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Autore: MissAliceLiddle    06/08/2012    1 recensioni
Questa è la storia di Valerie e Sophie. Due ragazze, una francese e una inglese, che si incontrano casualmente a New York. Il loro primo incontro durerà poco, ma da lì nascerà un’amicizia che le accomunerà e le legherà per sempre. Perché il destino ha intrecciato un filo rosso, un filo che unirà le loro vita in un’indimenticabile amicizia.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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S: Certo che si piccola, allora sei riuscita a prendere il pullman? :3

V: Si, se scendi mi trovi qui, ti saluto dal finestrino se vuoi.

S: ok, faccio una cosa e scendo.

Inaspettatamente, Sophie risalì di nuovo su quel cornicione, scattò una foto a quel panorama meraviglioso da cui si vedeva anche il bus verde e, una volta estratta la polari, scrisse nella zona bianca con un pennarello indelebile: lo strano mondo di Valerie.  Sophie scese le scale di corsa, facendo il più velocemente possibile, ma appena arrivò all’ingresso vide che il pullman si stava muovendo già, corse e cercò di intravedere la biondina, ma quest’ultima era troppo impegnata a trovare una canzone decente da ascoltare sul suo i-pod, e quindi non riuscì a salutarla. Disperata per averla “abbandonata” pensò di mandarle un messaggio, ma la vibrazione del cellulare fece prima di lei.

V: Domani pomeriggio vorrei visitare la Grande mela, ma non conosco nessuna guida turistica. Hai forse qualche impegno?

S: Valerie scusami, stavo scendendo, non ce l’ho fatta :/

V: mi devi un gelato u.u

S: sei una scroccona!

V: non è vero u.u

S: si che è vero

V: no, la tua sarà solo un’offerta ospitale ad una povera straniera, nient’altro.

S: è la scusa più assurda che abbia mai sentito, ma devo concedertelo, hai fantasia. Ti offrirò il gelato più buono di NY.

V: Vogliamo incontrarci stasera?

S: a stasera, straniera. <3

Sophie posò il cellulare nella sua borsa nera e sentì che sul suo viso si era formato un larghissimo sorriso, un sorriso inaspettato, non uno di quelli che sfoggiava quando andava a fare shopping con le sue amiche d’infanzia Blair ed Emily, che erano pur sempre sorrisi belli e piacevoli; questo sorriso era un sorriso rilassato e quasi inconscio, uno di quei sorrisi che ti fanno capire che la tua giornata cambierà, proprio come quando vedi il sole dopo tanti giorni di pioggia…

Appena tornò a casa, Sophie prese dalla sua scrivania un block notes, le mappe della città, una guida turistica e il cellulare, accese lo stereo e fece partire Just so you know di Jesse Mc Cartney e per poi filare in doccia.

Dopo una lunga doccia, Sophie indossò una maglietta bianca con la scritta “Coco Who?” una 2.55 di Chanel, scarpe col tacco e pantalone nero, semplice ed elegante, e mandò un sms a Valerie

S: Empire State Buliding, now.

La cosa sorprendente fu trovare Valerie già lì con addosso un vestitino nero con dei piccoli fiorellini, un paio di scarpette da tennis bianche coi laccetti abbinati al vestito, e i capelli ricci che le toccavano le spalle: sembrava appena uscita da Dirty Dancing. Nonostante fosse sola in una grande città e fosse sera inoltrata, Valerie sembrava totalmente a suo agio, stava chiacchierando con una vecchina che era intenta a buttare il mangime ad alcuni piccioni di passaggio. Nonostante fosse sera, e la vecchia sembrasse piuttosto svampita, per non dire pazza, Valerie le parlava e la guardava come se stesse facendo una delle cose più importanti del mondo, e dopo un po’ anche la biondina cominciò a lanciare quel mangime appiccicoso, mentre Sophie la guardava sempre più stranita e divertita al tempo stesso.

“Ma che combini? Non posso lasciarti sola un attimo che subito fai qualcosa di strano e assurdo!” sbuffò divertita la moretta “prima tenti di buttarti giù e ora questo, cosa farai la prossima volta?”

“Volerò legata a mille palloncini come il vecchietto di UP” la risposta pronta di Valerie arrivò veloce come il vento e impedì a Sophie di continuare il loro assurdo discorso.

Sophie era sempre più sorpresa della cosa, lei non faceva subito amicizia, anzi, le ci voleva davvero tanto tempo per aprirsi agli altri, fra i suoi tantissimi conoscenti selezionava alcuni fortunati, e solo quelli avevano il diritto di far parte per davvero della sua vita. Il più delle volte però, quelle erano persone che aveva incontrato anni fa, persone che l’avevano accompagnata e aiutata a superare un passato burrascoso, ma allora perché quella sconosciuta si stava facendo strada così velocemente nel suo cuore? Stava lasciando un segno, uno di quelli che non togli più, né col disinfettante, né con le bende e né col tempo. Il segno di Valerie era un qualcosa destinato a durare, volente o nolente.

“Allora, dove mi porti di bello?” la biondina riattaccò nuovamente il discorso, usando la sua solita vocetta a cantilena

“Aspetta e vedrai, o meglio, vedrà la cartina al posto nostro” battuta stupida, se poteva anche ritenersi tale, Sophie aprì la cartina e decise di prendere una scorciatoia lungo la 57 avenue. La strada era fatta di pietre asimmetriche che davano un aspetto di altissimo design al cemento. Sarebbe stata una strada carina da attraversare, se Sophie non avesse avuto i tacchi.

“Ehm, Valerie, Val…non correre, per favore! Io non ho le scarpette come te, anzi, credo che cadrò se continuo a camminare, aiutami!”

“Ehi, si, corro subito, scusami Soph”

La bionda e la mora camminarono a braccetto per tutta la stradina, nonostante Valerie dimenticasse spesso il fatto che Sophie aveva i tacchi alti, forse perché anche con le scarpette risultava sempre più alta della mora, o forse era solo l’emozione della Grande Mela.

Dopo un quarto d’ora arrivarono a Central Park e Sophie disse dolcemente: “Sorpresa piccola. Ho pensato che una serata di artisti di strada in tutto il parco sarebbe stato l’ideale per una come te.”

“Wooooooooooooooooow! E’ una cosa davvero meravigliosa Sophie!” Inutile dire che la francesina aveva gli occhi a stellina e guardava tutti gli artisti come un bambino davanti al negozio di giocattoli il giorno di Natale. Fortunatamente il suolo era liscio al parco e quindi non fu un problema  per S inseguire V. Mangiarono zucchero filato, comprarono due palloncini a forma di cuore e un braccialetto di cuoio con i loro nomi scritto sopra, ma poi Sohie si fermò davanti allo stand di pittura, dove un artista realizzava i quadri e poi li metteva esposti su dei cavalletti, per farli vedere alla gente e, perché no, anche per venderli.

C’erano ritratti che raffiguravano tramonti, montagne, paesaggi marini e subacquei, animali così reali che sembrano uscire dal quadro, e poi disegni inanimati che raffiguravano i sentimenti. Sophie restò ammaliata nel vedere quei disegni, davvero una macchia contorta era capace di raffigurare l’amore, la gelosia, la rabbia, l’invidia, la speranza, l’auto accettazione e altri sentimenti simili? Ecco, stava arrivando un’idea, le stava tornando l’ispirazione per quel libro di racconti che aveva iniziato anni fa e che non aveva mai avuto modo di continuare, per mancanza di ispirazione. Doveva scrivere qualcosa, ma le parole erano così difficili da trovare..

“L’arte è la tua anima che prende forma nelle mille cose che ti circondano e che ami, non lo pensi anche tu Soph?” la voce di Valerie divenne così seria che Sophie fece fatica a capire che da una persona come lei venissi fuori una cosa del genere.

“Io credo che sia arte tutto ciò che ti sta a cuore, tutto ciò che ti impegni a far bene, tutto quello che fai per qualcuno che non sia tu, mettendoci tutto te stesso. Ecco, per me questa è l’arte.”

“Non capisco il significato di questi quadri deformi, e tu?”

“Beh in effetti nemmeno io, anche se..” La mora si aggiustò gli occhiali e guardò le sfumature di colore dei quadri, e poi arrivò alla soluzione. “Valerie, guarda. Credo che tutto abbia a che fare coi colori e che queste siano persone. Ogni persona, ogni sentimento, ogni cuore è un colore. Qui c’è la sofferenza, ed è legata ad un nero notte con delle sfumature di blu scuro. Mentre qui si parla della speranza, e ci sono azzurro e verde acqua, e qui c’è il dolore di sé e l’auto flagellazione..” Sophie si morse un labbro mentre vedeva i colori “viola e arancione con delle sfumature di rosso, i miei preferiti.” Le parole le si mozzarono in gola, come se quel quadro avesse descritto tutto al posto suo, tutto il dolore che aveva provato finora, esposto agli occhi della gente, nonostante lei avesse fatto di tutto per nasconderlo a occhi e orecchie indiscreti.”

“Però guarda Sophie, rosso, viola e arancione sono anche i colori della pioggia al tramonto, i colori della forza e della tenacia. I colori di chi non si arrende mai. E poi…ecco, sotto a quel quadro c’è scritto che ogni cuore ha un colore. Secondo te quale sarà il nostro?” Andarono dall’altro lato dello stand, dove c’erano altri quadri e lessero tutta la descrizione del quadro”

I colori del cuore sono un’antica arte degli Aztechi che consiste nel mescolare varie tonalità dei colori che si amano di più per poi scoprire a quali parti del nostro carattere corrispondono. La macchina che crea il colore è antica e fragile, con tre giri di manovella è possibile macinare una polverina del proprio colore, con l’apposita descrizione in pergamena del colore ottenuto. Il colore guida è una cosa contorta e complicata da spiegare, perché ci sono così tante sfumature, come nel carattere delle persone, che è impossibile dare una spiegazione soddisfacente, però la macchina distingue le tonalità e numera ogni tipo di sfumatura. Il test è valido sia da singoli che in coppia, bisogna solo provare. Seguite il vostro cuore e affidatevi ai colori.

“Proviamo?” chiese la biondina, accennando un sorriso.

“Assolutamente si. Prima da singole e poi in coppie”

Presero i colori e li mescolarono, aspettarono qualche minuto e poi si voltarono per mostrare i propri risultati.

“Mmm, al centro c’è il giallo e poi c’è una traccia di verde, di grigio, di rosa e di bianco. Cosa significherà? Forse che sono solare, ma allora perché il grigio? E perché gli altri colori sono solo accennati mentre il giallo domina? Bah, chi lo sa. Qual è il tuo risultato Sophie?”

“Rosso, il mio cuore e il mio colore guida, rosso.”

“Questo è perché hai un cuore più grande di quanto immagini.” Disse Valerie come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

“Si vede che non mi conosci. Su mischiamo un po’ di polverina e facciamo il test in coppia”

Passarono tre minuti e arrivò il verdetto: tutti i colori dell’arcobaleno avrebbero guidato la ragazza sole e quella pioggia. Come l’incontro tra sole e pioggia aveva creato l’arcobaleno, così la tempesta e il sole cocente e brillante avevano dato vita a un nuovo arcobaleno. 

 

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Note di BloodyandBlonde

La ff per ora si conclude qui, avrei voluto continuarla, ma diciamo che il destino mi è stato avverso. Un’altra ff che penso non continuerò mai è Long Live. Spero che ci sia davvero qualcuno pronto a leggere queste poche righe, o forse avete letto solo la Samcedes? Pazienza, spero che un giorno queste ff siano davvero l’inizio di un qualcosa di più grande. Io vado, alla prossima, e come direbbe Valerie, che poi sono io: Peace, Love & Vintage. 

  
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