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Autore: Cost99    04/08/2012    2 recensioni
ancora una fanfiction sulla coppia zonami, questa volta ambientata però nell'età dei conflitti fra regni, dove si esige il massimo dai propi regnanti, e per i contadini che lavorano le terre, sarà ancora più difficile!
E se i ruoli di Nami e Zoro si invertissero? cioè, se Zoro diventasse un futuro principe e Nami una campagnola in rovina?
e se per caso, stanco dei suoi doveri, Zoro lasciasse tutto e si ritrovasse propio nella casa di quella campagnola?
come si dice, gli opposti si attraggono!!!
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 VITA DI CORTE



Tanto tempo fa, in un Paese non troppo lontano, c’era una città, fiorente, bella, ricca, una metropoli di allora, dove risiedeva il castello reale, in cui vivevano il re e la regina che governavano tutto il Regno. Gold, era questo il nome del regno che la regina Boa Hancock e il re Drakul Mihawk governavano, formando la famiglia “Roronoa” (nome scelto perché suonava importante). Questi vivevano nella più totale lussuria e a parte approvare leggi, leggere e firmare lettere di altri regnanti, che chiedevano sempre il loro aiuto, non facevano altro che starsene in panciolle, abbellirsi e dormire.
La loro era una delle famiglie più potenti, alla pari però di un’altra, la famiglia “Gambanera”, infatti il re e la regina (di cui i nomi resteranno sconosciuti) erano perennemente in conflitto con loro, rivali di sangue da più di quattro generazioni.
Ma come ogni famiglia che si rispetti, le due avevano un erede al trono, ovviamente con ambizioni completamente diverse.
Nel caso della famiglia Roronoa, l’erede al trono, Zoro, era uno sfaticato che pensava solo ad allenarsi con la spada che gli aveva donato il padre, non sapeva nulla di galateo e anche se avesse saputo qualcosa non l’avrebbe mai applicata tanto orgoglioso che era del suo portamento, serio e ben eretto.
Nel caso della famiglia Gambanera, invece, l’erede al trono, Sanji, era un donnaiolo pervertito che pensava solo a cucinare per le povere ragazze che il padre gli procurava. Al contrario del suo rivale, sapeva ogni più piccola regola e legge del galateo, che applicava con minuziosa precisione.
Ovviamente ogni famiglia andava fiera del proprio figlio, ma tutte e due avevano un problema in comune: la futura moglie dei principi.
Beh, da una parte Zoro non ne voleva proprio sapere di sposarsi e il pensiero di avere piccole creature fastidiose che giravano per casa gli dava il voltastomaco.
Dall’altra, Sanji si era già fidanzato un sacco di volte, ma dopo quello che faceva alle povere ragazze che gli capitavano, queste scappavano dai loro padri che, infuriati, rifiutavano il matrimonio.
I genitori insistevano continuamente e cercavano di mettere i figli sulla strada giusta, cosa molto difficile.
L’erede dei Gambanera, che era ormai abituato alle continue lamentele dei genitori, restava impassibile, cercando di ascoltare quella continua tiritera.
Zoro invece non ne poteva più, ogni santo giorno con la stessa frase ripetuta un milione di volte dalla povera Hancock che, invano, cercava aiuto dal marito, il quale dopo averla guardata, si dirigeva verso il figlio e gli dava un cazzotto, per poi andare nella lussuosa camera da letto matrimoniale e mettersi a dormire.
Per di più, era già da un po’ di tempo che i genitori  del ragazzo lo avevano costretto a seguire dei corsi di galateo e delle ripetizioni di tutte le materie con degli insegnanti che, agli occhi del ragazzo, sembravano i più perfettini e finocchi di tutti. Quest’ultima espressione, l’aveva detta sia ai genitori che agli insegnanti stessi: nel primo caso si era beccato una strigliata dalla mamma e una risata divertita del padre, mentre nel secondo gli erano toccati una montagna di compiti per una montagna di prove e interrogazioni.
E per concludere gli toccava pure svolgere i molteplici incarichi che i suoi genitori gli affidavano.
“Se un giorno dovrai diventare un buon re, dovrai abituarti alla vita di corte, ai tuoi doveri e alle tue responsabilità.” Aveva detto la made in una delle sue ramanzine.
“Se un giorno sarò re, bandirò tutti i professori e brucerò tutte le lettere che mi arriveranno!” aveva risposto il ragazzo, beccandosi uno scappellotto dalla madre.
Insomma, la situazione era disperata: il futuro re che si rifiutava di fare il re, cosa mai successa prima e che rischiava di  fare decadere l’intera famiglia.
I genitori erano preoccupati e, aveva notato il ragazzo, facevano sempre tardi a letto per discutere della situazione.
Una delle tante sere, il giovane decise di indagare e, dopo essere salito sul tetto, si mise ad origliare:
“Cosa facciamo, anche oggi non ha voluto fare i compiti ed è scappato durante le lezioni.” Disse disperata la madre.
“Forse dovremmo lascargli fare ciò che crede e vedere come va…” concluse il padre.
“Lascargli fare?!! Se gli lasciamo fare quello che vuole ci distruggerà il castello e il nome della nostra famiglia!!”
“ok, adesso stai esagerando.”
“Non esagero affatto!!! Deve svolgere i suoi compiti come principe perché , che lui lo voglia o no, un giorno diventerà re di questo regno e portatore del nome della famiglia Roronoa!!”
“Suvvia, è solo un ragazzo.”
“Ha 19 anni ormai, è quasi un uomo!!”
“Un principe che non sa fare il suo dovere…” disse ormai rassegnato il padre, chiudendo la discussione.
Certo, Zoro aveva ricevuto molti insulti dai suoi genitori, soprattutto da sua madre: stupido, ignorante, lavativo, pigro, ecc.
Ma questo era diverso, in  quel momento il ragazzo sentiva una fitta al cuore, come se un pugnale si fosse conficcato nel suo petto , sentiva di essere stato insultato nel suo orgoglio dalle persone che più amava.
Adesso era proprio arrabbiato, era sull’orlo di fargli del male, ma sapeva che non l’avrebbe mai fatto, li amava troppo.
“Se loro non mi vogliono, se a loro non servo più, posso anche andarmene” pensò, sicuro e deciso, e così fece.
Durante la notte preparò quello che gli serviva: qualche cambio, un po’ di cibo, del denaro (un bel po’ di denaro) e la sua inseparabile spada, o erano tre?, comunque era meglio essere prudenti, no? Con lo zaino in spalla e le spade al fianco preparò il suo purosangue nero, unico amico che gli restava in quella situazione e che lo aveva aiutato a scappare  e a ritornare molteplici volte. Ma quella notte era diverso, quella notte sarebbe partito per non fare più ritorno. E lui lo sapeva, era inquieto, già nostalgico, ma sicuro di quello che faceva. Così salì in sella e partì, ancora il dove non lo sapeva, ma voleva assolutamente uscire dal paese in modo che le autorità, o i molteplici investigatori che avrebbero assunto i suoi genitori,  non lo rintracciassero.
 
Ecco come iniziò il lungo viaggio che portò lo spadaccino dove non si sarebbe mai aspettato.
 
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE SCATENATA
Uuuuurrrrccaaa!!! Povero Zoro, fare il re non è proprio cosa da lui!!
Speriamo che se la cavi!! Dopo tutta quella lussuria un’avventura gli fa proprio bene!!
 

  
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