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Autore: ieazabel    05/08/2012    1 recensioni
Questa storia è indirizzata a chi avrebbe tante cose da dire e non le dice, per paura, vergogna, per non compromettere i propri sentimenti. Se avete qualcosa da dire a qualcuno, ditegliela, perché poi potrebbe essere troppo tardi: siamo troppo giovani per vivere col rimpianto di cose non dette, o di azioni mai compiute. E, un'ultima cosa: anche quando non credete in voi stessi, quando non credete di lasciare un segno nelle persone, fidatevi: rimarreste sorpresi nel sapere a quante persone avete, in realtà, lasciato una vostra traccia nei loro cuori. Solo che non ve lo dicono.
Enjoy!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Riesci a leggere la mia mente?

Un giorno di tregua



"Ma forse sono innamorato di te
solo quando mi svegli
"

 

 

22 gennaio 2012

 

Che dolore, la testa. Fatico ad aprire gli occhi, me li strofino e sento il mascara che si espande sulle palpebre e sulle guance. Questo letto è comodissimo, dovrei vedere la marca del materasso. Mi posiziono sul fianco sinistro con il gomito poggiato sul cuscino. Il ragazzo riccio, nella stessa posizione, mi guarda e mi sorride.
"Sei bellissima mentre dormi". Allora è vero: ho dormito con un estraneo, nel letto di un'estranea, a casa di un'estranea.
"Che ore sono?". Sento una band metal suonare nella mia testa, mi sta per scoppiare.
"Le 3.10. Ti ho lasciata dormire, non volevo disturbarti.."
"Merda, tra un quarto d'ora devo essere a casa! Hai la macchina?". Ti prego, dimmi di sì, oppure sarò messa in punizione per il resto dei miei giorni.
"Sì, ti accompagno io. Dove abiti di preciso?".
"Non troppo lontano, a dieci minuti da qui. Grazie".
Mentre mi sorride, si rimette i pantaloni e io faccio lo stesso con il vestito di Gwen. Chissà dov'è adesso, non l'ho vista per tutta la serata. In effetti gran parte della serata l'ho passata in questa camera, sarebbe stato difficile vederla. Cerco di darmi una sistemata veloce.
"Lascia perdere, così sei anche più bella". Ma non fa altro che dire che sono bella? Per carità, mi fa piacere, ma almeno variasse un pochino. Lo guardo e abbozzo un sorriso imbarazzato. Sgattaioliamo via dalla stanza e la festa è ancora al suo apice. Passando dal salone all'atrio, riesco a scorgere Cos e Gwen che parlano con due ragazze che non conosco. Vorrei andare lì a salutarle, ma è troppo tardi. 
In macchina sono confusa ed imbarazzata, cosa che lui non sembra essere affatto.
"Grazie ancora per il passaggio".
"Mi hai già ringraziato prima, tranquilla".
"Già.."
"Tutto bene?". Non lo so. Lui è così carino con me, ma non capisco come io posso aver avuto questa mancanza di giudizio.
"Sì, tutto ok. Tu, tutto ok?"
"Mai stato meglio". Mi fa sorridere. 
"Eccoci, casa mia è quella lì". Indico una piccola villetta bianca. Fortunatamente tutte le luci sono spente. Dopo aver accostato di fianco al vialetto, spegne il motore e si volta lanciandomi uno sguardo che non comprendo. In quel momento realizzo che non conosce neppure il suo nome.
"Come ti chiami?". Alza il sopracciglio sinistro e allunga la sua mano verso di me.
"Piacere, Harry Styles". Harry Styles. Aspetta un secondo.. O mio Dio. O MIO DIO. Harry Styles! L'Harry di Gwen!? O mio Dio, mi sento male. Devo avere un'espressione orribile, perché lui mi lancia uno sguardo preoccupato.
"Ehi.. Cosa c'è?".
"Niente, devo scappare, ciao. Grazie ancora". In meno di un secondo sono davanti alla porta di casa e Harry è ancora nel vialetto per accertarsi che io entri prima che se ne vada. Non voglio crederci. Perché non gli ho chiesto prima il suo nome? Perché non mi sono fatta venire lo scrupolo tre ore fa? La casa è silenziosa, tutti dormono e sto attenta a non fare rumore. Entro nella mia camera e alla velocità della luce indosso il pigiama, mi strucco e mi lavo i denti. Spengo la luce e mi metto subito sotto le coperte. Quando si è al buio, prima di dormire, non è possibile mentire a se stessi: io sono andata a letto con Harry, lo stesso Harry per cui Gwen ha una cotta. A mia discolpa, posso dire che non sapevo chi fosse prima di andare a letto con lui. A mio sfavore, però, c'è da dire che potevo risparmiarmi di andare a letto con uno sconosciuto. Mi odio: la mia insicurezza è una mina vagante che cerca conferme scoppiando nei momenti meno opportuni e mi viene da piangere non tanto per quello che ho fatto, ma per il motivo per cui l'ho fatto ed ora non so come uscirne. Chiudo gli occhi e cado in un sonno profondo.

 

Mi risveglio con la luce del sole che colpisce il mio viso ed è una sensazione piacevole, visto che solitamente piove. Dopo essermi stiracchiata per due minuti buoni, guardo l'orologio: 11.34. Esco dalla mia stanza e il silenzio insolito della mia casa mi dice che sono sola. Perfetto: adoro svegliarmi da sola. Scendo in cucina, accendo la radio e preparo la colazione. Le note di The Hardest Part dei Coldplay pervadono la cucina e io mi ritrovo a canticchiare "And the hardest part was letting go, not taking part: you really broke my heart". Come sempre, il destino si prende gioco di me. Porto il computer in cucina e, mentre mangio, entro nel mio account: sono stata taggata in dieci foto della festa; non mi ero neppure accorta che qualcuno stesse facendo delle foto. Fortunatamente nella maggior parte di esse o sono lontana o sono di spalle, tranne due in cui mi si vede bene: la prima ritrae Louis, Liam e me che ridiamo di gusto davanti a dei bicchierini vuoti; nella seconda, invece, sono con Harry: lui mi guarda col bicchiere alla bocca e io che rivolgo il mio sguardo altrove, sempre sorridendo. Pochi minuti dopo, mi arriva la notifica di una richiesta d'amicizia. E' Harry. Accetto o non accetto? Magari accetto tra un po' di tempo. O forse è meglio accettare adesso. Cazzo, è ridicolo: sono andata a letto con questo ragazzo e ora sono titubante sull'accettare questa "amicizia" virtuale. I social network sono un'arma a doppio taglio. Accetto e spengo subito il computer. Lavo la tazza della colazione mentre la radio passa una canzone degli Oasis. Mi pare di aver sentito Liam dire che gli Oasis sono una delle sue band preferite, qualche giorno fa. Tornata in camera, cerco di mettere in ordine la mia scrivania e trovo il pacchetto che mi ha dato Zayn l'altro giorno. Lo apro: una chiave d'argento lavorato. Cosa mi rappresenta? Spero non si tratti della banale "chiave del suo cuore", perché altrimenti gliela tiro in faccia. Mi sforzo, ma non riesco a capire a cosa alluda questo regalo e la mia curiosità mi impedisce di ignorarlo. Gli mando un messaggio.
- Ho aperto il regalo: cosa significa?
Questione di secondi e arriva la sua risposta.
- Al palazzo rosso di Camden. Oggi alle 17.
Ok, che cos'ha in mente? Perché questo ragazzo ha la capacità di mettermi in crisi ogni volta che ho a che fare con lui? E' assurdo come una persona con cui hai passato un anno e mezzo in serenità, senza mai aver avuto paura di essere te stessa, possa diventare un estraneo di cui temi le reazioni e i giudizi. Anche se è lui ad essere in torto, non posso far a meno di pensare che se io fossi stata migliore, lui non mi avrebbe lasciata. Mi arriva un messaggio sul cellulare, ma in realtà sono tre notifiche, quindi accendo nuovamente il pc: la prima è la richiesta per un gioco, la seconda è un commento di Louis alla nostra foto "Perché Liam è l'unico venuto bene?" e, in effetti, ha ragione: Louis ed io sembriamo appena usciti da una casa dell'orrore; la terza notifica è una mail da parte Harry:
- Ho ancora il tuo profumo addosso e l'immagine di te che dormi impressa nella mente. Non mi era mai successo e non nego che la cosa mi spaventa.
Ventinove parole bastano a scatenare un terremoto emotivo. Ventinove parole e vorrei che Harry fosse qui davanti a me, ora. Anche se so che non dovrei volerlo, non dovrei neanche pensarci.
- Spaventa anche me.
- Voglio rivederti.
- Tanto ci vedremo a scuola.
- Voglio vederti da solo.
- Non penso sia la cosa giusta.
- Perché?
- Non posso spiegartelo.
- Spiegami.
- Non posso, te l'ho detto.
- Ti vedi con qualcun altro?
Questo pomeriggio mi vedo con il mio ex ragazzo davanti ad un palazzo rosso a Camden, però per il resto non vedo nessun altro.
- No. Scusami, ma ora devo andare. Ci vediamo.
- Questo tuo essere distaccata mi sta solo invogliando di più ad affrontare questa sfida. Non sottovalutarmi, signorina Palmer: ti ricordo che l'hai già fatto una volta e ti ho fatto ricredere. Fa' come se ti stessi baciando.
Ma chi si crede di essere? Io sarei una sfida, poi? Però la parte del bacio non mi dispiace affatto.

 

 

Sono le 16.30 ed è ora che io esca da casa se non voglio fare tardi all'appuntamento.
"Mamma, io sto uscendo!". Urlo, scendendo le scale.
"Dove vai, amore?"
"A Camden!
"Con chi vai?"
"Alcuni della classe nuova!". Non posso dirle del mio incontro con Zayn, anche perché dopo aver visto in che stato mi ha ridotta quando mi ha lasciata, penso faccia qualche magia voodoo contro di lui.
"Torni a cena?"
"Credo di sì, al massimo ti mando un sms se resto fuori! Ciao mami, a dopo!". E' tardissimo, quindi corro per raggiungere la metro, che per arrivare Camden impiega circa 15 minuti. Esco dalla metro e mi avvio verso il palazzo rosso, che poi è il palazzo davanti al quale Zayn mi ha baciata la prima volta. Romanticone. Sono le 17.10 e di Zayn non c'è traccia. Mi arriva un sms: 
- Suona il citofono, poi vai al terzo piano.
Grazie, genio, ma se non mi dici a quale cognome devo suonare.. Vabè, ne spingo uno a caso, qualcuno mi aprirà. E infatti mi aprono. Mi dirigo al terzo piano e mi ritrovo davanti ad un'immensa porta di legno massiccio: ecco il perché della chiave. La prendo, la infilo nella serratura e apro la porta. L'appartamento è spettacolare: il pavimento è un parquet di legno chiaro e lucido, mentre le pareti e i mobili sono bianchi. E' spazioso e luminoso, un grande rifugio nelle giornate malinconiche. Peccato che Zayn non sia neanche qui. Avanzo, guardo estasiata il salone e il camino ad angolo, il bagno con la grande doccia a vetri, finché non m'imbatto in una stanza completamente priva di mobili. Esattamente al centro della stanza ci sono un proiettore piuttosto antico, di quelli che riproducono le diapositive -uno di quegli aggeggi vintage che piacciono a me- ed un libro. Mi siedo affianco a questi oggetti e riconosco subito il libro: l'avevo lasciato a casa di Zayn qualche mese fa e mi sono sempre dimenticata di farmelo ridare indietro; si tratta di una raccolta di poesie di vari autori, anche stranieri, e in una delle pagine c'è un segno. Sfoglio il libro fino ad arrivare alla pagina indicata: "Non t'amo come fossi rosa di sale" di Pablo Neruda s'imbatte su di me. Tre versi sono sottolineati: "T'amo senza sapere come, né quando né da dove, t'amo direttamente senza problemi né orgoglio: così ti amo perché non so amare altrimenti". Ed io che ero convinta che non l'avrebbe mai neanche sfogliato, questo libro. Lo poso sulle mie gambe ed accendo il proiettore; una specie di occhio di bue viene proiettato sul muro e le diapositive compaiono con esso: la maggior parte delle foto ritraggono Zayn e me che ci baciamo o che ci abbracciamo, ma quella che mi colpisce di più è una foto che avevo completamente dimenticato, in cui ridiamo e camminiamo per le vie di Madrid, che risale a prima che ci mettessimo insieme, quando eravamo solamente amici. Finite le diapositive, spengo il proiettore e mi alzo in piedi con in libro in mano. Ora il copione vorrebbe che Zayn spuntasse fuori dal nulla, che io mi abbandonassi alla stretta delle sue forti braccia e che ci baciassimo appassionatamente. Invece no. Zayn non spunta fuori e io continuo ad esplorare la casa. Dopo un quarto d'ora, esco da lì e vado a farmi una passeggiata per Camden Town, recandomi subito nel mio negozio preferito, che si trova in una via sperduta e che vende solo oggetti vintage. Comprerei di tutti, qui dentro. Nel frattempo mi arriva un altro sms.
- Amo come si illuminano i tuoi occhi quando vedi qualcosa che ti piace.
Zayn è qui? Non lo vedo. Mi guardo intorno, ma niente: non c'è. Mi sento piuttosto a disagio sapendo di essere osservata e, mentre ripongo il cellulare in borsa, qualcuno mi sfiora un fianco. Zayn è davvero qui, davanti a me, con un enorme mazzo di tulipani arancioni in mano. La mia prima reazione è una risata: una cosa che si era sempre ripromesso era quella di non fare mai gesti romantici perché "questa è la vita reale, mica una commedia anni '80" e, invece, eccolo qui con quest'aria imbarazzata e buffa.
"Sono i tuoi fiori preferiti..".
"Non dovevi".
"Volevo". Non so con quale faccia rifiutarlo. E' vero, ha sbagliato, ma sta facendo del suo meglio per rimediare.
"I fiori, il libro, le diapositive.. Io apprezzo tutto questo, ma non è così che si riconquista la fiducia, Zayn. Non puoi biasimarmi quando ti dico che ci vorrà un po' di tempo".
"Stai dicendo che mi darai un'altra possibilità?".
"Sto dicendo che ci penserò su. Sono tonta, ma non scema. Nessuno vuole soffrire due volte di seguito".
"Prenditi il tuo tempo, io non vado da nessuna parte. Io ti aspetto".
"E se alla fine non dovessi arrivare?".
"E se alla fine non dovessi arrivare, avrò comunque aspettato qualcosa per cui vale la pena aspettare, qualsiasi sia l'esito".
"Perché hai la chiave di quella casa?".
"Mia nonna materna me l'ha lasciata in eredità e, siccome ora ho diciotto anni, quella casa è ufficialmente mia".
"Vai a vivere da solo?".
"Quella era l'idea".
"E non lo è più?".
"Sì, lo è ancora. Solo che il pensiero di svegliarmi solo tutte le mattine in quella casa così grande non mi piace molto". Lo dice e mi guarda con due occhioni dolcissimi. Oh, senti un po': Zayn il solitario che non vuole svegliarsi solo.
"Puoi sempre invitare i tuoi amici.. o le tue amiche..".
"Lo sai anche tu che non era quello che intendevo". Lo so che lo sai. 
"Devo andare". Prendo i fiori e usciamo insieme dal negozio.
"Vuoi un passaggio?". Indica la sua moto.
"Non penso che questo mazzo di fiori sia comodo durante il tragitto. Tranquillo, vado in metro".
"Ok. Ci sentiamo, allora. E Isa.. Io ti aspetto".
"Sì, ci sentiamo". Non mi ero resa conto di quanto tempo fosse passato, sono già le 21.30 e ho dimenticato di avvertire mia madre, quindi prendo il telefono per chiamarla, ma c'è un messaggio proprio da parte sua.
- Tesoro, papà ed io andiamo a cena fuori con Joe e Amber. Manda un messaggio quando sei a casa.
Perfetto, così non dovrò dare a nessuno spiegazioni suoi fiori. Appena tornata a casa, corro in camera e mi butto letteralmente sul letto. Per oggi ne ho avuto abbastanza; spengo il cellulare e non intendo accendere il pc per nessun motivo al mondo. Fino a domattina, Isabella Palmer è scomparsa per tutti. Buonanotte.

 

 


Angolo autrice

Saaalve! Nell'altro capitolo non ho messo l'angolo autrice, lo so, ma andavo di fretta! Scusate!
Fatemi sapere cosa pensate dell'intreccio, ché qua le cose si complicano..
Enjoy!
I.

 

  
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