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Autore: Inception_    06/08/2012    3 recensioni
Avete mai desiderato di passare un'intera giornata estiva assieme al vostro personaggio preferito?
Round-robin dedicata all'Estate e a tutti coloro che hanno un Inazumiano nel cuore!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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1.Ice, Ice skates, hockey sticks and …

 

Canada. Patria del freddo, degli sport invernali, della cioccolata calda e …
< Forza Gladiators! Mettiamo dentro questo disco! > e soprattutto hockey sul ghiaccio.
Uno sport fatto del gioco di squadra, di duro lavoro, di emozioni condivise dalla squadra, con il gusto del sudore.
Emily e Andrea Black erano riusciti a coronare il loro sogno: andare con la propria squadra in Canada.
Emily era una ragazzina di sedici anni dai capelli neri con ciocche argentate e occhi dai colori impossibili da capire. Era di media altezza, un po’ formosa e dalla pelle bianca. Una delle sue caratteristiche era che aveva al collo un cuore argentato da cui uscivano quattro ossa. Un po’ come la bandiera dei pirati. Questo ciondolo poteva essere diviso, e quindi l’altra metà lo poteva tenere un’altra persona, ovvero suo fratello.
A differenza della gemella, aveva 16 anni i capelli castani ma gli occhi erano praticamente uguali. Erano sadici entrambi, cattivi e senza pietà. Sì, solo quando erano divisi, insieme invece erano l’opposto, anche se tenevano comunque una punta del loro carattere.
Amano il basket, il nuoto ma soprattutto l’hockey. Infatti in quel momento, erano all’interno del Palaghiaccio di Ottawa, che era gremito da persone di ogni nazionalità. I due stavano calcando, o meglio, incidendo il ghiaccio con i loro pattini. Con la tensione alle stelle, continuavano a giocare con le orecchie invase da urli, tifi, schiamazzi e gli ordini dell’allenatore.
Emily era il numero 21, Andrea il numero 8, in onore di un grande giocatore di hockey, Alexander Ovechkin.
< Forza! Mettiamo in rete questo disco! > le urla degli italiani si infuocava sempre di più all’interno del palaghiaccio.
< Andrea! Passa qua! > sua sorella, picchiò la mazza sul ghiaccio per attirare l’attenzione.
Lui la vide e con un breve cenno del capo, glielo passò tra le gambe degli avversari.
La ragazza slittò tra gli avversari, avvicinandosi di più alla porta. Si trovò davanti un portiere il doppio di lei, perciò rallentò per riflettere un momento. Non poteva far da sola, aveva bisogno degli altri. Si girò e vide che gli altri che la stavano raggiungendo. Decise di fare marcia indietro e con un passo incrociato evitò l’avversario che voleva sbatterla alla balaustra.
< raga, il portiere è mastodontico, collaboriamo. > disse mentre guardava il tabellone < mancano due minuti. Facciamo l’impossibile. >
< e come faremo? > chiese Matteo Tanaka, un po’ stanco. < siamo pari e i Black Angels sono ossi duri! >
< passiamola a Dennis! Tanto lo sai che è forte! > ribatté pronto Alessandro Yoshida.
< certo! Se non fosse in panchina! Il coach ha deciso di tenerlo fuori per infortunio. > rispose sarcastica Marta Yamazaki.
< e allora facciamo da soli! > concluse Andrea, battendo la lama sporca di ghiaccio sulla pista.
Tutti annuirono. Volevano vincere. Era una partita importante e avevano speso anni prima di questa occasione.
Il tempo era fermo a due minuti a causa di una rovinosa caduta dei Dark Angels. Ciò significava…
< Rigore… speriamo bene > sussurra Ale.
< Lorenzo, riesci a farcela? > domandò preoccupato Black, il maschio.
Il portiere annuì convinto < fidati. La parerò e poi voi prenderete il disco e segnerete. >
< allora… forza! > batté la mazza sul palo della porta per poi andarsene, fiducioso.
L’arbitro appoggiò quel piccolo disco nero sul bianco del campo, e l’avversario si avvicinò e guardò verso la porta con strafottenza.
Il silenzio calò improvvisamente. L’arbitro fischiò. E il giocatore si mosse con lentezza per poi acquistare velocità. Eccolo. Il disco sfrecciò. E non entrò.
Lorenzo Kimura l’aveva parata.
< Se! L’ha parata! > esultò Matteo < ora andiamo a vincere! >
< Sì! > esclamarono.
Dopo vari ostacoli e riprese di dischi persi, Emily e compagnia schizzarono a tutta velocità verso la porta avversaria.
Cominciarono a passarsi diverse volta il dischetto, poi Marta fece per colpirlo e il portiere si buttò a terra ma … lo passò ad Andrea che segnò. Il suono della sirena di fine partita coprì tutte le grida trionfanti. Avevano vinto il campionato.
I Gladiators si levarono i guanti, i caschi e lanciarono in aria le mazze. Gli altri compagni in panchina, entrarono in campo, felici come non mai.
< ce l’abbiamo fatta!! Sei a cinque!!> urlò Loris Ikeda.
< siamo i campioni di questo torneo intercontinentale ! Ragazzi! Alla faccia dell’under diciotto!! > gridò dalla pazza gioia Marco e suo fratello –gemello- Simone Harada.
Alessandro Ogawa e Tommaso Sakamoto abbracciarono felici , e quest’ultimo con le lacrime agli occhi.
Persino Marta e Emily –migliore amiche di sempre, in pratica- avevano le lacrime agli occhi. Loro due erano maschiacci quasi quanto i loro compagni e vederle piangere era una rarità, soprattutto la Black. Riusciva ad essere un po’ più aperta solo con la sua amata squadra e la stessa cosa valeva per suo fratello.
Matteo Yamazaki andò verso le tribune insieme a Julian Maeda, per prendere la bandiera italiana e salutare i propri genitori prima della vittoria, invece Dennis Watanabe fece ingresso al campo accompagnato dall’allenatore e dal suo vice.
< Andrea, te la sei cavata, ma non riuscirai mai a battermi. > dichiara orgoglioso.
< si certo. Dennis, tu sei l’avversario da battere e ti supererò! > ribatte, ma con il sorriso sulle labbra, stringendo le sua mano.
Si abbracciarono tra di loro, felici della vittoria conquistata, poi decidono di godersi gli applausi del LORO pubblico, che li avevano accompagnati fino al paese più freddo del loro.
I momenti di gloria furono interrotti dalla voce del organizzatore tramite un microfono < Please remain calm, because now there will be the prizes of the various teams ¹ >
< forza ragazzi, in fila! > ordinò l’allenatore < e comunque, complimenti > sussurrò dopo, sorridendo e battendo il cinque a tutti.
Durante le varie premiazioni, i Gladiators, avevano ancora i parastinchi, le ghette, le gomitiere e altro, e soprattutto le loro divise nere: rappresentava un gladiatore con in mano uno scudo e l’altra una spada, mentre in testa un elmo dorato. Ai bordi delle maniche tre strisce rosse e bianche.
Erano sudati fradici e stanchi, eppure riuscivano a parlare tra di loro.
< raga, bisogna festeggiare! Dopo la doccia, prenotiamo una pista da ghiaccio per pattinare e tanto cibo. > dichiarò l’Ogawa sicuro si sé.
< mi pare che il vice abbia già pensato a tutto, quindi siamo a posto… no? > chiese un po’ titubante Maeda.
< e allora non ci preoccupiamo! Godiamoci questo momento di gloria! > esordisce allegro Simone.
Annuirono soddisfatti, peccato che Emily sentì dei risolini. < no, ok, perché ridete? > si volta furiosa.
< oh, abbiamo una sorpresa per te, niente di che! > Watanabe cercò di distogliere l’attenzione dalla ragazza, senza risultati.
< NO! Ora me lo dit … >
< And now the winners of the tournament. The Italian team, the Gladiators ! ² > annuncia l’uomo.
La squadra, si avvicinò e prese la coppa… o meglio Andrea, autore dell’ultimo della vittoria.
La baciò e poi insieme agli altri, decisero di fare il giro della pista con Emily accanto che teneva la bandiera facendola sventolare.
Grida di pura gioia riempivano il Palaghiaccio, e i ragazzi non potevano che essere euforici. Dopo tanto tempo, sforzi , sudore e crampi ai muscoli, l’under sedici Gladiators aveva vinto.
Dopo aver fatto il giro del campo ghiacciato, gli altri due Under (diciotto e dodici) e li sollevarono.
Dopo una buona mezz’ora, tra festeggiamenti in spogliatoio e docce, tutti si ritrovarono nel luogo fissato.
< Andrea. Vieni qua. > sibilla sua sorella, con la felpa della squadra, rigorosamente nera, bianca e rossa e i suoi inseparabili pattini da hockeista .
< dimmi. > sorrise lui maliziosamente.
< sai quando vi ho chiesto della sorpresa? Ecco ho scoperto. > fece un respiro molto profondo, chiuse e poi riaprì gli occhi < CHE CAVOLO CI FA LUI QUA?! EH?! > indicò il ragazzo dietro di lei, dagl’occhi color oltremare e capelli castano scuro, che sorrideva contento per la sua reazione.
< ahia! Ha scoperto! Aha scappiamo! > fecero tutti, cominciando a schizzare su è giù per la pista da pattinaggio.
< Ah! Ma allora vi siete coalizzati, eh? Marta! Sei ufficialmen… > stava per rincorrerla, ma suo fratello e Ikedala presero e la portarono dal suo cosiddetto amante. < divertitevi, eh? > e le diedero una pacca sulla spalla.
< ma io li uccido… perché sei qua? >gli rivolse uno sguardo di fuoco.
< volevo vederti in campo, amore. > e così dicendo si avvicinò pericolosamente.
< prego? Ma se proprio mi devi … > troppo tardi. Emily aveva sulle sue labbra quelle di Fidio Aldena.
Quest’ultimo non contento, decise di portarla da un’altra parte, per avere un po’ di privacy.
< Siamo in Canada e perciò te lo dico in inglese. I love you. > le sussurrò < and you? >
< I don’t love you > cercando di nascondere il vistoso rosso che le era comparso in viso.
< I knew. > sorrise ancora una volta, per poi metterle una mano dietro la testa e annullare ancora una volta le distanze. Un bacio lento e appassionato che durò per diversi istanti che, per Amy sembravano secoli.
Quando tornarono, nessuno chiese, perché sapevano già quel che era successo, e si divertivano solamente a chiamarli “amanti” o “neo-fidanzati”. Emily non protestò, non si sapeva perché, forse non voleva fare un’altra scenata, o semplicemente, quel momento le era piaciuto inconsapevolmente.
Stava di fatto, che mesi dopo, lei e Fidio erano fidanzati ufficialmente, e la novità era che si era leggermente addolcita. Un nuovo amore nato tra una partita e l’altra. Tra mazze da hockey e pattini. Seppur l’Hockey era un gioco da maschi, Fidio si era innamorato di lei, aveva qualcosa che l’attirava. E la Black? Si era innamorata di lui per la sua insistenza e la sua dolcezza allo stesso tempo. Eppure continuavano a litigare, ma sotto sotto, si amavano tanto.


“ I nostri Gladiators vincono il torneo internazionale e nasce tra un cosa e l’altra, l’amore tra il nostro ventuno, Emily Black, e il numero dieci della squadra di calcio, Fidio Aldena. Di sicuro la Black non si è fatta sfuggire niente durante il torneo! “

********************

Si misero tutti in cerchio, al centro Amy e Fidio:
" - Fratelli! Ciò che facciamo in vita, riecchieggia nell'eternità!
Al mio segnale, scatenate l'nferno! "
"We are the best! We are The Gladiators!"
tutti batterono la mazza sul ghiaccio.
Amy baciò il pugno per poi alzarlo, formando la "V" di vittoria con le dita.
Fidio baciò lei ancora un volta.




.:Logicool's Corner:.

Hola! Ero Bloody Comet, ma ho cambiato nick in "The Gladiators_"
Allora... non è ne troppo fluff, perché troppo fa male ai denti u.u
Amo l'Hockey, e il mio sogno è di andare in Canada con I Gladiators e con mio fratello.
Andrea pratica veramente Hockey, solo che è decisamente più piccolo -5 anni e tre quarti. Sei tra tre giorni **-
I nomi sono tutti veri. Alessandro, Marta ecc... esistono. Sono i compagni del mia peste ** 
Ho messo i cognomi giapponesi, per questione di sicurezza, diciamo.
L'Under 18, in verità è l'Under 16, la dodici non la volevo cambiare.
Ho alterato l' età dell' Under 8 -ovvero la squadra di mio fratello- per comodità :D
Yes. Tutto vero, più o meno in questa fic

Mi spiace non avervi dato lo zucchero, ma è meglio così u.u
Addio!

"
I am a gladiator and fight for my ideals.
I'm a gladiator, and I pursue the truth.
I'm a gladiator, and when I fall, although my knees are bleeding, I pick myself up.
I'm a gladiator who will stand close to those who will need support.
I'm a gladiator, and I'll never stop saying it.
"

.:Note:.
¹: Si prega di mantenere la calma, perché ora ci saranno i premi dei vari team.
²: E ora i vincitori del torneo! La squadra italiana! I Gladiators!
 
  
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