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Autore: RheinNoir_    03/08/2012    0 recensioni
"La vita va vissuta,questa vita non guarda in faccia,in faccia al massimo sputa"
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

Sto mondo per bene ti vuole in catene,come un pitbull.
Se appari più forte la gente ti teme,come un pitbull.
E i segni che c'hai per sempre li avrai,addosso come un pitbull.
Se affondi nei guai non piangere mai,combatti come un pitbull.




Arrivammo fin troppo velocemente davanti all'entrata del bar.Era già strapieno di clienti.Ringraziai con un sorriso,scesi dallo
scooter e entrai nel bar.
Erano le undici.Stavo aiutando Camelia a lavare le tazze da caffè.Stranamente erano più del solito,quella che avevo rotto una
settimana prima era stata ben rimpiazzata con altre cinque.D'un tratto la tazza mi scivolò di mano. -Il mio scooter- sussurrai.
Mi maledissi,quel suo fottuto sorriso mi aveva tanto rincoglionita che non mi ero accorta di aver lasciato lo scooter a quel ragazzo.
Ed ora? Come avrei fatto? Senza il mio scooter ero fottuta.
Decisi che dopo aver finito di lavorare avrei chiamato Guglielmo,lui avrebbe chiamato Luca e il mio bello scooterino sarebbe
tornato dalla mamma.Ma non fu così semplice.Accesi il telefono,un messaggio.Il numero non era registrato in rubrica. 

"Ho io il tuo scooter. Se lo rivuoi kiamami,nn voglio ricompense.
E' sl 1 scusa x vederti.Alle 6 al parco,ti aspetto.
-Luca."
 
Odiavo la scrittura SMS,era così poco intelligente.Come colui che aveva scritto il messaggio.
Prendere in ostaggio un indifeso scooter per vedere una ragazza.Era stupido.O forse fin troppo furbo.Sapeva che
in quel modo mi sarei presentata all'appuntamento.O forse io mi stavo facendo troppi film,a lui serviva un mezzo e
la scema di turno glielo aveva procurato senza volerlo.Sì,senza ombra di dubbio doveva essere così. Alle sei mi presentai al parco,
c'era lui,ma senza alcuna ombra dello scooter.Okay,che intenzioni aveva questo qui? Lo avrei preso a pugni finchè non me lo
avesse riconsegnato.Mi era costato una cifra,e avevo sudato per guadagnarmi quei soldi,quindi avrebbe fatto bene a
riportarmelo. -Dov'è?- chiesi avvicinandomi senza accennare neanche ad un ciao. -Ahaha... sta tranquilla è dietro il cespuglio,
non ho intenzione di rubarlo,non saprei che farmene ho un' auto,uno scooter non mi serve!-. Era davvero insopportabile lui e quella
sua odiosa voce.Così pieno di sé da risultare odioso. All’inizio sembrava simpatico,forse per via della sua disarmante bellezza,
ma ora, conoscendolo meglio era decisamente antipatico. Lo avrei preso a schiaffi da un momento all’altro se non si fosse alzato e
non mi avesse portato dal mio scooter. -Siediti- mi disse, non prendevo ordini da nessuno, e di certo non li avrei presi da lui. Rimasi
in piedi con le braccia conserte,strette appena poco sotto il seno,non dando alcun segno di voler seguire il suo ordine. Rise, mi guardò
con quei suoi occhi espressivi che aprivano le porte per il Paradiso. -Per piacere Ser,siediti.- ghignai appena, -Per te sono Serenity!-
dissi fredda. -Okay,Serenity,per cortesia siediti- sorrise. Di nuovo lui. Di nuovo quel dannato sorriso. Mi sedetti accanto a lui.
- Sai cosa significa Serenity?- mi chiese. Scossi appena la testa, non lo sapevo,non me l’ero mai chiesto. -Principessa,se non vado
errato. Tua madre forse lo sa,altrimenti non ti avrebbe chiamata così.- abbassai lo sguardo. -Mia madre mi ha chiamata così perché
le piaceva il nome,non sapeva cosa significasse… non era di grande cultura.- mi guardò -Allora doveva saperlo tuo padre!- lo
guardai,voltandomi di scatto. -Mio padre è morto prima che nascessi.- Non era vero.Ci aveva abbandonati,ma ammetterlo
mi faceva male così mentivo.Mentivo. Preferivo immaginare che fosse morto.Che ci avesse voluto mentre era in vita,ma che se
ne fosse andato così.Contro il suo volere. Mentire a tutti porta a mentire a sé stessi. E andava bene così,stavo meglio con questa verità!
Il suo sorriso si spense in un attimo. -Scusa,non volevo- si scusò. Io sorrisi come a voler dire che non importava.
Invece importava,importava eccome. Ma feci finta di niente. Mi prese la mano ed iniziò a sfiorarla,mi guardò negli occhi e sorrise.
Odiavo quel suo fottuto sorriso,non ero capace di ragionare dopo che sorrideva. Quel suo sorriso permetteva che io aprissi la mia
mente, che io ne spalancassi la porta e che lui entrasse senza fare il minimo sforzo. Entrava e trovava anche il tappeto rosso sotto
i suoi piedi e da quel momento in poi si aggirava indisturbato nel mio corpo, il cuore per il momento non aveva ancora deciso di
visitarlo ma nello stomaco.. Nello stomaco ci era passato tante volte, e ogni volta che arrivava nello stomaco le farfalle si agitavano
per annunciare il suo arrivo. Scossi piano la testa,senza farmi però notare da Luca. Fissò i suoi occhi nei miei e avvicinò piano il volto.
-Significa Principessa!- disse avvicinandosi ancora.  Mi allontanai di colpo ed allontanai anche le mani dalle sue. -Ma la Principessa non
è disposta a baciare il ranocchio.- dissi senza preoccuparmi di offenderlo. D’altronde… lui non si era preoccupato per me quando
aveva preso il mio scooter. Lo guardai,fredda, -Ed ora,per favore,saresti così gentile da darmi il mio scooter!?- ed incrociai le braccia
sotto al seno con fare impaziente. Lui si alzò e sogghignò, -Ma ho anche bisogno di una ricompensa!- sbuffai, -Ti darò quel che vuoi,
però ridammelo!-. Luca sparì dietro un alto arbusto e ne uscì con il mio scooter. -Eccolo,sano e salvo!- disse scherzosamente. Ecco,a
me quel tono “scherzoso” mi diede ai nervi non poco. Mi avvicinai e con fare brusco spostai le sue mani dal manubrio.
-E la mia ricompensa?-. Tirai fuori dalla tasca cento euro, -E’ tutto quel che ho,è la paga di oggi.- Dissi porgendoglieli.
Lui sorrise e mi prese la mano con la quale tenevo i soldi e mi strinse il pugno attorno a questi ultimi, mi afferrò poi per il polso e
mi attirò velocemente a sé. Posò le sue labbra sulle mie e… -Allontanati!- dissi con la mano a mezz’aria dopo avergli tirato un
ceffone da manuale. -Tu sei pazzo!- dissi,salii sul mio scooter e senza preoccuparmi di mettere il casco andai via di corsa. Corsi
tanto quanto il mio povero scooter mi permetteva ed in poco arrivai alla Tana.
-Toh guarda che maleducato.. - dissi ad alta voce, sì,stavo parlando da sola,ma mi rilassava -Eeeh,ma è meglio per lui che
sparisca dalla circolazione altrimenti gliele faccio ingoiare quelle labbra.. Quelle morbidissime,dolcissime..- Scossi la testa con forza,
come a voler far uscire prepotentemente il pensiero delle sue labbra sulle mie dalla mia testa. Gettai la borsa sul divanetto,mi spogliai,indossai la camicia da notte e mi infilai sotto le coperte.Sì,erano le sette,lo so. Non era di certo l’ora giusta per andare a
dormire. Ma ero così stanca. Ok,non lo ero, ma dovevo rimanere a letto per evitare il mondo esterno.Per evitare lui ed il suo
dannatissimo sorriso che mi faceva impazzire ogni volta che lo guardavo. Chiusi gli occhi,tentando di sonnecchiare quando un
improvviso pensiero mi balenò in testa: e se Guglielmo mi avesse cercata? Se fosse venuto nella Tana a cercarmi? Io sarei stata
qui,non gli avrei parlato di quanto il suo amico fosse maleducato,non gli avrei parlato della sparizione dello scooter e del bacio rubato
. Stavo organizzando e preparandomi psicologicamente a cosa dirgli quando,come previsto, qualcuno bussò alla porta. Mi alzai,
mi avvolsi in una vestaglia blu ed andai ad aprire. La figura rassicurante di Guglielmo si stagliava davanti alla soglia della porta.
- Mi hai fatto preoccupare sai?- iniziò con aria di rimprovero - Con i tuoi fratelli in giro per l’Italia,sono l’unico a doverti tenere
sotto controllo. Non mi rendere tutto più difficile.- disse,e pronunciando l’ultima frase si sciolse quasi in un mezzo sorriso.
Lo feci entrare.  - Allora,dov’eri?- mi chiese sedendosi sul divanetto dove poco prima avevo gettato la borsa. “Digli che eri a lavoro,
digli che ti hanno fatto fare gli straordinari e lamentati del fatto che come sempre non te li pagheranno. Fa sembrare il tutto così vero
che dovrai crederci anche tu..” mi ordinai,ma si sa,non ho mai amato gli ordini. - Il tuo amico è un cretino!- dissi tutto d’un fiato.
Ecco,avevo combinato un disastro. Il mio migliore amico mi guardò con aria interrogativa. - Innanzitutto,mi ha preso il motorino,
ed ho dovuto accettare un.. Una specie di appuntamento con lui per riaverlo. E.. E mi ha baciata!- dissi,quasi disgustata dalle ultime
parole e infuriata dopo essermi ricordata nuovamente dell’episodio dello scooter. - E’ un gran maleducato!- dissi cercando di sbollire
la rabbia,mi strinsi meglio nella mia vestaglia ed iniziai a preparare un caffè. Il mio amico rise. Mi voltai quasi scandalizzata. - Ridi?!-
dissi senza neanche crederci. - Tu ridi pure, ma ti giuro che se per caso me lo ritrovo sotto queste mani farà una brutta,brutta fine!-
dissi stringendo le dita affusolate delle mani attorno ad un collo immaginario mimando il gesto di strangolare qualcuno. Il mio
migliore amico continuò a ridere. Si alzò e mi abbracciò appena,io sbuffai. - Ser,è stato solo un semplice bacio!- io sporsi il labbro
inferiore come una bambina capricciosa - Ma io non lo volevo!!- dissi lasciandomi andare tra le sue braccia. - E va bene,ci parlerò
io,ok?!- tentò di rassicurarmi iniziando a carezzarmi piano i capelli, sapeva come farmi calmare. In fondo,era o no il mio migliore amico?!
  
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