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Autore: Ayako83    05/08/2012    6 recensioni
E mentre la stava guardando, questa mugugnò e si mosse appena nel sonno e un profumo dolce fruttato arrivò alle narici di Natsu. Non che non l'avesse notato appena aperta la porta, visto il suo olfatto sviluppato, ma ora era così intenso e vicino da non poter essere ignorato. Era un profumo a lui familiare e inebriante, che da troppo tempo non sentiva più e che ormai ricordava solo mescolato ad un odore di medicinali e disinfettante. Chiuse gli occhi ed inspirò più a fondo per assaporandone meglio la fragranza e notò una leggera variazione in essa rispetto a quella che ricordava.
Genere: Angst, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lucy Heartphilia, Natsu
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Raggiunsero Akrifa in poco più di un’ora di cammino. Appena arrivati in paese, Natsu prese con fare sicuro la strada principale percorrendola per qualche decina di metri, poi svoltò in un vicolo stretto alla sua sinistra. Per tutto il viaggio Lucy lo aveva seguito zitta, alzando ogni tanto lo sguardo per osservarlo sottecchi; se si tralasciava il colore dei capelli, alquanto discutibile, era davvero bel ragazzo: alto almeno due spanne più di lei, con un fisico asciutto e tonico dalla muscolatura ben definita, da quanto si poteva intuire attraverso la maglietta attillata.
 
 
“Siamo arrivati” annunciò Natsu, ridestando Lucy dai suoi pensieri. Si era fermato davanti alla porta di edificio piuttosto vecchio: l’intonaco, che un tempo doveva essere di un rosso vivissimo era ormai scolorito a causa delle molte stagioni passate e in diversi punti era caduto lasciando a nudo la struttura in mattone; alcuni vetri delle finestre del piano superiore erano rotti e i buchi erano stati sigillati con dei cartoni. Le persiane in legno cadevano a pezzi e quelle ancora intere erano state comunque rappezzate in almeno due o tre punti, mentre l’edera rampicante, che un tempo ricopriva solo la piccola tettoia sopra l’ingresso, era cresciuta in modo smisurato e incontrollato attorcigliandosi attorno alla ringhiera arrugginita del balcone soprastante per poi prendere possesso degli stipiti della finestra. Si capiva che era una taverna solo per via dell’insegna, ormai scolorita, che portava il nome ‘La taverna dei Tre Sognatori’. “Se dovessi passare qui davanti di notte penserei che è infestata dai fantasmi” pensò Lucy tra sé e sé, inarcando un sopracciglio “Se tutto va bene ci ritroveremo a mangiare con qualcuno di loro”. Natsu, vedendo lo sguardo dubbioso di Lucy si affrettò ad aggiungere “Forse non paga l’occhio visto dall’esterno, ma ti assicuro che la cucina è ottima. Soprattutto il pollo alla diavola! Ho già l’acquolina in bocca! Yummh!” disse, mostrando un sorriso compiaciuto. “Entriamo?”
Lucy lo guardò scettica. “Dire che non paga l’occhio è un eufemismo. Sembra uscita da un racconto dell’orrore”.
“Un eufe… che?” chiese il ragazzo.
“Nulla, nulla… Entriamo” fece lei agitando la mano a mezz’aria come invito a lasciar perdere quello che aveva appena detto e dirigendosi verso la porta.
 
 
 
 
L’interno della locanda, a dispetto della facciata, era umile ma ben curato. Appena entrati, due paratie in legno fungevano da disimpegno ed erano munite di pomoli che lasciavano la possibilità ai viaggiatori di togliersi gli abiti più pesanti prima di accomodarsi nella sala. Il bancone del bar si trovava lungo la parete opposta all’ingresso, in modo da offrire una visuale immediata di chiunque varcasse la porta, mentre sulla parete a destra, un ampio camino in pietra riscaldava l’ambiente nei periodi più freddi. Proprio in quel momento nel braciere la legna scoppiettava allegra e Lucy fu più che contenta di sedersi ad un tavolo poco distante da esso.
La stanza, nel complesso, era abbastanza piccola: contava sì e no una trentina di posti a sedere se si tenevano conto anche degli sgabelli disposti lungo il bancone; piccoli tavoli rettangolari erano allineati lungo le pareti dipinte di un color pesca, alle quali erano appese alcune applique a lacrima che certamente alla sera, quando la luce del sole era ormai tramontata, offrivano un luce suggestiva e confidenziale. Il pavimento era in cotto antico, un po’ consumato all’ingresso e davanti al bancone, oltre che attorno al camino; nonostante l’aspetto decisamente rustico, il locale sembrava comunque ben pulito.
Oltre a loro c’erano soltanto altri tre clienti, seppure fosse ormai ora di pranzo.
 
Lucy si guardava intorno stupita di come potessero esistere ancora posti di quel tipo: la grande città da dove proveniva, Anthea, proponeva una vasta scelta di locali all’ultima moda pronti a cambiare a ogni stagione… Non c’era il tempo di affezionarti ad un posto in particolare che subito era sparito, sostituito da qualcosa di simile, ma allo stesso tempo diverso.  “La casa è lo specchio dell’anima” aveva detto qualcuno. Lucy aveva sentito quella frase per caso e, distrattamente (o forse inconsciamente), l’aveva memorizzata. Le veniva in mente solo ora, dopo chissà quanto tempo, e la ragazza capì improvvisamente quanto fosse vera. Anche per lei, che della grande città non si sentiva per niente parte. Lei che, come il luogo da cui proveniva, continuava a mutare in qualcosa di simile, ma allo stesso tempo diverso.
 
 
“Lucy… tutto bene?” chiese Natsu vedendo la bionda piuttosto pensierosa.
 
“Natsu…. Questa ragazza è strana!” disse Happy all’orecchio dell’amico, ma senza abbassare il tono di voce.
 
Lucy ignorò completamente il gatto e rispose invece al ragazzo “Sì, tutto a posto. Stavo solo pensando a casa mia. E’ molto diversa da questo posto, forse più… fredda, potrei dire. E frenetica”. Prese in braccio Plue e iniziò a pizzicargli le guance “Sono rimasta sorpresa nel vedere che nella campagna al di fuori del mio paese esistono ancora posti del genere” terminò accennando un sorriso, poi iniziò sfogliare il menù.
 
“Lucy… E’ da quando ti ho vista in treno che voglio farti questa domanda…” iniziò un po’ incerto Natsu “Tu…” ma si interruppe, vedendo una sagoma avvicinarsi a loro.
 “Volete ordinare?” chiese con voce calma e gentile la cameriera quando fu arrivata davanti al tavolo.
 
“Certo! Per me le solite otto porzioni di pollo alla diavola! E dell’acqua” rispose Natsu con un sorriso.
 
“Io un bel pesce!” aggiunse Happy.
 
“Io… io prendo una zuppa di verdure e… delle patate al forno con dell’acqua” finì Lucy.
 
“Va bene, saremo pronti tra circa venti minuti” rispose la cameriera prima di allontanarsi verso la porta della cucina.
 
“Lucy…” riprese Natsu “Tu… Da dove vieni?”
 
La ragazza lo guardò per un attimo “Perché ti interessa?”.
 
“Niente, ero curioso…” il ragazzo fece una pausa e i suoi occhi, prima puntati sulla bionda, scesero a fissare un punto indefinito sul menù che aveva davanti. Poi, senza alzare lo sguardo, aggiunse “Ecco… in verità… Assomigli molto a una persona che conoscevo”.
 
“Natsu…” disse Happy preoccupato. Stava iniziando a capire cosa avesse turbato tanto l’amico quando erano in treno.
 
Lucy osservò Natsu intensamente per alcuni secondi, poi rispose “Mi spiace, ma non mi ricordo di te…”
 
“Ah, scusa. Non intendevo dire che io e te ci conosciamo. Dicevo solo che assomigli ad una persona che conoscevo. Per… ecco… Beh, le somigli in molte cose. Tutto qui” si affrettò a chiarire il ragazzo, questa volta alzando lo sguardo e tornando a guardare Lucy negli occhi.
 
“…. Comunque vengo da Anthea” finì Lucy.
 
“Anthea hai detto? Lucy, per caso… Il nome Lisanna Strauss ti dice qualcosa?” chiese il ragazzo speranzoso che la risposta fosse positiva.
 
“Lisanna…. Strauss, hai detto? Mmmh…” Lucy si fermò a pensare per un periodo di tempo che a Natsu parve interminabile, poi finalmente rispose “No, mi spiace. Non mi dice proprio nulla”.
 
Il ragazzo si rattristò all’istante e Lucy si sentì un po’ a disagio. Happy, dal canto suo, cercò di smorzare l’aria pesante che era venuta a crearsi cambiando argomento “Né Lucy, ti fermerai tanto a Magnolia?”
 
“Sono una maga. Ho sempre lavorato freelance prendendo piccoli incarichi, ma ultimamente mi è venuta voglia di lavorare a qualcosa di più impegnativo e l’unico modo per farlo è quello di diventare affiliata di qualche gilda. Ho pensato di provare con Fairy Tail. La mia permanenza dipenderà dal fatto che riesca o meno ad entrarvi” rispose la bionda.
 
Happy e Natsu si scambiarono un’occhiata, poi il gatto le chiese “Come mai proprio Fairy Tail?”
 
“E’ una delle migliori gilde in circolazione. E poi… Vorrei confrontarmi con membri forti per capire quali sono le mie reali capacità. Tutto qui”.
 
“Umh…” fece il ragazzo pensieroso “Lucy… Quando eri in treno… Ricordi di aver sognato qualcosa?”
 
“Eh? No, nulla. Ho forse detto qualcosa di strano?” chiese apparentemente tranquilla, ma a Natsu non sfuggì il leggero tremolio della sua voce.
 
“Stavi u..” stava rispondendo Happy, ma venne subito zittito da Natsu, che prese parola “Niente, solo che dormivi veramente profondamente. La carrozza è stata distrutta e tu non ti sei svegliata. E quando finalmente hai aperto gli occhi non eri per nulla turbata da quello che era accaduto mentre dormivi e non ti sei nemmeno chiesta cosa ci facessi io lì, accanto a te. Mi hai anche seguito, nonostante io sia un perfetto estraneo. O sei incredibilmente stupida, oppure la situazione ti faceva comodo così. In ogni caso non mi sembri portata per il lavoro di una gilda”.
 
“Come puoi dire che non sono portata se non sai nemmeno cosa so fare? E perché sarai incredibilmente stupida? Per non essermi svegliata? O per aver seguito te?” rispose lei, tremendamente seccata.
 
“Lucy, non puoi salire da sola su un treno, prendere delle dosi massicce di sonnifero e poi metterti a dormire.. Potrebbe venirti vicino chiunque. In quel modo sei un pericolo per te e per i tuoi compagni” rispose lui.
 
“Come fai a dire che ho preso del sonnifero?” chiese Lucy allarmata.
 
“Ne ho sentito l’odore” rispose lui.
 
“E anche se fosse? Era per questo che la porta era chiusa a chiave. E poi non ero sola, c’era Plue con me. Allora dimmi: come mai tu ed Happy eravate nello scomparto, visto che era riservato?”. Lucy aveva il viso in fiamme. Dove diavolo stava cercando di arrivare?
 
“Emh…” fece Natsu grattandosi la testa con fare imbarazzato “Quello… è stato un incidente… Però questo significa anche che chiunque poteva entrare, alla fine il risultato non cambia”.
 
“E quindi devo pensare che tu sia un delinquente?” ora la ragazza era veramente furibonda.
 
“No, non intendevo certo quello… Ecco…” il ragazzo non sapeva cosa dire… Il discorso aveva preso decisamente una brutta piega.
Nel frattempo, quasi a farlo apposta, la cameriera uscì dalla cucina e si avvicinò con diversi piatti fumanti; quando ebbe sistemato tutto sul tavolo e si fu allontanata, Happy prese parola “Né, Lucy… quello che Natsu vuole dire è che è pericoloso per una ragazza stare da sola dopo essersi praticamente resa inoffensiva. Se tu fossi in una gilda e dovesse succederti qualcosa, i tuoi compagni verrebbero a salvarti mettendo in pericolo le loro vite. Per quanto riguarda lo scomparto riservato… Beh, quella è tutta colpa di Natsu” terminò Happy ridendo sotto i baffi.
 
“Bell’amico! Potresti coprirmi ogni tanto…” rispose il ragazzo facendo finta di essere seccato, poi si rivolse a Lucy “Scusa, non volevo offenderti”.
 
La bionda ci pensò su un attimo, poi rispose “Scuse accettate. A patto che mi diciate di cosa vi occupate voi… Dopotutto potreste essere davvero dei delinquenti! Comunque… Buon appetito! ” e, detto questo, iniziò a mangiare.
 
Happy e Natsu non se lo fecero dire due volte:si avventarono sui piatti ancora fumanti. Dopo un primo minuto di silenzio, in cui avevano pensato solo a riempirsi la bocca e la pancia, Natsu rispose “Beh, noi… gnam gnam gnam… siamo… chomp….” parlava e mangiava –o forse era meglio dire divorava il cibo che aveva davanti-, brandendo con le mani uno dopo l’altro i cosciotti di pollo che erano nel piatto “…affiliati di… chomp… gnam gnam… Fairy Tail”.
 
Lucy sputò addosso al ragazzo l’abbondante cucchiaiata di zuppa che aveva appena portato alla bocca “C-cosa?” urlò poi, incredula.
 
“Che schifo, Lucy sputa!” disse Happy, spostandosi disgustato.
“E’ colpa vostra gattaccio. Perché non mi avete detto subito che eravate di Fairy Tail?” chiese la ragazza.
 
Natsu la guardò meravigliato continuando però a masticare poi, appena riuscì a deglutire, rispose “Beh, non siamo tutti come te che sei talmente ingenua da andare a raccontare in giro i fatti tuoi agli sconosciuti! Mi chiedo come hai fatto a sopravvivere da sola fino ad ora!”.
 
“Senti da che pulpito. Quello che si è messo contro il Commando degli Dei. Pensi davvero che non li avessi riconosciuti? Sono parte di una gilda oscura che ultimamente si è data un gran da fare” rispose Lucy guardandolo per un attimo con fare saccente, per poi tornare a concentrarsi sul suo cibo.
 
“Ah… Allora non sei poi tanto stupida quanto pensavo… Beh, comunque penso che per un po’ non daranno più problemi…” replicò il ragazzo, addentando poi un altro pezzo di carne.
 
“Senti carino, sorvolerò ancora una volta sul fatto che mi hai dato della stupida. Ma in cambio, che ne dici di farmi vedere il tatuaggio di Fairy Tail? Dopotutto potrebbe anche essere una bugia…” fece la maga.
 
“Uhmmm… Hai ragione. D’accordo” disse lui, alzandosi in piedi e togliendosi la maglia, mostrando alla ragazza il tatuaggio che portava sulla avambraccio destro, mentre Happy le fece vedere quello sulla sua schiena. Lucy li guardò e constatò che erano autentici. Ma quando fece per distogliere lo sguardo, questi andò a posarsi sul torace del ragazzo: la sua muscolatura, a dir poco scolpita, non poteva certo passare inosservata e la ragazza si concesse di soffermarsi su di lui un po’ più del dovuto.
 
 
“Come mai hai deciso di darmi informazioni tanto riservate?” gli chiese, tornando a fissarlo in volto. Doveva focalizzare la sua attenzione su altro.
 
“Beh, se vuoi entrare in Fairy Tail prima o poi lo avresti scoperto, quindi tanto vale dirtelo subito. Non è ovvio?” rispose Natsu. “A proposito: visto che raggiungeremo Magnolia solo stasera sul tardi, se vuoi per stanotte puoi fermarti a casa nostra e domattina ti accompagneremo noi in gilda. Che ne pensi?”.
 
Lucy sì bloccò per un attimo, lo sguardo fisso sul ragazzo. Era una vera fortuna che fosse già riuscita a fare amicizia con dei membri di Fairy Tail, ma stare così a contatto con loro avrebbe potuto diventare un ostacolo alla sua missione. Mentre li osservava immersa nei suoi pensieri, Natsu e Happy avevano iniziato a lanciarsi il cibo, finendo inevitabilmente per sporcare anche Lucy. Sicuramente quei due erano scaltri, ma erano ancora immaturi e, pensò la ragazza, con qualche piccolo accorgimento non avrebbero sospettato nulla.
 
“Accetto la proposta. E poi me lo dovete, mi avete rotto il computer e mi avete appena sporcato i vestiti” disse con un tono che non ammetteva repliche.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Erano le dieci passate quando finalmente arrivarono a casa di Natsu, un piccolo appartamento situato nella periferia della città. L’abitazione, che contava due stanze più il bagno, aveva l’ingresso diretto sul soggiorno. Lungo la parete sinistra c’erano un frigorifero e un piano cottura, mentre contro quella di destra era stato spinto un divano piuttosto malmesso. Al centro della stanza c’era un piccolo tavolo bianco con quattro seggiole e a destra della porta era stato posizionato il mobile con la televisione. Accanto al divano si trovava la porta per il disimpegno, che portava al bagno e alla camera da letto. La casa era  sporca e disordinata, con vestiti buttati sul divano, sulla televisione e anche sul frigorifero.
“Mettiti comoda un attimo, pulisco un po’” disse Natsu, mentre raccoglieva veloce gli indumenti sparsi in giro.
“Altro che pulizie… Ci vuole una disinfestazione, qui… “ mugugnò Lucy, tirando intanto una sedia riposta sotto il tavolo, per potersi sedere. Quando lo sguardo cadde sulla seduta, cacciò un urlo.
“Che succede? Chiese Natsu precipitandosi dalla ragazza. Quando si avvicinò a Lucy vide i suoi boxer abbandonati sulla sedia.
“Ecco dov’erano finiti! Grazie Lucy!” esclamò soddisfatto.
“Grazie non è certamente la parola che vorrei sentirmi dire. Io vado a farmi una doccia, tu cerca di togliere le tue mutande dalla circolazione prima che esca!” urlò la ragazza; poi, portandosi appresso la valigia, si chiuse in bagno.
 
 
 
Uscita dal bagno l’umore di Lucy era decisamente migliorato e ringraziò Natsu dell’ospitalità.
“Certo che casa tua è proprio un disastro. E’ proprio vero che l’ambiente in cui vivi ti rispecchia…” disse Lucy.
“Già…” rispose il ragazzo.
“…la casa è lo specchio dell’anima” dissero all’unisono. Si voltarono di scatto e si guardarono negli occhi, rimanendo così per diversi secondi.
“I-io.. ho sentito questa frase molto tempo fa..” fece Lucy imbarazzata, distogliendo lo sguardo.
“Anch’io” rispose Natsu pensieroso. “Meglio andare a letto ora..”
 
Quindi le fece vedere la camera, composta da un armadio, un letto matrimoniale un comodino.
“Né, Natsu! Io non voglio dormire con Lucy… Se durante la notte inizia a toccarmi cosa faccio?” si lamentò Happy.
“Prova a ripeterlo gattaccio. E poi cosa mai potrei farci con te?” chiese Lucy infastidita.
“Allora Natsu lo assalteresti!” esclamò il gatto.
“Neanche per sogno!” urlò stizzita Lucy. Era diventata paonazza.
“Natsuuuu! Forse è il caso che la mettiamo a dormire sul balcone!” propose Happy mentre andava a nascondersi dietro le spalle dell’amico.
“No Happy, Lucy non ti assalirà. Lei dormirà sul divano e noi ci chiuderemo in camera” rispose Natsu.
“Come? Fate dormire sul divano una povera fanciulla come me? E poi casomai sarei io a dovermi preoccupare di voi..”
“Stavo scherzando. Vai pure in camera. Sul divano dormiremo noi” disse Natsu beffardo.
 
 
 
Diverso tempo dopo, quando ormai Lucy si era addormentata, Happy, coricato sul divano assieme all’amico,  si girò nella sua direzione e gli chiese “Né, Natsu… Cosa vuoi fare con Lucy? Perché l’hai portata qui?”
 
“Non so Happy. Sento che lei conosce Lisanna. Avverto un legame tra loro. Un legame intimo, non so se mi spiego. Me lo dice l’istinto” rispose il ragazzo.
“Anche se avesse qualche legame con Lisanna, non la riporterebbe indietro… Ormai lei…” disse il gatto con voce spezzata, stava per mettersi a piangere.
“… è morta. Lo so Happy, ma voglio trovare chi l’ha uccisa. Farò di tutto per trovarli. Ora dormi. Buonanotte”.
E così dicendo si abbandonò a Morfeo, perché lo cullasse nelle ore di quella lunga notte al termine della quale, lo sentiva, sarebbe stato un passo più vicino alla verità. Quella verità che avrebbe dato un nome agli assassini della ragazza che un tempo aveva amato e che, forse tuttora, amava: Lisanna.
 
 

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Ciao a tutti!!! Eccomi qui col terzo capitolo di Fairy Dolls… Prometto che andrò avanti anche con In order to find you, l’altra Nalu (non scrivo altro, ormai sono fissata), solo che al momento la mia ispirazione è tornata a farsi sentire prepotentemente per questa fic!!
Iniziano a svelarsi alcuni misteri, come l’identità della persona che somiglia alla nostra Lucy: forse non vi aspettavate Lisanna, o forse sì… comunque ci vorrà ancora un po’ di tempo prima di capire il collegamento… I nostri Natsu e Lucy sono OOC, lo so, ma in questo momento dovevano essere così: questa si chiama libertà dell’autore! Ahahahah! (Non ho scuse per la mia incapacità di mantenerli IC, mi spiace!!!)
Un’ultima nota: Anthea (il nome della città da cui viene Lucy) significa Fiore in greco!!

Passiamo ai ringraziamenti: grazie a Saralasse, _Alluka_, Altaria e Chicca17 per averla inserita nelle seguite, a Lucy_ Heartphilia e lucy_chan93 per averla inserita nelle preferite e ringrazio Saralasse, _Alluka_ e Krizia che commentano e mi sostengono!!! Grazie anche a chi legge e basta! Spero che il capitolo vi sia piaciuto, attendo un qualche commento a proposito.
Alla prossima
Un bacio
Aya-chan
  
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