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Autore: Tomoko_chan    08/08/2012    1 recensioni
"Tutti lo chiamavano traditore, io lo chiamavo fratello. Lo capivo."
E se Naruto riuscisse a convincere Sasuke a tornare a casa? E se questo scoprisse di essersi perso tante cose? E se Naruto scoprisse di avere ancora una famiglia e questa arrivasse di colpo nella sua vita? E se un nuovo e grande nemico volesse la testa dei migliori shinobi?
Questo è un NaruHina, un pò di SasuSaku, un ShikaIno. E se poi i nuovi arrivati sconvolgessero una coppia? Una nuova trama e nuovi personaggi. E se vi piacesse?
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Alcuni personaggi saranno leggermente OOC ma solo un pò, i dovuti cambiamenti dopo una dura e tragica Quarta Guerra!
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Le storie dei Ninjia, Naruto negli anni.'
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Cap 26 On mission
Naruto mancava da quasi una settimana dal villaggio. Adorava quella sua nuova famiglia e le cose belle che stava imparando. Un giorno Haru aveva preparato il pranzo per tutti.
-Mangiate che è buono!
I due ragazzi e la madre presero un boccone di carne e lo misero simultaneamente in bocca, mentre la giovane 16enne li guardava curiosa. Poi, i tre, sempre simultaneamente, diventarono verdi è sputarono la carne.
-Ma è troppo cotta! Non ti ho insegnato nulla di buono?- disse Mito, amareggiata.
-No mamma, è lei che è incapace!- disse Arashi, scherzando.
Naruto sbottò in una grossa e fragorosa risata, seguito da Arashi e da Mito, che tra le risate si chiedeva che razza di madre orribile fosse.
-Non è troppo cotta!- disse Haru ferita provando un pezzo di carne, che sputò subito dopo. Sembrava gomma.
-Ok non so cucinare!- disse buttando il mestolo di legno nel lavandino. Poi si inginocchiò davanti al fratello, in una posa teatrale, e con gli occhi dolci chiese –Ti prego, cucina qualcosa velocemente!
-Ah va bene, va bene!
Mito andò a lavare alcuni vestiti mentre Naruto e Haru giocavano a carte. In pochi giorni i due avevano stabilito già un ottimo rapporto. Naruto aveva notato che la sera Haru rimaneva sveglia ed andava ad allenarsi tutta sola e ne avevano parlato spesso. La madre non voleva che diventasse un ninjia.
-Haru, che tipo è tuo fratello?
Lei alzò lo sguardo dalle carte e fissò il fratello. Aveva i capelli scuri, marrone scurissimo, e il viso della madre. Era alto e con braccia forti, a causa del lavoro nei campi.
-Arashi è una persona molto seria e premurosa, gentile, maturo e abbastanza solare. E’ un gran lavoratore ed un buon amico. A volte ha dei momenti in cui vuole stare da solo e parte per giorni. In questi casi… mi ricorda mio padre.
Il padre di Arashi e Haru. Naruto non si era mai chiesto dove fosse.
-Dov’è vostro padre?
Haru lo guardò per la prima volta senza l’ombra di un sorriso.
-Ci ha abbandonato che mio fratello aveva sei anni e io quattro. La mamma ha sofferto molto-
Naruto a questo punto non sapeva che dire. Disse solo –Ti capisco- ma quelle parole racchiudevano molti significati nascosti. “Ha detto che ‘la mamma ha sofferto molto’… la mia piccola cugina non si concede di soffrire. Ha sofferto anche lei, molto, ma non lo vuole dare a vedere”.
-Io ero piccola e non ricordo molto di lui..
 
Intanto anche fuori Konoha due personaggi stavano pranzando.
-Che pranzo magro- disse Hinata, accontentandosi del suo sandwich al tonno e di qualche pillola energetica.
-Sono stato abituato a peggio.
-Hmmm quando Orochimaru ti allenava?
-Più che allenamento era una vera e propria fuga. Ogni tot di tempo cambiavamo  nascondiglio. Nessun pasto decente, una coperta sia d’inverno che d’estate. È stato come vivere nel nulla. E gli allenamenti… beh, mi dovevo adattare.
-Cosa pensavi in quel periodo?
-Pensavo alla mia vendetta.
-Sa…Sasuke… com’è stato… ecco… uccidere tuo fratello?- Hinata si era fatta timida e cupa.
Sasuke alzò lo sguardo al cielo blu.
-In quel momento ero felice. Ma ora che so la verità, vivo col rimorso da allora.. è passato tanto tempo… ma non faccio altro che rimproverarmi le mie scelte.
Hinata si coricò sull’erba, guardando il cielo, e sospirò.
-Itachi era davvero una persona meravigliosa.
-Era un bravo fratello con me.
-Anche con me.
Hinata si fece pensierosa. Poi Sasuke interruppe i suoi pensieri.
-Hai mai avuto dei rimorsi?
-Sempre. Mi sono pentita di non aver saputo subito soddisfare mio padre e le sue pretese di figlia perfetta. Mi sono pentita di aver passato poco tempo con mia madre e con il mio fratellino Itachi. Mi sono pentita di aver perso tanto tempo a nascondere i miei sentimenti a Naruto. Mi sono pentita di essermi spesso arresa, della mia timidezza innaturale, della mia debolezze. Ora so che posso essere migliore di quello che sono stata. Non avrò più rimpianti.
-Ma come fai ad essere così innamorata di Naruto?- chiese strafottente.
-Lo amo da sempre
-Hmm? Com’è possibile ?
-Vedi Sasuke, nonostante io abbia avuto una famiglia e molte ricchezze, sono sempre stata infelice e in accettata. Già all’età di sette-otto anni i miei occhi erano tristi. Avevo perso la mamma e mio padre era freddo e cattivo. E così vagavo con il mio tutore, andavo all’accademia e mi allenavo. Un giorno, davanti all’accademia, un bellissimo bambino biondo si dondolava sull’altalena. Piangeva. Ogni tanto alzava lo sguardo su una famigliola felice che si allontanava dall’accademia. E piangeva. “Chi è quel bambino?” chiesi al mio tutore. “Hinata-sama, non ci dovete stare vicino”. Io invece disubbidii e cominciai ad osservarlo da lontano, a cercarlo.  Un giorno stavo fuggendo dall’ennesima sfuriata di mio padre e imbattei in un gruppetto di bulli. Arrivai sul più grande e gli feci cadere il gelato. Si arrabbiò molto e cominciò a colpirmi. Quando stavo per perdere i sensi, vidi Naruto che si era messo di fronte a me per difendermi, anche se ne prendeva più di me.
-Ah ecco, ti sei innamorata del tuo piccolo eroe.
-Si ma… Non è solo questo! Lui è forte, gentile, dolce, divertente e…- Hinata più lo descriveva e più arrossiva e balbettava.
-Okok calmati! Ho capito perché ami il tuo eroe basta!
-Sai… con Naruto abbiamo in comune anche la stessa sofferenza.- la ragazza era tornata seria.
-Lo  so, lo capisco. E si vede. Siete entrambi orfani o quasi e vi capite. Io e Sakura invece non ci capiamo. Siamo troppo diversi. Si vede che eravamo una coppia diversa dalla vostra. Se ci ripenso, non avevamo un rapporto saldo.
-Ma è proprio finita, nii-san?
-Si. È finita. E non voglio più parlarne. Va bene?
-Certo.
I due erano in silenzio quando ad un tratto sentirono un fruscio tra gli alberi. Hinata si mise in piedi ed attivò il byakugan.
-Cosa vedi?- disse Sasuke con i suoi occhi rossi.
-Solo animaletti. Ma è da un po’ che ho la sensazione di essere osservata.
-Hmm, sbrighiamoci ad andarcene.- disse indossando una maschera e porgendo l’altra ad Hinata.
Corsero via. 

   
 
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