Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: shesnameless    08/08/2012    3 recensioni
Spense la sigaretta e guardò il cielo scuro sopra di lei. Le piaceva la notte, la rilassava, la faceva pensare chiaramente. Era tutto così assurdo: si domandò come la vita poteva averle giocato uno scherzo così infame e inaspettato. Beth non era una dal cuore fragile, anzi. D'altronde lei era conosciuta per questo: era 'quella' che non si aspettava mai niente, perchè andava a prendersi sempre cio' che voleva, 'quella' che non diceva mai chi era, 'quella' che camminava sempre a testa alta, 'quella' che diffidava da tutto. Eppure qualcosa era cambiata nella sua vita, una cosa che nemmeno lei si sarebbe aspettata. Ma c'erano riusciti lo stesso dannazione, erano riuscita a stravolgerla. Se lo avrebbe raccontato un'anno prima al suo migliore amico, o al suo fratellastro, le persone più importanti della sua vita, nemmeno loro ci avrebbero creduto. Ormai i giochi erano fatti.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
gg
First day on the job.





"...hai capito tutto?" si strofinò il viso James.
Annui "Certo, devo solo cercare di essere veloce quando troverò una marea di gente altrimenti si incazzeranno, facile." sbadigliai. Ero seduta/sdraiata sulla poltrona rossa, erano comodissime perchè non approfittarne? No ok, non avevo chiuso occhio la notte precedente, quindi avevo sonno. Liam mi aveva fatto venire i sensi di colpa (come previsto) con tutta quella storia dei migliori amici: che non si vedevano da tanto tempo e bla bla bla. Cazzate. Poteva benissimo aspettare il giorno dopo per andarli a trovare, non sarebbe mica finito il mondo. Mi ero alzata senza nemmeno guardarmi intorno per casa, e me ne andai al lavoro. Insomma ero incazzata, non mi aveva fatto chiudere occhio.
Mi trovai una mano in faccia che sventolava "Heeey, ci sei?" James.
Mi risvegliai "Si capo, ero in trans." dissi annoiata.
"Allora, è importante che tu sia veloce, oppure si creerà un mucchio di gente intorno a te e non ne uscirai più." rispiegò velocemente.
"Bene." mi limitai a dire. Era tutta la mattina che mi aveva dato consigli e istruzioni su come comportarmi su 'quel' posto di lavoro. Dalle 7 alle 10. Ero un'incapace si, ma non fino a quel punto. Mi aveva scambiato per un'imbranata.
"Ok ok?" rispose tutto contento.
"Si James, OK." confermai esausta.
Sbattè le mani strofinandosele "Iniziamo." disse concentrato. 
Mi alzai dalla poltrona controvoglia "Che devo fare?"
"Ora, vatti a mettere il grembiule e la cuffia." mi indicò lo stanzino. Frena, frena, FRENA. Cosa avevo sentito? CUFFIA?
"CHE COSA? IO NON METTERO' UNA CUFFIA PER LAVORARE." dissi agitata.
Mi guardò negli occhi "Non fare la bambina."
Feci una finta smorfia di dolore "Ti prego, ti prego, il grembiule si.. ma la cuffia non ce la faccio." lo pregai inutilmente. 
"Te la metti punto e basta. Tra 5 minuti apro e voglio vederti pronta. Niente storie. FILA." uscii dalla porta.
Perfetto. Una cuffia era quello che ci voleva. Una bella cuffia di merda sopra i miei capelli era il top. Ero troppo gelosa dei miei capelli, troppo. Non c'era un'altra soluzione? Credevo che non servisse una cuffia per lavorare in una gelateria. Vivevo su un altro pianeta, si lo sapevo.
Respirai. Era solo una cuffia. CHE PALLE QUANTE PARANOIE. BETH SE VOLEVI FARE LA MANTENUTA NON VENIVI A LAVORARE PERCIO' VAI. Senza ripensamenti mi avviai in quello stanzino e indossai grembiule e cuffia compresa. Non osai guardarmi allo specchio e uscii di corsa altrimenti ci avrei ripensato.

Mi trovai dietro la cassa. Vidi james che da fuori apriva la saracinesca e le porte. Stavamo per aprire e io avrei svolto il mio lavoro da gelataia. Ansia.
Aperto tutto entrò dentro e acese tutte le luci. Osservandola illuminata era davvero da mozzare il fiato quella gelateria.
"Allora?" chiese lui.
"Allora cosa?" 
"Sei pronta?" ero pronta? Non lo sapevo nemmeno io.
"Ssi." meglio auto convincersi.
"Andrà tutto bene vedrai." cercò di incoraggiarmi.
"Certo" feci un sorriso forzato. Infondo ero davvero agitata, speravo davvero che quel lavoro mi avrebbe dato delle soddisfazioni a partire da subito.
Sentii improvvisamente il suono della porta che si apriva. 5 bambini avevano fatto il loro ingresso e si stavano dirigendo verso il bancone. Oh merda.
"Ssalvee.." salutai.
"Salve, vorremmo 5 coni gelato da 2 dollari." chiese il bambino magrolino con un lecca lecca in mano.
"Mh si, cosa ci volete sopra?"
"Io cioccolato e pistacchio." iniziò il primo bambino.
"Io limone e fragola" il secondo.
"Io fiordilatte e nocciola" il terzo.
"Io menta e caffè" il quarto.
"Io solo melone" il quinto.
"Mmhh.. okayy" mi diregevo 'incauta' verso i coni, ne presi un alla volta per poi metterci sopra i gusti che mi avevano elencato poco prima. Non ero molto abile, anzi ero una lumaca, ma con il passar del tempo sarei diventata brava, lo sapevo.
Glieli consegnai e presi i soldi che mi avevano dato, poi li salutai.
James intanto mi guardava da vicino la porta con aria sospettosa.
"Allora?" chiesi soddisfatta.
"Allora cosa?" richese lui."Come sono andata?!"
"..non c'è male" rispose scrollando le spalle.
"Non c'è male? Solo' non c'è male? Fammi i complimenti capo, non ho mai messo del gelato sopra un cono in vita mia. Questo è il lavoro che fa per me.” scandii con fierezza.
Cosa ti devo dire? Che hai vinto il premio Oscar?” chiese scettico.
Mi ci farò la mano, sta tranquillo" dissi sicura di me.
"Oh e chi si agita?" rispose sarcastico. 
"Buona seraaaa" ora un gruppo di nonne si avvicinava al bancone.
James si avvicinò al tavolo per prendere il suo cellulare e una cartellina gialla "Adesso è meglio che vada, devo sbrigare un po' di faccende.” si fermò “mi raccomando Richards.. buon lavoro" si raccomandò prima di andarsene. 
"Tranquillo capo" imitai il gesto di un soldato.
Mi rivolsi sorridente alle vecchiette davanti a me "Allora, desiderate?"

Erano quasi le 7 e fra un quarto d'ora avrei staccato. Ero un po' stanca dovevo ammetterlo. Lasciai un attimo la cassa e mi andai a sciacquare la faccia in bagno per rinfrescarmi un po'. Il pomeriggio passò così. Era venuta parecchia gente devo dire, Juliet aveva ragione, avrebbe fatto davvero successo 'yogurtland'. Piano piano me la cavai anche con le ordinazioni, che sollievo. Guardai velocemente le ultime chiamate sul cellulare: zero. Wow, Niall non mi aveva fatto nemmeno una chiamata oggi, ne un messaggio, niente di niente. Certo, sicuramente era troppo impegnato con i suoi amici. Perchè mi facevo queste strane idee in testa? Sarà stato impegnato, ecco. Strinsi i pugni. Al diavolo, mi asciugai la faccia e tornai al mio posto. Appena alzai lo sguardo non c'era più nessuno Rimaneva solo una donna.
"Buonasera!" salutò cordialmente lei.
"sera.." dissi svogliata.
"signorina il cono solo con il caffè" chiese sorridente. Tutti erano di buon umore tranne me.
"D'accordo" andai sicura con la paletta ma mi resi conto che era finito.
"emh signora il caffè è finito, se vuole aspettare un minuto che vado a prenderlo.." 
"si certo, faccia pure." mi rispose sorridente.
Andia nel retro, dove c'erano già preparate le vaschette nuove di gelati.
Presi sicura la vaschetta del caffè e mi avviai fuori quando ad un tratto..
BOOOOOM. Un tonfo.
"Signorina è tutto ok?" mi chiese la signora preoccupata da fuori.
"merda.." dissi a denti stretti. Ahia. Mi faceva male il culo.
Avevo perso l'equilibrio e sono scivolata con il culo per terra. Finale? La ciotola mi era caduta sopra ed ero cosparsa di gelato al caffè.
"Signorina si sente bene?" Urlò la donna. 
Umh, minchia statti zitta, ero già nervosa di mio.Mi alzaii barcollante. "sisi non si preoccupi vengo subito da lei." urlai per farmi sentire. Ero apparentemente calma. Diamine perchè cadevo sempre e mi facevo male? Dovevo prendere corsi di equilibrio, posturale, qualche cazzo di cosa che mi mantenesse dritta e stabile.
Mi guardai in torno, avevo fatto un bel casino per terra e dovevo pulire. Dovevo trovare qualcosa per pulire il pastrocchio. Girai per tutta la gelateria in cerca di uno scopettone, andai nello sgabuzzino magari era lì. niente non c'era. Nel bagno? nemmeno. Nel retro? Idem.
"Non c'è un cazzo di scopettone dentro questa gelateria?!" imprecai ad alta voce.
"Cercavi questo?" qualcuno sussurrò vicino al mio orecchio.
Quel gesto mi fece sussultare tanto che mi cadde per terra la cucchiaia del gelato ancora pulita. Alzai lo sguardo e trovai.. un ragazzo. Ce l'avevo vicino alla faccia dato che non si era spostato dalla posizione in cui si trovava prima.
La cosa che incontrai per prima furono i suoi occhi: occhi blu, chiari come il cielo. Rimasi a guardarli per un paio di secondi, poi mi risvegliai da quello stato di trans in cui mi trovavo. Lui sorrideva divertito. 

"Ehm si certo, grazie." dissi senza rendermene conto.  Presi lo scopettone dalle sue mani per poi continuare il mio lavoro.
"Prego" rispose sorridendomi lui rimanendo a guardarmi da un angolo mentre lavoravo. Oddio ma possibile che a Los Angeles debbano esserci dei fighi così? Diamine non mi ci sarei mai fatta l'abitudine. E poi quei occhi. Dio. E il sorriso? *Stavo sorridendo di te che sei completamente cosparsa di gelato, idiota.* pensai tra me.
Finito di pulire il pavimento, diedi il gelato alla signora che aspettava fuori ma di un altro gusto. Mi diressi verso lo stanzino per cambiarmi e darmi una ripulita. con la testa ero da tutt'altra parte. Questo mr occhi cielo si presenta con lo scopettone in mano e.. UN MOMENTO, quello chi diamine era? presi la borsa e uscii di corsa.
Girai per il locale ma non lo trovai. E NO ora doveva uscire fuori.  Mi girai e lo trovai ancora che mi guardava compiaciuto. ECCOLO.
"Chi cazzo sei!?" gli puntai un dito contro.
Incrociò le braccia al petto. "Ah adesso mi chiedi chi sono? Prima eri tu, o qualcun'alra?"
"Rispondimi. Ora." 
"Come non sai chi sono io?" Rise di gusto. Una risata cristallina, travolgente.
"Dovrei?" alzai le spalle.
Smise di ridere "Sono venuto con quello che ti ho dato, potresti immaginarlo." concluse ovvio.
"Mh, l'uomo delle pulizie?" tentai. Un altro uomo delle pulizie, magari questa volta era davvero lui, certo.
"No! Certo che no! Ma ti pare?"  chiese con disappunto. Beth a intuito sei proprio una merda. Beh, almeno così ho la certezza che non posso fare la veggente. Comunque sia, non poteva stare lì, anche se era un figo, ma James era stato severo a riguardo e dovevo fare come diceva lui.
"Lo sai che se il mio padrone sa che sei qui che girovaghi per il locale, mi sbatte fuori?! Così nemmeno i straordinari di ieri mi paga!"
"Dai non penso sia così stronz.."Non lo feci finite di parlare "allora devi andartene. qui non ci puoi stare."
"e perchè?" fece una faccia da cucciolo. ok, non ti sciogliere Beth, no. 
Assunsi un'aria quasi severa "non so chi sei, ti ritrovo qui che mi passi lo scopettone e girovaghi per il locale, beh io non me lo immagino chi tu possa essere, quindi ciao, smamma." cercai di spingerlo fuori invano. mi piangeva il cuore. Stava per aprire bocca quando...
"Elizabeeeeeth"
Sbiancai. Merda James era tornato. Guardai in faccia il tizio che stava per aprire bocca ma gliela tappai subito, lo attirai a lo trascinai vicino a me. Mi misi a vedere dove era James. Lo intravidi nello sgabuzzino. Bene, via libera. 
Camminai spedita verso l'uscita con quello sotto le mie mani che si dimenava."mmlaschiamvfvc" 
"Sta zitto idiota." Gli diedi una spinta e lo buttai fuori.
"allora hai finito tutto?" domandò James uscito dallo stanzino.
"Ehm?! Ehm si! E' tutto ok, no?" Fiuuuu, per un pelo.
"Hey ma sei impazzita? Stavo per sfracellarmi per terra!" Urlò quel ragazzo dentro il locale, mentre si massaggiava la mani.
Cazzo. Lo guardai furiosa ma non dissi una parola. 
Presi James per le spalle senza che se ne accorgesse "senti dimmi una cosa: dimmi chi è quel tizio prima che lo uccida." lo girai indicandolo.

"Perché che ti ha detto?" rideva. Che si rideva dico io.
"Ha detto che dovrei sapere chi sia.. ?" risposi chiaramente confusa.
Intanto lui si avvicinò a noi.
"scusami tanto, occhi cielo, sto parlando con il mio capo e se non ti dispiace dileguati." gli feci tutti i segni possibili inimagginabili con lo sguardo di andarsene, mentre james lo guardava.
"Hey calma ragazza, ti perdono solo perchè sei tu." sorrise ammiccando. Allora era cretino?
Alzai un sopracciglio. "Zitto Louis, tranquilla, lui è mio figlio." concluse James.
Feci una risata idiota senza smettere di guardarli "Ah ah che bella battuta capo, dai dimmi chi è questo." cercai di non ridere, gli scrollai una spalla scherzosamente.
Loro mi fissavano quasi seri. Vi prego, ditemi di no.
Mi cascò la mascella. "Lui è tuo figlio?!" 
"Esatto" rispose il tizio dietro di noi. Rieccomi puntuale con la figura di merda giornaliera. Sentii la suoneria del cellulare del capo e si allontanò un po' per rispondere. "Scusate ragazzi” si girò verso quel louis -tua madre- sibilò. Intanto il figlio gli fece un cenno con il capo.
Mi girai a guardarlo e lo squadrai da capo a piedi. Era davvero bello: portava una maglia a mezze maniche nera, un pantalone rosso, e delle superga bianche uguali alle mie. I capelli disordinati gli cadevano sulla fronte. Non trovai un difetto a quel ragazzo. Poteva benissimo fare il modello, nulla da ridire. 
"..Wow."
Sorrise divertito. Dio che sorriso. "Tranquilla è tutto ok, comunque piacere Louis." mi afferrò la mano.
"Beth" risposi ricambiando la presa mollemente. 
"Come mai lavori nella gelateria di mio padre?" tutti con la stessa domanda.
Sorrisi "Deve esserci per forza un perché?" chiesi mentre cercavo le sigarette nella borsa.
Esitò un po' "No beh.." squillò il cellulare rispose subito. Intanto mi misi seduta su una panchina.
"hey!.. si so della festa... aaaah tra due settimane? Fantastico!.. Sabato?... Si porterò qualcuno tranquillo...” Bene potevo osservarlo meglio da lì. Accesi la mia amata sigaretta. Strano non avevo fumato per tutto il pomeriggio, avevo stabilito il mio record. Mi soffermai a guardare sul suo lato b, e dio mio che lato b. “..spargerò la voce non ti preoccupare. D'accordo ci sentiamo." riattaccò.
Trovai lo sguardo di quel ragazzo su di me. Perché mi stava fissando? Oddio, forse mi ha sgamata mentre gli guardavo il culo. 
"Vuoi?" indicai il pacchetto. Dio io non offrivo sigarette a nessuno, stavo diventando pazza.
"No grazie, non fumo." rispose semplicemente.
"Ok, meglio." ripresi.
"Il fumo fa male Elizabeth." disse con aria da saputello per poi mettersi seduto vicino a me. La predica no, già bastavano Juliet e Niall.
"Anche le altre cose fanno male, e non chiamarmi 'Elizabeth' ti prego, lo detesto." risposi e mi girai verso di lui.
"Sembri un mio amico" si portò una mano sui capelli e se li scompigliò un po'. Cazzo che affascinante.
"davvero? Perchè?" 
"dice le tue stesse cose, sul fumo voglio dire."
"mmh certo." conclusi per poi riprendere a fumare.
Silenzio. Era quasi imbarazzante. Ero a corto di parole, motivazione: i tipi di ragazzi come lui mi mandavano gli ormoni a puttane.
Il mio cellulare che squilla.
-pronto?-
-amoreeeeeeeeeeee- niall. Ah Niall, una boccata d'aria.
-Sono. Diventata. Sorda. Grazie. A. te.-
-scusa non volevo- disse con tono dispiaciuto.
-dammi una motivazione per non ucciderti.-
-cucino una torta per la festa!-
-ma non andrà a male? mancano due settimane-
-la metterò nel freezer no?-
-Ahh..-
-No Idiota, le uova vanno prima sbattute poi va aggiunto lo zucchero!-
"con chi ce l'hai?" chiesi.
"con zayn, sta facendo un casino in cucina. Non oso immaginare quando tornerà Juliet quante me ne dirà."
Zayn. quindi Harry. quindi anche Liam, quindi anche Louis
-Di al tuo amico idiota che le uova si separano prima di mescolarle con lo zucchero.- risposi acida.
-Ok tranquilla, glielo riferirò.- lo sentii ridere. -comunque, tu cosa porterai?-
-Qualcosa che abbia a che fare con il gelato, James mi darà sicuramente qualche idea. Mancano ancora due settimane. Però credo che Joe ne sarà felice, alle sue feste non c'è mai qualcuno che porta qualcosa di dolce.- Sbirciai verso Louis mi stava guardando con uno strano sguardo.
-D'accordo piccola, devo riattaccare adesso..- -Zayn si sta strozzando con l'acqua, portagli dell'acqua!- urlò qualcuno.
Senti una voce dall'altro capo del telefono. Omiodio, ma chi era questo scemo? Si stava strozzando con dell'acqua e chiedevano altra acqua. Stavo per scoppiare a ridere.
-emh?..-
-Piccola devo andare ciao!- Sbrigò a dire prima di riattaccare. 
Rimasi col cellulare attaccato all'orecchio ancora perplessa."Vai alla festa di Joe?" mi chiese curioso quel Louis. Mi riportò alla realtà. 
Ma che gli importava a lui? "Si ci vado... perché?" perché me l'aveva chiesto?
"beh.. ci vado anche io ecco."
"Davvero?" ero sorpresa. Stavo per dirgli 'Vieni con me baby' No, riprendiamoci.
Esitò un po' "Già...con chi ci vai?" si alzò dalla panchina e si rimise apposto la maglietta.
"Credo.. con qualche amico.." risposi imbambolata nel guardarlo. Ma che cazzo stavo dicendo? Io ci andavo con Niall!
Alzò lo sguardo su di me e mi sorrise dolcemente "Bene, adesso devo andare Beth, mi aspettano." Prese la giacca nera e la indossò "Ci vediamo..” ci pensò un istante “presto.”
"Ok Louis" Ci conto. lo vidi allontanarsi fino a scomparire.  Mi alzai anche io dalla panchina e presi la macchina. Dovevo chiarire con una persona.


Ok ciaaaaao lol

Lo so, lo so, è un po' di tempo che non aggiorno, dio santo, avete ragione.
però sapete che c'è? Questa storia non mi ispira più di tanto, e nemmeno l'ho iniziata lol #sonostupida
                                                                                             comunque ringrazio di cuore chi l'ha messa tra le seguite e chi lascia recensioni, siete  importanti <3
E' ARRIVATO BOO BEAAAAR FBFOGODGb *w* E' il figlio del capo! Siete contente? Io si uu
Comuunque, non so se lasciarla o meno, ci penserò (?)
Vi amo tutti <3
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: shesnameless