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Autore: Styles is legal    07/08/2012    0 recensioni
Sono tornata con una nuova storia, Bitch! Spero davvero che vi piaccia, non vi anticiperò nulla.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Don't let go.
Primo capitolo.


PICCOLA PRESENTAZIONE DELLA PROTAGONISTA.
Il mio nome è Jennifer, Jenny è solo il mio soprannome.
Capelli color miele con sfumature biondo cenere e occhi color castano scuro.
Diciotto anni, non più alta di un metro e settanta con un girovita di 60 cm circa grazie alla vita movimentata di Manhattan.
Oltre a fare la baby-sitter, quando mi capita di essere chiamata, lavoro in una piccola pasticceria  ormai da tre anni.
Vivo con mia zia da quasi una vita, visto che i miei genitori stanno sempre a girare il mondo per un lavoro che non ho ben capito, e non credo che lo capirò mai.
Hobby? Nessuno.
Passioni? Non credo di averne.
Non credo di avere molto altro da dire, quindi passiamo a quel pomeriggio.
<< Chi è questa bambina e sopratutto, cosa ci fa qui? >>  Come pensavo, per poco non gli prese un infarto.
<< Rimarrà con me fin quando Lou non tornerà da New York tra una settimana. >>
Dissi posando la borsa all'entrata per poi andare da Lux e toglierle il cappottino.
Il suo viso era quasi sconvolto, non potevo biasimarla anche perché ebbi la sua stessa reazione al primo impatto.
Sapevo comunque che se ne sarebbe affezionata, con il cuore grande che si ritrova non riuscirebbe a dire no alla piccola dagli occhioni azzurri.
<< Bhe, comunque... Ha chiamato Josh, ti verrà a prendere tra un'ora ha detto. >>
<< Non ce ne sarà bisogno, ceneremo qui. Non posso certo lasciare così Lux. Sarà una serata... "in famiglia". >>
<< S..sei sicura? Io non penso sarà molto d'accordo, oggi è un anno che state insieme infondo. >>
<< Si, anch'io lo penso. >>
Le sorrisi e presi per la mano Lux intanto che con l'altra prendevo la sua borsa per portarla poi nella mia stanza al piano superiore.
Lo sguardo della piccola era estremamente attratto e rapito dalle palle di neve in vetro colorate su un mobiletto in legno laccato lungo il corridoio.
<< Jenny, chi è Josh? >>
<< E' il mio fidanzato, più tardi te lo presenterò. >>
Sorrisi a Lux ed aprii la porta della mia stanza.
<< Ora cambierò le coperte al nostro lettone, tu intanto puoi giocarci sopra. >>
Spogliai il materasso di copri materasso, lenzuola e piumone e ne presi dei puliti dall'armadio.
Il profumo di fresco mi rapiva e faceva sembrare l'intera camera più splendente.
Armadio, comodino e scrivania in legno di ciliegio con cassetti di medesimo colore e tende color mandarino ad ornare la finestra che affacciava sulla piazzetta all'angolo, rendevano più colorata la stanza.
Fuori dalla finestra si intravedevano bene le luci che gia iniziavano ad accendersi, anche se erano solo le 17:00.
Il tempo era "orribile"- come lo avrebbe definito qualcuno - ma quel grigio, la pioggia che batteva sulle tegole e bagnava i vetri rinfrescando l'aria intorno mi faceva sentir bene.
Tra meno di mezz'ora Josh avrebbe suonato al citofono.
Cambiai Lux facendole indossare un comodo pigiamino di pile lilla con i fiorellini azzurri e fucsia; mi spogliai e feci una rapida doccia, per poi indossare la mia tuta intera con cappuccio di un rosso acceso e le babbucce a forma di fragole, quelle che molti a Manhattan definivano ridicole.
Mi buttai sul letto e presi a giocare con Lux ed a farle il solletico mentre che lei rideva di gusto.
<< Jenny! E' arrivato Josh, và ad aprire. >>
<< Va bene zia, arrivo. >>
Scesi giu per le scale ed andai ad aprire la porta.
<< Ciao amore... ma non sei ancora pronta! >>
<< Si invece, si cena a casa stasera. >>
Gli sorrisi, anche se ben sapevo che non gli piaceva affatto quel cambio di programmi.
Infatti sbuffò e ricambiò un mio abbraccio debolmente.
<< Jenny, Jenny! Qualcosa sotto il letto si è mosso, aiuto! >>
Lux stava correndo verso di me e si attaccò alla mia gamba stringendola.
Mi piegai alla sua altezza e la presi in braccio.
<< Scusami piccola, non ti ho ancora presentato un amichetto. Comunque lui è Josh. >>
Si strofinò un occhio ed abbassò il viso verso la mia spalla volgendo al mio ragazzo un debole saluto.
Probabilmente la sua aria da duro, i forti muscoli, un metro e novantasei di altezza, occhi color ghiaccio e capelli nero corvino la avevano spaventata.
Ebbi la sua stessa reazione la prima volta che lo vidi, infatti ci volle non poco che mi innamorassi poi della sua voce rassicurante e del suo essere lunatico e perso nel suo mondo a parte.
<< Jenny, chi è lei? >>
Non aveva un bello sguardo ed il suo dito puntato verso Lux mi fece istintivamente indietreggiare di un passo.
<< Lei è Lux, abbassa quel dito per favore. La fai spaventare. Non hai una bella faccia stasera, sai? >>
Abbassò lo sguardo e lo rialzò poi con un sorriso.
<< Scusami piccola, ho avuto una giornataccia a lavoro oggi. >>
Gli diedi un bacio e lo feci entrare.
<< Il tuo capo si è svegliato con la luna storta? >>
Zoey Pettifer, il capo di Josh. Non che fondatrice di una delle più famose case di moda di Manhattan. Capelli castano scuro liscissimi che cadevano poi in boccoli ben definiti, pelle chiara, occhi verdi, un metro e ottantanove. La "donna perfetta" possiamo dire.
<< No, lei non c'entra nulla. Mi chiedo sempre come mai quando si tratta di lavoro, tiri sempre fuori Zoey. >>
<< Semplicemente perché la signorina Pettifer è colei con cui hai più a che fare. >>
Mi guardò mentre allungavo la maglia del pigiamino di Lux che si era alzato e le facevo il solletico.
Lux corse poi da mia zia e mi rialzai posando lo sguardo sulla camicia di Josh.
<< Non sarai mica gelosa? >>
<< Io, perchè dovrei. >>
Mi avvicinai di più a lui, disegnandogli con l'indice i muscoli sotto alla camicia e al maglione blu di lana, e lo baciai sul collo.
Sembrò più rilassato così lo presi per mano e lo portai nel salotto.
<< Jenny, Jenny. E' caduto qualcosa, ho sentito un rumore ho paura! >>
Mi misi a ridere e presi per mano Josh e Lux salendo le scale.
<< Non preoccuparti piccola, ti presento qualcuno ora. >>
Un batuffolo color crema mi corse in contro saltandomi addosso e facendomi cadere per poi leccarmi il viso.
<< Ahahah. Basta ora, basta. Lux lui è Andy. >>
La piccolina, nascosta dietro a Josh che era scoppiato a ridere, fece capolino d'immezzo alle sue gambe per spiare il piccolo cucciolo tra le mie braccia.
<< Forza, accarezzalo. >>
La voce del moro la incitò e lei prese coraggio.
Alcuni minuti dopo Lux ed Andy erano gia sul tappeto davanti al camino elettrico a giocare, ed io e Josh li guardavamo abbracciati stretti stretti sul divano in pelle color mou.
<< Ragazzi, forza a tavola! >> Presi Lux in braccio ed andammo al tavolo.
<< Patatine e cotolette, che buone! >>
La bambina era molto eccitata, al contrario di Josh che probabilmente quella sera aveva riservato un posto per due in qualche ristorante a New York.
La cena fu "rapida" e presto eravamo tutti accovacciati sul divano intenti a scegliere un film da guardare mentre Lux ed Andy facevano saltare i giochi sul tappeto.
<< Jenny, possiamo guardare Toy Story? Lo guardo sempre con Liam. >>
<< Si va bene. Aspetta, chi è Liam? >>
Sul mio volto si era disegnato un punto interrogativo che quasi non scendeva a terra. Mi ero fatta una mezza idea si, ma non ne ero proprio sicura.
<< Forse ho capito. E' uno dei ragazzi della band per cui lavora la tua mamma, giusto? >>
<< Si si, sono davvero bravi sai? Ci divertiamo sempre insieme. >>
Gli occhi di Lux erano quasi lucidi ed un suo gran sorriso mi fece tenerezza.
<< Allora guardiamo tutti Toy Story, ok? Credo che anche Andy sia d'accordo. >>
Josh mi guardò quasi male.
<< Dai Josh, rilassati sei teso. >>
Gli feci un lieve massaggio alle spalle e gli lasciai un bacio per poi accucciarmi al suo fianco.
Nonostante fosse solo un cartone che avevo gia visto milioni e milioni di volte, riuscivo sempre ad emozionarmi e mia zia faceva avanti ed indietro dallo sgabuzzino per prendere sempre pacchetti di fazzoletti nuovi.
<< Tesoro, io devo tornare a casa, ci vediamo domani va bene? Porta anche Lux se proprio devi. >>
Quel "se proprio devi" non era certo molto convincente.
<< Va bene, ti accopagno alla porta. >>
<< Non preoccuparti, a domani. Ti amo. >>
Mi baciò e si allontanò, dirigendosi alla porta. La chiuse alle sue spalle.
Tornai a guardare il film con Lux, ed una volta finito andammo nella nostra stanza.
Ci infilammo sotto le coperte ed iniziammo a giocare e ridere, con Andy appoggiato sopra le coperte tra noi due.
Prima di addormentarsi mi chiese di leggerle una storia, così le lessi cenerentola, e si addormentò con un sorriso stampato in faccia...
La mattina dopo mi svegliai alle otto puntuali e dovetti svegliare anche Lux purtroppo.
Intanto che la piccola apriva i suoi piccoli occhietti, tirai fuori dalla sua borsa una camicina a righe rosa ed una salopette di velluto grigia, come il cielo di quella mattina.
Più tardi avrebbe preso a piovere e verso sera avrebbe peggiorato, ma non dava nessun fastidio questo tempaccio. Tutt'altro.
I colori delle torte in pasticceria avrebbero rallegrato la mattinata e nel pomeriggio io e Lux saremmo andate in giro per i negozi.
Le misi i collant di lana rosa confetto e gli stivaletti. Io invece indossai velocemente il mio solito completo da lavoro: una maglia a collo alto color panna ed un pantalone nero, con le mie convers bianche.
Scendemmo a fare colazione. Mia zia era uscita per il lavoro. Lei era una venditrice porta a porta: si occupava a vendere i prodotti dell'Avon.
Dopo aver indossato le nostre giacche andammo alla pasticceria, a soli quattro isolati da lì.
Le strade erano ghiacciate, la neve minacciava di scendere a giorni e Manhattan era più movimentata che mai.
Mancavano solo pochi giorni alla Festa del Ringraziamento e i saldi nei negozi facevano animare le strade di gente dell'Apper East Side, stracolme ogni volta che uscivano da un negozio di buste.
<< Eccoci piccola, siamo arrivate. >>
<< Che belli! >>
I suoi occhi divoravano i muffin, al cioccolato con le creme colorate e le ciliegine in cima, esposti in vetrina.
L'insegna illuminava la zona immersa nel grigio buio di quella mattina e colorava di lilla e giallino i ragazzini che correvano lì davanti con i loro skate.
<< Buongiorno, Rachel! >>
<< Buongiorno splendore, chi è questa piccolina? >>
<< Una nuova piccola aiutante. Si chiama Lux. Lux lei è Rachel. >>
<< Ciao, io sono Lux! >>
Feci sedere la piccolina su uno sgabello dietro il bancone ed io accanto a lei. Preparai poi un impasto veloce, come sempre facevo.
La mia specialità erano le torte con decorazioni di zucchero.
Il mio turnò finì così tornammo a casa.
<< Ti sei divertita? >>
<< Si, mi sono divertita molto a fare i bimbi di zucchero! >>
<< Stasera, se mangerai tutte le verdurine, ti darò la casetta che hai fatto. >>
<< Sii! >>
<< Ora riposiamo un pochino e poi andiamo a fare shopping, okay? >>
<< Va bene. >>
Feci salire Lux sul lettone e poi le feci indossare la sua tutina a pois.
Come previsto il tempo era peggiorato ed anche in casa faceva molto freddo: pioveva ormai a  dirotto e ad ore probabilmente sarebbe caduta giu un po' di neve. Il lavoro andava alla grande, e sarebbe andato ancora meglio tra un paio di giorni, quando famiglie e visitatori sarebbero venuti a fare le loro ordinazioni per la Festa del Ringraziamento e poco più tardi per Natale.
Le festività arrivavano pian piano e dovevo fare ancora tutti i miei acquisti. Non sapevo ancora come o con chi avrei passato le mie brevi vacanze: mia zia partiva per andare dai suoi genitori e Josh, il mio ragazzo, rimaneva l'unico candidato disponibile. Avremmo probabilmente cenato a casa, perché tutti i ristoranti avevano gia preso le ordinazioni e al 101% era tutto esaurito, e guardato un film strappalacrime sulle festività.

<< Buongiorno ragazze! >>
<< Buongiorno zia. >>
<< Buongiorno zietta! >>
Lux le corse in contro saltandole al collo. Quella mattina la zia era giu di umore, ultimamente non si sentiva molto bene ed affidava a me le faccende di cui non riusciva ad occuparsi. A minuti infatti avrebbe dovuto fare un iniezione ad un' anziana signora e come ogni pomeriggio le avrebbe dovuto somministrare le solite pillole.
<< Jessy ti prego va tu, non mi sento molto bene. >>
<< Okay zia, Lux guarda la tv, a minuti sono di ritorno. Dopo usciremo insieme ed andremo a fare compere. >>
<< Va bene. >>
Mi si avvicinò e mi diede un bacino sulla guancia, prima che mi staccassi da lei per indossare la giacca ed uscire.
La signora che avrei curato era una donnina che abitava tutta sola soletta al terzo piano, esattamente sopra il mio appartamento. Il suo nome era Santhana. Sulla settantina: profonde rughe sotto gli occhi azzurri come l'acqua, capelli ricciolini bianchi che le coprivano le orecchie e una parte della fronte, bassina e con un sorriso sempre splendente.
Abitava sola da almeno cinque anni, non aveva figli o altri parenti che si potessero prendere cura di lei. Era come una seconda mamma per me.
Anche se il dolore prevaleva su di lei era sempre buona con tutti e pronta a dare di più. Io la conoscevo ormai da quando ero piccina, poco più grande di Lux.
Le andavo a fare visita, almeno tre volte alla settimana, e ora andavo da lei ogni giorno per le iniezioni.
<< Buon pomeriggio Santhana. >>
La vecchietta mi sorrise e mi fece accomodare nella sua cucinetta. Piccolina, in legno massiccio, "come lei".  Sul tavolo vi era una tovaglia verde a quadrettoni gialli e rossi e sul cucinino un centrino dello stesso colore.
Deve essere davvero triste non avere nessuno accanto, e per quella donnina non era certo facile.
Le volevo molto bene.
Dopo averle fatto l'iniezione mi fermai un po' a farle compagnia, quando ad un tratto una bimba bionda con gli occhietti azzurri bussò alla porta.
<< Ehi, cosa ci fai tu qui? >>
<< Zietta è andata dal medico e mi ha detto di venire da te. Non volevo rimanere sola a casa, mi faceva paura. >>
<< Oh, piccolina. Ma ci sarebbe stato Andy, non saresti stata sola. Vieni, entra. Questa buona signora è Santhana. >>
<< Che bella bimbetta, come ti chiami piccolina? >>
<< Il mio nome è Lux. >>
<< Le sto facendo da baby-sitter per qualche settimana, la sua mamma è una stilista e non ha potuto portarla con se nell'ultimo spostamento. >>
<< Capisco. >>
Lux fece amicizia con Santhana e quasi se ne affezionò. Doveva essere molto che un bambino non veniva in quella casa, probabilmente io ero proprio l'ultima bimba che vi era entrata. Dopo una buon'ora tornammo a casa, a prepararci per uscire.
Le feci indossare un vestitino in ciniglia lilla con gli strass bianchi, che le donava molto. Io indossai i miei abiti della mattina precedente e dopo aver fatto indossare la giacca anche a Lux finalmente uscimmo di casa. Ovviamente la mia carta di credito era pronta ad accontentare entrambe.
Chiamai un taxi e ci feci portare nella parte ovest dell'Apper East Side, dove Serena- la mia migliore amica -ci aspettava.
Serena era una ragazza straordinaria: bionda, alta, magra, occhi azzurri. Anche Josh ci aveva provato e a volte mi dava l'impressione di essersi messo con me solo perché da lei ricevette più di quattro due di picche.
Andammo in giro per negozi e tutto ciò che vedevo era estremamente bello, in questo periodo dell'anno.
Le vetrine erano ben impacchettate con lucine e ghirlande ed addobbate con maestosi alberi natalizi luccicanti davanti all'entrata di ogni negozio.
La gente invece era ben impellicciata e indaffarata a contare le proprie buste per vedere se tutti i regali erano stati presi.
Gia dopo mezz'ora Serena stava molto simpatica a Lux, anche perché era molto socievole.
Quando tornammo a casa eravamo ovviamente cariche di ogni tipo di buste altrettanto cariche di vestiti, scarpe, accessori o di altre bustine ancora.
Si avvicinavano sempre più le diciannove e presto saremmo uscite per incontrare Josh. Invitai con noi anche Serena perché era sola quella sera, anche se a lui non avrebbe fatto molto piacere presumo.
Indossai uno dei miei nuovi acquisti: pantalone strettissimo nero in pelle semi lucida, canotta larga e lunga color panna con strass e paiette dorate abbinata a dei tronchetti tacco dodici ed una giacca corta in vita in pelle nera.
Anche Lux indossò un abitino che avevo appena acquistato per lei.
Giusto cinque minuti prima che arrivasse Serena, quindi poi in seguito Josh, eravamo pronte.
Avremmo mangiato fuori in un posticino vicino Central Park, ci saremmo allontanati un po' da casa ma non importava.
<< Buonasera ragazze, Serena che piacere vederti. >>
<< Verrà con noi, spero non ti dispiaccia... >>
<< Oh, no non preoccuparti. >>
Si girò e sbruffò aprendo poi la porta, sapevo che sarebbe stata quella la sua reazione. Avrei potuto peggiorare le cose, o migliorarle chi lo sa?!
Josh e Serena non si incontravano ormai da mesi, dopo che io e lui ci mettemmo insieme.
Passammo una bella serata, fino alle ventuno.
Serena e Josh erano tornati a parlare e sembravano molto amici. Tanto da farmi paura.
Eravamo in macchina, Lux nei sedili posteriori si era addormentata, e mentre nelle casse suonava This is Love di Eva Simmons vidi lo sguardo duro di Josh staccarsi dalla strada e poggiarsi su di me. Accostò davanti casa e mentre aprivo lo sportello mi fermò dal braccio.
<< Noi dobbiamo parlare, ora. >>
<< Josh, m...mi fai paura. >> Tenevo la voce bassa, sapevo che qualcosa non andava e avrei saputo presto cosa probabilmente, ma avevo davvero paura del suo sguardo.
<< Non voglio più stare insieme a te! >>
Gli occhi mi si fecero lucidi e lui mi aveva lasciato il polso. Riaprii lo sportello chiudendomelo alle spalle e presi in braccio Lux che continuava a dormire.
<< Ecco, ora te ne puoi andare! >> Chiusi con violenza lo sportello. Tanta che Lux si risvegliò e mi asciugai le lacrime per non farle vedere che soffrivo.
Rientrate a casa andai diritto nella nostra stanza per metterla a dormire, poi andai davanti al camino elettrico e mi sedetti sul tappeto con Andy tra le gambe che mi leccava una mano.
Sembrava tutto fottutamente ingiusto. Non lo meritavo! Da lui poi...
Mi si avvicinò la zia e mi accarezzò i capelli, mi avrebbe fatto bene parlarne con lei.
<< Tesoro, non dirmi che è quello che penso... >>
<< Se pensi quello che è successo vuol dire che pensi bene. >>
<< Oh, tesoro. >>
<< Ti avrei dovuto ascoltare, avevate ragione quando tu e Serena mi diceste che non era il ragazzo giusto per me. >>
<< Sciacquati la faccia e va a dormire, ne riparliamo domani, ora devi assolutamente riposare. >>
Diedi un bacio a mia zia e mi rifugiai in bagno.
Non era mai stato quello giusto per me. Freddo, duro, senza alcun sentimento felice. Il mio esatto opposto: io, ragazza romantica, sempre allegra, con la risposta sempre pronta, che accoglievo qualsiasi iniziativa per migliorarmi, che trovavo il lato buono in qualsiasi cosa o persona.
In Josh non ho mai trovato il lato buono forse, ed era proprio quello ad avermi attratto di lui. Certo, un bel ragazzo, ma senza un qualcosa da dare. Eppure ero stata con lui. Mi ero rovinata un intero anno cercando di capire cosa volesse dirmi ogni singola volta che eravamo soli. Che avevo custodito ogni suo inesistente segreto e lo avevo amato per com'era, anche se forse sapevo che ciò non era reciproco. Io che ho mandato a puttane il mio migliore amico per stare con lui.
Ora l'amore che per lui provavo fino a giusto un'ora prima si era trasformato in odio. Io odio odiare le persone, preferisco in assoluto l'indifferenza. Ma per lui, odio, odio e solo odio. Odio per tutte le bugie dette, tutte le promesse fatte, tutto il tempo trascorso.









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Questo è un po' corto, ma non credo sia un problema. Spero vi piaccia, buona lettura.
AVVISO: Tutte le somiglianze di uno dei personaggi con una delle protagoniste di Gossip Girl è assolutamente casuale!
  
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