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Autore: ShuraExorcist    08/08/2012    2 recensioni
Abraham è il figlio di due angeli, allevato da Padre Christoph, una notte una donna dai capelli biondi le viene in sogno, dicendogli di dare la caccia ai demoni. Abraham parla con padre Cristoph, e il povero padre capisce che per Abraham è arrivata l'ora di crescere da solo. In una notte, mentre di scontra con un bambino posseduto, incontra Ambra una ragazza egocentrica e scontrosa, proveniente da una famiglia di potenti esorcisti.
Lavoreranno insieme per dare la caccia ai demoni, ma tra i due non scorre buon sangue... finché la scoperta di una cruda verità e il piano dell'esercito di demoni pronto a massacrare tutto il mondo umano,costringe i due ad andare d'accordo e.. innamorarsi.
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1
-IL FIGLIO DEGLI ANGELI-


 

 



''Il loro viso (era) come sole che luce, i loro occhi come lampade ardenti,
dalle loro bocche usciva un fuoco, i loro vestiti una diffusione di piume, e le
loro braccia come ali d'oro, al capezzale del mio letto.
Mi chiamarono col mio nome. ''
-Enoch, Capitolo I  vv. 5

 

 




Abraham era disteso nel giardino nel retro del monastero. Sentiva l’erba fresca e bagnata nella schiena. Era un pomeriggio di primavera.
Tra le mani aveva un libro di particolare. Suo padre – o meglio, il suo padre adottivo- gli aveva imposto di leggerlo, per “capirne di più”. Non sapeva a cosa si riferisse con quel termine ma gli aveva promesso che un giorno, non appena avrebbe finito il libro glielo avrebbe spiegato.
Abraham sapeva che Padre Christoph era un uomo dai mille misteri.
Gli aveva detto di averlo trovato vent’anni prima in fasce davanti la chiesa e che probabilmente era un dono del cielo. Anche se Abraham viveva tra le mura di un monastero e uomini di chiesa, non credeva molto nella religione.
-E questo libro è proprio un ammasso di idiozie.- disse chiudendolo e posandolo.
Il libro lanciato sull’erba emise un piccolo tonfo. Abraham osservo gli spiragli di cielo che si intravedevano dalle chiome degli alberi.
Diede un’occhiata al libro.
-Il libro di Enoch.- disse, sbuffò. -Che fantasia.-
-Dici che siano fantasie?-
Abraham sussultò. Padre Christoph spuntava sempre dal nulla e spiava Abraham qualsiasi cosa facesse. Si avvicinò ad Abraham, sicuro di sé come sempre. Gli tolse dai capelli neri due ciuffi d’erba e gli prese il Libro di Enoch dalle mani.
-Volevo farti leggere la Bibbia, ma uno scettico come te non capirebbe.-
Abraham gli lanciò un’occhiata torva. -Sono solo realista.-
-Come reagiresti se ti dicessi che gli angeli di cui parla Enoch esistono?-
-Direi che l’uomo che mi ha cresciuto è un pazzo e che si inventa barzellette per non farmi dormire la notte.-
Padre Christoph gli diede un colpo di libro in testa. Abraham andò in collera:
-Ma sei impazzito, papà? Mi hai fatto male!-
-Se potessi di aprirei il cervello in due per metterti dentro un po’ di buon senso.-
Abraham sbuffò:-Buon senso eh! Sentiamo, perché hai disturbato la mia interessante lettura?-
Padre Christoph notò il leggero sarcasmo di Abraham nella parola “interessante”.
C’aveva perso le speranze. Quel ragazzino non avrebbe mai capito, né imparato un bel niente.
Vent’anni li aveva solo per andare da solo dal medico e all’università. Il suo cervello era parecchio indietro rispetto alla sua età anagrafica, tuttavia gli voleva bene.
Amava Abraham e aveva fatto molti sacrifici per crescerlo in salute. Ed era proprio un gran bel ragazzo. Lo invidiava, per le strage di cuori che avrebbe fatto con le donne.
Peccato che a lui interessava solo la medicina e delle donne non gliene importava.
Faceva l’eremita su quei giardini a studiare e Padre Christoph lo vedeva solo per la cena e per il pranzo. Ah, questi giovani, pensava spesso.
-Vuoi sentire una storia divertente come quelle che raccontano i fanatici della chiesa?-
-Sentiamo. Passiamo troppo poco tempo insieme e voglio sentire le tue barzellette.-
Padre Christoph e Abraham si sedettero, uno di fronte all’altro.
Gli raccontò di un certo Mikael, che sconfisse Lucifero. Gli raccontò di creature alate che combattevano e dell’angelo più radioso del cielo che non sopportava gli esseri umani, che avrebbe voluto sottometterli e cercò di rubare il trono a Dio, ma quel certo Mikael non glielo permise.
Schiacciò la sua testa e gli cavò gli occhi. Lo rese cieco.
I seguaci di Lucifero caddero sulla terra e si trasformarono in creature dannate, obbligate a vivere la loro eternità nell’agonia. I loro  figli che nascevano da relazioni con donne umane, venivano chiamati nephilim. Dopo quella parola, Abraham non poté smettere di ridere.
-Dai papà smettila.- disse tra le risate. -Saremmo morti tutti già se questa battaglia fosse realmente esistita.-
Padre Christoph gli diede un’occhiataccia: -Infatti, è appena iniziata.-
Abraham divenne serio:-Iniziata? Papà studio medicina, la medicina dimostra le cose che la religione e le sue leggente non possono dimostrare. I medici hanno salvato più vite di quante ne abbiano salvate le preghiere.-
-Abraham, sei il figlio di Mikael. Mikael è tuo padre e ti ho protetto per troppo tempo, vedi ora di cavartela da solo. - tagliò corto, arrabbiandosi.
Padre Christoph si alzò, in collera. Se ne tornò dentro al convento, lasciando il libro di Enoch sulle gambe di Abraham. Emanava calore, o forse no. Forse quello che Abraham aveva appena sentito dalla bocca di padre Christoph gli bruciava dentro.
Quel vecchio parroco doveva ritirarsi in un’accogliente casa di riposo.
Si sdraiò sull’erba e lesse il Libro di Enoch, da dove si era fermato. Si rese conto che cominciava a guardarlo sotto un aspetto diverso.
Ma lui era un medico,non poteva sul serio credere a quelle sciocchezze.
Abraham smettila, che diavolo ti passa per la testa?
Il figlio di Mikael. Un medico non doveva lontanamente pensare a tutte quelle dicerie.
Un medico, ha studiato attraverso la scienza. Il mondo andava a rotoli e nessun angelo, nessun Dio dava una mano. Stavano tutti a guardare.
Patetici umani. Che pretendevano? Che cadesse l’astro del cielo e salvasse tutti?
No, qui ognuno nasce per cavarsela da solo, pensava Abraham, se esistesse realmente un Dio, nessuno dovrebbe preoccuparsi e nessuno moriva con le bombe sopra ai tetti. L’uomo chiama demone il male che lui stesso crea.
Dopo quel pensiero Abraham si rannicchiò su un fianco e si addormentò.

Fece un sogno strano. Bruciava tutto: case, palazzi, ogni cosa. Venivano giù a blocchi, ed era un disastro, sembrava l’Inferno. Cercava qualcuno, cercava Padre Christoph.
Non si seppe spiegare come, ma si ritrovò nel suo giardino e il libro di Enoch che Padre Christoph gli aveva detto di leggere, era ridotto in un cumolo di cenere.
Abraham non credeva ai suoi occhi, si sentiva angosciato, disperato.
Si voltò e notò che quello non era il suo giardino. Era ai piedi di un’alta collina fiorita poteva osservare quelle fiamme alte, che da lì sembravano piccole e insignificanti.
Dov’era? Dove si trovava?
“Abraham, è questo quello che accadrà”.
La voce candida di una donna dietro di lui lo riportò alla realtà, ridestandolo dai pensieri.
“Cosa? Cosa accadrà!”
“Abraham, salva questo mondo. Tu sei colui che deve salvarlo”
Abraham si sentiva confuso, rise, come rideva sempre quando Padre Christoph gli leggeva le parabole per farlo dormire da bambino
-No, io a malapena riesco a salvare me stesso.-
“Sei tu il figlio dell’Arcangelo e il Caduto Lucifero è tornato.”
La donna aveva lunghi capelli dorati, le ali bianche e luminose.
Dalla forma sembrava proprio un angelo. Abraham strabuzzò gli occhi, incredulo.
-Oh, no, pure tu come se papà non bastava.-
“Padre Christoph ha fatto di te un uomo forte, ti ha istruito e  proprio secondo i nostri desideri. Ora devi andare, devi cercare i seguaci e devi unirti a loro. Devi combattere gli angeli caduti e salvare il mondo dall’apocalisse.”
-Davvero devo farlo io? Siete così tanti, forti. Dove sono gli arcangeli?-
“Una dolorosa piaga causata dai demoni sta colpendo tutti noi, anche gli arcangeli. Noi moriamo, loro diventano numerosi. Sei l’unico, Abraham.”
Il discorso dell’angelo non faceva una piega. Doveva credere davvero di poter essere il nuovo  Messia? Una matricola universitaria cresciuta in un convento, poteva salvare il mondo?
Poi si svegliò.
Non c’erano le fiamme, non c’era neanche la donna.
Si ritrovò nel giardino, ed era ormai sera. Qualcuno lo chiamava. Era Padre Christoph.
L’orologio della chiesa scoccò le nove e mezza di sera. Stava facendo tardi a cena.
Si alzò, con un mal di testa atroce. Barcollando, si sentiva come se fosse appena sceso dalle montagne russe.
Studi troppo, si disse. Basta, brucia quei libri, sei diventato pazzo.
Tuttavia, decise di parlare a cena a Padre Christoph. Decise di dirgli cos’aveva visto, anche se lui era molto arrabbiato per la breve litigata del pomeriggio.
-Ah, adesso che l’hai visto ci credi, San Tommaso-se-non-vedo-non-credo?-
Abraham gli lanciò un’occhiataccia fulminea:-Smettila di prendermi in giro è un sogno, non ho detto che ci credo, però ci voglio provare.-
Padre Christoph smise mangiare. Non aveva ancora finito il suo piatto di spaghetti quando si alzò e prese dal cassetto una busta ingiallita.
-La trovai tra le coperte in cui eri avvolto quella notte d’autunno.-
Abraham lo guardò dubbioso, poi la lesse.
Abbiate cura del nostro erede, dal più alto dei cieli noi veglieremo su di voi.”
Ci fu un lungo silenzio che separò Padre Christoph e Abraham per tutta la cena,finché il ragazzo parlò: -Pare che io sia obbligato a crederci.-
-Già.-
-Da dove devo incominciare?-
-Da te stesso.-
-Eh?-
-Comincia da te stesso, parti e intraprendi un viaggio che non sai dove ti porta. Questa sarà casa tua ogni volta che vorrai tornare.-
Abraham lo guardò scioccato. L’aveva presa sul serio, lo stava invitando a lasciare il monastero?
Tornò a guardare quella lettera.
Partire senza sapere da dove cominciare.
Un buon pellegrinaggio spirituale, un’avventura, ma di sicuro non era una cosa normale da essere umano normale. Ammesso che Abraham fosse davvero normale.
Tutto era così strano e Abraham era troppo diffidente.
Salì in camera sua, guardandosi attorno. Doveva fare le valigie andare via.
Doveva credere ai suoi sogni e a quello a cui non aveva mai creduto.
Abraham, ma ti rendi conto che diavolo stai facendo? Per tutti i demoni dell’..no, lasciamo stare, pensò.  Si sbatté una mano in fronte e si lasciò andare sul letto. 

 
  
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