “i soggetti trattati con il Cortexiphan possano… possano viaggiare nel tempo”

Lo sguardo di Peter era eloquente. Quando suo padre cominciava ignorava qualunque avvertimento.

La giovane lo guardò incantata.

“Sei proprio come mi ricordavo, nonno…” sussurrò. Poi si girò di nuovo verso Peter “E tu hai poco da criticarlo: tra circa 25 anni sarai come lui!”

Peter stava per replicare, ma Olivia lo fermò.

“Peter… potrebbe aver ragione…” disse, fissandola.

“Olive, non puoi crederle sul serio…”

“Peter, dico sul serio, guardala…”

L’uomo si girò nuovamente verso di lei e guardò attentamente Elizabeth: gli occhi erano azzurri e particolarmente espressivi. In quel momento lanciavano fuoco, erano come… come i suoi. Le labbra e il naso erano quelle di Olivia, e i capelli… il colore era quello di Elizabeth, sua madre, ma erano lisci come quelli di Olivia.

Peter la fissò ancora. Era confuso, come poteva essere?

“Bene.” sospirò la donna “Ora che abbiamo appurato che io e Eddie stiamo dicendo la verità, posso andare in bagno? Ho la nausea.”

 

   
 
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