Non era prudente vagare solitari per le vie di Londra in quei tempi. Emmeline Vance lo sapeva bene, tuttavia non aveva saputo resistere alla tentazione di una boccata d'aria autunnale. Emmeline Vance amava l'autunno: la stagione delle foglie che abbandonavano tristemente i loro rami, e dei cieli che abbracciavano tonalità grigie e tempestose.
Un gelido venticello si levò improssivamente, facendola tremare. La strega si strinse ancora di più nel raffinato ed elegante scialle verde che portava sulle spalle.
Accellerò inconsciamente il passo, attraversò l'incrocio con Purpurine Avenue e imboccò una piccola stradina sulla destra.
Continuò ad avanzare, guardandosi febbrilmente a destra e a sinistra: il silenzio che aleggiava intorno a lei aveva partorito nella sua mente un'agitazione non da poco.
La stretta della mano con cui serrava la bacchetta sotto al mantello si fece più forte e sicura.
Il vento soffiò ancora più forte, muovendo dolcemente il suo raffinato ed elegante scialle.
- Emmeline Vance, - gracchiò una voce da un angolo alla sua destra.
Il cuore di Emmeline Vance si dimenticò per un attimo di battere.

Perché temi il tuo ultimo giorno? Esso non contribuisce alla tua morte più di ciascuno degli altri.

Emmeline Vance si voltò di scatto, la bacchetta alta davanti al viso e la presa salda.

Morire per una causa non fa sì che quella causa sia giusta.

Emmeline Vance aprì la bocca per formulare l'incantesimo più rapido e veloce che conosceva.

Quando verrà l'ora di morire non voglio perderne neanche un attimo: si muore una volta sola.

- AVADA KEDRAVA! - Ma non ebbe né la rapidità, né la velocità che lei aveva sperato.

Emmeline Vance era già un cadavere prima di rendersi conto di esserlo diventata.
Il suo raffinato ed elegante scialle danzò un istante nel vento, prima di scivolare accanto al volto esangue della padrona.
Raffinata ed elegante fino alla fine.
E raffinato ed elegante fu lo scialle verde smeraldo, sudario di un'autunnale morte solitaria.