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Autore: MaryluckHazza90    06/08/2012    2 recensioni
La rosa, quale simbolo più esplicito per indicare l’amore?
Questo fiore immortale ricco di coinvolgimenti passionali, fedeli, teneri e unici.
Dai colori i petali vivaci brillano, da un ragno tessuti con leggiadra cautela e dal potente profumo
richiamo d’amore, dall’arguto segno del dolore di una morte e dall’immenso passo che ripercuote
l’addio.
Scendendo per il gambo dal verde color brillano pugnali affilati d’immenso dolor a ricordare sempre agli uomini l’enorme dolore della conseguenza dell’amore, un ciclo continuo come la notte il giorno, come la nascita e la morte ritorna vive le cose ancor più puntigliose.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Il linguaggio delle rose
…………………


1.   Prefazione
 

 

… Il profumo delle rose è sufficiente a permeare 
una donna di poesia ineffabile, enigmatica, 
come se fosse più giovane di mille anni.      

 

(COLETTE)

 
Tra le strade affollate della grande città, tra rumori, i schiamazzi e le urla, tra quella gente così normale e uguale tra l’altra, di certo la figura di una ragazza dai lunghi capelli mori non spiccava tra la folla.
Nessuno la conosceva come d’altronde lei ricambiava, tra la gente si muoveva silenziosa cercando di mantenere l’equilibrio, cosa che non le riusciva molto bene.
Nel suo impermeabile grigio era infagottata, stringendo al petto i libri dell’università che nella borsa non entravano e con troppo importanza ascoltava ogni singolo rumore di questa caotica città.
D’altronde si sa, New York è una delle mete più ambite dai turiste e l’agglomerato urbano è molto, troppo alto questo crea quell’ assordante suono dei clacson e quel continuo rumore di passi insieme al vociare continuo della gente.
Ma lei l’amava.
Amava quel posto ricco di persone, quei continui rumori che ti facevano svegliare anche la notte e amava quell’aria di libertà e di menefreghismo che aleggiava nell’enorme meta turistica.
Naturalmente per una ragazza di paese questa era stata una novità e di certo non si era abituata facilmente ma,  nonostante ciò, non poteva essere più felice di vivere in questo posto, lontano da Forks.
Quel posto in cui era cresciuta tra vegetazione e tempeste, tra la stessa gente che invecchiava e tra le dicerie di paese era diventato pian piano più soffocante.
Quel tetro paesino non era stato molto bello per una bambina che amava il sole, il grande chiasso e assetata di enorme curiosità.
Quei volti così visti le davano enormemente fastidio, quella gente così fissata sulle tradizioni le dava noia, quella bambina sognava di vivere nella grande mela con tanti posti da visitare, da scoprire e tanti volti da vedere, conoscere.
Nonostante i suoi desideri la sua infanzia passò lì tra le grigie scuole, tra la folta vegetazione, tra persone di cui conosceva anche quando andavano in bagno e tra i libri.
Quel mondo dei sogni che le apriva gli orizzonti, quei libri che furono la sua arma per sfuggire alla realtà di quei diciotto anni in quella prigione e grazie al suo amore innato per la lettura si scontrò con il libro di tutti i libri Il piccolo principe trovando in esso l’amore per quel fiore così unico, chiamato rosa.
Nell’ultimo anno di liceo Isabella Swan detta Bella ebbe l’opportunità di tutta la sua vita quella di una borsa di studio a New York che prese al volo; in poco tempo lasciò la grigiastra Forks, la sua altrettanto grigia vita,  la sua monotona famiglia e i suoi datati amici.
E adesso si ritrova qui nel posto che ha sempre desiderato, con un sorriso sul volto e una meta da raggiungere.
Ormai da un anno viveva nella grande mela assaporando ogni minimo lato di essa, studiando i libri di lettere antiche e facendo da commessa in un negozio di rose, la sua più grande passione.
Nonostante amasse i libri romantici, i fiori della passione e via dicendo, Isabella non aveva mai trovato un ragazzo.
Non che non avesse corteggiatori ai suoi piedi, anzi ma lei non ne voleva nessuno.
Non poteva fidanzarsi con un ragazzo che le piaceva solo fisicamente o che non le piaceva affatto, lei come tutte le donne sognava il grande amore, quello unico, indelebile.
Sognava un principe azzurro senza volto che le donasse delle rose e la portasse nel suo regno, ma si sa che i sogni sono sogni e la realtà e la realtà.
Ma Bella era testarda e in pochi lo sapevano, sapeva quello che voleva e sapeva come ottenerlo.
Quella ragazza dolce e gentile restava silenziosa nel suo mondo, creando nella sua fantasia la sua vita da sogno ripetendo a se stessa la famosa frase che ripeteva il personaggio della Walt Disney, Cenerentola:


“I sogni son desideri di felicità, tu sogno spera
 fermamente dimentica il presente
 e il sogno realtà diverrà”

 
Ripeteva proprio questa frase quando i suono del campanello che annunciava un cliente la risvegliò dai suoi sogni, mentre alzò gli occhi le parole di quella semplice canzone le morirono in bocca e le sue mani smisero di curare quel piccolo fiore che aveva tra le mani, una rosa rossa.


Angolo autrice:
Spero che vi piaccia, è la mia prima storia!
Fatemi sapere cosa ne pensate e se dovete essere cattivi fate pure.
Voglio imparare di miei errori.
Grazie.
Maryluck90

  
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