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Autore: Fairy_Whisper    03/08/2012    4 recensioni
"Riesci a capire cosa sei davvero, ora?"
No, non ci riuscivo. Non volevo. Sono una ragazza come tutte.
.Palmo... Simbolo.
Sono una ragazza normale!
.Lotta.
.Destini già segnati.
.Lotta.
Stop! Sono una stramaledetta ragazza normale!
.La Sua voce.
.Cercare di vivere.
.Lotta.
.Cambiare il destino.
"Non puoi... Lui è il tuo nemico!"
Invece posso.
Perchè NON sono una ragazza qualunque.
Sono Moon, la Prescelta!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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12. Amore Paterno
 
 
 
 
 
Erano giorni che camminavamo senza meta.
 
Ormai l’obbiettivo di raggiungere gli altri Regni, ci sembrava lontano.
 
Non mi ero mai sentita così impotente, vuota.
 
Atanvar mi sorreggeva ad ogni passo. Era l’unico abbastanza lucido da guidarci.
 
Willwarnee ci seguiva, con lo sguardo perso. Aveva assunto questa espressione da quando Atanvar aveva detto di amarmi.
 
Sapevo che la sua più grande paura, si era avverata. Il potere che mi aveva dato la Dea del sogno, mi perseguitava. Conoscevo le più grandi paure delle persone che mi circondano e, volendo, avrei potuto usarle contro di loro.
 
Ora, tutto questo, mi sembrava inutile.
 
Tutti i miei poteri erano inutili, ora.
 
Inciampai su un sasso e Atanvar mi prese al volo.
 
Tutto bene? Dobbiamo fermarci?–Mi chiese, premuroso.
 
No.–Risposi, secca.
 
Cambiò subito espressione, senza lasciarmi.
 
Nessuno, in questi giorni, si era fatto vivo per intralciarci il cammino ma, non ce n’era più bisogno.
 
Eravamo privi di ogni istinto di ribellione. Niente e nessuno avrebbe potuto scuoterci.
 
Almeno, così credevo.
 
Dopo qualche giorno arrivammo ai confini con il Regno del tempo (Athajet). Un enorme parete riflettente si stagliava lungo il confine.
 
Mi specchiai.
 
La mia immagine aveva dei profondi solchi al viso, facendomi apparire una vecchia ragazza, stanca.
 
Come posso essermi ridotta così?
 
Mi toccai il viso. Non sentii traccia di quelle rughe.
 
Atanvar mi si avvicinò.
 
La parete lo rifletteva circondato da un aurea oscura.
 
Sbiancai e mi girai a guardarlo.
 
Tranquilla, è solo uno stupido riflesso.–Disse.
 
Non è vero At, e lo sai. Riflette il nostro futuro, nelle condizioni in cui siamo ora. Come ho detto qualche giorno fa, questo Regno è uno dei più pericolosi. Nelle condizioni in cui siamo ora, non sarebbe il caso di andarci. –Willwarnee ci aveva raggiunto. La sua immagine sullo specchio era simile alla mia, solo che aveva uno sguardo privo di emozione.
 
Sembriamo reduci da una guerra…
 
Certo che siamo pronti, andiamo!–Atanvar era troppo impaziente.
 
Lo tirai verso di me, dalla mano.
 
Non siamo pronti e tu non puoi fingere che tutto ciò che è appena accaduto sia solo una…
 
Allora che vuoi fare?! Stare qui ed aspettare che Belthil riesca a ucciderti? Dobbiamo andare e subito!–Mi fermò bruscamente.
 
Abbassai la testa. Aveva colpito nel segno.
 
Muoviamoci.–Mi prese per mano e mi portò verso la parete.
 
Willwarnee non protestava più.
 
Dobbiamo veramente andare… ha ragione…
 
La mia immagine riflessa era sempre più vicina.
 
Atanvar mi baciò la testa e mi spinse definitivamente contro la parete, che m’inghiotti.
 
Immagini frastagliate, giravano intorno a me.
 
Partivano dalla mia infanzia, fino agli ultimi giorni.
 
Quando apparvero le immagine del mio nascente amore per Belthil e la morte di Fanny, chiusi gli occhi.
 
La sua morte è colpa mia! Io mi sono lasciata trascinare da questa stupida emozione… sono una sconsiderata!
 
Caddi in ginocchio nel nulla e presi il volto tra le mani.
 
Lacrime di protesta e rabbia finalmente cosparsero il mio volto.
 
Sapevo che le mie lacrime erano troppo potenti ma tenere tutto dentro, era troppo per me.
 
Perché piangi? Le tue lacrime hanno un profondo potere! Non piangere per me, sono qui.
 
Alzai la testa di scatto, al suono di quella voce.
 
Fanny stava davanti a me.
 
Non riuscii a capire più niente per la gioia e corsi verso di lei.
 
Nell’istante in cui la stavo per abbracciare, con le lacrime agli occhi, mi accorsi che Fanny aveva tremato.
 
Non il tremolio normale che può accadere alle mani, ma la sua immagine era scomparsa e riapparsa in una frazione di secondo.
 
Mi bloccai.
 
Che c’è? Non mi vuoi più?–Fanny si avvicinò a me.
 
Capii che io mi ero accorta di tutto e la sua immagine si sdoppiò in dieci identiche copie di Fanny, che mi circondarono.
 
Ci hai uccise!
 
Ci hai uccise!
 
Ci hai uccise!–Gridarono.
 
Il mio cuore perdeva un battito ogni volta che sentiva questa frase.
 
Frutto della mia immaginazione o no, mi faceva sentire come in balia di un uragano incontrollabile.
 
Non riuscivo a respirare.
 
Le voci continuavano, incessanti, ad esse si aggiunse, poi, la più importante di tutte.
 
Non ti amo! Voglio solo uccidere te e lo farò anche se dovrò passare sul cadavere di tutti i tuoi amici!
 
Non sapevo cosa fare, dove andare.
 
Offuscata totalmente da queste voci, lasciai che l’istinto mi guidasse.
 
Così m’incamminai verso una porticina nera, li vicino, e la aprii.
 
Fuori di essa si stagliava il mio futuro, dovevo solo avere il coraggio di andare avanti e voltare pagina.
 
Mi girai un ultima volta verso Fanny, che era tornata una sola e aveva smesso di parlare.
 
Mi accorsi che stava sorridendo.
 
Sono fiera di essermi sacrificata per te, amica mia!–Disse, chinando la testolina e scomparendo.
 
Attraversai la porta con il cuore pieno di gratitudine.
 
Fanny era felice e niente mi avrebbe fatto sentire più leggera.
 
Grazie di tutto… amica mia…
 
Finalmente il Regno del tempo, apparve davanti a me.
 
Un posto veramente strano. Non si vedevano persone, ma solo migliaia di specchi.
 
Inoltre, sopra il Regno si stagliavano orizzontalmente dei cerchi molto spessi fatti con il vetro riflettente.
 
Era tutto così stranamente surreale, da farmi rabbrividire.
 
Da piccola mi piacevano molto gli specchi, ma non mi sarei mai immaginata di trovarmi in questa situazione.
 
Mi guardai intorno per orientarmi e mi accorsi che ero sola.
 
Atanvar e Willwarnee non erano riusciti a superare il confine.
 
Ero sola.
 
Che situazione! Ora che cosa faccio? Li aspetto…
 
Rimasi ferma.
 
Aspettai per tutto il giorno, ma di loro non c’era traccia.
 
Ero riuscita ad avere il coraggio di andare avanti, ma ritrovarmi completamente sola era una difficoltà che, forse, non potevo superare.
 
È impossibile! Mi succede una cosa dopo l’altra!
 
Non potevo farmi prendere ancora dal panico, così iniziai a camminare intorno al confine.
 
Willwarnee aveva detto che il tratto da compiere in questo Regno, è poco. Forse ce la posso fare…
 
Il paesaggio più andavo avanti e più non cambiava.
 
Era facilissimo perdersi o disorientarsi.
 
Non riuscire a vedere cosa si trovava al di là del confine, era veramente una grossa perdita.
 
Non sapevo qual’era il punto giusto per uscire e qualcosa mi diceva che, se non l’avrei trovato presto, avrei perso anche i miei amici.
 
Ad un certo punto apparve un grosso cartello dal nulla.
 
C’era scritto: “La strada che cerchi è dentro di te, ma se non la riesci a trovare… vieni da me!”
 
Sotto il cartello una freccia indicava uno specchio lì vicino.
 
Risi.
 
Questa persona mi sembrava veramente sicura di se, molto simile agli umani megalomani.
 
I comportamenti, qui, dovrebbero cambiare solo al meglio. Per tutti è così, io sono solo un eccezione!–Parlò una voce maschile.
 
Saltai sul posto, per lo spavento.
 
Ma è impazzito?
 
Stavo già per girarmi e dirgliene quattro, quando mi accorsi che mi aveva letto nel pensiero.
 
È impossibile… forse, senza volerlo, ho parlato ad alta voce.
 
Sentii una risata, dietro di me.
 
Finalmente mi girai.
 
Un ragazzo dalla carnagione color biscotto, capelli castani e occhi dorati, si stava prendendo gioco di me.
 
Non feci molto caso al suo atteggiamento ma il suo aspetto mi catturò.
 
Non avevo mai visto e nemmeno immaginato che un elnifee potesse avere la pelle così scura… nemmeno Atanvar me l’ha mai accennato…
 
Eh eh! Lo so. Come ti ho già detto, sono unico.–Disse.
 
Mi aveva di nuovo letto nel pensiero.
 
Maledetto ficcanaso! Non leggermi la mente.
 
E tu non rendere i tuoi pensieri accessibili a chiunque.–Guardò il mio volto confuso. –Ma vedo che nemmeno sai di cosa parlo. Va bene… ora non c’è tempo, vieni con me.
 
Come fa a sapere che ho poco tempo?
 
Tutto ciò era molto più complesso di quanto immaginavo. Se mi rifiutavo di seguirlo, avrebbe sicuramente raccontato la mia storia al resto del Regno, quindi ero in trappola.
 
Non lo farei mai, ma ti prego… vieni!
 
Mi decisi e lo seguii nello specchio.
 
L’ambiente al suo interno era molto simile ad una comune casa umana.
 
Forse è solo lui che ha questa tendenza…
 
Seguimi. –Mi invitò.
 
Entrammo in una stanza che fungeva da studio.
 
Era piena di piccoli e grandi modelli di Pianeti. Molti mi erano sconosciuti ma uno dei più grandi, mi sorprese.
 
La terra!
 
Mi avvicinai per osservarlo meglio. Era davvero ben accurato ed ogni luogo era scritto a mano.
 
Questo particolare, mi sorprese. Sembrava l’avesse scritto lui stesso.
 
Ma come avrà fatto a viaggiare così tanto?! È impossibile! A meno che… qui le persone abbiano più anni di quelli che dimostrano…
 
Anche in questo caso, però, era molto improbabile, siccome anche gli altri pianeti erano stati scritti a mano e con la stessa calligrafia.
 
Vieni, passa di qua. Sbrigati. Willwarnee ed Atanvar non riescono a trovare il coraggio di andare avanti. Devi capirli, in fondo c’è un motivo se tu ci sei riuscita, sei la Prescelta. –Disse, toccando un punto della libreria e scoprendo uno specchio con la cornice dorata.
 
Come fai a sapere tutto questo?–Chiesi.
 
Diciamo che è un dono momentaneo.–Rispose, sorridendo.
 
Lo fissai.
 
Sai perché sono bloccati?–Mi preoccupai.
 
Willwarnee è persa nell’amore che prova per Atanvar… -Il cuore mi si strinse, al suono di quella frase. -… Atanvar è perso nella mi… nella morte del padre.
 
Non mi accorsi che aveva corretto la frase, presa al pensiero che i miei amici avevano bisogno di me, avevano solo me.
 
Ok, allora vado.–Dissi.
 
Arrivai davanti lo specchio quando lui mi fermò.
 
Dai questo ad Atanvar. –Mi porse uno strano bracciale di stoffa molto elaborato, color oro.
 
Certamente. –Sorrisi e presi il dono.
 
Ricambiò invecchiando piano piano, fino a dissolversi.
 
Entrai nello specchio.
 
Il padre di Atanvar…
 
 
 
Mi ritrovai in un ambiente totalmente scuro.
 
Non posso essere arrivata in un altro Regno…
 
Ero in un punto, dove avrei visto sicuramente i miei amici.
 
Intatti, poco dopo, apparve Willwarnee.
 
Stringeva la mano ad un finto Atanvar e lo guardava con occhi persi.
 
Mi avvicinai a loro, con tristezza.
 
Ho sfasciato tutto io…
 
Appena mi vide, Willwarnee indietreggiò.
 
Vattene questo è il mio mondo! Tu non puoi esistere! Tu sei la causa di tutto!–Urlò, disperata.
 
Si stava allontanando.
 
Will, aspetta. Lo sai che non è la realtà ciò che ti circonda. Ti prego… non farti sopraffare. –Dissi, avvicinandomi.
 
Si fermò e mi guardò.
 
Tu mi hai rubato il mio vero amore…-Iniziò a dire.
 
Ed io te lo ridarò. Lui non ama me, ama TE. Non qui, ma nella realtà. Io lo so.–Finì.
 
Sgranò gli occhi.
 
Ma… ma… non può essere vero…
 
Il miei doni e il mio istinto sono molto pesanti. Riesco sempre a sapere la verità. Può anche credere di amare me, ora. Ma lui ama te, da sempre. Vieni?–Le porsi la mano.
 
Con mia sorpresa non ebbe un secondo di tentennamento.
 
Corse immediatamente verso di me e mi abbracciò.
 
Nello stesso istante, il finto Atanvar si dissolse.
 
Ricambiai il suo abbraccio.
 
Ora cerchiamo Atanvar. Suo padre mi ha dato qualcosa da consegnarli.–La incitai.
 
Non fece domande e mi seguì.
 
Dopo qualche ora trovai Atanvar, che lottava contro un uomo.
 
È colui che ha ucciso il padre.–Sussurrò, Willwarnee.
 
Vedevo la stessa furia che aveva mostrato al ballo, triplicare.
 
Non aveva lontanamente ombra di lucidità.
 
Ci riguardammo.
 
Non sembra proprio esserci nessuna via d’uscita, per lui… oh Dea! Aiutami tu.
 
Atanvar stava urlando.
 
L’avversario lo stava superando di gran lunga.
 
I suoi occhi erano vitrei.
 
Willwarnee mi strinse un braccio.
 
Ti prego, fai qualcosa!–Disse.
 
Strinsi i pugni. Non sapevo cosa fare, non avevo mai visto tanto odio, tanta sofferenza in un solo istante.
 
Ad un certo punto riaprii il pugno, colta dall’ispirazione.
 
Avevo stretto il regalo del padre.
 
Mi avvicinai ad Atanvar che stava per essere sopraffatto.
 
Chiusi gli occhi.
 
Vai da lui.
 
Così pensando, il bracciale raggiunse Atanvar e si fermò a mezz’aria. Lui era catturato dall’oggetto e smise di lottare.
 
Il finto avversario stava ancora cercando di colpirlo, quando lui toccò il bracciale.
 
 
Tutto, intorno a noi tre, cambiò.
 
Eravamo su di una pianura color del cielo.
 
Sorrisi. Ci sono riuscita!
 
Willwarnee stava andando incontro ad Atanvar.
 
Resta qui, aspettalo.–Gli sussurrai, bloccandola dal braccio.
 
Sembrava volesse ribellarsi, ma poi capì e mi assecondò.
 
Intanto Atanvar si era avvicinato alla figura più anziana del ragazzo che avevo visto.
 
Il padre lo abbracciò.
 
“Figlio mio, basta. Hai sofferto troppo per qualcosa che non ti dovrebbe toccare. Sono gli sbagli della mia vita, tu ne devi costruire una tua, partendo da zero…”–Iniziò a dire.
 
Ma padre… non ci riesco…-Atanvar aveva iniziato a piangere tra le sue braccia, come un bambino.
 
Il padre lo allontanò, per guardarlo meglio.
 
“Ti ho fatto dare questo bracciale perché contiene una parte di me. So che non supererai mai la mia morte… perciò… ora starò vicino a te. Così potrai costruirti una tua vita… promettimelo, figlio.”–Disse, toccando il bracciale.
 
Atanvar, sorrise radioso.
 
Te lo prometto!–Così dicendo, mise il bracciale.
 
Subito il suo volto si rilasso come non faceva da molto tempo. Io non lo avevo mai visto così.
 
Ecco il vero Atanvar…
 
“Ora devo andare. Inizia con il piede giusto, la tua vita… Arrivederci!”–Abbracciò un ultima volta il figlio e scomparve definitivamente, lasciandomi un sorriso.
 
Atanvar ci corse incontro.
 
Willwarnee era molto triste, non era più sicura delle mie parole. Io, dal mio conto, non ero mai stata così sicura.
 
Infatti, Atanvar prese immediatamente Willwarnee in braccio e la fece girare più volte, mentre la baciava.
 
Ti amo da sempre, Will!! Scusami davvero se ti ho fatto soffire!–Diceva, con gioia.
 
Willwarnee piangeva di felicità e ricambiava.
 
Il vero amore… che potenza che ha…
 
Uno specchio apparve a pochi passi da me. Era ora di continuare il viaggio.
 
Loro due erano ancora immersi nel loro mondo e non li volli disturbare.
 
Attraversai da sola, spontaneamente, lo specchio.
 
La loro spontaneità…
 
La loro complicità…
 
Lo sapevo già da molto che erano destinati a stare insieme…
 
È proprio vero che l’amore vero non si ferma davanti a niente…
 
Abbassai la testa.
 
Il mio si era fermato.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE:
 
Eccomi con un nuovo capitolo.
 
Ci ho impiegato molti giorni per farlo, dopo che sono tornata a Parigi. Ma sono fiera del mio lavoro xD
 
Qui Moon diventerà sempre più sola e inizia la fase degli allenamenti.
 
Ci saranno ancora molti colpi di scena… forse altre morti…
 
Ma meglio non anticipare niente…
 
Spero vi sia piaciuto il capitolo e pre-metto che da qui in poi saranno più distanti perché inizio a studiare sia per la patente che per la scuola.
 
Comunque mi sentirete ancora :)
 
A presto!
 
-W
   
 
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