CINQUE ANNI DOPO
Quinn Fabray
Settembre
1987-Giugno 2004
Morta
troppo giovane, viva per sempre nei nostri cuori
Finii di togliere
l’ultima foglia dalla lapide di Quinn e
mi rialzai in piedi.
Dove diavolo si era cacciato
Puckerman?
-Santana! Santana aspetta!-
Oh, eccolo.
-Sei in ritardo Noah, se ti dico di
arrivare alle sette
tu devi arrivare alle sette-
-E’ un cimitero Santana,
i “clienti” non scappano se
arrivo in ritardo- la risatina che accompagnò la sua pessima
battuta fu
rapidamente messa a tacere dal mio sguardo.
-Prendi il tuo lavoro seriamente
Puck o sarò costretta a
licenziarti-
Mi sistemai il colletto della
divisa ,sulla quale era
appuntato un cartellino con scritto il mio nome seguito da
“Custode”, e ripresi
in mano il cartello che stavo andando ad affiggere al cancello prima di
fermarmi
da Quinn.
-Ehi Santana aspettami devo
chiederti una cosa!- Puck mi
seguì finché non mi fermai sbuffando.
-Che c’è?-
-Stasera è
l’anniversario mio e di Rachel, ci sarai
vero?-
-Uhm, se non ho da fare…-
-Sei la custode di un cimitero
Santana, non c’è poi molto
da fare qui anzi è sempre una noia mortale-
-Sei in vena di battute idiote
Puckerman?- ricominciai a
camminare.
-No, ehi, scusami ok? Comunque sei
la mia migliore amica
Santana, non puoi mancare stasera- Puck mi si piazzò davanti
–E poi devo presentarti
un’amica di Rachel…- fece una pausa rivolgendomi
un sorrisetto malizioso –Fa la
cameriera al Red
Devil Cry -
Ormai non lo stavo più
ascoltando.
-Puck hai fatto riparare
l’irrigatore?- chiesi poi
ammiccando in direzione di una ragazza che stava togliendo dei fiori
secchi da
una lapide, e non era esattamente tranquilla.
-Ehm…no, ma non
è colpa mia: il tecnico era impegnato
fino alla prossima settimana ma non è questo
l’importante. L’importante è che
ho parlato di te all’amica di Rachel e lei vorrebbe tanto
conoscerti e…-
-Taci un po’ Puck- lo
frenai vedendo la ragazza di
prima venire verso di noi.
-Ehi! Chi di voi due ha il pollice
verde qui?- ringhiò
arrabbiata.
-Come?- Puck si girò
verso di lei che lasciò cadere ai
suoi piedi ciò che rimaneva dei fiori.
-L’aiuola attorno alla
tomba di mio padre deve essere
completamente ripiantata!-
Alzai finalmente lo sguardo verso
di lei.
La prima cosa che vidi furono due
occhi azzurro cielo
seguiti da una chioma bionda.
Era bellissima. Quasi come Quinn.
-Certo, ci penseremo noi- dissi
cordialmente.
La vidi fissarmi per un attimo,
stranamente stupita, poi
annuire –Grazie…allora porto qui le.. le piantine
oggi pomeriggio-
La guardai allontanarsi mentre Puck
ricominciava a
blaterare dell’amica di Rachel.
È inutile dire che non
lo ascoltai minimamente.
“Io
ce
l’ho già una ragazza Puck”
Al colpo di cannone avevo
già finito tutti i miei compiti
ed ero nella solita radura.
-Che leggi?- chiese Quinn apparendo
all’improvviso dagli
alberi
-Una rivista scientifica- risposi
alzando lo sguardo e
sorridendo per la prima volta in tutta la mia giornata.
-Oh, articolo interessante?- si
accomodò accanto a me sul
tronco di un albero caduto.
-“Secondo recenti studi
scientifici la materia è l’unica
cosa che può lasciare una traccia tangibile sulla
terra”- lessi –“Per cui dopo
la morte di un qualsiasi individuo tutto ciò che rimane
è il corpo mentre ciò
che viene definito con ‘anima’, tutto
ciò che non è materia, non può in
alcun
modo lasciare un’impronta” dice lo studioso Carl
Howell secondo la cui tesi
tutto ciò che viene definito con ectoplasma, o comunemente
‘fantasma’, non può
di fatti esistere in alcuna forma e…-
Quinn mi strappò il
giornale di mano con un gesto secco
–Che vuoi che ne sappia Carl Howell
dei
fantasmi?- borbottò –Farebbe meglio a fare il
dentista-
Ridacchiai stringendole
delicatamente la vita –Siamo
suscettibili eh?-
-
Umpf -
sbuffò lei –Piuttosto che parlare di ectoplasmi
che hai fatto oggi di bello?-
-Niente di che, le solite cose-
risposi giocherellando
distrattamente con una ciocca dei suoi capelli –Ah si, Puck
mi ha invitato
all’anniversario suo e di Rachel stasera-
-Ci andrai?-
-Non lo so…vuole
presentarmi una sua amica
spogliarellista o qualcosa del genere-
-Wow- rise lei –Non
lasciartela scappare allora-
-Non avevo nessuna intenzione di
farlo- la provocai
facendola ridere di nuovo
-Seriamente Q, a che mi serve una
spogliarellista
qualunque quando ho già la ragazza più bella del
mondo qui davanti a me?-
Lei diventò
improvvisamente seria –Ne abbiamo già parlato
San, non voglio che tu perda tutta la tua vita con me.-
-Ne abbiamo già parlato
Quinn- ribattei –La mia vita non
avrebbe senso senza di te-
Non capivo perché
volesse spingermi sempre a uscire con
altre persone, non stavamo bene così io e lei?
-Almeno promettimi che stasera
andrai a quella festa- disse
fissandomi negli occhi.
-E va bene- mi arresi sospirando
–Ma se domattina faccio
tardi al lavoro perché mi sono ubriacata sarà
colpa tua-
Lei tornò a sorridere.
“Sempre
insieme Q, non importa cosa succederà”
Mi appoggiai alla ringhiera
fissando il pontile.
Quella barca era bellissima.
Mi ero fermata un attimo a fissarla.
Un trenta piedi cabinato a vela,
una di quelle che si
usano per le regate in solitaria.
Puck mi aveva accennato che una
ragazza del paese avrebbe
partecipato a una di quelle regate.
-Ehi Lopez!- esclamò una
voce facendomi sobbalzare
-Puckerman-
-E’ incredibile, sei
venuta davvero!- sorrise
piacevolmente meravigliato –Perché stai qui
fuori?- chiese poi confuso.
-Guardavo…niente lascia
perdere- lanciai
un’ultima occhiata alla barca prima
di lasciare che Puck mi trascinasse all’interno del bar.
-Ehi Rach, guarda chi è
arrivata!- esclamò spingendomi
verso la sua ragazza che mi strinse in un abbraccio.
-Che bello vederti-
squittì lei
-Buon anniversario- cercai di
sorridere.
-Vieni ti presento Cindy- mi
afferrò il braccio
trascinandomi davanti a una ragazza mora.
-Lei è Santana- disse
alla ragazza –Vi lascio conoscervi-
sorrise prima di scomparire tra la folla.
-Ciao, sono Cindy- la mora mi porse
la mano –Rachel aveva
detto che non saresti venuta-
-Non.. non esco spesso-
Mentre Cindy blaterava qualcosa a
proposito di Puck mi
ritrovai a scrutare distrattamente la folla all’interno del
locale, non amavo
stare in mezzo alla gente.
All’improvviso mi
scontrai con un paio di occhi azzurri
che mi fissavano curiosi.
Riconobbi subito la ragazza di
quella mattina.
Senza nemmeno pensarci mi ritrovai
a dirigermi verso di
lei, qualcosa nel suo sguardo mi attirava come una calamita.
“Potrei
chiederle perché non mi ha portato le piantine oggi
pomeriggio” pensai
tra me e me ma prima che riuscissi
a
raggiungerla un paio di mani mi afferrarono da dietro trascinandomi
verso il
bancone.
-Santana Lopez!- esclamò
il proprietario di quelle mani.
-Azimio- borbottai in risposta.
-Quanto tempo eh? Non ti vedevo dal
liceo, pensavo fossi
morta-
Mi feci forza per non tirargli un
pugno dopo quella
pessima battuta.
-Forza brinda con noi- mi
piazzò davanti al naso un drink
che tracannai tutto di un fiato ansiosa di allontanarmi.
-Ehi dove scappi- mi
bloccò però lui porgendomi un altro
drink.
-Non mi va grazie- mormorai
cercando con lo sguardo la
biondina di prima.
-Avanti Lopez, non muori
mica-
Mi girai all’istante
fulminandolo con lo sguardo –Come?-
-Bevine un altro-
continuò lui ridacchiando –Tanto non mi
risulta che tu sia molto richiesta come autista-
Il mio pugno lo colpì
quasi nello stesso istante in cui
finì di parlare.
-Wo, che succede!- Puck
arrivò al mio fianco correndo
–Dove vai?- mi gridò poi quando mi allontanai
verso l’uscita.
Non lo ascoltai e mi diressi
velocemente verso l’uscita,
volevo solo andarmene da li.
Ecco perché non amavo
stare tra la folla.
Mi ritrovai a gironzolare per il
molo, finii di nuovo
davanti alla barca di prima.
Mi guardai un attimo attorno per
assicurarmi che non ci
fosse nessuno poi scorrere la mano sullo strallo.
Con un salto mi portai sopra la
barca aggrappandomi al
cavo d’acciaio che reggeva l’albero e spingendomi
in fuori col busto.
Mi spinsi più
infuori possibile facendo
prendere velocità alla barca.
-Santana
dobbiamo virare!-
-Aspetta
quando te lo dico!-
Doveva essere fantastico gareggiare
con una di queste
barche.
Una regata in solitaria, mesi soli
col mare.
La
barca passò per prima il traguardo avevamo vinto.
Lanciai
un grido di esultanza alzando un braccio al cielo.
Chiusi gli occhi perdendomi nei
ricordi di quella
giornata.
-Che stai facendo?- una voce mi
riportò alla realtà.
Spalancai gli occhi vedendo la
ragazza bionda uscire
dalla coperta.
Lasciai immediatamente la presa,
dimenticando che ero
aggrappata allo strallo rischiando di cadere.
-Scusami- balbettai quando riuscii
a ritrovare
l’equilibrio sul pontile –Guardavo la tua barca,
non volevo spaventarti-
Lei fece un sorrisetto divertito
–Tu non mi spaventi-
Sorrisi sinceramente a mia volta,
dopo tanto tempo a una
persona che non era Quinn.
-Santana Lopez giusto?- chiese
–Andavamo al liceo
insieme, ecco perché so chi sei- disse poi a mo’
di spiegazione
Rimasi in silenzio, imbarazzata.
-Tu non ti ricordi di me-
costatò poi vedendo che non
reagivo.
Per un attimo temetti che si
fosse offesa ma poi sorrise
di nuovo avvicinandosi a me –Sono Brittany, Brittany Pierce-