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Autore: Probably    06/08/2012    1 recensioni
Com'è fredda questa casa.. forse quanto l'acqua salata del mare, ricca di sale come i miei occhi, che ormai, ogni giorno bruciano, lasciando cadere a picco sulle mie fredde guance, tutto il mio dolore, la mia amarezza.. chiamate lacrime, ed ecco i ricordi che invadono il mio cuore, soffocando la mia mente. d'amore.. speranza.. di sogni.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Michela: Su' andiamo.
Non faccio una piega. Continuo a tenerle la mano e lascio che sia la fiducia a decidere per me. Scrutiamo un'ammasso di gente ferme davanti allo studio di registrazione. Sono loro. Il mio desiderio si fa' sempre più forte, e quasi mollo la mano a Michela. Ma la mia coscienza, me lo impedisce. Se l'avrei fatto mi sarei sentita in colpa, mi conosco.
Michela attraversa la strada e va' verso lo studio. Le lacrime si fanno sentire, pure l'ansia e la paura. Il vispo: ''Sorpresa'' di Michela mi lascia senza parole. Semplicemente il cuore in gola, che mi sta strozzando essendo effettivamente, troppo grande e colmo di felicità. Stavo già pensando, che non saremmo mai passate, ci sono troppe arpie. Michela si butta, mentre io me ne sto spalle al muro lontano da loro.
Le urla si fanno assordanti, i loro nomi vengono incitati da ognuna di loro. Chi pensava solo ed esclusivamente ad Harry, chi a Zayn.. Chi invece non riusciva a parlare per le lacrime. Alcune che si disperavano perché Tomlinson è passato davanti loro. E stavo per disperarmi anche io, nel sentire i loro passi avvicinarsi. Cerco di asciugarmi le lacrime, cercare di essere felice.
La loro macchina è proprio davanti a me. Le arpie sono state bloccate dalla sicurezza, e anche Michela; mentre io sono lì, davanti a un macchinone nero, come una chiazza di petrolio, a piangermi addosso, nemmeno capendo il perché. I ragazzi salgono, tutti tranne Liam, che mi nota e mi asciuga le lacrime sorridendomi. Spunta di nuovo il sole, non in cielo.. sul mio viso. Rimango calma, attaccata al mio muro, anche se, appena la macchina parte, sento l'istinto di dover correre dietro a un'ammasso di ferraglia con un motore molto più potente del mio amore per loro. Lasciano andare Michela e le altre.
La mora mi si avvicina con un fiume che le attraversa il dolce viso. Incredule, ci abbracciamo, capendoci per tutto ciò che è successo. Anche altre ragazze mi dicono che sono stata fortunata, che Liam è stato un angelo. In effetti lo era stato. Michela con un filo di voce, mi dice di aver dato il suo numero a Niall. Ci riprendiamo le mani, e c'incamminiamo verso casa sua, o meglio, a casa dei suoi genitori.
Saltella come una lepre per strada, sembra più felice di me. Io, non so' perché, continuo a sentirmi uno straccio. Eppure, li avevo visti per la prima volta. E uno di loro, mi aveva toccata di sua spontanea volontà.
Michela: Quando ho visto Liam tornare indietro per consolarti, mi sono caduti gl'occhi, davvero.. domani torniamo? Io mi limito ad annuire e a sorridere, tenendo, però, lo sguardo rivolto l'asfalto bagnato dalla pioggia. Una pioggia fresca, una pioggia felice, trasportata dal vento. Alzando lo sguardo, vengo bagnata dalla felicità. E' una comune pioggia?
No.
E' una pioggia che ricorderò per tutta la vita.
Nelle mani di Michela c'è un terremoto, non riesce nemmeno ad infilare la chiave nella serratura. Scuote la mani lungo i fianchi, cercando di mandare via il terremoto, ma niente. Con dolcezza, suono il campanello, dato che le chiavi erano cadute. La madre di Michela mi apre la porta e ci fa entrare, il tutto accompagnato con un raggiante e stanco sorriso. Michela da' dei soldi a sua madre: ''Ecco mamma, i soldi per la casa..''
Io: ''Michela, perché non mi hai detto niente? Puoi venire a vivere da me.''
Credo che l'idea le faccia piacere, e che adesso si sarebbe sentita in imbarazzo e avesse trovato una scusa per non venire, anche se alla fine, so', che avrebbe accettato.
Anche sua madre insiste, così l'accompagno in camera a preparare la sua roba. Mentre ripiego con estrema lentezza e amore i suoi vestiti sento un buco nello stomaco. Riempiamo 3 valigie. Anche se una, l'ha voluta fare lei in privato.
Dopo troppe smancerie con i suoi, si decide ad uscire di casa.
Per ben mezz'ora ci siamo portate dietro dei bagagli insopportabilmente pesanti. Rimane meravigliata, da come è ridotto il mio appartamento. E' ancora in perfetto ordine, non un granello di polvere fuori posto.
Michela: ''Pensavo fosse un macello, conoscendoti''.
Mi scappa una risatina, breve. Posiamo le valigie, tranne una: quella che si è preparata lei. Con un leggerissimo bagliore nei suoi occhi la apre, e tira fuori un sacco di foto. Foto vecchie, foto della sua storia. Le attacca sulla porta della nostra camera, appende anche una macchina fotografica. Agli occhi di qualsiasi persona può sembrare una banalissima macchina fotografica. Gliel'aveva regalata sua nonna. Quella è stata la sua prima e unica macchina fotografica.
Finito il lavoro si gira, sorridendo, senza nessuna traccia di lacrime, senza nessuna ferito sul suo volto. Le leggo negli occhi la voglia di un'abbraccio, e accontento quei due cani bastonati. Ed ecco, che sulle sue guance, la luce viene riflessa su uno specchio d'acqua. Le procuro un fazzoletto, uno di quelli morbidi e profumati, perché ci tengo a lei, e ci dovremo prendere cura l'una dell'altra.
Sempre da quella valigia, blu come il cielo la notte, tira fuori delle brioches, agitandole davanti ai miei occhi, conoscendo il mio debole per i dolci.
  
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