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Autore: Angel TR    08/08/2012    5 recensioni
Pioggia isterica
Sai che novità
La gente che mi giudica
E tu boom boom boom

Sulle note della canzone di Nina Zilli, un solo filo conduttore che lega queste one-shot.
Dalla speranza al fregarsene del giudizio della gente,
dalla seduzione di una donna al semplice abbraccio privo di malizia di una ragazza,
perchè l'amore è femmina.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
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L’Amore e' Femmina.




Prompt: Ci sarò sempre per te/ Padri
Personaggi: Lei Wulong; Jun Kazama
Ambientazione: post Tekken 2

Quello che vuoi
Se non ce l'hai
Siamo tutti insoddisfatti,
Come mai?
Femmina, se non riceve non si dà
Lalala la la la


Con apparente calma, Lei Wulong posò la mano sulla maniglia della porta bianca.
Attorno a lui, infermiere che andavano e venivano nelle loro uniformi bianche, rivolgendo sorrisi cortesi a tutti, pazienti che ricevevano i parenti…e Jun? Lei li avrebbe ricevuti i parenti? La madre, il padre sarebbero andati a trovarla con un sorriso pronto a risolvere i problemi o con le labbra serrate per la delusione?
Lei Wulong desiderò altamente la prima opzione o Jun ne sarebbe stata devastata. Come stava? Era anche lei delusa? O era allegra, euforica, felice? Sollevò lo sguardo al cielo. Gli pareva di essere rinchiuso in un box bianco dove l’aria era satura d’anidride carbonica; si sentiva soffocare.
Non sapeva come sentirsi. Jun era una ragazza fantastica, tutto quello che Lei avrebbe sempre voluto. Quando la loro timida conoscenza era diventata una sincera e profonda amicizia, Lei si era reso conto che, dietro quegli occhi nero liquirizia, si nascondeva un universo pieno di bontà e speranze…e lui ne era rimasto completamente affascinato.
Jun gli aveva raccontato del suo lavoro con voce traboccante di passione e gli occhi accesi, facendo trapelare quanto lo amasse e quanto la rendesse felice salvare gli animali in pericolo; gli aveva raccontato della sua infanzia, del suo incontro con Kazuya quando erano appena dei bambini.
E lui aveva provato una strana sensazione di fastidio nel vederla così assorta, gli occhi che si velavano di lacrime e la voce che si spezzava in vari punti.
Kazuya Mishima l’aveva segnata; non importava quanto Jun cercasse di nasconderlo agli occhi di tutti: a Lei non poteva mentire.
Poi Jun era stata seriamente in pericolo.
Era fuggita a Yakushima dove Lei l’aveva raggiunta, dopo essere stato chiamato, per sapere perché aveva abbandonato il Torneo. E lei gli aveva raccontato tutto, il corpo dritto e la voce chiara nonostante le parole terrificanti che uscivano dalla sua bocca. Come faceva a essere così calma dopo tutto quello che aveva subito? Aveva incontrato il diavolo in persona che aveva cercato d’impossessarsi del bambino che portava in grembo; ed ora era lì a parlargliene come se fosse stato un tecnico di computer poco in gamba.
Questo gliel’aveva resa ancora più cara: il coraggio, così immenso per quel corpo così fragile, era una dote che Lei apprezzava in una persona.
L’aveva aiutata a scegliere il corredino, le aveva regalato una culla –dicendole che gliel’aveva prestata la moglie di un collega, e avevano compilato insieme una lista di tutte quegli strumenti –il biberon, lo sterilizzatore, il mixer, i ciucci eccetera- di cui hanno bisogno i bambini.
Era stato un periodo sereno, pensò Lei, sospirando. Ed ora era finito? O ne iniziava uno migliore? Il diavolo sarebbe tornato a prendersi ciò che aveva deciso che gli apparteneva? Tremando, Lei abbassò la maniglia.

La stanza dell’ospedale dove Jun si trovava era occupata da altre tre donne; tutt’e tre avevano appena partorito, proprio come lei. E tutt’e tre avevano avuto la presenza dei mariti a confortarle per tutto il tempo. Non era uno spettacolo piacevole: Jun aveva la sensazione di un forte pugno allo stomaco ogni volta che osservava la coppie.
Ma cosa poteva farci? Poteva mai invidiarle? Sarebbe stato meschino. Così si costringeva a distogliere lo sguardo e puntarlo verso l’orizzonte. Neppure la natura –fiorente a Yakushima molto più che a Tokyo- riusciva a metterla di buon’umore.
Quella mattina, i mariti delle donne erano seduti su una seggiola affianco ai lettini. I tre uomini ormai avevano stretto amicizia, come le loro mogli. Solo Jun era rimasta esclusa; ogni tanto una delle donne le lanciava occhiate in cui lei non sapeva se leggervi compassione o calunnie. Infondo, era una incinta senza alcun marito a tenerle la mano. E quel genere di cose scatenava sempre pettegolezzi…soprattutto dato che a Yakushima non succedeva mai niente.
La porta si aprì e, istintivamente, Jun alzò lo sguardo, con la speranza che fosse qualcuno per lei. Soffocò uno strillo di gioia. Sull’uscio, c’era Lei Wulong, il suo migliore amico.
Lui le sorrise e si diresse al suo capezzale. :-Posso, amico?- chiese ad uno degli uomini, indicando una sedia. Quello annuì, con spirito di cameratismo. Gli uomini sono molto più semplici delle donne, pensò Jun. Infatti, le tre lo stavano osservando con gli occhi sbarrati, un po’chiedendosi che diavolo lo avesse trattenuto per tutto quel tempo, e un po’vergognandosi delle occhiate che avevano rivolto alla donna dagli occhi spenti.
:-Ehi, Jun-chan.- fece Lei, accarezzandole la fronte con una mano, lo sguardo pieno di preoccupazione e affetto. :-Come stai?-
Jun si sforzò si sorridere mentre lo rassicurava con un :-Sto bene, davvero.-
:-Non me la bevo, Jun.- Lei scosse la testa. :-A me puoi dire tutto. Ehi, sono io, Lei Wulong, il tuo amico.-
:-Lo so, Lei-kun. Lo so. E sono contenta, sul serio, che tu sia qui.- disse, posandogli una mano sulla sua. Il ragazzo sorrise. Jun l’osservò: aveva un ottimo aspetto, se non fosse stato per quella fronte aggrottata che rivelava tutta la sua preoccupazione, e anche la rabbia. Come dovrò apparirgli io, pensò Jun.
Lo sguardo di Lei la percorse fin dove le lenzuola gli permettevano; e, a giudicare da come strabuzzava gli occhi e aggrottava ancor di più la fronte, Jun non doveva avere un bell’aspetto. :-Ti aiuterò io a rimetterti in forma, credimi.- mormorò Lei. Sempre attento a non ferirla, così dolce. Davvero il miglior amico che si possa desiderare.
:-Sono così orribile, Lei-kun?- chiese Jun, mascherando la preoccupazione con una risatina.
Lui si accigliò :-Non puoi essere orribile. Ma puoi stare male. E stai male, ora. Dov’è il bimbo?-
:-Tra poco me lo porteranno.- fece lei, rallegrandosi al pensiero del suo piccolo fagottino. Era così bello…ma non avrebbe saputo dire a chi somigliasse di più.
Rivolse uno sguardo all’orologio. :-Lui non è venuto.- affermò Lei. Jun gli rivolse uno sguardo curioso: aveva detto quella frase con un tono apatico. Senza aver bisogno di un nome, capì subito a chi si stava riferendo.
:-No-, mormorò Jun :-Non è venuto. Ma non sa dove mi trovo…e non sa che ho avuto una storia con…- le si spezzò la voce.
:-Meglio così. Quel vecchio pazzo non deve sapere nulla. Promettimi che non gli dirai mai niente.- fece Lei con ardore. Non vedeva di buon’occhio Heihachi Mishima.
Ma la mente di Jun era altrove, mille miglia lontano da Yakushima. Era a dove Kazuya era scomparso. Morto, probabilmente. Poteva il Gene Devil salvarlo? Era davvero talmente forte, forte abbastanza da conservare la vita di una persona anche dopo un incidente così grave? Per la prima volta, Jun sperò con tutta sé stessa che il Gene Devil fosse rimasto nel corpo di Kazuya.
Chiuse gli occhi e una lacrima le rotolò giù lungo la guancia. Solitaria, sola, incerta del suo posto nel mondo…esattamente come si sentiva Jun in quel momento. Un dito caldo gliel’asciugò. Jun aprì gli occhi e vide Lei che le sorrideva in modo così spontaneo da scaldarle l’anima.
:-Mi prenderò io cura del piccolo. Sarò come un padre per lui.- le promise. E lei non poté dubitare di quelle parole.
A Jun si spezzò il cuore nel vedere un tale amore nei suoi occhi, nei suoi gesti, nelle sue parole. Sapeva da tempo che Lei provava qualcosa di più di un semplice affetto per Jun, e ora ne aveva le prove concrete.
Sarò come un padre per lui.
Peccato che il cuore di Jun battesse proprio per il vero padre del piccolo. Poteva cambiare? Poteva innamorarsi di Lei per assicurare al bambino un futuro migliore, un futuro sereno?
Lasciò che le labbra di Lei si posassero sulla sua fronte, come a benedirla. E una benedizione era proprio quello che serviva a Jun Kazama.


Angolo Autrice
Wuuuuh u.u
Questo mi piace u.u lei e jun sono fantastici insieme......
Dai, ho immaginato questo rapporto dove sia lei sia jun non hanno quel che vogliono e quindi sono insoddisfatti. Scusatemi l'angolo schifoso ma non so proprio cosa scrivere .ò.
besitos, Angel <3

  
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