-Mi assegnano un Tutore-
Mi
risvegliai dopo qualche
ora, mi trovavo disteso su un prato nel mezzo di una foresta,
aprì gli occhi in
cerca del lago, ma era sparito.
Con
fatica mi alzai in piedi
ma mi dovetti mantenere vicino ad un albero per evitare di crollare
nuovamente
a terra.
Tutto
mi girava intorno ed
avevo una gran voglia di vomitare.
-Lynn…-
provai a chiamare, ma
non ebbi risposta –Lynn dove sei?- provai a fare due passi,
ma non sapevo dove
andare, non riconoscevo nessun luogo.
Mi
inoltrai un po’ nella
foresta cercando aiuto, ma sembrava
deserta, nessun suono era udibile, persino gli animali e il vento
sembravano
essere spariti.
Ad
un tratto sentì un rumore,
come se un ramo si fosse spezzato –chi
c’è? … qualcuno mi aiuti!!- ma nessuno
rispose.
Mi
fermai nuovamente e portai
la mano al ciondolo, lo guardai, non era più verde, era
tornato del colore
iniziale –ma di cosa sei fatto?- mi chiesi.
Ad
un tratto davanti agli
occhi mi trovai una luce accecante, per riflesso mi spinsi indietro e
caddi per
terra.
In
alto, sopra di me,
aleggiava una piccola creatura tonda con delle minuscole ali che
sbatteva
velocemente e degli occhioni enormi che mi fissavano; emanava una luce
gialla
con sfumature arancioni.
Era
la cosa più buffa e
strana che avessi visto in vita mia.
-cosa
sei?- le chiesi, ma non
rispose
-sai
dove siamo… conosci
qualcuno che possa parlare?-
Il
piccolo “animale”sorrise e
cacciando la lunga lingua di fuori mi leccò in faccia
lasciandomi una lunga
scia di bava –ewww- esclamai disgustato vedendo quel muco
biancastro scivolarmi
giù per il collo –ma che fai?- la creatura mi
fissò un altro po’ e poi poggiò
la sua testa contro la mia mano e all’improvviso è
come se comprendersi fosse
stata la cosa più semplice del mondo.
-il
mio nome è Veux, sono una
guida, io come molti altri miei fratelli sin dalla notte dei tempi
guidiamo i
nuovi elfi nelle terre di Efeux per portarli in luoghi sicuri dove
potranno
apprendere i segreti del mondo- prese fiato, mentre io lo guardavo
esterrefatto,
sinceramente mi aspettavo una voce più coccolosa e meno
profonda per un essere
del genere e come se mi avesse letto nel pensiero mi rispose
–questo non sono
io…- riferendosi alla sua forma fisica –questo
è solo un animale, un veicolo
che noi essenze usiamo per comunicare, non abbiamo corpo siamo pura e
semplice
energia- annuii –ora
stavo dicendo …al
diciassettesimo compleanno, colui che ha sangue elfico viene
risvegliato del
Mirtgaal, l’oggetto che porti al collo- lo toccai con
l’altra mano –il Mirtgaal
è un catalizzatore… assorbe l’energia
di un oggetto e la libera con un
intensità maggiore…viene usato da voi elfi come
dire inesperti per viaggiare
nei mondi, o per sperimentare l’antica magia senza rischiare
di consumare la
propria essenza vitale-
Scostai
la mano dalla testa
di Veux –basta… mi hai preso per stupido? Elfi,
oggetti magici, mondi
paralleli… non ho cinque anni…lasciami in pace,
va via!!!- gli urlai contro,
prima di scappare.
Corsi
per un sei o sette
metri quando mi ritrovai nuovamente quell’essere davanti,
emanò una luce cosi
forte che dovetti coprirmi gli occhi –VA VIAAA- urlai, ma non
se ne andò, anzi
mi toccò nuovamente ed una valanga di sensazioni, pensieri
mi vennero
catapultati in testa, risposte a domande che ancora non avevo fatto.
Alla
fine del processo,
l’esistenza degli elfi e di tutte quelle altre cose mi
sembravano comunque
assurde, ma ora le accettavo.
-ora
seguimi giovane elfo… ti
condurrò a Uveax… li ti aiuteranno nel tuo
viaggio- Veux scoppiò, letteralmente
ed al suo posto rimase solo una luce gialla sospesa per aria che mi
avvolse da
capo a piedi e mi sollevò in aria.
Mi
sembrava di poter toccare
le stelle e rimasi estasiato dalla bellezza della luna e soprattutto
non
guardai in basso per evitare di vomitare e svenire nuovamente, poi,
all’improvviso, schizzammo via alla velocità della
luce, diretto a questa
fantomatica Uveax.
Il
viaggio durò poco, ma ebbi
comunque il tempo di vedere un sacco di cose, paesaggi da togliere il
fiato,
creature mastodontiche ed esseri alquanto inquietanti, era un mondo
fantastico.
Dopo
circa 1 ora di viaggio,
in lontananza si scorgeva un altissimo palazzo fatto interamente di
alberi,
liane e terra, intorno ad esso volavano milioni di lucciole che lo
illuminavano
e circondavano una specie di città; ma la nostra
destinazione non era là,
infatti trasportati da una corrente d’aria girammo a sinistra
verso un’ampia
terra dove si trovava un palazzo non grande come quello di prima, ma
comunque
da togliere il fiato, fatto sempre di alberi e foglie che si univano
perfettamente per creare stanze, porte, finestre e corridoi.
Veux
decise che quella era la
nostra destinazione perché planò lentamente
giù –mio giovane amico, siamo a
destinazione… un maestro verrà presto a
prenderti… è stato un piacere viaggiare
con te, che la luce rischiari il tuo cammino…-
schizzò in cielo e sparì.
Io
restai in silenzio li,
fermo, senza sapere cosa fare, dopo qualche istante delle luci si
accesero lungo
la via del cortile e si udirono dei passi.
Una
donna alta, con una lunga
veste e delle orecchie a punta, si avvicinò a me con aria
tranquilla –Veux mi
aveva informato del tuo arrivo…il mio nome è
Freja e sono una maestra di questa
scuola, se vuoi seguirmi ti condurrò nel dormitorio dove
potrai riposare fino a
domani…- tentai di parlare –si ma…
perché son…- non conclusi la frase che
sentì
le mie labbra sigillarsi. Freja aveva lanciato un incanto sulla mia
bocca,
aveva due dita giunte puntate su di me –le domande verranno
fatte domani, ora è
tardi e nella scuola vige il coprifuoco… ora seguimi!-
annullò l’incantesimo,
girò su se stessa e mi condusse al dormitorio,
-Tutto
ciò che può servirti
lo troverai all’interno del baule…vestiti, scarpe,
calzini… per quanto riguarda
la misura, il tessuto eveerevex si adatterà da solo al tuo
corpo, quindi non
preoccuparti se durante i primi giorni sentirai strani movimenti sulla
tua
pelle- accennò un lieve ghigno –il tuo letto
è quello li infondo a sinistra…
ora vai e cerca di non svegliare i tuoi compagni, domattina la sveglia
sarà
alle 7… buonanotte- chiuse la porta e se ne andò
via.
Restai
in piedi ad osservare
il dormitorio, in quella stanza c’erano altri 3 ragazzi,
dall’aspetto normale
che ronfavano beati nei loro letti. Decisi di coricarmi anche io, mi
stesi
ancora vestito e pensai a Lynn che era rimasta sola al lago e poi
pensai al
terrore di mia madre nel non trovarmi a letto –che casino-
sussurrai sbuffando.
Chiusi
gli occhi e mi lasciai
andare nel mondo dei sogni.
La
mattina seguente fui
svegliato da una soave melodia che riecheggiava magicamente per tutta
la
stanza. Gli altri ragazzi si svegliarono e subito mi notarono
–ehi chi sei?-
chiese un ragazzo alto e robusto –mi chiamo
Lucas…- risposi –bhe noi siamo
Nick, Tim e Mical… devi essere nuovo, sbrigati che oggi ti
devono assegnare il
tutore- io annui anche se non ci stavo capendo nulla.
Feci
come loro, aprì il
baule, indossai quello che sembrava essere un lungo poncho che dopo
qualche
secondo prendeva la forma di maglie e pantaloni ed infine uscimmo
diretti alla
mensa per fare colazione.
Arrivati
alla mensa, che era
un enorme padiglione fatto di arbusti intrecciati e fiori che cadevano
giù dal
soffitto, seguii i tre ragazzi per prendere posto.
-Chissà
che si mangia oggi-
chiese Mical
-spero
non datteri arrostiti
come ieri- rispose Tim
-bhe
allora Lucas… da che
regno vieni?- chiese Nick –io da Vidraal!- lo guardai come se
stesse parlando
arabo –io vengo da vicino Londra!- risposi semplicemente
-Londra?
E dov’è?- chiese
-Regno
Unito- risposi e
pensai che in geografia stava messo un bel po’ male
-mai
sentito- risposero
all’unisono i tre ragazzi
-ragazzi
pianeta
terra…conoscete?- dissi ironicamente
Tim
per poco non si affogò
con il succo –vieni dalla terra?- mi fissavano
–woow…-
-bhe
si…perché?-
-perché
solitamente gli elfi
non crescono bene li… sai non è il luogo
più pulito e naturista tra tutti i
mondi paralleli…-
La
discussione venne stoppata
dalla maestra Freja che si fermò di fianco a me
–Lucas il consiglio si è
riunito per assegnarti un tutore seguimi…- e senza
aspettarmi si diresse verso
l’uscita.
Presi
una fetta di pane, me
la misi tra i denti e corsi dietro la maestra, dal tavolo si udirono le
voci
dei ragazzi che mi auguravano in bocca al lupo.
Arrivammo
in una grande sala
fatta totalmente di legno, al centro c’era un enorme tavolo
di cristallo con
attorno una ventina di elfi, alti e fieri.
Una
voce al capo tavola disse
–siamo qui riuniti stamane per assegnare un tutore al nuovo
studente di Uveax,
il suo nome è Lucas, figlio di Hiir, nipote di Garun chi
vuole prenderlo sotto
la propria ala?-
Freja
si alzò in piedi –visto
e considerato che l’anno scolastico è
già iniziato mi sembra poco opportuno
assegnarlo ad un tutore che magari è già oberato
di lavoro per un altro
pupillo… io propongo che finchè non si mette al
pari, dovrà studiare da solo-
alcuni elfi annuirono.
Ora
fu il turno di un elfo
più anziano, si alzò in piedi, aveva la gobba e
una lunga barba che gli
arrivava ai piedi –bhe quello che dice Freja ha un
senso…ma sono costretto a
dissentire- si schiarì la voce – questo giovane
elfo ha il diritto di
apprendere le nostre arti come tutti gli altri, e certamente non gli si
può
fare una colpa se il suo potere si è attivato
anticipatamente rispetto ai
programmi scolastici-.
I
poteri degli elfi vengono attivati
una volta compiuti diciassette anni, ma molti anni fa il consiglio
scolastico
aveva incantato una legge per far si che ogni anno venissero richiamati
a
scuola gli elfi che compivano gli anni in un preciso mese, cosi da
evitare
sovraffollamenti durante le lezioni; questo era l’anno per
quelli nati a giugno
luglio ed agosto, mentre io ero nato a settembre e sarei dovuto
arrivare a
scuola solo fra un anno, questo tipo di problematiche per gli elfi sono
nulla,
sono esseri senza tempo che rispetto ad altre creature possono essere
quasi
definite immortali.
L’elfo
tornò a parlare
–quindi se per tutti voi va bene…
prenderò io il giovane Lucas come discepolo-
mi guardò accennando un sorriso.
Il
capo chiese –per tutti va
bene?- gli altri elfi annuirono, compresa Freja che comunque
alzò gli occhi al
cielo –bene Lucas viene assegnato a Crum…
l’assemblea è sciolta- tutti gli elfi
si alzarono in piedi ed uscirono dalla sala.
All’improvviso
sentì una mano
sulla spalla –giovanotto…- era Crum –per
i novizi il primo giorno è di festa,
vorrei spiegarti prima come funziona qui, evitando di mandarti allo
sbaraglio a
lezione…- sorrise – ora mi attendono in classe, ma
fra un ora dovrei aver
finito, vorrei che mi raggiungessi nei miei appartamenti
nell’ala est di Uveax-
mi diede un altro colpo sulla spalla e si defilò.
Io
rimasi li, senza avere
neanche il tempo di realizzare “ala est!??!” pensai
“dove miseria sarà?” ed
uscii anche io fuori dalla sala in preda al panico e alla ricerca degli
appartamenti del mio nuovo “tutore”.