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Autore: donteverlookback    08/08/2012    1 recensioni
Sono sei, e sono in un carcere a Chicago.
Ma come ci sono arrivate?Perchè Liz, casalinga e lavoratrice instancabile, ha ucciso suo marito? E perché Velma, acrobata conosciuta in tutta la nazione è finita in carcere?
E' proprio in cella che, una dopo l'altra, racconteranno perché siano finite in carcere. Il loro problema sono gli uomini, e sono stati loro il problema di queste sei donne, così diverse tra loro.
Genere: Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Now, I'm standing in the kitchen
carvin' up the chicken for dinner,
minding my own business,
and in storms my husband Wilbur,
in a jealous rage.
"You been screwin' the milkman,"
he says. He was crazy
and he kept on screamin'
"You been screwin' the milkman,"
And then he ran into my knife
He ran into my knife ten times!”

 

 

-Tu,June?-
Fu Velma a porre la domanda alla ragazza mora, che tentava inutilmente di pulire una sbarra del letto con uno dei suoi vecchi vestiti. -Che ci fai qui?Chi è lo sfortunato?-
June non risponde. Ricorda troppo bene chi ha ucciso e perché. Ma Wilbur se l'era cercata, accidenti. June era sempre stata una ragazza paziente, una tessitrice che, piano piano,ripara i vestiti rotti. E,se la stoffa cedeva di nuovo, semplicemente lei ricominciava a cucire, con la convinzione che il buco non si sarebbe riaperto. Ma non sempre è così. Certe volte la stoffa di un rapporto è così consunta che bisogna semplicemente buttarlo via. E non sempre se ne ha il coraggio.
Lei non l'aveva avuto.
-Ho conosciuto Wilbur quando avevo sedici anni- cominciò con voce tremula. Si posò una mano sul petto, come se cercasse di calmare il respiro. -Era figlio dell'oste vicino casa mia, e mi aveva puntata già da un po'. Sembrava il ragazzo più buono del mondo, un po' ingenuo e sprovveduto, ma incapace di fare del male ad una mosca. E poi,invece...-
Scosse la testa, e le lacrime si raccolsero agli angoli degli occhi, che diventarono splendenti, due gemme verdi incastonate in un volto d'avorio.
-Era sospettoso e geloso. Picchiò il fioraio solo perché mi aveva guardata troppo a lungo, e ruppe due costole al postino perché scivolando mi aveva casualmente sfiorato il seno. Un giorno, però, era tornato ubriaco, e più collerico del solito.-
Lo ricordava ancora, la pancia tonda da bevitore di birra, le mani rosse e callose, la fronte sudata. Un tempo era stato un bell'uomo, ma il bere smodato, il cibo troppo abbondante, il lavoro...era cambiato irrimediabilmente. Io stavo tagliando il pollo per la cena, pensando ai fatti miei, poi lui è entrato, arrabbiato come non l'ho mai visto. E ha cominciato ad urlare frasi senza senso. E poi...e poi...- June singhiozza, si porta una mano al viso per asciugarsi le lacrime che le solcano le guance.
-Finalmente ha cominciato a parlare normalmente. E sapete cosa urlava? “Ti sei fatta il lattaio!”. Non ero mai stata con nessuno al di fuori di lui, ma a nulla sono valse le mie spiegazioni. Era pazzo, era completamente pazzo. Poi si è preso il mio coltello. Se lo è preso dieci volte, nello stomaco.-June ricordava la sensazione di rabbia che l'aveva percorsa quel giorno. Quell'ira funesta le aveva portato dei ricordi. Aveva ripensato al ragazzo buono e gentile di cui si era innamorata, e si era resa conto che quel bevitore violento non aveva il diritto di esistere. E aveva affondato il coltello. Una,due, tre volte...poi non ricordava più nulla. Era stata ritrovata, tremante e sotto choc, accanto al corpo senza vita di suo marito.
-June...-fu la prima e l'unica parola che pronunciò Huniak, spaventata nel vedere la ragazza in quello stato. Poi ammutolì. Fu Mona a proseguire, con tono tranquillo.
-Aveva un fiore, tra le mani-Accarezza la figura di June con lo sguardo. Le spalle tremanti, gli occhi chiusi e lacrimanti, il viso pallido e sfinito. -Aveva un fiore, e l'ha calpestato.-
Liz annuì. Sì. Era colpa sua.

 

╩L'autrice╩

Chiedo scusa ai miei lettori ( quei pochi che non sono scappati a gambe levate)per l'abnorme ritardo, ma impegni,vacanze e problemi personali molto importanti mi hanno tenuta lontana dal pc per un po'. Spero che vi sia piaciuto il capitolo, anche perchè la mia beta si è data alla macchia, quindi ho dovuto fare fondo alle mie conoscenze grammaticali per correggermi da sola. Un enorme grazie per il banner va alla mitica Vale. Grazie, tesoro, ti adoro <3

Bene, miei cari, alla prossima!

P.S. Scusa per i capitoli corti, Vale, ma questa storia me li fa venire così!

  
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