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Autore: ieazabel    06/08/2012    2 recensioni
Questa storia è indirizzata a chi avrebbe tante cose da dire e non le dice, per paura, vergogna, per non compromettere i propri sentimenti. Se avete qualcosa da dire a qualcuno, ditegliela, perché poi potrebbe essere troppo tardi: siamo troppo giovani per vivere col rimpianto di cose non dette, o di azioni mai compiute. E, un'ultima cosa: anche quando non credete in voi stessi, quando non credete di lasciare un segno nelle persone, fidatevi: rimarreste sorpresi nel sapere a quante persone avete, in realtà, lasciato una vostra traccia nei loro cuori. Solo che non ve lo dicono.
Enjoy!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Riesci a leggere la mia mente?

Non è vero che ti penso


"Cosa ti costa provare?
La vita è breve, non lo scordare"

 

24 gennaio 2012

 

"No, Louis, quello che dici è semplicemente ridicolo!"
"No, quello che dici tu è ridicolo! Mi stai praticamente dicendo che Rafael Nadal non è forte! Tu sei pazza!"
"Vedi che non capisci niente di quello che dico? Io ho detto che Roger Federer è più forte di lui, non ho detto che non sia forte!"
"Senti, il punto è che Rafa ha avuto una brutta annata.."
"Anche Federer, eppure è sempre il numero 1 del mondo!"
"Ma cosa c'entra?!"
"Senti, ammetti che ho ragione e basta!"
"Mai". O Dio, com'è testardo.
"Di che si parla qui?". Liam si intromette nella nostra discussione.
"Di tennis! La qui presente Isabella Palmer SO-TUTTO-IO sostiene che Rafael Nadal sia meno forte di Roger Federer!"
"Beh, ha ragione. Federer è il più grande campione di tennis di sempre!". Bravo, Liam!
"Visto? Ho ragione io. Come sempre, del resto". La mia faccia è soddisfatta e questo manda in bestia il povero Louis, che si allontana dal nostro banco borbottando. Liam si siede accanto a me, prende una penna e inizia a scarabocchiare sul mio quaderno di arte.
"Scusami, il quaderno è mio. Sai com'è..". 
"Ah, scusami, pensavo fosse quello di Louis". Capisco che Louis possa sembrare un po' particolare, ma dubito che sulla copertina del suo quaderno ci sia scritto "I love boys, shoes and bags". Certo, se non fosse stato per mia madre, neanche il mio quaderno avrebbe quella stupida scritta, però uno si arrangia.
"Senti, ieri non ho avuto occasione di parlarti, visto che eri piuttosto irritabile", forse si riferisce a quando, tra la seconda e la terza ora, ho tirato un astuccio addosso a Louis perché mi aveva chiamata per cognome, "ma volevo chiederti se, per caso, ricordi quello che ti ho detto alla festa di Jenna". Certo che me lo ricordo: ti piace Gwen.
"No, non ricordo neanche di aver avuto una conversazione con te, sinceramente". Gli sorrido cercando di sembrare sincera. Voglio vedere cosa mi dice.
"Ah, beh.. Allora..". Viene salvato in corner dalla campanella di fine ricreazione. La cosa che mi rincuora è che ora c'è la lezione di letteratura internazionale, che poi è la mia materia preferita.

 

"Ora tu mi spieghi come sapevi quelle cose".
"Louis, se tu studiassi le sapresti anche tu".
"No, invece! Quelle cose non le sapeva nessuno, chiaro?"
"Non lo so perché le sapevo, insomma, le avrò lette da qualche parte, forse.."
"Fammi capire: tu sei arrivata una settimana fa, sei indietro con quasi tutti i programmi, vieni interrogata per la prima volta in letteratura e prendi una A perché hai letto qualcosa da qualche parte.. FORSE?!"
"Scusami eh, ma cos'hai da replicare tu che, da quanto ho capito, prendi sempre la sufficienza solo perché punti sulla tua simpatia?"
"Ok, è vero. Modestamente.."
"Non volevo elogiarti, anzi, volevo farti capire quanto sei scemo a non studiare, visto che potresti avere tutti voti eccellenti, se lo facessi". Chi ha il pane non ha i denti, è proprio vero.
"Ho smesso di seguirti quando mi hai dato dello scemo".
"SCEMO!". Louis è quel tipo di persona che odi proprio perché non riesci ad odiarla, anche se ti ci metti d'impegno. E lui, essendo molto intelligente, ha capito di farmi quest'effetto, quindi ci marcia sopra. Paradossalmente la cosa non m'infastidisce. Suonata l'ultima campanella della giornata, ci affrettiamo tutti ad uscire da quella stanza e, mentre varco la soglia della porta e metto le cuffiette dell'iPod, guardo di sfuggita il banco vuoto di Gwen: è dalla sera della festa che non la vedo. Cos ha detto che si è presa la febbre e che le è venuta la tonsillite: sfortuna nera, visto che si perde gli unici giorni soleggiati degli ultimi mesi. Prima o poi dovrò dirle di Harry, non posso vivere col senso di colpa. O forse è meglio chiedere consiglio a qualcuno, prima. Di solito di queste cose ne parlo a mia madre, ma non mi sembra il massimo confidarle che sono andata a letto con uno sconosciuto, da ubriaca. No, direi proprio di no. Louis men che mai: il massimo che potrebbe dirmi è "potevi venire a letto con me" e poi la butterebbe a ridere, cosa che non mi è affatto utile. Perché non Cos? Lei conosce Gwen e mi è sembrata da subito una ragazza con la testa sulle spalle. Un po' scontrosa alle volte, ma comunque a posto. Magari ne approfitto anche per capire che rapporto c'è tra Louis e lei, visto che per cavare di bocca parole sentimentali a Louis ci vorrebbero i riti di tortura maya. E' in momenti come questo che avrei bisogno dell'abbraccio di Hilary, la mia migliore amica da sempre. Da quando è partita per la Korea la sento raramente, ma mi manca come potrebbe mancarmi un arto. "Prendi questo cambiamento come un'occasione per ricominciare da zero, evitando troppe complicazioni", mi aveva detto quando le feci sapere che avrei cambiato scuola. Se questo è il mio approccio ai consigli, è inutile che io ne vada a chiedere uno riguardo questa situazione. In ogni caso, vada per Cos! Tentar non nuoce. Appena riuscirò a muovermi da queste maledette scale caotiche, le chiedo se vuole venire a studiare da me. 
"Cosa ascolti?". Mi volto a sinistra e Harry mi guarda attendendo una risposta, con aria distaccata.
"Scusa, non ho sentito". Tolgo una cuffietta.
"Ti ho chiesto: che cosa ascolti?". Il tono sgradevole con cui mi ripete la domanda mi fa venire voglia di buttarlo giù per le scale.
"Use Somebody dei Kings of Leon".
"Bellissima canzone".
"Lo so".
"Ti sei mai accorta che rispondi spesso dicendo "Lo so"?"
"Magari è perché le cose che affermi sono banali".
"O magari perché sei solo una ragazzina saccente". Ok, adesso sta esagerando. Tutto, ma non saccente. Sceso l'ultimo gradino, lo prendo per un braccio e lo sposto a sinistra dell'atrio, dove c'è meno gente.
"Senti un po', capelli ribelli Styles: io non ti ho fatto assolutamente nulla e, se devo essere sincera, non avrei alcun interesse a farti qualcosa, quindi piantala di fare lo stronzo!". E che cazzo! La sua espressione si rilassa ed emette una lieve risata. Come si diverte a provocarmi.
"Che cosa ti ridi, testa di pera?!". Ma è scemo?
"Se tu non avessi interesse nei miei confronti come dici, allora non staresti qui a rimproverarmi per come ti ho risposto: mi avresti ignorato e te ne saresti andata". 
"La tua toria non è fondata. Non ti sfiora il pensiero che, ad esempio, io vorrei solo un rapporto pacifico e senza tensioni?"
"Per quel poco che ti conosco, posso dire che il rapporto pacifico nel tuo stile". Mi sta dando della polemica? Sento la vena pulsare nella mia fronte. Tempo cinque secondi e me ne vado. 1, 2, 3, 4..
"Bello il mazzo di tulipani che avevi in mano domenica. Te li ha regalati il ragazzo moro che era con te?". No, non ci credo.
"Ti sei messo a spiarmi, adesso?!". I miei occhi fuori dalle orbite.
"Calma: mi interessi, ma spiare non fa parte del repertorio. Ero a Camden con un amico e ti ho vista insieme a quel tipo. Dovresti dirgli di darsi una sistemata ai capelli. State insieme?".
"No. E comunque non sono affari tuoi. Quindi, se vuoi scusarmi, io me ne vado". Mi allontano di pochi metri, per poi tornare indietro verso di lui dopo qualche frazione di secondo.
"E poi proprio tu parli di sistemarsi i capelli?". Lui arrossisce e sfoggia il sorriso di chi ammette di essere appena stato battuto.
"1 a 0 per te, signorina Palmer. Sei un vero osso duro". Arriccio il naso mentre gli sorrido con aria beffarda e mi dirigo in cortile. Cos è ancora qui, per fortuna. Come alla festa, Harry è la causa per cui ho rischiato di fare tardi. Corro da lei, che sta chiacchierando con Louis, Liam, Paulina McDugall (che io continuo a chiamare McNugget, come le crocchette di pollo di McDonald's, ma a quanto pare questo soprannome non le piace) e il biondino della festa, Niall, se non erro.
"Isa, che passo felino!". Sta facendo della palese ironia sulla mia leggiadria durante la corsa. Cosa mi tocca patire!
"Visto, sì? Anni e anni di allenamento! Senti, oggi hai da fare?". 
"No, a parte studiare storia".
"Ti va di studiare insieme a casa mia? Vieni direttamente a pranzo, così avrai anche il grande onore di mangiare un piatto cucinato da me personalmente!"
"Così se muori avvelenata sappiamo già chi accusare".
"Molto simpatico, Louis, davvero. Hai fatto un corso per essere così simpatico o ci sei nato?".
"Per una volta, evitate di discutere?". Liam interrompe il mio turpiloquio sul nascere.
"Va bene, allora avverto mia madre che sono a pranzo da te e andiamo!". Le sorrido mentre si allontana per chiamare sua madre. Nel frattempo, il biondino continua a fissarmi e inizia a darmi sui nervi. 
"Noi due non ci conosciamo, ma io ti ho visto alla festa. Piacere, sono Isabella!". Così magari la pianta.
"Niall, piacere. Anche io ti ho visto alla festa. Ti stavi divertendo eh?". Non so se mi sono immaginata il suo tono malizioso, ma non posso fare a meno di irrigidirmi. Harry aveva detto che è suo amico.. E se gli avesse raccontato tutto? 
"Eh già. Come tutti del resto. Louis soprattutto!". Sposto l'attenzione su di lui e tutti insieme iniziamo a ridere ripensando a Louis che tentava di trasformare l'acqua in vino. Cos si unisce nuovamente a noi.
"Se vuoi possiamo andare!"
"Perfetto! Allora ci vediamo domani, ragazzi!"
"Sì, a domani!". Mentre Cos ed io ci avviamo verso il cancello, mi volto un'ultima volta: il biondino mi guarda ancora.
"Allora, cosa mi cucinerai di buono?". Cos ripone l'attenzione su di lei.
"Penso che ordinerò della pizza. Sai, non è vero che so cucinare: era solo per convincerti!". Scoppiamo entrambe in una fragorosa risata.

 

Angolo autrice:

Salve! 
Questo è un capitolo di passaggio, e, da qui in poi, si cercherà di fare un po' di chiarezza tra i personaggi.

Spero che la storia sia di vostro gradimento!
E ne approfitto per ringraziare il mio primo recensore in assoluto: ZoomIntoMe94. Grazie, grazie, grazie!
Enjoy!

I.

  
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