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Autore: barboncina85    05/08/2012    2 recensioni
Essere un vampiro...o essere un lupo...cosa preferite?? Ve lo siete mai chiesto? Io si...perché non entrambi?
Trovare un bracciale che di giorno ti trasformi nel potente lupo...di notte in un affascinante vampiro.
DAL CAPITOLO 4
"che potessi scegliere? Che cosa essere e quando esserlo o era il bracciale a decidere? E se lo rimetto torno ad essere un lupo o un vampiro?"
CHI LO SA??
Genere: Dark, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Leah Clearweater, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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CREDO DI ESSERE LIEVEMENTE IN RITARDO.
GIUSTO LIEVEMENTE.
PER CHI ANCORA MI SEGUE E MI ASPETTA.
GRAZIE!
 
Avverto qualcosa sulla pelle, il fruscio della pelle contro qualcosa, la costanza del tocco, il calore.
Probabilmente sto sognando, eppure il nento movimento sulla schiena mi sembra cosi reale. Se non lo fosse spero di non svegliarmi mai è cosi rilassante.
Sposto la testa da sinistra a destra e la luce mi colpisce sulle palpebre chiuse. Beh, sogno mio, è arrivato il momento di lasciarci, eppure, eppure la carezza continua, lenta costante.
Apro gli occhi lentamente, trovandomi davanti un muro con cinque centinetri più sopra la finestra che mi ha svegliato facendo passare quel po' di luce.
Ma il mio letto non è mai stato a ridosso della parete!
«Che cavolo...» mi giro di nuovo a sinistra trovando seduto su una sediasdraio vicino al letto Jacob.
il suo braccio sinistro continua a salire e scendere sulla mia schiena, dalla nuca a metà schiena.
«Buona sera» mi dice sorridendo.
«Buona sera» sussurro con voce impastata, stiracchiando le braccia sotto al cuscino riappoggiando la testa.
«Vuoi che la smetto?» mi domanda guardando la sua mano che continua a salire e scendere.
«Se ti sei stancato...» non volevo che la smettesse, era una carezza rilassante, intima, ma rilassante.
Solo in quel momento, riflettendoci un po', mi sono accorta di essere nuda a che il lenzuolo che mi copre, arriva a malapena a coprirmi il sedere, il seno praticamente si vede dai lati. Abbasso le braccia di scatto.
«Non hai più niente che già non abbia visto» ridacchia continuando a guardarsi la mano che sale e scende, o la mia schiena?
«Ah, credo di doverti ringraziare, giusto?» gli dico continuando a rimanere con le braccia piegate ai fianchi.
«Per cosa?» si girò a guardarmi in viso e giuro di avergli visto l'ombra di un sorriso.
«Per avermi salvato, e per avermi postata qui. Immagino sia la tua stanza?»
«Pesi quanto un fuscello, tranquilla» si sollevò dalla sedia e di conseguenza smise di accarezzarmi, si incamminò verso la porta dandomi le spalle, e che spalle! «Leah ti ha portato delle robe, sono sulla scrivania - mi indica un piccolo scrittoio al lato destro della porta - io vado, tra un po' cala il sole. Mi ha detto mio padre che Charlie da di matto se entro il tramonto non torni» si volta per guardarmi e non so che vi legge nella mia espressione, so solo che il cuore oramai ce l'ho in gola, quella frase mi ha spaventata, che altro gli ha detto Billy?
Si avvicina, vedendomi smarrita, e puntellandosi col le mani ai lati delle mie spalle si avvicina lentamente per poi sfiorare con le labbra la base della nuca «Ci vediamo domani mattina?» schende con le labbra lungo la schiena.
il cervello oramai è scollegato. Devo andare via per forza?
«Mh, mh» era un gemito o un affermazione? Dio, che vergogna!
Lo sento soffiare un sorriso sulla pelle.
«A domani Isabella» e si solleva lasciandomi li interdetta, con una voglia di so io cosa e la frustrazione di dover andare via.
Uffa!

Una volta cambiata e uscita trovai il mio pick.up parcheggiato nel vialetto, se cosi lo possiamo chiamare, di casa.
Sopra il cofano a gambe incrociate c'era Leah.
«Piaci parecchio a Jacob» esorgisce senza sollevare lo sguardo dalle sue gambe.
«Cosa te lo fa credere?» l'avevo capito, sapevo di piacergli, non avrebbe fatto quello che ha fatto altrimenti, ma se la cosa intaccava il loro rapporto, non avevo intenzione di mettermi nei casini, per tre mesi che devo restare...o no?
Non ci avevo pensato, l'estate passa in fretta e...e mi sto facendo coinvolgere dalle spire intricate di Forks.
«Nel branco ci leggiamo nel pensiero, ricordi?»
«Ah!»
«Già» solo allora sollevò lo sguardo, e non seppi capire che tipo ti espressione avesse, sembrava triste, ma non saprei dirlo con precisione.
«La cosa ti crea dispiacere? - scesi i gradini del portico e mi avvicinai al pick-up - lo lascio in pace, o creco di allontanarlo se nei suoi confronti...»
«Nei tuoi - mi inerruppe scendendo dal pick-up - nei tuoi confronti, non nei suoi» fece un passo. l'unico che ci separava e prendendomi il viso tra le mani mi bacia, un bacio lento al quale mi abbandonai completamente, rispondendo.
I minuti passarono e con essi il bacio continuò. Quando le sue mani scesero sulle mie spalle la sua bocca lasciò la mia.
«Tu mi piaci tanto Isabella»
«Anche tu mi piaci tanto Leah» ma non feci in tempo ad aggiungere altro che una sensazione di gelo mi divampò nella vene.
Accidenti!
«Leah è meglio che vada a casa» la lasciai li salendo velocemente sul pick-up.
Misi in retromarcia e lei continuò o guardarmi, quando svoltai sulla strada lei già tremava.
Dovevo essere veloce, il sole oramai calava dietro le nubi, non si sarebbe arrestato ne rallentato, dovevo correre.
Imboccai la strada per arrivare a Forks il più velocemente possibile, e un rumore di rami e foglie  mi fece voltare verso destra.
Sul ciglio della strada Leah mi seguiva in forma di lupo.
Ti prego Leah! Torna in dietro!
Schiacciai sull'acceleratore provocando un rombo incredibile e pochi metri più avanti Leah si arresto ululando.
Chiusi gli occhi; grata, triste, confusa. Non avevo più idea di cosa provare, ero totalmente il balia del cuore, un cuore che ad ogni battito sussultava in procinto di fermarsi.
Quando riaprii gli occhi il cuore si era ormai fermato del tutto e una macchina mi veniva dritta addosso nel senso opposto. Purtroppo io ero nella sua carreggiata, lo scontro fu inevitabile, nel momento che io sterzai verso il bosco ancora più a sinistra e quindi evitarlo lui fece altrettanto.
Riaprii gli occhi quando mi fermai, non avevo idea di come o perche ma mi ritrovavo sotto un albero a faccia in giù. Mi sollevai, non mi ero fatta niente ma non potevo dire lo stesso del guidatore dell'altro veicolo. 
Mi girai per prestargli soccorso nella vana speranza che non si fosse fatto qualcosa, anche se a vederla cosi la carrozzeria era completamente schiacciata quando il mio pick-up apparte il parabrezza sfondato sembrava non avere un graffio.
Mi tornarono in mente le parole di Leah: "Trattalo bene e lui ti proteggerà il meglio che può"
Il cofano della mercedes prese fuoco, saltai dall'altra parte per vedere se c'era ancora speranza per il guidatore.
Quello che mi trovai davanti fù impressionante. lo sportello era aperto e una donna cercava in tutti i modi di piegare la lamiera per scastrare il vestito che era incastrato in mezzo.
«Mi aiuti per favore?» Sollevò lo sguardo su di me con un sorriso così bello che mi incantai; i suoi occhi ambrati, il suo viso ovale, le sue labbra rosse, i capelli che gli cadevano sulle spalle come onde di caramello.
Quando abbassò lo sguardo mi resi conto di quello che voleva fare.
Sdradicai la portella e sollevai il cruscotto che si piegava sulle sue gambe.
«Piano il vestito» mi rimproverò quando cercai di scastrarle le gambe. come se non fossero le sue gambe ma il vestito il problema, infatti, come lo sollevai appena per scastrarlo lei solleva le gambe finendo di scastrarsi da sola.
Uscì controllandosi l'abito che si stirò con le mani.
«Menomale, non si è rovinato - si volta appena guardando la macchina, apre con molta facilità lo sportello posteriore e prende la borsa cercando di richiudere dopo lo sportello ma non succede perche è sformato - allontaniamoci prima di andare a fuoco» appoggia la mano sulla mia spalla e invece di allontanarci sulla strada ci spostiamo nel bosco.
«Stai bene?» mi chiese una volta allontanate di un buon mezzo miglio.
«Si» sussurrai.
Apri la borsa e ne estrasse il cellulare. Compose il numero e aspettò.
Sentivo il suono del telefono fare "tuu-tuu"
"Esme?"
«Carlisle»

DEVO SCAPPARE IL RESTO LO POSTO DOMANI E LO CORREGGO ANCHE 
BACI E SCUSATEMI!
  
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