Ficcai all’interno della
valigia gli ultimi indumenti rimasti. Era un disastro: si era rimpicciolita
oppure non avevo disposto bene le cose? Era tutto alla rinfusa e la valigia si
chiudeva a malapena. Eppure, quando eravamo partite…
l’aveva preparata Hermione, e ogni abito era ben piegato e riposto in maniera
impeccabile. Certo.
- Ginny! Ma cosa stai
combinando? -. Hermione entrò in camera. Dai capelli bagnati le scendevano
gocce che andavano a infrangersi sul pavimento, mentre la pelle, ancora umida
dopo la doccia, emanava una dolce fragranza ai frutti di bosco. Il suo corpo
era coperto solo da un grande asciugamano, e io avvampai al pensiero di ciò che
stava sotto, di tutto quello che non avevo ancora avuto l’occasione di vedere se
non nei miei sogni più arditi. La mia espressione sicuramente aveva rivelato
quello che mi passava per la mente, perché Hermione rise e si avvicinò a me.
- Ma guarda che caos! Possibile
che tu riesca sempre a mettere in disordine qualsiasi cosa? Mi vesto e poi ti
aiuto a sistemare – mi rimproverò scherzosamente. Il mio cervello in quel
momento non era ben collegato, così non capii una sola parola di quello che
aveva detto. Annuii distrattamente, gli occhi ben aperti a osservare la
meraviglia che mi stava davanti. L’asciugamano era ben stretto attorno al suo
corpo, e lo avvolgeva delicatamente, lasciando intravedere quello che i vestiti
non avevano mai mostrato fino a ora.
- Mi stai ascoltando? – mi
chiese Hermione, sapendo benissimo che non lo stavo facendo. Sventolò la mano
davanti ai miei occhi. Quel gesto bastò per far scivolare l’asciugamano verso
il basso, scoprendo per poco il seno. Hermione fu rapida e recuperò il tessuto
prima che rivelasse ulteriormente il suo corpo.
Questo fu abbastanza. Una
scarica di elettricità mi attraversò, risvegliandomi. La afferrai bruscamente
per i fianchi e lei si strinse a me. Io la baciai, desiderando solo che
quell’asciugamano cadesse a terra con il resto dei miei vestiti. Approfondii il
bacio, lasciando che la mia lingua entrasse a contatto con quella di Hermione.
Le mie mani la accarezzavano da sopra l’asciugamano, e quando le mie dita si
fermarono sul suo seno lei sospirò profondamente. Abbandonai le sue labbra e
sfiorai il suo collo con la bocca, inspirando il dolce profumo del
bagnoschiuma, stringendola. I suoi sospiri si fecero più frequenti e profondi
quando iniziai a lasciare baci sul collo, tracciando un percorso dall’orecchio
alla spalla e poi ritornando sui miei passi, carezzando lievemente la pelle con
la mia lingua. Lei mise le mani tra i miei capelli, mentre il suo petto si
alzava e si abbassava velocemente. L’asciugamano non aveva più sostegni e cadde
a terra quando mi spostai leggermente da lei. Improvvisamente, non era più il
cotone che sentivo sotto le mie mani ma la sua pelle, calda e morbida. Il suo
corpo sinuoso. Era meglio di quanto avessi immaginato. Le accarezzai la schiena
e, stringendola, il suo seno nudo venne a contatto con la mia maglietta. Un
calore piacevole ed eccitante si diffuse dentro di me, mentre decidevo che
potevo fare meno anche io degli indumenti.
- Ginny -. Il suo sussurro mi
fece alzare gli occhi fino a incontrare i suoi. Ecco, la razionalità stava per
fare capolino nel cervello di Hermione e stava per porre fine a quel momento. Lei
afferrò il lembo della mia maglia con le mani e iniziò a sfilarmela. Il suo
gesto mi sorprese e mi fece eccitare ancora di più: se il suo proverbiale buon
senso non aveva fatto la sua comparsa, voleva dire che…
Voleva dire che… dovevo essere
io a rendermi conto che non era il momento adatto per questo? Che saremmo
presto partite e che, a breve, mamma ci avrebbe chiamate per la cena. Quindi
dovevo essere io, Ginny Weasley, a interrompere la magia?
Al diavolo. La mia maglietta
scivolò sul pavimento e io, finalmente, percepii la pelle di Hermione sulla mia
e fu la sensazione più bella del mondo. La baciai nuovamente, un bacio da
subito bramoso, famelico. Le mie mani scesero fino al fondoschiena e lo
avvolsero, toccandolo pienamente. Avvicinai Hermione a me, facendo scontrare i
nostri bacini, mentre il bacio si approfondiva ulteriormente. Lei si allontanò
da me, solo per far sì che le sue dita potessero sfiorarmi i capezzoli al di
sopra della stoffa del reggiseno. Il lieve gemito che uscì dalla mia bocca venne
soffocato dalle labbra di Hermione: rischiavo di impazzire per ciò che stava
facendo. La sentii sorridere, consapevole dell’assoluto controllo che aveva su
di me. Mi fece indietreggiare finchè non mi ritrovai spalle al muro. Una pausa
per riprendere fiato mi permise di parlare.
- Ti piace proprio dominare la
situazione, eh? – sussurrai – Chi se lo sarebbe aspettato dalla casta Hermione
Granger… -
La mia frase ebbe l’effetto
sperato: lei iniziò a muoversi e a strusciarsi contro di me. Quel contatto mi
fece perdere la testa. Ero inchiodata tra il muro e il suo corpo nudo.
Completamente sotto il suo controllo. I suoi movimenti, il suo profumo, la sua
incredibile sensualità… non potevo che soccombere. Eppure non volevo, dovevo
rimanere lucida, godermi ogni singolo momento. E poi volevo provocarla. La sua
lingua lambiva il mio collo lentamente: una sensazione indescrivibile. E le sue
dita, di nuovo sul mio seno. Faticavo a trattenere i gemiti.
- Ma chi… chi ti ha insegnato
queste cose? – sussurrai. Le sue labbra formularono la risposta e io quasi non
la capii. Avevo percepito il suo respiro caldo sulla mia pelle.
- Nessuno. Talento naturale -.
Di nuovo la sentii sorridere, mentre tornava a occuparsi del mio collo,
indisturbata. Non volevo lasciarmi trascinare del tutto, sarebbe finita presto:
potevo sentir arrivare, da un momento all’altro, il richiamo di mia madre. La
cena sarebbe stata una tortura. Era meglio cercare di arginare il danno e
conservare la mia sanità mentale… almeno per un altro po’.
- La solita modesta – mormorai,
ironica. Lei mi morse lievemente, forse per farmela pagare o per farmi smettere
di parlare. Funzionò. Le mie mani si mossero, accarezzando il suo corpo. Sentii
il calore del mio corpo concentrarsi nel basso ventre. I nostri bacini si sfregarono
e una scarica di piacere arrivò al mio cervello. Hermione si allontanò dal mio
collo e mi guardò negli occhi: erano lucidi e io vidi passione, desiderio,
eccitazione mescolati tutti insieme. Mi baciò e i miei buoni propositi quasi
furono dimenticati quando la sua lingua toccò la mia; le sue dita non avevano
intenzione di spostarsi dal mio seno. Le riservai lo stesso trattamento e i
suoi sospiri, i suoi deboli gemiti mi fecero crollare. Sanità mentale, addio.
- Ragazze! Siete pronte? La
cena è in tavola! –
Beh,
spero vi piaccia. Non penso di aver mai pubblicato nulla del genere prima su
EFP. Mi dispiace se è un po’ corto ma, ovviamente, il bello deve ancora
arrivare... questo perché ho il vizio di interrompere di botto i capitoli nei momenti
migliori/peggiori.
Per
me Hermione è audacissima tanto quanto Ginny, anche di più, a volte: io la vedo
così, non mi piace scrivere di lei nei panni della ragazza inesperta che
subisce passivamente le attenzioni dell’altra.
Fatemi
sapere che ne pensate: critiche e suggerimenti sono ben accetti.
Ringrazio
di cuore chi ha commentato e chi segue ancora questa storia dopo anni: mi avete
fatta sorridere.
Hermy88