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Autore: Funeral of Hearts    04/08/2012    5 recensioni
Spoiler. Fan fiction ambientata dopo la saga di Punk Hazard. Con l'andare avanti della storia, probabilmente cambierò anche il genere e il rating.
Le streghe esistono. La loro è una storia di tormenti e persecuzioni, vite vissute senza pace, sempre in fuga da chi si vuole impadronire del loro potere per sfruttarlo - oppure per schiacciarlo definitivamente. Su di loro grava una maledizione che le ha quasi portate all'estinzione. Quasi, perché ancora qualcuno resiste. E non smetterà finchè non avrà posto fine al maleficio. Perché soltanto in quel momento si potrà dedicare alla realizzazione del suo sogno, messo a lungo - troppo a lungo - da parte.
Ma da soli è difficile. Sarà l'incontro, fortuito, con una delle ciurme più ricercate dei mari, potenziate dall'alleanza di pirati altrettanto famosi, a squarciare con un fascio di speranza un cielo rimasto per troppo tempo oscuro.
Dal capitolo sei:
“Dicci chi sei.”
“Luotisade Lilith, la 'Strega Rivoluzionaria'.” la voce di Trafalgar Law risuonò su tutto il ponte.
“Law...” sussurrò la ragazza chiamata Lilith, smettendo di accarezzare Bepo e guardando dritto negli occhi il capitano degli Hearts, accennando un sorriso.
“Tervetuloa laivalle, Miss Lilith.”
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mugiwara, Nuovo personaggio, Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO TRE

 

 

ROGO

 

 

La morale est la faiblesse de la cervelle.

Arthur Rimbaud, Une saison en enfer, 1873

 

 

 

I pirati erano rimasti immobili ad osservare l'uomo allontanarsi sghignazzando con i figli che lo precedevano, impazienti di vedere “la strega che bruciava”. Tra i tre pirati, rimasti fermi dov'erano, era calato il gelo.
Il primo a rompere quel silenzio assordante fu Rufy:
“Sanji...”
Il biondo tirò una boccata di fumo.
“Non ho più fame.”
Sanji espirò e gettò in terra la cicca, calpestandola.
Rufy Cappello di Paglia non avrebbe mai detto una cosa del genere senza un motivo ben preciso. La questione della strega da bruciare lo aveva indubbiamente colpito. Non sapeva che colpe potesse avere, ma una persona, per quanto malvagia potesse essere stata, non meritava davvero una fine atroce come quella.
“Che cosa vuoi fare, capitano?” chiese finalmente il cuoco.
“Voglio andare in paese.” dichiarò, battendosi un pugno sul palmo della mano.
Sanji si era immaginato una risposta del genere da parte del suo capitano. Quello che non riusciva a spiegarsi era invece il comportamento di Law. Si aspettava una qualche replica che non arrivò mai. Inoltre, da quando quell'uomo se ne era andato, si era chiuso nel mutismo più assoluto. Ma il biondo aveva notato, anche se era stato solo per un attimo, che quando l'uomo aveva pronunciato quella frase, il capitano degli Hearts aveva sbarrato gli occhi e stretto i pugni, come se fremesse di rabbia. Quella faccenda aveva colpito anche lui, anche se stentava a crederlo. Non riusciva a immaginare che un tipo freddo e spietato come Trafalgar Law si facesse coinvolgere emotivamente in certe questioni.
“Ti vuoi sbrigare?!?” esortò Rufy che, nell'attimo in cui si era distratto nei suoi pensieri, si era già avviato lungo il sentiero seguito da Law.
“Ehi, aspetta!” gridò Sanji, cominciando a correre per raggiungere i due capitani.
Cominciò la corsa verso il paese di Priah.
“Sanji?” chiese Rufy mentre, correndo, attraversavano la collina che avevano visto dalla nave.
“Che vuoi?”
“Tu hai mai visto una strega?”
“No, e tu?
“Neanch'io.” Pensò un attimo. “Come faremo a riconoscerla?”
“Quel tipo ha detto che la bruceranno. Potrebbe essere...” deglutì “... già sul rogo.”
“E secondo te com'è fatta?”
“Beh, nelle favole di solito è una vecchina con la gobba, i capelli bianchi, il naso bitorzoluto con un gran porro, cammina col bastone, ha un fazzoletto tra i capelli...”
“E se avesse invece un cappello a punta?”
“Ed io che ne so?!?” ruggì il cuoco facendo i denti da squalo.
“Beh, in ogni caso... assomiglierebbe a una vecchia megera!” disse Rufy portandosi pollice e indice sotto il mento, come se avesse appena formulato un pensiero profondo. Poi guardò Sanjj:
“Perché vuoi salvare una vecchia megera? Non ti piacciono solo le ragazze giovani?”
“Perché è una questione di principio!” sbraitò il cuoco mostrando nuovamente i denti animaleschi. “Un gentiluomo deve sempre aiutare una donzella in difficoltà, a prescindere dalla sua età!” sentenziò, ridandosi contegno.
“E tu Rufy, perché la vuoi salvare?” aggiunse un attimo dopo.
“Perché voglio chiederle di unirsi alla nostra ciurma!” esclamò il ragazzo con gli occhi che diventavano due stelle luminose.
“Pensi davvero che una vecchietta possa accettare di unirsi a dei pirati?” chiese con un misto di sconsolazione e sconforto Sanji.
“Navigheremo per il Nuovo Mondo, combatteremo nemici sempre più forti e lei li sconfiggerà con le sue potenti magie... Sarebbe troppo divertente vedere i marines che ci inseguono trasformati in rospi!” ecco che lo faceva di nuovo. Senza ascoltare ciò che gli veniva detto, fantasticava su una persona che non aveva ancora visto e che già immaginava si fosse unita senza problemi al suo equipaggio. In questo frangente si era spinto oltre, supponendo anche i tipi di attacco della persona in questione. Tipico di Rufy.
Nel frattempo erano giunti al bivio.
“Andiamo a sinistra!” urlò sterzando bruscamente.
“No zuccone, dobbiamo andare a destra!!” gli gridò il cuoco afferrandolo per il bavero e, riportandolo, letteralmente, sulla retta via.
Dovettero correre ancora per poco. Una volta superato il bivio, il paese si stagliava davanti a loro. Rufy si stava già lanciando ma venne fermato da Sanji.
“Non possiamo rischiare di farci riconoscere.” spiegò il cuoco.
“Secondo voi, dov'è la strega?” rispose infischiandosene del suggerimento.
“Il signore ha parlato della piazza, ci dirigeremo là.”
Fu piuttosto facile trovarla. In giro non c'era nessuno a cui chiedere informazioni, ma bastò loro seguire i rumori e gli schiamazzi della gente.
Finalmente arrivarono. Si fermarono all'angolo di una stradina che immetteva nella piazza; in questo modo avrebbero avuto una buona visuale del centro evitando la calca. La piazza, di forma ellittica, era circondate da case basse, piccole ma graziose con i balconi in ferro battuto ai quali erano appesi vasi di gerani in fiore. Era illuminata da numerose fiaccole che ne definivano il perimetro e lasciavano intravedere il verde delle persiane e il rosso delle tegole in cotto dei tetti. In uno dei fuochi si trovava un pozzo, chiuso per l'occasione, in modo che alcuni degli abitanti vi potessero stare sopra in piedi per assistere al macabro spettacolo. Il rogo era stato infatti allestito nell'altro punto focale della piazza: un'alta pira con un grosso palo in cima, e accanto una specie di ponteggio mobile in legno. L'attenzione dei cittadini era catalizzata dall'uomo in piedi sul ponteggio, un tizio non molto alto, vestito elegantemente con un completo nero; dalla giacca abbottonata si vedeva il colletto della camicia bianca, sulla quale risaltava una cravatta rosso scuro. Sotto la bombetta che indossava, si scorgevano un paio di grossi baffi grigi. Stava leggendo con enfasi una pergamena; molto probabilmente la condanna a morte della strega.
“Sanji... ma non avevi detto che le streghe erano delle vecchiette?”
“Sì, perché?” chiese il cuoco accendendosi una sigaretta, e che fino a quel momento aveva guardato solo l'uomo che parlava.
“Guarda.” disse Rufy indicando la pira.
A Sanji cadde la sigaretta di bocca dallo stupore. Quella era una strega? Altro che vecchina con la gobba e il porro sul naso! Davanti ai loro occhi, legata al palo in cima alla pira, vi era una giovane ragazza, forse poco più che ventenne, con lunghi capelli scuri, spettinati, che le ricadevano sul viso e che, in parte, lo nascondevano. Un pezzo di stoffa sudicia, allacciata dietro la nuca, le tappava la bocca. Aveva i polsi legati con una grossa corda ad un palo di legno, dietro la schiena, e teneva il busto piegato in avanti, come se facesse fatica a stare diritta. Indossava uno straccio bianco, sporco e logoro, che le faceva da vestito, tenuto da una corda in vita, che le copriva il corpo dalle spalle fino alle ginocchia; probabilmente la sua divisa da prigioniera. Le braccia e le gambe, scoperte, lasciavano vedere lividi, bruciature e croste; segno evidente delle torture che aveva subito.
Sanji era allibito. Come avevano potuto,
come avevano osato! fare una cosa del genere ad una giovane fanciulla? Si girò verso Rufy, per chiedergli come dovevano agire – perché dovevano fare qualcosa! – ma le parole gli si bloccarono in gola. Il volto del suo capitano era serio come in pochissime occasioni gli era capitato di vedere. Era uno sguardo che non compariva quasi mai sulla faccia di Rufy, sempre allegro e spensierato. Ma quell'assurda situazione aveva scioccato anche lui.
Ma ciò che più sconvolgeva i loro animi – e Sanji era sicuro di poter parlare per tutti e tre i pirati lì presenti – era la gente che incitava la morte della ragazza. Non vi era
nemmeno una sola voce fuori dal coro che ne prendesse le difese.
In quel preciso momento però la folla aveva cominciato a urlare contro l'uomo con la bombetta, non soddisfatta di ciò che aveva detto, o forse perché solo stanca di attendere oltre.
“Per favore, signori, calmatevi!” incitò dall'alto del ponteggio. “Siamo in una democrazia, noi, e tutti hanno il diritto ad una seconda possibilità!” Osservò disgustato la ragazza inerme “Anche le persone peggiori di questo mondo.” disse con disprezzo; anche se non servì a molto per placare la folla.
Si voltò verso la giovane:
“Strega, vuoi tu dunque essere perdonata dei tuoi peccati e fare abiura, rinunciando per sempre ai tuoi poteri maligni, per riacquistare la libertà e condurre finalmente una vita normale, libera dal tormento che ti ha perseguitato per questi anni?” pronunciò allargando le braccia per enfatizzare ancora di più le sue parole.
La ragazza, lentamente, si mise dritta e provò ad alzare la testa. Esasperato dalla sua lentezza, l'uomo con la bombetta le mise la mano sotto al mento facendole alzare di scatto la testa, in modo da poterla vedere in viso, nonostante i capelli di lei ancora lo nascondessero. Usando la mano libera, le abbassò con uno strattone la pezza sulla bocca.
“Allora, dicci, che cosa hai deciso di fare?” chiese con lo stesso tono imperioso.
La ragazza, per tutta risposta, gli sputò in faccia.

 

 

 

 

* * * * *

 

 

 

 

NdA: e abbiamo finito anche questo. Di nuovo Rimbaud all'inizio. Amo i poeti maledetti francesi, ve li proporrò ancora e ancora, je suis desolée.
Mi piaceva l'idea di concludere così questo capitolo. E sono rimasta anche abbastanza fedele alla prima stesura che avevo scritto. Una domanda: la scena finale non vi ricorda niente? Provate a fare mente locale per un attimo... ci siete quasi... Esatto!
Il Gobbo di Notre Dame. Cosa ci volete fare, da bambina sono cresciuta a pane e cartoni della Disney. Altre mie influenze – oltre ai poeti francesi –si vedranno nei prossimi capitoli, forse.
Dico forse perché non so se continuare questa ff. Non mi sembra che stia riscuotendo molto successo.
Spero proprio di sbagliarmi.
Ad ogni modo, io sono qua per rispondere ad ogni vostro dubbio o curiosità, quindi non siate timidi e chiedete pure!
E, per finire, il mea culpa. Ebbene sì, devo chiedere scusa a tutti coloro che finora hanno commentato e/o seguito questa mia storia. E approfitto adesso (lo so, avrei dovuto farlo prima!) per ringraziare:
Silvia97, Sammy__ e Zandeng per aver commentato;
Silvia97 e Zandeng per aver inserito questa ff tra le storie preferite;
Monkey Chin, Shaila, Sammy__ e Yuchimiki per averla inserita tra le storie seguite;
la mia gattina che mi stermina le zanzare mentre scrivo.
E se ve lo state chiedendo... sì, qualcuno si è preso più di un ringraziamento, e le zanzare sono un vero tormento. PS: mi sono accorta tardi di alcune imprecisazioni, e le correggo ora, chiedo scusa.
Alla prossima!

  
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