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Autore: keyOfIceDxG    07/08/2012    0 recensioni
Ebbene, si tratta di un mio primo esperimento, spero possa attirare la vostra curiosità.
La storia è ambientata, sino ad ora, all'inferno, abitato da Demoni. I protagonisti saranno Gwen e Duncan, perché li amo incondizionatamente. Il resto dei personaggi sarà perlopiù frutto della mia mentolina.
Cito alcune frasi, prese dal capitolo del loro incontro (il secondo):
"Comincio a ripercorrere la strada verso casa mia, avvolto nei miei pensieri dubbiosi, con le mani affondate in tasca. Finché non sento qualcosa. L’odore di vaniglia di prima s’è fatto più intenso. Mi giro con la velocità di un ghepardo e mi guardo intorno, sperando di trovare qualcosa di nuovo o non so neanch'io cosa.(...)"
[TITOLO MODIFICATO: Ex "paradiso AMORE inferno"]
{. Gwuncan .}
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Duncan, Gwen | Coppie: Duncan/Gwen
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Ci sono un sacco di Alberi rossi qua. Rosso rosso rosso c’è rosso ovunque. Ho capito che l’inferno vuole ricreare l’atmosfera di fuoco, dolore, sofferenza e sangue ma un po’ di allegria perfavore.
Quando sarò io il capo cambieranno molte cose. C’è un piccolo fiume di lava che mi scorre vicino, lento e tranquillo. Sto a fissarlo per mezzo secondo poi dopo riprendo a camminare.
C’è qualcosa di strano nell’aria oggi. Un odore insolito, sembra quasi vaniglia. Sarà la mia immaginazione che mi gioca brutti scherzi ultimamente, soprattutto quando desidero intensamente qualcosa.
Al momento desidero soltanto che i miei tre amici abbiano un qualche incidente e ci restino secchi. Ma che diamine penso?
La mia sfiga è che i demoni sono immortali. Soltanto mio padre può decidere chi distruggere e chi no.
Ironico.
L’unico che non può distruggere sono io perché sennò non avrebbe un’erede.
Ben gli sta.
Mi siedo sulla prima pietra che vedo e comincio a lanciare sassolini dentro al fiume, che, al tocco della lava si sciolgono come niente, come gli umani. Già, gli umani. Che creature stupide e senza cervello. Quelli che vengono qui o diventano demoni oppure scompaiono dentro uno dei fiumi di lava.
Vorrei visitare il paradiso per una volta. Da come lo descrivono è un luogo orribile in cui uno di noi non sopravviverebbe mezzo secondo. Invece a parer mio non deve essere così orribile, visto che mio padre era un angelo una volta doveva pur piacergli il paradiso.
Un altro sassolino sciolto sul fiume di lava. Fanno un rumore scoppiettante, simile a quello delle patatine fritte dentro una padella piena d’olio bollente.
Mi ritrovo qui, in mezzo a un campo dove ci sono solo fiumiciattoli di lava e qualche alberello di fuoco, ad annoiarmi come mio solito. Se restavo a casa almeno avevo la compagnia di Black.
Si, è meglio che me ne torni a casa.
Mi alzo scrollando via un po’ di polvere dai pantaloni e fisso per un’ultima volta il fiumiciattolo. In cosa speravo? Chi speravo di incontrare? Che speravo di fare? Era meglio se rimanevo a casa fin dall’inizio. Comincio a ripercorrere la strada verso casa mia, avvolto nei miei pensieri dubbiosi, con le mani affondate in tasca.
Finchè non sento qualcosa. L’odore di vaniglia di prima s’è fatto più intenso. Mi giro con la velocità di un ghepardo e mi guardo intorno, sperando di trovare qualcosa di nuovo o non so neanch'io cosa.
Ma niente.
Le mie mani stanno ancora vagando nel vuoto, protese verso qualcosa che non c’è e non ci sarà mai. Abbasso la testa deluso, tirando un sospiro.
–AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHH!—Un urlo di una ragazza si fece largo tra le mie orecchie e mi trapassò i timpani.
–Ma che...?—Alzo lo sguardo davanti a me, stavolta invece di nulla vedo una figura femminile. Una ragazza presa dal panico che urla come un’ossessa e non ne capisco il motivo. E’ alta poco meno di me, ha un paio di jeans azzurri strappati qua e là e una maglietta aderente dalle maniche corte azzurra. I capelli sono corti fino alle spalle, un misto.. neri e sempre del colore azzurro, mentre gli occhi li vedo anche dalla mia posizione. Sono anch’essi un misto, un misto fra il grigio, il blu e il nero. Sembra terrorizzata da qualcosa. Mi avvicino un po’ per osservare e infatti, impeccabilmente davanti a lei c’è un cerbero che sembra furioso.
un momento... Un cerbero?
ma di solito i cerberi sono così tranquilli. E poi qualsiasi demone sa come fermare un cerbero incavolato. Ma quella ragazza…
non ci penso due volte e comincio a correre verso il cerbero. Aveva una zampa alzata, segno che voleva graffiarla.
–Stai ferma dove sei…e non farti prendere dal panico…- Dico, parandomi davanti a lei.
Il cerbero prende a me sul braccio sinistro al posto di lei. Comincia a uscirmi un po’ di sangue dal graffio e la ferita brucia un po’. Invece la ragazza sembra paralizzata dopo le mie parole, è sembrato che si calmasse subito. Faccia a faccia davanti al cerbero pronuncio un sibili incomprensibile e mostro i miei canini lunghi e affilati come quelli di una tigre dai denti a sciabola.
Si, quando mi arrabbio mi si allungavano i canini.
Il cerbero fa una specie di smorfia e gira i tacchi. Io sorrido trionfante nonostante l’insignificante graffio sul braccio. Sono preoccupato per la ragazza. Mi giro verso di lei, che tira un sospiro di sollievo.
–Come fai a non sapere come si fermano i cerberi?—Alzo un sopracciglio e la guardo storto.
–Hey signorino montato, non tutti possono sapere quello che tu sai.—Okay, la ragazza ci sapeva fare con le risposte.
Faccio un sorrisetto compiaciuto e allungo la mano destra. –Duncan Devil, demone maggiore. Molto piacere.
Lei allunga la mano sinistra e stringe la mia. In quell’unico momento sentii il mio stomaco pieno, finalmente pieno. Scuoto la testa, non è possibile.
–Gwendolyn, demonessa minore. Appena trasferita da queste parti. Ma tutti mi chiamano Gwen.
sorrido, ecco perché non l’ho mai vista.
–Appena ti ho detto di tranquillizzarti l’hai fatto èh?—Sorrido maligno.
–Si, c’è qualcosa di tranquillizzante nella tua voce. L’istinto mi ha detto di stare tranquilla. Ti ringrazio per avermi aiutata, ti ha ferito quel…cerbero?- Mi chiede, guardandomi con un’espressione che sembrava quasi…preoccupata?
–Nahhh…solo questo graffietto.
Ancora perdo sangue. Lei mi prende il braccio e poi fa un’espressione sconvolta.
–Qualcosa non va?—Chiedo, un po’ curioso.
Lei sembra che gli occhi le siano cresciuti di tre taglie. –Sa…sa…sa…sa…sangue
Io faccio cenno di si con la testa.
–Sangue si…allora?— Non faccio in tempo di finire la frase che me la ritrovo mezza svenuta fra le braccia.
–Ma che diavolo ti prende ??—Le sventolo una mano davanti alla faccia, ma lei sembra non essere cosciente.
–Sa-sa-sa-sa-sangue…- Continua a ripetere come shoccata.
Avrà paura del sangue? Non è poi così dura come sembra.
Sorrido e le accarezzo la testa, mi piace questa ragazza. Ma ora…
-Visto che non so dove diamine abiti mi tocca portarti a casa con me…- La prendo in braccio per bene, facendo attenzione a non sporcarla di sangue.
Sembra dormire, è molto tranquilla. E ora che guardo meglio è veramente una bella ragazza. 
Riprendo il cammino in direzione di casa mia, forse avrei avuto un’amica dopo tutto questo tempo. 
  
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