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Autore: musicsafety    04/08/2012    5 recensioni
Ero sola. Completamente, unicamente sola. Con chi potevo parlare del mio problema?
Migliore amica? No, era in Italia.
Mamma? No, era morta.
Papà? No, lui non poteva sapere questa storia.
Fratellastro? Oh. No, era da escludere. Lui era il mio problema.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«E' così tu sei la sorellastra di Harold...»
Scandì lentamente quello mi ricordavo si chiamasse Louis, stringendo gli occhi fino a farli diventare due fessure.
Io lo corressi subito, lanciando un'occhiata sanguinaria a Harold.
«Tecnicamente, non sono ancora la sua sorellastra.»
Il riccio inarcò un sopracciglio schioccando la lingua per poi ricambiare lo sguardo.
Appena i suoi occhi incontrarono i miei capii d'aver fatto un'enorme sbaglio a stuzzicarlo in quel modo: il mio cuore ebbe un sussulto ma io, testarda, non abbassai la testa. Rimasi a fissarlo.
«La stai scannarizzando, Styles?»
Esordì...
Niall?
Sì, Niall.
Harry fu costretto a guardare l'amico, lasciandomi quindi tornare a respirare.
Fui grata al biondo che si stava divorando il terzo panino della mattinata.
«Stavo controllando se avesse un cervello, sì.»
Rispose tranquillamente il primo citato.
«E quando sei arrivata, Hope?»
Chiese Liam cercando di far cambiare piega alla situazione e infondendomi una sicurezza che non credevo possibile avere.
Gli sorrisi e mi sistemai meglio sull'amaca su cui mi ero accomodata, mentre gli altri erano tutti seduti su dei comodi divanetti bianchi di fronte a me, vicino alla piccola piscina.
«Ieri.»
«E' andato bene il viaggio?»
«Oh, sì. Grazie.»
Lui mi fece un occhiolino e tornò a guardare il resto del gruppo.
«Allora? Cos'è 'sta faccia da stoccafissi? Louis, prendi la chitarra che hai fatto cadere e dalla Niall. Niall, posa il panino che stai mangiando. Cominciamo le prove.»
Il biondo tentò di protestare ma venne subito demoralizzato dal viso severo del compagno.
Sbuffando fece per posare il cibo su un tavolino accanto a lui ma lo precedetti e lo afferrai io.
«Se non ti dispiace, lo finirei io.»
I suoi occhi brillarono e mi tese il sandwich senza discutere. Lo ringrazia velocemente e addentai il mio “quasi pranzo”.
Forse non sono così male. Nah.
Pensai continuando a fare quello che mi era sempre venuto meglio: mangiare.

Quando nell'aria risuonarono i primi accordi della canzone, mi resi conto che non mi era nuova.
Ragionai un attimo sulla melodia ma quando Liam iniziò a cantare, tutto mi parve più chiaro.

 “You're insecure,
Don't know what for,
You're turning heads
When you walk through the door...”

Senza accorgermene cominciai a canticchiare quelle parole, muovendo semplicemente la bocca.
Niall muoveva le dita con un movimento talmente fluido sulla chitarra che pensai fosse un tutt'uno con essa e gli altri quattro seguivano il tempo perfettamente, senza nessun problema.
Ma la mia voce si bloccò, non appena Harry aprì la bocca per cantare la sua parte.
Dei brividi mi percorsero la schiena ma tentai di nasconderlo fingendo di cercare qualcosa nella mia grossa borsa.
Sospirai lentamente e tornai a sedermi in tempo per il sentire il ritornello.
Le loro voci si completavano come se fossero da sempre destinati a fare quello, e i loro sguardi dicevano esattamente la stessa cosa.
Mi sorpresi a sorridere ma non smisi di farlo.
Quando il ragazzo dalla pelle ambrata e dai capelli col ciuffo attaccò la sua parte, mi resi conto che era la prima volta che sentivo la sua voce. O, almeno, la prima volta durante quella giornata.
«No. No ragazzi, così non va. Louis, abbassa la tonalità e Harry...? Harry, mi stai ascoltando?! Toccava a te. Ma a che stai pensando, oggi?!»
Liam interruppe la canzone attirando l'attenzione di tutti verso di sé.

 

Harry

«No. No ragazzi, così non va. Louis, abbassa la tonalità e Harry...? Harry, mi stai ascoltando?! Toccava a te. Ma a che stai pensando, oggi?!»
Distolsi lo sguardo dalla ragazza che avevo di fronte e guardai il mio amico.
«Scusa. Scusa, Liam. E' che...ho sete. Vado a prendere un bicchiere d'acqua.»
Borbottai alzandomi e dirigendomi verso la casa. Sentivo gli sguardi degli altri addosso ma non mi voltai. Avevo bisogno di stare un attimo da solo.
Da solo con me, vorrai dire.
Sbuffai, quando la stupida vocina del mio cervello rimbombò nella mia cassa timpanica, mentre afferravo un bicchiere da sopra il lavandino.
Dai Harry, dillo. A che cosa pensi? Eh? Su, raccontaci le tue pene.
Ma in che razza di rammollito mi stavo trasformando? Harry Edward Styles, è tutto fuori che un ragazzo tutto zucchero e miele.
Oh, che tenero. Mi stai facendo venire il diabete!
Urlò l'unico neurone presente nella mia minuscola testolina.
Alzai gli occhi al cielo e, durante l'azione, mi bloccai a metà strada: sulla finestra che dava sul cortile dove erano riuniti gli altri e, soprattutto, sulla scena piuttosto insolita che si era creata.
Hope stringeva tra le sue braccia la chitarra di Niall e muoveva le mani espertamente sulle corde. Posai il bicchiere sul bancone della cucina e i miei piedi si mossero automaticamente verso il giardino.
Sentii una leggera risata che associai immediatamente alla mia sorellastra e un brivido involontario mi fece sussultare.
Ma che cazz...?
Senza indugiare troppo sul da farsi, decisi che quello strano brivido era dovuto alla reazione che lo sbalzo di temperatura interno/esterno aveva provocato in me e uscii.
«Non sapevo sapessi suonare...»
Esordii io come un perfetto idiota.
Perché tu sei un perfetto idiota, Styles.
Tutti si voltarono verso di me e io feci finta di niente e continuai a camminare.
«Infatti io non so suonare. Me la cavo ma...»
La sua frase rimase sospesa nell'aria, come se lei non sapesse se continuare o no. Io non insistetti e tornai a sedermi.
Quella ragazza era strana. Molto, strana.

 

Hope

Harry si sedette tranquillamente al suo posto, mentre io riconsegnavo lo strumento al suo proprietario, sotto gli sguardi sorpresi e allegri degli altri.
Sì, sapevo suonare la chitarra.
E quindi? Era così difficile da credere?
L'avevo imparata da piccola, ma erano anni che...non suonavo più.
Non so quel giorno cosa mi aveva spinto a farlo ma avevo sentito il bisogno di provare di nuovo la sensazione delle corde tirate sotto le mie dita e del peso della cassa armonica sul petto.
Immediatamente, un ricordo riaffiorò nella mia mente: dei lunghi capelli biondi che svolazzavano sopra di me, mentre una risata familiare ma allo stesso tempo lontana riempiva l'aria con la sua chiarezza.
Imposi a me stessa di tornare alla realtà e non lasciarmi sopraffare da memorie ormai passate, quindi tornai ad ascoltare quelle cinque voci che, anche se mi costa ammetterlo, erano veramente angeliche.

 

Quando il biondo posò la chitarra indicando la fine delle prove sorrisi a tutti sinceramente sorpresa.
«Siete stati veramente bravi, ragazzi.»
Zayn accennò un sorriso e mi fece un cenno di ringraziamento con la mano, mentre Niall mi saltò praticamente al collo.
«Grazie, grazie, grazie!»
Esultò lui stringendomi. Io non ricambiai il gesto, colta alla sprovvista, ma appena mi resi conto della cosa risi e lo abbracciai.
«Prego, prego, prego!»
Harry distolse lo sguardo continuando la sua conversazione con Liam che mi fece il solito sorriso rassicurante e poi passai a Louis.
«Ma tu...insomma, non sai chi siamo?»
Chiese per niente imbarazzato, alzandosi.
Io arricciai il naso, cosa che avevo sempre fatto.
Probabilmente, nessuno di loro aveva notato che avevo canticchiato le loro canzoni per tutto il pomeriggio.
«Certo che lo so. Louis, Liam, Zayn, Niall e Harry.»
Risposi facendo l'indifferente e sviando di proposito la sua domanda.
Lui sbuffò e si lasciò cadere di nuovo sul divano dietro di lui.
«Andiamo?»
Domandai ad Harry che si alzò sbuffando dal divano.
«Dobbiamo passare a prendere il libro per tua madre, me l'hai promesso.»
Aggiunsi portandomi la borsa sulla spalla.
«Io non te l'ho promesso...»
«Sì, tu me l'hai promesso. Ora, muovi il tuo sedere e andiamo.»
Lui salutò gli altri con la mano e io lo imitai mentre rientravamo in casa per uscire poi sul vialetto.
«Ah, mi stavo dimenticando una cosa. Mi piacete. Devo dire che non siete male.»
Dato gli sguardi interrogativi che mi lanciarono, risi e continuai.
«Dovete ringraziare la mia migliore amica se so chi siete...One Direction.»
Esclamai mentre percorrevo il marciapiede che portava alla macchina.
Sì, Carlotta mi parlava spesso di loro e mi aveva triturato il cervello con il loro cd, per cui...come potevo non conoscerli?
Mi voltai giusto in tempo per vedere il sorriso compiaciuto di Louis nascere sotto i suoi occhioni blu.
«Lo sapevo!»
Urlò lui trionfante, alzando le braccia al cielo.
«E' impossibile non sapere chi siamo.»
Scoppiai in una risata che coinvolse tutti e poi andammo via, lasciando i quattro in piedi davanti al cancello, ancora in preda alle risate.

 
«Perché non mi hai detto che tu eri...quell'Harry?»
Chiesi voltandomi verso di lui che non distolse gli occhi dalla strada, com'era giusto che fosse.
«Credevo ci fossi arrivata da sola.»
«Beh...Mi sembrava d'averti già visto da qualche parte ma come potevo saperlo? Insomma, sei il mio fratellastro e ti conosco da anni. Per cui, quella sensazione di familiarità poteva anche derivare da quello, non pensi?»
«Magari tuo padre poteva averti accennato qualcosa del fatto che io ero riuscito a passare l'audizione per...»
Non lo lasciai finire. I miei occhi si spalancarono e mi sentii insolitamente felice.
«X Factor? Tu hai partecipato ad X Factor?!»
Lui fece una faccia confusa ed annuì.
«Sì, ma...»
«Oddio, Harry! Sono così felice per te! Era il tuo sogno da quando eravamo piccoli!»
Ma che stai dicendo, Hope? Tu lo odi.
Zittii quell'inutile obiezione e mi sporsi verso di lui.
Lui fece un mezzo sorriso.
«Mi hai chiamato per nome. Non lo fai mai.»
«Oh, caspita. Voglio vedere le puntate. Dico, voglio sapere com'è andata!»
«Ehi, Moore. Da dove è uscito tutto questo entusiasmo?»
Ma perché diavolo doveva sempre trovare il modo di farmi incavolare?
«Sono solo curiosa!»
Lui scosse la testa ridendo e accelerò.
Mi sarei informata. Se non voleva dirmelo lui, avrei capito da sola com'era arrivato al successo e come, alla fine, aveva formato un gruppo con quei quattro ragazzi.
Incredula e delusa della mia ingenuità tornai comoda sul mio sedile, giurando a me stessa che avrei dovuto trovare un modo per andare d'accordo con quel decerebratro di Harry. Se non per me, l'avrei fatto per mio padre e Anne.




SPAZIO AUTRICE.
Salve Gente :3
Come state, oggi?
Mi sono messa a scrivere il capitolo con un mal di testa terribile ma...avevo voglia di farlo.  Quindi...:Taaaaa dà!
Hope you like it.
Recensite.
Recensite.
Recensite.
Ora scappo. A presto, Honey.
Ps: grazie a tutte voi che avete letto. A TUTTE. Veramente, un grazie di cuore.
SDP 

  
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