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Autore: _joy    06/08/2012    4 recensioni
Mika è una strega, frequenta Hogwarts, è in Serpeverde, è una Black. Le parole che la definiscono potrebbero essere: stirpe, orgoglio, purezza di sangue, amicizia, lealtà. Una principessa del mondo magico che sa benissimo di esserlo. Almeno finché le sue certezze non subiscono una brusca scossa in un pomeriggio di sole, quando incontra un ragazzo bello e affascinante ma, ahinoi, babbano: Ben Barnes
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Di magia e di babbani'
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Quando ci avviciniamo alla Stamberga Strillante vedo Mindy rabbrividire.
«Ehm» dice, esitante «Per quanto riguarda la questione dei fantasmi…»
Ben Barnes si blocca.
«Cosa?» dice, stralunato.
Poi lancia un’occhiata a Robert, che si stringe nelle spalle e ripete, per la centesima volta:
«Piccola, ma cosa vuol dire che io devo restare qui e tu no?»
Io alzo gli occhi al cielo e vedo Ben trattenere un sospiro di impazienza.
«Tesoro, te l’ho detto, cercherò di venire a trovarti la sera…»
«…Ma è altamente improbabile che ci riesca, tesoro, quindi non farti false aspettative» completa la frase Claire.
A me scappa quasi da ridere a vedere la faccia di Mindy.
«Divertente» borbotta.
«C’è poco da ridere» la riprende Claire, che guarda la porta poco convinta.
Ci avviciniamo, continuando a guardarci le spalle per assicurarci che nessuno ci veda. Ma chi volete che venga da queste parti con un tempo del genere?
Alla porta, io e le ragazze sfoderiamo le bacchette magiche.
Ben ci guarda nervosamente, ma non dice nulla.
Entriamo…e io resto di sale.
È buio.
Alla luce delle bacchette intravediamo mobili rovesciati, graffiati, sventrati…
Disordine, caos e polvere ovunque.
Mindy rabbrividisce e Robert le si avvicina, protettivo.
«Non sono stati i fantasmi…» dice piano Claire.
Io sono senza parole.
Ha ragione.
I fantasmi sono incorporei. Chiunque abbia combinato questo disastro, un corpo ce l’ha di sicuro.
«Allora forse siamo fortunati…» tenta di sdrammatizzare Mindy.
 Faccio correre lo sguardo sugli arredi distrutti e rabbrividisco.
E un pensiero improvviso mi passa per la testa: se io ho paura, come deve sentirsi Ben?
Gli lancio un’occhiata e lo vede guardarsi attorno in silenzio.
E comunque: avrà paura, ma cosa posso farci? Ne avrebbe di più se lo consegnassimo al Ministero.
Claire si avvicina alle scale e insieme esploriamo il piano di sopra.
Stesso scenario desolante.
Quando scendiamo di sotto, vediamo Mindy che si affanna con la bacchetta vicino al camino.
«No, Min!» la fermo subito «Niente fuoco, sei matta? Ci manca solo che qualcuno venga a controllare»
Lei mi guarda attonita.
«Ma Mika, moriranno di freddo!»
«Min, non farmi passare per il mostro della situazione. Niente fuoco. Se qualcuno viene e li vede cosa facciamo?»
Lei cerca l’appoggio di Claire, ma la nostra amica resta impassibile.
«No, Mindy»
Lei aggrotta la fronte ma non dice nulla.
Posa la borsa e estrae qualche tortina alla frutta, di quelle che ho visto oggi al tavolo della colazione, e dei toast.
«Avete fame?» porge un toast a Rob «Ben, ne vuoi?»
Ben scuote la testa, mentre guarda preoccupato Robert che divora il toast.
«Non è avvelenato» gli dice Mindy, seria.
«Certo, non puoi biasimarlo se non si fida di te» ribatte Claire, acida.
Mindy le fa la linguaccia.
«Ben, non devi aver paura» gli dice, come se secondo lei fosse normale per un babbano trovarsi in una situazione del genere e darle anche ragione «Certo, non immaginavo che saresti piombato qui, ma comunque Rob sta bene e…»
«Ma come fai a dire una cosa del genere?» risponde lui, a bassa voce.
All’improvviso, scende un silenzio di tomba e tutti lo fissiamo.
«Questo…non è Rob. Tu non lo conosci, ma io sì. E ti assicuro che non è mai stato così. Assente…apatico. Per favore, per favore, lascialo stare.»
La guarda con quei suoi occhi incredibilmente scuri (li ho notati prima. Quasi non si distingue la pupilla, sono davvero neri) e lei arrossisce.
«Macchè apatico» borbotta «No, è solo…»
«Non è lui»
«Invece sì» dice lei, testarda.
«Invece no» ribatte lui, sempre a voce bassa.
«Ben, amico mio» Robert interviene, giulivo «Ma perché dici così? Non sono mai stato più felice! Qui ho la mia piccola pasticcina insieme a me! Dai, non fare quella faccia! Sii felice per me. Per noi!»
Stringe Mindy con il braccio e entrambi gli sorridono radiosi.
Io alzo gli occhi al cielo.
Ben sospira.
«Rob, credevo di averti visto fare l’idiota, ma non avrei mai pensato di vederti ridotto così»
E lo sguardo nei suoi occhi mi fa tenerezza.
Mi avvicino piano a lui.
«Non è in sé, non insistere…»
Ben stringe i pugni e Claire aggiunge:
«Sì, devi stare attento: è sotto l’effetto di una pozione (preparata da Mindy, per giunta!), rischi solo di inasprirlo e di inimicartelo»
Ben scuote la testa, testardo.
Un lampo di sospetto appare negli occhi di Mindy.
«Ben…non penserai di scappare, spero? Non sapreste dove andare e se vi vedono…»
Si volta allarmata verso Rob, ma lui la abbraccia con foga.
«Piccola, io non scapperei mai!»
Mindy guarda Ben trionfante, ma io faccio un passo avanti.
«Chi potrebbe dargli torto, se provasse a scappare di qui?» lo guardo negli occhi «Però non puoi. Non devi. Davvero, rischiate grosso se vi prendono»
«Dobbiamo andare, è tardi» dice piano Claire, che ha tirato bene le tende.
Guardo ancora Ben negli occhi.
«Ascolta, so che non ti abbiamo dato motivo di fidarti di noi, ma non fare pazzie. Se qualcuno vi scopre chiameranno il Ministero della Magia. Sarà peggio, davvero»
Cerco di sembrare calma e sensata, perché so che al suo posto io farei tutto il contrario di quello che mi dicono.
Oggettivamente, chi potrebbe dargli torto?
Robert si accomoda su un divano malconcio e stringe Mindy in un abbraccio soffocante.
«Piccola, mi mancherai. Sarà una lunga notte senza di te…»
«E anche un lungo giorno, perché non devi sperare di vederla domani: abbiamo lezione» dice Claire, secca.
«Claire!» sbotta Mindy, che poi addolcisce il tono e si mette a vezzeggiare Robert.
Io arriccio il naso.
Ben li guarda con occhi spenti, le mani sempre strette a pugno.
«Ragazze» ci chiama ancora Claire.
Mindy sospira, bacia Robert e lascia la borsa con il cibo sul tavolo.
«Per favore, per favore» bisbiglio io a Ben, prima di allontanarmi.
Arrivata alla porta, mi volto.
Robert, dal divano, manda baci a Mindy, che ride e lo saluta felice.
Claire sbuffa e la strattona per il braccio.
Ben, invece, si toglie il cappotto e lo mette in silenzio sulle spalle dell’amico.
Mentre esco, alza gli occhi e ci fissiamo per un attimo.
Non riesco a dire nulla e infilo la porta.
 
Ma un paio di ore dopo, mentre sono seduta davanti al fuoco in Sala Comune, non riesco a togliermi quell’immagine dalla mente.
E non so perché.
Solo che…è…sembra davvero affezionato al suo amico. E preoccupato. E turbato.
E come deve sentirsi, a sapere che quello non è responsabile delle sue azioni e nemmeno dei suoi pensieri, al momento?
E che lui non può fare nulla per aiutarlo?
E che la magia esiste?
No, basta.
Basta, smettila, non pensarci.
Tanto non puoi farci nulla.
E se uscissero dalla Stamberga?
Se provassero ad andarsene e al villaggio qualcuno li vedesse?
Miele, la mia gattina, miagola piano e mi salta in braccio.
La accarezzo distrattamente.
«Ciao, piccolina» le do un bacio distratto sulla testolina e le gratto dietro le orecchie.
Lei fa le fusa e si acciambella sulle mie gambe, al caldo.
Al caldo.
Nella Stamberga deve fare davvero freddo e…
Eh no, basta.
Scatto in piedi e Miele miagola seccata.
Io mi volto e mi dirigo all’entrata della Sala Comune, quando Blaise mi si para davanti.
«Dove vai?»
«Io…ehm…ho lasciato a Claire la mia…ehm…»
Faccio per passare, ma lui mi prende il braccio.
«La tua cosa?»
«La mia…insomma, Blaise! Ma per quale motivo devo darti spiegazioni? Fammi passare, è quasi il coprifuoco»
«Non sei tornata, oggi»
Scuoto le spalle, seccata.
«Sì, bè, la compagnia era noiosa, oggi. Scusa, ma devo trovare Claire»
Lui assume subito un’aria offesa.
Perfetto.
Sospiro.
«Scusa, Blaise»
Fa un gesto vago.
«Dopo parliamo» prometto.
E schizzo via.
Salgo le scale e attraverso l’atrio e imbocco una scalinata mentre mi chiedo dove sia Claire.
Quasi corro per il corridoio del secondo piano e travolgo un paio di matricole.
La Sala Comune dei Grifondoro è in una delle torri del castello.
Salgo altre scale di corsa e grido quando queste si muovono.
Accidenti.
È venerdì, l’avevo dimenticato.
Queste scale di venerdì si muovono.
Impreco tra me e me e, quando si fermano e mi scaricano su un pianerottolo, riparto di gran carriera.
E mi scontro con Claire dietro un angolo del quarto piano.
«Ehi, dove corri?» mi chiede «Sono passata in biblioteca a prendere un libro…»
La trascino dietro una statua di marmo.
«Claire, non possiamo lasciarli lì»
«Eh?»
«Non possiamo lasciarli lì! Per prima cosa è una topaia, è gelida, e se scappassero noi come facciamo a…»
«Mika, calma!» Claire sgrana gli occhi.
«Claire, non dovevamo lasciarli lì» bisbiglio.
«Perché sei così preoccupata?»
«Perché è una situazione totalmente fuori controllo!» sbotto.
La mia amica fa per parlare, ma mi guarda e ci pensa su.
E alla fine annuisce.
«Significa che dobbiamo uscire. Ok. Dai, cerchiamo Mindy. Però, Mika…dopo che l’avremo trovata (sperando che non sia scappata fuori da scuola per raggiungere Sposami-Rob), come facciamo ad uscire?»
«Ci ho pensato» borbotto «Ricordi quella pergamena che Potter ha consultato prima di rimandarci in dormitorio, dopo la riunione dell’ES?»
Lei sgrana gli occhi e annuisce.
«Gliel’ho vista in mano a tutte le riunioni. Ma non so bene cosa…»
«Ha detto ai Corvonero di aspettare, perché Gazza era davanti al corridoio che porta alla loro torre. Come ha fatto a saperlo?»
«Non…so. Cosa pensi…?»
«Che è una mappa, Claire»
«Una mappa?»
«Già. E c’è un solo modo per vedere se ho ragione. Vado a chiedergli se ce la presta»
«Cosa??» sbotta lei «Ma…»
«Altre idee?»
Lei fa una smorfia e scuote il capo.
«Ok. Ho visto Harry in biblioteca. Io cerco Mindy. Ci vediamo nel bagno dei Prefetti, ok?»
Annuisco e schizzo via.
Cerco di formulare una valida scusa da sciorinare, quando incrocio Harry con Ron Weasly e Hermione Granger.
Mi salutano e io mi fermo.
«Ciao…Harry, per favore, posso parlarti?»
Lui sembra perplesso.
«Ehm, certo»
Alzo un sopracciglio all’occhiata che mi lancia Weasley e resto zitta e ferma finchè Hermione non lo trascina via, augurandomi la buonanotte.
«Harry, non so come dirtelo e non ho nemmeno tempo per le perifrasi, quindi sarò diretta» abbasso la voce «Quella pergamena che avevi alla riunione dell’ES…per caso è una mappa magica? Me la puoi prestare?»
Lui sgrana gli occhi e scuote la testa.
«Di cosa parli?»
Sospiro.
Lo prendo per il polso e lo trascino in un’aula deserta.
«Ascolta. Mindy ha dato a un babbano un filtro d’amore e lo ha attirato a Hogsmeade, con un suo amico. Al momento sono nella Stamberga Strillante. Almeno spero. Voglio dire, potrebbero essere scappati e essersi persi, o magari aver incontrato qualche mago che li ha denunciati al Ministero…»
Mi interrompo per prendere fiato.
Harry mi guarda perplesso.
«Senti Harry, so che non ci conosciamo e che ti sto chiedendo davvero un grande favore. E che non hai motivo di aiutarmi o di fidarti di me. Ma davvero, ci serve aiuto. La Stamberga Strillante è un posto orrendo, gelido e…»
Mi interrompo e lo guardo, implorante.
«Non capisco perché sei qui a chiedermelo tu e non Mindy»
Faccio un gesto di impazienza.
«Probabilmente è a scrivere una lettera d’amore a Rob e non si è resa conto che, se continua così, domani lo troverà congelato»
Harry esita e sfugge il mio sguardo.
«Non ho una mappa, mi dispiace»
«Harry, ti prego…pensavo che lo spirito dell’ES implicasse che…bè, che siamo un gruppo»
E lui improvvisamente sorride.
«Ma tu ti consideri davvero una dell’ES?»
Resto senza parole.
«Sì»
«Esercito di Silente. Non del Ministero. Di Silente»
Ah.
Dovevo immaginarlo.
Grifondoro contro Serpeverde, sempre.
«Fammi capire. Ti hanno detto che venivo anche io all’ES, giusto? E tu hai detto che andava bene, giusto? Dopotutto, sei tu il capo»
Lui storce il naso.
«Se è per questo, c’è anche Smith all’ES e…»
«Mi stai paragonando a Smith?» chiedo, incredula.
E lui ride.
«No. Volevo solo dire che l’ES è formato da membri che non ho scelto personalmente, uno per uno. Anzi. Veramente, l’idea è stata di Hermione»
«E io sono Serpeverde e quindi non vado bene»
Lui esita.
«Non è per forza così. Io…»
Si zittisce e poi, inaspettatamente, dice:
«Tu sei una parente di Sirius»
Sirius Black.
Mio zio.
Mi gelo.
Sirius Black. Quello che ha consegnato i Potter a Voi-Sapete-Chi.
Che, scoperto, ha trucidato uno dei vecchi compagni di scuola, Peter Minus, ed è stato rinchiuso ad Azkaban, la prigione dei Maghi. Ed è evaso, circa due anni fa.
Prendo fiato e annuisco.
«E per questo tu mi odi a morte» bisbiglio.
Ma, con mia sorpresa, lui accenna a un sorriso e scuote la testa.
«Affatto. Sirius è il mio padrino»
Annuisco, piano.
«Lo so, ma…»
Il problema è che Harry è stato cresciuto da zii babbani. Ma non è possibile che non sappia che…
«Sirius non ha venduto i miei genitori a Voldemort» dice, tranquillo.
E io sussulto.
Primo, perché sembra che mi abbia letto nella mente.
Secondo, perché ha chiamato il Signore Oscuro con il suo nome.
E terzo…bè, come?
Ma se tutti sanno che…
Lo guardo con gli occhi sgranati.
«Ma, ma…ma cosa dici? Perché? E poi…bè, come se non avessi altri parenti di cui vergognarmi»
Lui aggrotta le sopracciglia e io mi mordo la lingua.
Come mi è venuto in mente di dirlo?
«Bellatrix?» domanda lui.
Annuisco.
Mia zia, Bellatrix Lestrange.
Un’assassina.
La luogotenente di Voi-Sapete-Chi.
Per alcuni membri della mia famiglia è un’eroina. E questo ve la dice lunga.
«Pensavo ne andassi fiera» dice lui, secco.
«Bè, ti sbagli. E di grosso. Spero di non incontrarla mai»
Al momento è ad Azkaban, rinchiusa a vita.
È un buon posto, per lei.
«Perché?»
«Perché è un demonio» dico io, veemente «E se tu pensi che io sia come lei o possa anche solo assomigliarle solo perché mi chiamo Black, allora, Potter, lascia che ti dica che una persona non va giudicata solo dal nome che porta o dalla famiglia da cui viene…»
«…ma dalle scelte che compie» dice una voce profonda dalla porta «Giustissimo, signorina Black»
Entrambi facciamo un salto dalla paura.
Silente.
Oh, no.
Ma, inaspettatamete, il Preside dice:
«Harry, dovresti aiutare Mikayla. Dopotutto, una delle caratteristiche che Godric Grifondoro più apprezzava è la cavalleria»
Harry arrossisce e io tremo.
Silente sa cosa ho chiesto ad Harry?
Aiuto, siamo morte.
Ma il Preside sorride affabile.
«Ah, se solo sapeste quante cose avete in comune. Harry, sai che il Cappello Parlante voleva mettere Mikayla in Grifondoro? E tu, mia cara, dovresti sapere che sempre il nostro Cappello ha visto in Harry un valente Serpeverde»
C’è un attimo di silenzio attonito in cui io e Harry ci fissiamo a occhi sgranati.
«Inoltre, avete entrambi una certa tendenza a mettervi nei guai, se così si può dire. Ora, signorina Black, so che non è colpa tua, ma gli – ehm - ospiti che abbiamo nella Stamberga, al momento, sono un problema. Un grosso problema»
Io arrossisco ancor di più.
«Professor Silente, la prego, mi scusi. So che la sto mettendo in una posizione inaccettabile, ma…»
«Esatto. C’è qualcun altro coinvolto?»
Ha senso mentire, con lui?
Il pensiero mi balena in mente.
«No, signore. Solo io»
Harry sgrana gli occhi e Silente gli strizza l’occhio.
«Visto? Poteva essere una grande Grifondoro. Dalle la mappa, Harry. Mia cara, ti prego di averne massima cura: è stata disegnata da quattro studenti di Hogwarts tra cui il padre di Harry, per cui capirai che per lui ha un valore incalcolabile. Inoltre, se finisse nella mani sbagliate, sarebbe pericolosa. Per cui sei pregata di non darla assolutamente alla signorina Chapman»
Malgrado la situazione assurda, mi scappa quasi da ridere.
Gli sorrido, grata.
«Grazie, signore»
«Ora vai. Direi che il signor Gazza sarà occupato nei sotterranei per la maggior parte della notte. Povero me, che tempi oscuri»
E se ne va, scuotendo la testa.
Poi fa di nuovo capolino dalla porta.
«Inutile dire che quei due signori devono sparire. E, pur non avendo io mai studiato personalmente la materia, azzardo una previsione: credo che a Natale avrai due ospiti in più a casa, mia cara»
Io lo guardo sbarrando gli occhi e Silente se ne va con un altro misterioso sorriso.
 
 
 

   
 
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