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Autore: MyImmortal_    04/08/2012    14 recensioni
Conoscerete tutti il film Titanic, vero? Bene.
Qui troviamo un Jack/Louis, una Rose/Harry, un Fabrizio/Zayn, un Tommy/Liam ed un nuovo personaggio. Il cugino di Rose/Niall.
Principalmente Larry e Ziall, se non gradite non leggete!!
Spero in qualche recensione e di non aver rovinato il film!
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'They Don't Know About Us'
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Harry
L’acqua gelida ci inghiottì subito dopo essere riuscito a prendere aria. Louis mi fece lasciare il parapetto e prese a dimenarsi.
Poco dopo sentii la sua mano lasciare la mia, per qualche motivo. Aprii gli occhi, che bruciavano da paura a contatto con il sale,
e non lo vidi più. Mossi le mani, cercando un contatto con lui che però non arrivò.
Dovetti riemergere a causa dell’assenza di ossigeno nei miei polmoni.
Una volta fuori dall’acqua respirai profondamente, ritrovandomi in mezzo a tantissime persone che urlavano,
che si dimenavano cercando di restare a galla. Mi guardai intorno, ma non lo vidi da nessuna parte.
–Louis!!-, gridai, cercandolo con lo sguardo. –Louis! Louis!!-, lo chiamai ancora, sentendo gli occhi inumidirsi a causa delle lacrime.
–Louis!-, urlai ancora una volta, prima che un uomo, in preda al panico mi si avvicinasse e,
nel tentativo di restare a galla, si aggrappasse alle mie spalle, mandandomi sott’acqua.
Presi a dimenarmi, riemergendo poco dopo. –Louis!-, riuscii a chiamare, prima che quello mi rimandasse sotto.
Ero sopravvissuto al Titanic e sarei dovuto morire per una cosa così stupida?! Assolutamente no!
Mi feci forza e lo scansai, riuscendo a riemergere nuovamente. –Louis! Louis!-, tentai ancora,
disperato all’idea di averlo perso. –Harry!-, ma mi sbagliavo. Lo vidi venire verso di me a grandi bracciate,
esclamando –Harry!!-. –Lascialo!-, continuò, mollando un pugno all’uomo e liberandomi così dalla sua presa.
–Nuota Harry! Devi nuotare!-, mi disse allontanandosi con me al seguito. –E’ gelida!-, dissi d’un tratto fermandomi.
–No, Harry, devi continuare a nuotare!-, esclamò lui, prendendomi per mano e riprendendo il suo percorso.
Ci allontanammo da quell’ammasso di persone e solo allora ci fermammo. Si guardò intorno,
alla ricerca di qualcosa, sino a che non trovò una porta che galleggiava. Con un ultimo sforzo nuotammo verso essa e mi issò sulle braccia.
–Coraggio, sali...-, mormorò mentre mi arrampicavo sul legno. Mi spostai di lato, per fargli spazio.
Fece forza sulle braccia, provando a salire, ma la porta si inclinò, in principio di ribaltarsi, così lui tornò in acqua.
–Va bene, va bene. Resta tu lì…-, farfugliò mettendosi davanti a me.
I fremiti scuotevano il mio corpo come fossi stato una foglia e non potevo fare molto per fermarli.
–Ce la caveremo, vedrai…-, disse ancora, le labbra che tremavano e i denti che battevano.
Si allontanò per un momento, raggiungendo quello che dedussi essere la testiera di un chissà quale letto,
in legno anche quella. Tornò da me e si appoggiò con il busto ad essa, arrivando a stringermi le mani nelle sue,
le manette ancora ai polsi, seppur rotte. –Ce la caveremo, vedrai…-, bisbigliò ancora,
guardandomi con gli occhi azzurri tutti rossi. Annuii appena, chinandomi a soffiare sulle nostre mani,
nel tentativo di scaldarle. Iniziavo ad avere seriamente paura, tanta paura.
Le scialuppe se non si vedevano ed avevo paura saremmo morti lì così.
–Le scialuppe torneranno a prenderci. Si sono dovute allontanare per non essere risucchiate,
ma adesso torneranno. Tu resisti, mi raccomando…-, disse ancora, provando a rassicurarmi,
come mi avesse letto nella mente. Annuii, non troppo convinto, mentre il fiato che usciva dalla bocca e
dal naso si condensava in una nuvoletta di fumo. Tramite le nostre mani unite potevo chiaramente sentire il suo tremore,
uguale al mio del resto. Più il tempo passava più la gente si zittiva, smetteva di dimenarsi, moriva.
–Si sta acquietando…-, mormorai con un filo di voce. –Ci vorranno un paio di minuti per organizzare le barche…-, spiegò.
–Non so tu ma una volta finita questa storia ho intenzione di scrivere una bella letta di protesta alla
White Star riguardante l’accaduto!-, aggiunse, ridacchiando. Per quanto l’avessi trovata carina come battuta mi sentivo troppo,
davvero troppo stanco anche solo per sorridere. –Ti amo Lou…-, farfugliai a bassa voce. Lui tornò subito serio,
aumentando le stretta sulle mie mani. –Non farlo, Harry. Non dire addio…-, balbettò a causa del tremore delle sue labbra.
–Sento tanto freddo…-, risposi ed era vero. Iniziavo a non sentire più il mio corpo da quanto freddo sentivo.
Era tanto, troppo da sostenere.
–Senti Harry…-, iniziò, issandosi meglio sulla testiera in legno e guardandomi negli occhi
–Tu non morirai. Tu te la caverai. Morirai fra tanti anni, quando sarai vecchio, nel tuo letto e al calduccio.
Non ora. Non qui. Non così. Sono stato chiaro?!-.
–Non sento più il mio corpo..-, sussurrai in risposta.
Lui scosse appena il capo, come a voler scacciare ciò che avevo appena detto.
–Vincere quel biglietto è stata la cosa più bella che potesse mai capitarmi, Harry… E sono grato al destino per questo.
Harry, devi farmi una promessa. Promettimi che non ti arrenderai mai, qualunque cosa accada.
Che andrai avanti e continuerai ad essere forte come sei. Che…-.
–Louis, perché dici così?-, domandai interrompendolo, non capendo dove volesse arrivare.
–No, ti prego fammi finire. Che ti sposerai, avrai dei bambini in qualche modo,
che sopravvivrai e tirerai avanti per quanto sia disperata la situazione. Promettilo adesso Harry,
per favore…-, concluse, gli occhi azzurri velati di lacrime. –Lo prometto…-, mormorai con la poca voce che avevo.
–E non dimenticarlo mai, sono stato chiaro?-, concluse, accarezzandomi il dorso della mano con un pollice.
–Non la dimenticherò mai, non la dimenticherò…-, lo rassicurai, annuendo. Lui sorrise appena.
–Anche io ti amo, sappilo…-, mormorò poi. Allora divenni io quello serio. –Lo hai detto tu. Lou, non dire addio.
Ripetimelo quando tutta questa storia sarà finita, ok?!-, lo ripresi, balbettando un po’ per il freddo.
Vidi una lacrima solcare la sua guancia destra e subito si congelò, diventando un piccolo cristallo di ghiaccio.
–Si, hai ragione. E finirà presto, non preoccuparti…-, concordò, sollevandosi sugli avambracci e sporgendosi verso di me,
baciandomi dolcemente. Le labbra erano secche, screpolate e tagliavano le mie a causa del leggero ghiaccio che vi si era creato.
Ma nonostante questo riuscii chiaramente a sentire tutto l’amore che provava nei miei confronti, sconfinato e puro.
Subito dopo se ne tornò a mollo, appoggiando il mento sull’asse di legno. Io, terribilmente stanco, mi sdraiai,
appoggiando il viso affianco alle nostre mani unite, respirandoci sopra per scaldarle un po’.
Passò ancora del tempo, e mano a mano il silenzio più totale si impadronì di noi. Né io né Louis aprimmo più bocca.
Ben presto persi la cognizione del tempo, sempre più stanco. Avevo voglia di mollare tutto, riposare, per sempre probabilmente, ma le mani strette a quelle di Lou mi ricordavano che c’era lui. Non potevo abbandonarlo, non potevo e non volevo perderlo. Avevo
già perso troppo. Ripensai alla vita, a quanto poteva essere crudele e stramba.
Avevo intrapreso un viaggio che definire meraviglioso non rendeva l’idea, avevo scoperto la mia omosessualità,
avevo rinnegato la mia famiglia, avevo incontrato l’amore della mia vita… E poi avevo perso tutto.
Mio cugino, Zayn, mia madre... Non potevo permetterlo anche con lui. No. Lui mi aveva amato, io lo avevo amato,
mi aveva fatto ridere e piangere, tante volte, mi aveva dato i brividi con un semplice tocco o un semplice bacio,
mi aveva fatto suo, mi aveva reso la persona più felice del mondo.
E la nostra storia non meritava di finire così, assolutamente no.
Tu Josephine sulla macchina vieni con me, più su…vola con me…-, canticchiai in un sussurro, per tenermi sveglio.
Non sapevo perché quella canzone. Forse perché ma l’aveva cantata quando mi ero reso conto di amarlo.
Tu Josephine sulla macchine…-, mi interruppi, scorgendo qualcosa in lontananza.
La vista era leggermente appannata, forse dalla stanchezza, ma mi sforzai di metterla più a fuoco,
curioso di scoprire cosa fosse quel puntino di luce che tanto aveva attirato la mia attenzione.
Riconobbi poco dopo una piccola barca, con a bordo degli uomini. Una scialuppa.
–C’è qualcuno ancora vivo laggiù?!-, urlò l’uomo che teneva in mano una piccola lampada.
La voce era famigliare… Certo, il giovane marinaio che ci aveva fatto salire me, Niall, Liam e Danielle.
–Louis? Louis?-, lo chiamai con un filo di voce. Non mi rispose. Non gliene diedi una colpa,
in quanto doveva essere difficile potermi sentire. –C’è una scialuppa…-, continuai piano.
–Lou…-, mormorai ancora, sollevandomi lentamente sui gomiti, a guardarlo.
Era rimasto nella stessa identica posizione precedente, gli occhi chiusi però.
La stanchezza doveva averlo fatto addormentare. I suoi capelli si erano asciugati ed erano ricoperti da uno strato di brina,
come sulle sopracciglia, sulle labbra, e sulle palpebre. Il volto stranamente cereo. 
–C’è una scialuppa Lou…-, ritentai, leggermente più forte. Ancora niente. un brutto presentimento mi balenò in mente.
–Louis?-, mormorai, scrollando appena le sue mani, nelle mie ancora.
–Lou? Louis?!-, lo chiamai ancora, sperando che aprisse gli occhi. No. Ti prego, ti prego no… -Siamo qui.
Tornate indietro…-, dissi piano, la barca che pian piano si allontanava. Doveva essere un’esclamazione,
un urlo, ma la voce era morta nella mia gola. –Louis? Ti prego Lou, svegliati…-, farfugliai un’ultima volta,
la vista annebbiata dalle lacrime. Ancora nessuna risposta. Le lacrime presero a scorrere sul mio viso,
senza che potessi fare niente per fermarle. Non poteva essere morto. Non poteva.
Doveva resistere per lui, per me, per noi. –Louis ti prego…apri gli occhi…-, singhiozzai,
appoggiando la fronte sulle nostre mani. Le mie spalle tremavano, scosse dai violenti fremiti dei singhiozzi.
Era morto. Era rimasto in acqua per salvarmi. Ed era morto.
–C’è nessuno che mi sente?!-, urlò ancora il marinaio.
–Siamo qui…siamo qui…-, singhiozzai, parlando al plurale, come se fosse stato ancora in vita.
-C’è qualcuno?!-, esclamò un’ultima volta. –Tornate indietro. Vi prego, siamo qui…-, dissi,
piangendo ancora disperatamente, ma ovviamente non mi avevano sentito. Non volevo lasciarlo.
Ma non potevo neanche rendere il suo sacrificio vano. –Non lo dimenticherò Louis. Te lo prometto.
Non lo dimenticherò…-, singhiozzai, alludendo alla promessa fatta poco prima.
Staccai a forza le sue mani dalle mie, in quanto si erano gelate assieme, e gli lasciai un bacio sulla fronte,
prima di lasciarlo andare. Smosso da una flebile corrente, il suo corpo privo di vita,
ancora appoggiato all’asse, si allontanò lentamente, inoltrandosi nella distesa scura che era l’Oceano.
Lo guardai allontanarsi, singhiozzando più volte, asciugandomi gli occhi con il dorso della mano.
Dopodiché mi voltai a guardare la barca, una sagoma indefinita oramai.
Sicuro che non mi avrebbero mai sentito se li avessi provati a chiamare ancora,
mi gettai in acqua e nuotai sino ad un ufficiale, morto anche lui. Al collo aveva un fischietto.
Lo portai alla bocca e presi a soffiare ripetutamente, per farmi sentire.
Dopo poco sentii la voce del ragazzo esclamare –Girate la scialuppa!-. Mi avevano sentito.
Tornarono verso di me in poco tempo, aiutandomi a salire a bordo. Mi avvolsero in una coperta per riscaldarmi,
in quanto ero in preda all’ipotermia oramai. Oltre a me, su quella barca, c’erano altre cinque persone.
Di tutte le 1500 persone finite in acqua solo noi eravamo stati salvati.
Mentre remavano via da quel campo di morte, guardai un’ultima vola lui. Era un puntino indefinito, oramai,
che si faceva via via più piccolo. Una lacrima scese ancora sul mio viso, prima che mi sdraiassi e cercassi di riposare,
su consiglio del giovane marinaio. Dormii poco e niente, un sonno tormentato dagli incubi,
fino a che non raggiungemmo l’unica nave che era accorsa in aiuto del Titanic, la Carpathia.
Ci aiutarono a salire e ci disposero sul ponte, mentre l’alba insorgeva.
Vari inservienti giravano tra di noi naufraghi, facendo domande, ed alcuni, quasi tutte donne,
chiedevano informazioni, probabilmente cercando il proprio marito o il proprio compagno.
Ma niente e scoppiavano in lacrime. Io le avevo finite, oramai.
–Signora, sono tutti di terza classe. Non credo troverà nessuno quaggiù…-, disse autoritario un uomo.
Mi voltai, per vedere chi fosse, e mi nascosi meglio nella coperta, riconoscendo Caroline.
Si aggirò un po’ per il ponte, il volto quasi angosciato, per poi andarsene,
per fortuna senza vedermi o rendersi conto che fossi io. Navigammo tutto il giorno, giungendo a New York di sera oramai.
Aveva anche cominciato a piovere. Io mi ero portato verso la prua,
incurante dell’acqua che cadeva incessante sul mio corpo, bagnandomi completamente,
a guardare la Statua della Libertà, sotto la quale stavamo passando.
Un ufficiale mi si avvicinò, munito di ombrello, riparandomi così un po’ dall’acqua.
–Signore, deve dirmi il suo nome. -, disse serio. Lo guardai un attimo, mormorando
–Tomlinson. Harry James Tomlinson…-. Quello ringraziò e se ne andò, lasciandomi nuovamente sotto la pioggia.
Già, il secondo nome di Niall. Anche lui mi mancava terribilmente, così come Zayn,
ma con lui non sapevo come poterlo ricordare. Sapevo poco e niente di lui. Sospirai, tornando a volgere lo sguardo verso l’alto.
Ero grato a Louis. Lui mi aveva salvato, in tutti i modi in cui una persona può essere salvata.
Passarono una, due, tre stelle cadenti. Sorrisi. –Ciao ragazzi…-, mormorai,
sicuro che dietro di loro si nascondessero i sorrisi di mio cugino,
del mio amico e del mio ragazzo.
 
 
 

                                                                            FIN
 
#angolo Kikka
Ed è finita.
La storia, come vi avevo già annunciato.
Il prossimo sarà l’epilogo e poi ci sarà un capitoletto extra, che spero vi possa piacere :)
Spero anche di non farvi piangere come ho già fatto troppo! xD
Questo è un grande traguardo per me in quanto prima storia conclusa, escludendo le One Shot.
Sono felice ed orgogliosa del successo che ha avuto, lo ammetto!
Grazie a tutti voi che leggete, grazie a tutti voi che recensite soprattutto.
Ci vediamo per l’epilogo :’)
Kikka
 

  
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