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Autore: oby86    04/07/2003    7 recensioni
nuove avventure si prospettano all'orizzonte per i nostri amici, durante il loro sesto anno alla scuola di Hogwarts. ma i cambiamenti sono sempre in agguato per il mitico trio. ma resteranno sempre e solo loro? o verranno separati da un progetto più grande e misterioso di loro? e tutti saranno daccordo? e che cosa sono i Dragoni Blu?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I Dragoni Blu

I Dragoni Blu

Capitolo Dieci

"Si dia inizio ai Fuochi"

 

Camminavano veloci, impazienti di tornare al castello e cercare di porre un po’ di ordine nei propri pensieri che vorticavano imperterriti nelle loro menti. Stanchi e spossati, seguivano il lungo passaggio segreto che da Mielandia portava fino alla Strega Orba.

Dopo i vari discorsi che avevano fatto ad Harry, il ragazzo si sentiva un po’ più rassicurato sui suoi poteri, in particolare per il fatto che i suoi amici lo avrebbero in qualunque caso aiutato qualora avesse di nuovo perso il controllo.

Si trovavano completamente al buio nel lungo e umido cunicolo, cosicché Harry prestando fede alle parole dei suoi compagni, nonostante fosse stanco per l’attacco ai Mangiamorte di quella mattina, creava costantemente delle piccole sfere di fuoco che galleggiavano sulle loro teste illuminando la via. Ogni tanto qualcuna di esse esauriva l’autocombustione e quindi si spegneva. Roba di poco conto per il Custode del Fuoco.

All’improvviso delle voci alla loro destra li fecero fermare spaventati. Voci lievi e molto confuse ma che credevano aver già sentito da qualche parte. Illuminando maggiormente la parete di destra si accorsero di una piccola porta mimetizzata perfettamente con le pietre grigie che costituivano il muro. Avvicinarono l’orecchio allo spesso muro e sentirono distintamente le stesse voci di prima. Guardarono il perimetro della porta di pietra ma non trovarono né cardini né tantomeno una serratura o un chiavistello. Nulla. Toccarono le sporgenze della roccia lì intorno nella speranza di trovare un modo per aprire il piccolo uscio ma niente anche qui. Draco si avvicinò e battè due, tre volte sulla pietra e, dall’altra parte, sentì in risposta un innalzarsi di mugolii. Ginny e Kristine estrassero le loro bacchette pronunciando uno dei primi incantesimi che avevano imparato a scuola.

- Alhomora-

Non successe assolutamente nulla. Non un piccolo movimento, non uno spostamento del muschio lì vicino. Niente.

Riprovarono più e più volte dato che le voci cominciavano ad essere più consistenti e si capiva che molti chiedevano aiuto. Tentarono altri incantesimi più potenti, anche esplosivi, ma la situazione rimase invariata finché Draco non le spostò di lato. Mise le mani sulla roccia dando dei colpi secchi sul muro per cercare di capire in che punto ci fosse una cavità. Risuonò vuoto ad un certo momento. Uno sguardo con Harry e le ragazze. Appoggiò i palmi aperti sulla pietra e cominciò a concentrarsi, gli occhi chiusi. Tra le due mani si intravide subito un piccolo varco che, via via che il ragazzo si concentrava, aumentava di diametro. Quando fu grande abbastanza da permettere a un adulto di passarci attraverso comodamente, entrarono, facendo luce con le fiammelle. Lo spettacolo che gli si presentò davanti fu agghiacciante.

****************

Quella stessa sera, quando tutti erano ormai rientrati da Hogsmeade, le cinque tavolate mangiavano allegramente i vari manicaretti che gli elfi domestici avevano preparato. Solamente il quartetto dei Dragoblu stava in silenzio, lanciando di tanto in tanto occhiate preoccupate al tavolo dei professori. Anche loro piluccavano dai piatti, con molta circospezione. Ma nessuno se ne rese conto.

Discutevano a voce bassa, cercando di evitare che qualcuno ascoltasse le loro conversazioni.

- Ragazzi…e adesso come ci comportiamo? Non sarà semplice da fare…insomma…con gli altri che si fa?-

- Nulla, semplicemente ci comportiamo come al solito, pregando che nessuno si accorga di quanto sta succedendo. -

- Senti Harry, io proporrei di intensificare i nostri allenamenti. Tu devi imparare a…ehm…controllarti meglio, Ginny dovrebbe esercitarsi anche lei e io e Kristine non abbiamo sviluppato al pieno i nostri…- Draco si interruppe guardandosi attorno con circospezione e abbassando il tono di voce – poteri. Perciò suggerisco di ritrovarci dopo cena alla guferia, che ne dite?-

Gli altri tre ragazzi annuirono, consapevoli che quella giornata avrebbe comportato una svolta non indifferente nelle loro vite.

***************

Si sentiva bene, estranea a tutto quello che stava accadendo in quei giorni, leggera. Non sentiva il proprio peso gravarle sulle gambe né la gravità che vige e controlla qualunque corpo. Stava volteggiando in aria come una vera e propria farfallina. Leggeri e caldi soffi di vento la sospingevano da terra evitandole di appoggiare il piede sul terreno. Il fatto che lievitasse di pochi centimetri era un fatto altamente trascurabile. Gli altri ragazzi la stavano osservando contenti e stupiti allo stesso tempo. Nessun mago conosciuto era mai riuscito a sconfiggere la forza di gravità. Ma neanche controllare un elemento, se proprio dovevano cercare il pelo nell’uovo.

Improvvisamente la sua concentrazione venne meno e cadde malamente al suolo. Subito Draco le fu vicino e, aiutandola ad alzarsi, le chiese:

- Ehi, Kristine, tutto bene? Non ti sei fatta male?-

- No, no, grazie sto bene. Accidenti, non riesco ancora a controllarla per più di pochi minuti. È troppo poco!-

Fu Ginny stavolta ad avvicinarlesi mettendole amichevolmente un braccio attorno alle spalle.

- Dai, non preoccuparti. È difficile già controllare l’atmosfera o giù di lì, figurati a mantenerti in aria. D’accordo che è nelle tue possibilità ma non puoi sempre sperare di ottenere tutto e subito, o no?-

- Si, hai ragione ma il fatto è che prima riusciamo a controllare meglio i nostri poteri, meglio è…e io sono l’unica che non ci riesce ancora.-

Kristine guardò a terra sconsolata sentendo il peso delle parole che aveva appena pronunciato gravarle sul suo cuore sempre più pesantemente. Ginny si allontanò da lei lanciando un’occhiata disperata agli altri due che non sapevano da che parte cominciare per tirarle su il morale. Draco le si avvicinò molto lentamente. Le si accovacciò davanti, facendole sollevare lo sguardo. Quando gli occhi chiari di lei incontrarono quelli color ghiaccio del ragazzo, fu invogliata a prendere la mano che le porgeva. Senza dire una parola la condusse giù dalla guferia per andare verso il parco di Hogwarts. Era circa il tramonto di un settimana più tardi rispetto a quando avevano combattuto contro i Mangiamorte al villaggio. E l’ora del confronto finale si avvicinava a grandi passi.

Lo seguì in silenzio aspettando fiduciosa. Quando arrivarono nei pressi della Foresta proibita le lasciò la mano, voltandosi a guardarla.

Vederla in quello stato depresso gli faceva male. Non sopportava che lei, che aveva sempre dimostrato di essere una ragazza forte, pronta ad accettare i vari cambiamenti che le si erano presentati davanti nel corso dell’anno, si abbattesse solo per il fatto che non riusciva a sviluppare al meglio i suoi poteri.

E glielo disse, tralasciando ovviamente la prima frase che aveva pensato.

- Draco, tu non capisci…Insomma, anche tu hai sviluppato più tardi i tuoi poteri ma almeno riesci a fare qualcosa di più decente rispetto a me…guardami! Riesco a malapena a lievitare di due o tre centimetri! Non penso che possa essere molto utile…-

- Stupida! Non è solo il fatto di saper galleggiare nell’aria ma anche quello di poter creare cataclismi solo con la forza di volontà! Della tua volontà! E ti pare una cosa da poco?!-

- Sì certo! E magari durante un combattimento contro altri Mangiamorte creo una tromba d’aria così spazzo via tutti quanti, cattivi e buoni compresi. Non capisci che posso solo essere un peso?- Fulmineo, Draco le si avvicinò, prendendola per le spalle e, stringendo la presa, le urlò contro:

- Ragiona, Kristine! Non devi per forza creare una tromba d’aria o un uragano, basta solo una folata di vento un po’ più forte del normale, così da spazzare via un paio di Mangiamorte.-

- Esatto, mentre voi combattete veramente io spazzo la piazza?!- con uno strattone la ragazza si liberò dalla presa ferrea del biondino che rimase a guardarla mentre si allontanava a grandi passi verso il lago. La rincorse chiamandola a gran voce. Non ci mise molto a raggiungerla, la prese per un braccio, dato che lei non accennava a fermarsi. Si voltò furente coi capelli castani scossi dal vento. Gli occhi saettanti. La mano partì senza dare neanche il tempo al ragazzo di capire cosa avesse intenzione di fare. Lo schiaffo lasciò una bella impronta rossa sulla faccia del ragazzo.

Ma fosse stato solo quello si sarebbe potuta considerare come una bella litigata fra due giovani innamorati. La rabbia di Kristine era tale che scaricò parte della sua energia contro Draco e una potente folata di vento lo scaraventò a parecchi metri di distanza, vicino alla sponda del lago.

Il colpo di Kristine lo aveva completamente preso alla sprovvista. Non si aspettava una cosa del genere, almeno non da lei…credeva che…

Kristine si guardò la mano destra sconvolta per poi alzare gli occhi verso la figura di Draco che restava immobile vicino alla riva. Una fitta di paura le attraversò il corpo, spingendola a correre verso il ragazzo. Appena gli fu di fianco, però, Draco cominciò a lamentarsi della botta:

- Cavoli, Kris! Meno male che eri tu quella che non avrebbe saputo essere d’aiuto. Pensa se tu mi avessi odiato…probabilmente mi ritroverei…- s’interruppe sentendo le braccia della ragazza attorno al suo collo e lei che singhiozzava sconvolta.

Totalmente impreparato ad una reazione del genere da parte sua, Draco rimase immobile un paio di secondi, poi volontariamente o involontariamente, questo non avrebbe mai saputo dirlo, le sue braccia avvolsero l’esile figura della moretta, cercando di calmarla.

Non avrebbero mai saputo dire per quanto tempo rimasero in quella posizione ma i singhiozzi si erano già calmati da un po’ e in cielo comparivano le prime stelle quando i due ragazzi si sciolsero dall’abbraccio.

Dire che fossero imbarazzati era un eufemismo. Fu Kristine ad interrompere per prima l’imbarazzante silenzio:

- Grazie Draco. Non sai quanto conti per me sapere che mi sei vicino…-

- Ehi…non dirlo neanche per scherzo! Io sarò sempre qui ogni qualvolta che avrai bisogno di tirar fuori un po’ di rabbia…ho sempre un’altra guancia, scema!- ammiccando, il biondino si alzò da terra, aiutando la ragazza a fare altrettanto.

Infatti, anche se alla luce della luna, le classiche cinque dita si stagliavano nette sulla pelle biancastra di Draco.

- Oddio! È vero, scusami Draco. Davvero non volevo…- e qui l’interessato inarcò un sopracciglio- sul serio, non volevo colpirti così forte e men che meno farti fare un volo di dieci metri fuori programma. È solo che avevo perso il controllo…- il tocco delicato della mano di Kristine regalava piacevoli brividi sulla guancia bollente di Draco, mentre pericolosamente, i due volti si avvicinavano sempre di più…

- …già…il controllo…- l’indice di Draco che percorreva il suo profilo -…il controllo! Già!! Il Controllo, la Rabbia!! Perché non ci abbiamo pensato prima? Kris, è per questo che non riesci ad importi sull’aria, se non ti arrabbi non si scatena!!-

- Ehhhhhhhhhhhhhhhhh?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!? -

Magia del momento andata definitivamente a farsi benedire. E non c’era nulla da stupirsi se il cervellino già abbastanza provato della povera Kristine non riusciva a seguire i ragionamenti del biondo che seguitava a parlare come una macchinetta, trascinandola verso il castello.

- Ma…ma……ma io…- inutile, come diceva Draco, non riusciva minimamente ad imporsi. Neanche in un discorso che la riguardava da vicino. Molto da vicino.

Completamente soggiogata alla volontà del ragazzo, lo seguì docilmente verso il castello. Draco continuava a borbottare circa la sua capacità che diventava tangibile solo se si arrabbiava e scatenava la furia che teneva dentro di sé. Come Harry, insomma.

- Draco?…Draco…vuoi rallentare e spiegarmi che hai intenzione di fare?- il ragazzo rallentò leggermente evitando accuratamente di lasciare la mano di Kristine. Si volse verso di lei, senza smettere di camminare.

- Non capisci? Hai lo stesso problema di Harry! Lui si arrabbia facilmente e quindi perde maggiormente il controllo, mentre tu sei molto più pacata e perciò non riesci ad accrescere il tuo potere…-

- Sì, certo, come no. Per tua informazione io mi arrabbio quanto e più di Harry, è solo che riesco a controllarmi meglio di voi ragazzi. E poi non è detto che l’aria si manifesti solo quando mi arrabbio…-

- A no? E allora lo schiaffo e il volo che ho fatto prima? Puoi affermare che non hai perso il controllo e che il tuo potere non si sia manifestato?-

- No, ma…-

- Vedi che ho ragione io!-

Quelle parole…non le sopportava ormai da moltissimo tempo, da quando…scosse la testa, non voleva che le cose del passato ritornassero nella sua mente, tra quei nuovi ricordi che si era costruita nei sei anni che aveva trascorso a Hogwarts. Il fatto che lei e suo fratello fossero due maghi le aveva permesso di rifarsi una vita. Ma questo non le impediva di lasciarsi andare, ogni tanto. Sfogarsi fa bene all’anima e al cuore. Non voleva in realtà prendersela con lui ma non le dava altra scelta. Troppi dolorosi ricordi le tornavano davanti solo al sentire quelle parole.

Arrabbiata, sconvolta, frustrata da tutti quegli avvenimenti che l’avevano protagonista di quegli otto mesi, liberò la mano dalla stretta del giovane che si fermò a guardarla ansioso. Piccole lacrime facevano capolino tra le folte ciglia di Kristine. Ma la sua voce non aveva nessuna nota triste o sconvolta ma solo una grande, incontenibile rabbia.

- Tu non capisci! Non hai mai pensato che a me, di tutta questa storia, non me ne importasse niente? Credi che sia semplice per me combattere in questa maniera? Cristo ho solo sedici anni! Non possono decidere per la vita mia e degli altri, nessuno di noi è pronto per una cosa del genere…-

Draco le si avvicinò guardandola fissa negli occhi – E non pensi che nessuno di noi ha mai chiesto di combattere contro un pazzo? Credi che sia un piacere? O che magari neanche a noi fa piacere uccidere dei maghi che sono esattamente come me e te? Credi che Harry abbia superato il fatto di aver bruciato della gente?-

Kristine lo guardò con odio e disse quello che non avrebbe mai voluto dire per nulla al mondo:

- Proprio tu parli? Tu che vivi tra Mangiamorte? Tu che hai dei genitori che non esiterebbero ad uccidere tutti quelli come noi? Già…io e mio fratello abbiamo dei genitori babbani, come la maggior parte degli alunni di questa scuola. E tuo padre e i suoi sporchi amici sarebbero ben felici di non vedere più nessuno di noi…- a metà del discorso la ragazza aveva distolto gli occhi da quelli di ghiaccio di Draco. Solo dopo qualche minuto di silenzio osò tornare a guardarlo in faccia. Quello che ci lesse la lasciò totalmente incapace di articolare un qualunque banalissimo pensiero.

Draco la guardava quasi con odio, sembravano tornati quei tempi in cui era un Serpeverde, abituato a comandare con quel regime di terrore che il suo nome imponeva senza il minimo sforzo. Molti lo odiavano, nessuno gli era veramente amico, pochi lo trattavano come un ragazzo mago qualunque. E una di quelli gli aveva appena voltato le spalle nel modo più doloroso che conosceva. Lo aveva accusato solamente in base al nome che portava. Lo aveva accusato di essere come i suoi genitori. Da lei non se lo sarebbe mai aspettato. E questo gli fece molto più male che una qualunque maledizione Cruciatus.

Si sentì ghiacciare il sangue nelle vene quando percepì quegli occhi così freddi sul suo volto, sulla sua pelle, sul suo corpo.

Poi, come era arrivata, la folata di ghiaccio se ne andò ma solamente perché Draco la oltrepassò velocemente alla volta del castello. In quel momento Kristine seppe che qualcosa fra loro si era irrimediabilmente rotto.

*****************

A cena l’ambiente non era uno dei più accoglienti, anzi sembrava che un muro di silenzio e rabbia fosse calato tra due Dragoblu. I loro compagni si chiedevano che cosa avessero ma persino i loro migliori amici non sapevano il motivo di quell’ostentato silenzio. Harry e Ginny si lanciavano occhiate preoccupate ma non potevano neanche lontanamente immaginare il motivo per cui Draco sembrava tornato il detestabile ragazzo che era un tempo. Almeno con Kristine era così. Le rare occasioni in cui dovevano per forza rivolgersi la parola erano all’insegna degli insulti da parte del ragazzo e di velenose rispostine da parte di lei. In un primo tempo la ragazza non ribatteva neanche ma col passare dei giorni la situazione e la tensione si faceva sempre più insostenibile. Erano costantemente all’erta. E Harry non li sopportava più. Anche a lezione con le altre casate sembrava di essere tornati ai tempi di Grifondoro contro Serpeverde. Nessuno li reggeva più soprattutto per il fatto che entrambi sapevano moltissimi incantesimi che potevano risultare dolorosi per la propria vittima, nonché sospettosi per i vari professori. Più di una volta Grissom aveva dovuto richiamarli all’ordine nel suo ufficio e in tutte le occasioni i Dragoblu perdevano punti utili per la conquista della Coppa delle Case. Certo, il fatto che durante alcune lezioni loro fossero i più preparati e i più svegli contribuiva a mantenere una buona media ma i Grifondoro erano sempre e costantemente in agguato.

Parlarci era inutile, nessuno dei due prestava ascolto alle parole degli amici, anzi. Più gli si consigliava di piantarla con quell’atteggiamento più ci si mettevano d’impegno per rendere la vita all’altro un vero inferno. Insomma, una situazione davvero insopportabile che raggiunse il suo culmine durante la partita del ventinove aprile.

Con i risultati che avevano conseguito nella prima metà del campionato potevano permettersi anche di non fare molti punti ma con l’ostilità che c’era in campo sperare anche di farne un paio era da considerarsi solo un lontanissimo miraggio. Draco non faceva altro che evitare di colpire i bolidi diretti a Kristine che così era ostacolata nel portare la pluffa verso la porta dei Corvonero mentre Michel, l’altro battitore nonché fratello di Kristine, aveva da fare così lavoro doppio. Non proprio una passeggiata, insomma. In più Cho Chang sembrava migliorata tantissimo dall’ultima volta che l’avevano vista in azione. Si trattava dei primi di febbraio ed aveva sconfitto per centonovanta a centoquaranta i Tassorosso, prendendo il boccino in meno di un’ora. Una bella partita che tutti avevano apprezzato soprattutto per la lealtà che le due squadre avevano dimostrato in campo.

Ma i Dragoblu, con due partite ancora da disputare prima del termine del campionato, non potevano minimamente abbassare la guardia e permettere che due dei loro migliori giocatori fossero presi da rivalità tra di loro, rischiando di compromettere l’esito della Coppa. Nella mente di tutti la tabella delle partite era marcata a fuoco nelle loro menti, come se fosse il documento più importante di tutta la loro carriera agonistica.

Giornate

Periodo

Squadre

Punteggi

1° Giornata

7 Ottobre

Dragoblu-Serpeverde

B260-20

2° Giornata

21 Ottobre

Grifondoro-Tassorosso

B180-30

3° Giornata

2 Dicembre

Serpeverde-Corvonero

150-160B

4° Giornata

16 Dicembre

Dragoblu-Tassorosso

B280-80

5° Giornata

5 Febbraio

Tassorosso-Corvonero

190-140B

6° Giornata

19 Febbraio

Grifondoro-Serpeverde

B250-200

7° Giornata

1 Aprile

Grifondoro-Corvonero

B200-100

8° Giornata

15 Aprile

Serpeverde-Tassorosso

B190-50

9° Giornata

19 Aprile

Dragoblu-Corvonero

________

10° Giornata

3 Giugno

Dragoblu-Grifondoro

________

 

Per ora in classifica generale erano terzi con 540 punti. Bisogna dire che dovevano disputare ancora due partite, inclusa quella che stavano giocando. In testa c’erano i Grifondoro con una partita mancante e 630 punti seguiti dai Serpeverde con 560 ma avendo concluso tutto il campionato si poteva perfettamente dire che si sarebbero ritrovati terzi, sempre che i Dragoblu si decidessero di fare almeno venti punti. Chiudevano la classifica i Corvonero e i Tassorosso con, rispettivamente, 450 e 300 punti. Contando che stavano proprio giocando i ragazzi capitanati da Cho Chang, i Tassorosso si sarebbero ritrovati ultimi, senza nessuna speranza di rimontare. La mancanza di Cedric Diggory si faceva sentire anche a due anni dalla sua scomparsa.

La partita si poteva considerare bloccata. Nessuna delle due squadre accennava a fare un punto dato che c’era chi era impossibilitato a farlo per colpa di un compagno e chi non riusciva a penetrare l’ottima difesa. Dopo circa venti minuti di gioco puro, Grissom chiamò il time out. I Grifondoro furono costretti a scendere a terra. Mentre Cho ne approfittava per individuare meglio il boccino, i ragazzi furono costretti a sorbirsi una bella ramanzina.

- Allora? Si può sapere che diavolo state combinando? Allora? Draco, Kristine? Non avete nulla da dire in vostra discolpa? Ho notato perfettamente che tu non ribatti i Bolidi rivolti a lei e che tu, signorinella, cerchi di attirare i bolidi avversari proprio sul signor Malfoy qui presente. Ora, non voglio sapere per quale motivo vi comportate in questa maniera stupida ma vi do dieci, e dico dieci, minuti per fare almeno cinquanta punti, mi sono spiegato?- i due interpellati stavano per ribattere quando il tono minaccioso del loro insegnante li fece desistere- Non voglio sentire un fiato, conservatelo per volare! E ora, andate! E ricordate…- Grissom fece un gesto con la mano mentre tutti si apprestavano a decollare. Una mano aperta, a simboleggiare i cinquanta punti che dovevano fare per evitare di essere sostituiti.

Harry era sempre più preoccupato per la piega che stavano prendendo le cose. Grissom che dava a loro consigli su come comportarsi in partita? Se davvero fosse stato…i suoi pensieri furono interrotti da un fulmine che gli sfrecciò a pochi metri di distanza. Al fischio dell’arbitro, Cho era scattata alla volta del Boccino d’Oro che evidentemente aveva individuato nella pausa. Neanche un millisecondo dopo, Harry le era dietro mentre tutto il pubblico scattava in piedi, curioso di vedere meglio l’azione.

- A quanto pare Cho Chang ha già individuato il Boccino! Se lo prendesse adesso la partita sarebbe conclusa in quanto il punteggio risulterebbe di 150 a zero! Un vero smacco per i Dragoblu che in tutte e due le gare disputate finora, ci hanno fatto davvero sognare con tutte le mosse e le tattiche che mostravano in campo. Ma, in ogni modo, Harry Potter non si è fatto distanziare più di tanto, ricordiamo che possiede una Firebolt mentre la Cercatrice, sua avversaria, solo una Nimbus 2000. Non c’è paragone, ma Cho si sta dimostrando un osso duro da battere! Ed ecco una bellissima finta a sinistra che le permette di guadagnare un poco di tempo nei confronti dell’avversario!! Non c’è che dire, è un bellissimo scontro alla pari, dato che il giovane Harry ha subito recuperato terreno!- lo speaker si dava da fare per commentare la partita che all’improvviso si era fatta molto più movimentata.

- Ma un momento! Un Bolide lanciato da Malfoy fa rallentare la corsa dell’avversaria, in questo modo i due sono affiancati…se non stanno più che attenti rischiano di perdere il Boccino, intralciandosi a vicenda.- un’ovazione della tifoseria blu argento fece voltare il ragazzo, che s’interruppe nel commentare la palpitante scena. I Dragoblu avevano appena fatto un punto, grazie all’abilità di Kristine. Raggiante volava nella metà campo avversaria, col pugno alzato. La pluffa era già passata ai cacciatori avversari ma David McKey fu molto più veloce degli altri e se ne appropriò. Scartò un paio di avversari e fece partire la palla. Venti a zero per i Dragoblu.

– Bellissimo! Sembra proprio che le squadre incomincino a giocare sul serio! Speriamo che la fase di riscaldamento sia finalmente conclusa!- Lo speaker spostò nuovamente lo sguardo verso i due Cercatori, ma sembrava che questi fossero completamente spariti dalla visuale degli spalti. Gli occhi dei Corvonero vagavano nel cielo terso di Hogwarts, quando un applauso felice commentò il terzo punto per i Dragoblu. Le cose per loro si stavano mettendo male. E lo pensava anche Cho che non riusciva assolutamente a prendere il Boccino dato che Harry le era a pochi centimetri di distanza. Si trovavano ben oltre le torri della tifoseria e controluce. Quindi completamente invisibili agli occhi di altri. Ma come questi ultimi, neanche loro riuscivano a seguire il gioco che si stava facendo sotto di loro. Percepivano a malapena gli applausi o le urla. Troppa aria nelle orecchie e troppa velocità.

Un’altra finta della ragazza e il Boccino che si allontanava ancora di più. Harry era molto tentato di desistere l’inseguimento per concentrarsi solo sulla sua avversaria di modo tale da impedirle di vedere la pallina dorata. Un efficacissimo sprint lo portò in vantaggio di un metro circa e le si mise davanti di così che le togliesse la visuale. Destra, sinistra, ancora a destra e poi a sinistra, finta a sinistra ma nulla. Harry non le lasciava vedere il Boccino. Niente, neanche un’aluccia dorata. Poi…

Un fulmine dorato che sfrecciava giù velocissimo, diretto verso il campo da gioco, dove i suoi compagni sembravano tanti piccoli puntini colorati. E Harry che si gettava all’inseguimento, con lei dietro.

"Perfetto! Non si accorta della pallina di fuoco che ho lanciato! Bene, almeno il Boccino non verrà preso ancora per un po’…"

Ma, contrariamente ai pensieri del ragazzo, un piccolo bagliore giallo paglierino svolazzò accanto a lui per rallentare a circa venti metri dai due Cercatori in caduta libera. Appena fu sicuro che lo seguissero, quest’ultimo prese a volare velocissimo contro il terreno, rendendosi visibile agli spettatori.

"Merda!! Maledetto Boccino!! Non potevi startene buono a svolazzare ancora un po’? Dovevi proprio farne una questione di vitale importanza? Accidenti…Cho non riuscirà mai ad evitare il terreno se si ostina a prenderlo e io non posso permettere che la partita finisca in svantaggio…che faccio?!" Harry non sapeva che pesci pigliare…o meglio, poteva perfettamente prendere la pallina ma così avrebbero avuto un punteggio molto basso e, dato che l’ultima partita si faceva contro i Grifondoro, sarebbe stato impossibile, per non dire assurdo, sperare di racimolare molti punti per la classifica generale.

"Che faccio, che faccio?!"

Nel frattempo il terreno si avvicinava velocissimo e il Boccino seguitava la sua folle corsa. E i Cercatori uguale. Trenta metri. Venticinque metri. Potevano perfettamente sentire gli spettatori che trattenevano il fiato…Venti metri. Quindici. Erano spalla a spalla. A quanto pareva, il peso più leggero di Cho l’aveva avvantaggiata in velocità.

Dieci metri e una figura nera che passò raso terra esattamente sotto di loro per poi sparire un secondo dopo. Ma nessuno se ne preoccupò. E il Boccino che spariva. Cinque metri. Una frenata spaventosa e una faticosissima risalita verso il blu del cielo. Questo per Harry. Cho Chang sbattè violentemente contro il terreno. Il manico s’impuntò nel terreno e la ragazza si capovolse sul manico che si ruppe per il troppo peso.

Cadde pesantemente sulla schiena, una parte della scopa le colpì il viso, per inerzia rotolò sul fianco sinistro per circa cinque metri. Poi non si mosse più fino a quando l’infermiera Chips e Madama Bumb non la girarono con la faccia rivolta verso l’alto, una volta fermato il gioco. Entrambe le squadre scesero a terra e circondarono le tre donne. Anche Harry era tornato a terra, preoccupatissimo per la ragazza. Ma non si riusciva ad intravedere nulla.

Fu fatta comparire una barella. E solo allora si vide il volto di Cho. Un rivolo di sangue le scendeva lungo la tempia destra, il labbro superiore rotto in più punti. Un livido bluastro sullo zigomo sinistro. Ma la cosa più raccapricciante fu la gamba sinistra. La tibia aveva perforato la carne circa a metà del polpaccio e si intravedeva il perone attraverso la carne. Sembrava che l’arteria fosse stata recisa da tanto sangue fuoriusciva sull’erbetta verde. D’urgenza l’infermiera si recò nel castello, seguita da Silente e dalla McGranitt.

Tutti e tredici i ragazzi erano rimasti scioccati da quanto avevano visto mentre la Bumb si rivolse a Harry.

- Harry, cos’è successo?- senza distogliere gli occhi dalla macchia scura sul prato il ragazzo rispose all’arbitro.

- Non lo so…è stato tutto troppo veloce…io…stavamo scendendo in picchiata per prendere il Boccino…- sollevò gli occhi incontrando quelli statici della donna- un momento! Sotto di noi…raso terra…è passata una figura, qualcuno di molto veloce che ha fatto scappare il Boccino e ci ha fatto deviare in quella maniera!- la donna inarcò un sopracciglio:

- Ne sei sicuro? Vuoi dire che un giocatore è passato velocissimo sotto di voi?-

- No, non un giocatore. Era vestito…di nero, sì. Di nero. Non era un giocatore.-

La dichiarazione di Harry lasciò tutti gli alunni stupefatti. Stando alle sue parole qualcuno aveva attraversato una parte di campo, creando quell’incidente?

- Non è possibile, Potter. Deve essere stato per forza un giocatore, come pensi, altrimenti, che nessuno di noi non se ne sia accorto? Sarai stato troppo veloce e magari hai visto male i colori. Pensaci, le vostre casacche sono blu scuro e quelle dei Corvonero grigio antracite. Può essere stato facile per te confonderti.-

- No, sono sicuro di quello che ho visto- Harry si rivolse alla donna con un tono un pò troppo alto che non le piacque. Stizzita si volse verso gli altri giocatori.

- Bene, valuteremo più tardi chi ha ragione. Ora rimontate e concludete la partita.-

Tutti la guardarono attoniti ma lo sguardo che aveva Madama Bumb non prometteva nulla di buono, così tornarono in sella alle loro scope. I Corvonero dovettero prendere un sostituto per Cho, ma anche così facendo la partita si concluse col punteggio di 190 a 80 per i Dragoblu. Harry aveva impiegato un po’ di tempo prima di ritrovare il Boccino e così gli avversari avevano rimontato.

Appena terminata la partita, tutti erano andati in infermeria ma non li avevano lasciati entrare. Solo dopo un’ora, uscì la Chips. Li guardò in faccia, uno per uno, tutti e tredici, poi abbassò lo sguardo.

- Mi dispiace ragazzi. Ha avuto un arresto cardiaco, mentre cercavamo di sistemarle la gamba. Aveva perso troppo sangue per salvarla.-

*****************

 

 

Ed eccomi qui! Scusatemi tantissimo per il ritardo, ma ho avuto un sacco di cose da fare! Devo dire che è assurdo che durante la scuola uno trovi tutto il tempo per scrivere mentre poi, in vacanza, si faccia prendere dal blocco dello scrittore!!

Sapete, in realtà, questo capitolo è un po’ diverso da quello che volevo scrivere…ma stava diventando un po’ troppo lungo così ho dovuto tagliare un po’!!

Cmq, non so bene cosa ne pensiate, ha qualche piccolo cambiamento rispetto al capitolo precedente, diciamo un ENORME cambiamento!!

Una domanda…secondo voi chi sono quelli che i ragazzi hanno trovato rinchiusi in una stanza del passaggio segreto?

Un’ultima cosa prima di passare ai commenti che voi, o miei musi ispiratori, avete così diligentemente lasciato!!

Questa domenica ho un concorso di equitazione e lunedì parto per due settimane in Irlanda per uno Stage con i cavalli!! Bellissimo…emozionantissimo!! E poi finalmente imparerò a parlare inglese!! Anche se in Irlanda non è il massimo…vabbè, quindi, per un paio di settimane non troverete l’aggiornamento ma non preoccupatevi!!

Ma passiamo ai ringraziamenti:

Strekon: bhè, in questo chapter non c’è molta spavalderia, almeno spero! Come puoi notare ho incominciato a mietere la prima vittima…sarà perché mi ispiro un po’ alle tue fic?! Mah…

Gius: hai visto che ce l’ho fatta? Grazie per i compliments!!

Holmes: troppo buono!!

Alexis: mitico!! Vuol dire che hai letto anche "Kenya"? non preoccuparti, quando ho un attimo di tempo la rimetto online!!

  
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