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Autore: Darkovana    09/08/2012    3 recensioni
I Centri sono una casa e una prigione per gente come Eizel, i Transgenici. Se possiedi una Dote è quello il tuo posto, se Loro ti trovano non c'è possibilità di scelta è lì che si finisce. Una volta dentro si impara in fretta a sopravvivere e a ubbidire, si arriva perfino a credere nella causa e a lavorare volontariamente per Loro, in un modo o nell'altro. -E' così che deve essere, è la mia vita- questo è ciò che si è sempre ripetuta anche Eizel, almeno finchè non ha scoperto la verità, ed è stato allora che tutto per lei è cambiato.
Genere: Avventura, Fantasy, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando era tornata le cose erano accadute molto in fretta. Aveva trascinato il corpo fino al centro del Villaggio sotto gli occhi perplessi dei ragazzi, Tommy le era corso incontro chiedendole cosa fosse successo, Eizel aveva lasciato andare Dick, si era abbassata e lo aveva baciato sulla fronte.

<< Io mantengo sempre le mie promesse, eccotelo qui, vivo e vegeto. Come sta tuo fratello? >> gli aveva chiesto. Lui, guardandola con occhi colmi di ammirazione, le aveva risposto che ora stava meglio, che Eryn l'aveva curato e che adesso stava riposando. I due ragazzi più grandi erano arrivati subito dopo, avvertiti del suo arrivo da Geana. A Eryn era bastato solo guardarla negli occhi per capire chi fosse l'ometto che ora giaceva a terra disteso in una posizione poco naturale.

Subito dopo Hal aveva preso l'ometto, se l'era caricato in spalla e insieme alle due ragazze lo aveva portato nelle prigioni, un piccolo edificio alla periferia del Villaggio. Da lì erano scesi nella parte sotterranea e avevano lasciato Dick da solo, nell'attesa che si riprendesse.

Ora, dopo essere tornati di sopra, i ragazzi stavano ancora discutendo. Parlarono di come Eizel aveva catturato l'uomo, del perchè aveva deciso di aiutarli, e di quello che avrebbero fatto di lui adesso.

Eryn era dell'idea di scoprire tutto quanto gli si poteva estorcere e poi ucciderlo, Hal si dimostrò subito perplesso da questa possibilità, il pensiero di poter togliere la vita a qualcuno, chiunque essa fosse, lo disgustava.

<< Non penserai davvero di lasciarlo andare? Ha quasi ucciso Lukas! Merita la fine che ho in mente per lui. >> esplose ad un certo punto, esasperata dai tentativi di Hallart di persuaderla.

Eizel aveva assistito in disparte fino a quel momento, ma adesso era il momento di mettere fine a quell'inutile battibecco. Lei era più che d'accordo con Eryn, se ne avesse avuto la possibilità lo avrebbe ucciso lei stessa, aveva mantenuto la promessa di portarlo indietro vivo, ma non c'era nessun motivo per cui adesso dovesse restarlo.

<< Va bene, adesso mi state cominciando a far venire mal di testa. Prima di pensare come e se farlo fuori, perchè non cominciamo con l'interrogarlo? Secondo me non ha alcun senso fare progetti prima del tempo. Vediamo quanto è disposto a dire. Eryn, la tua dote in questo caso sarà molto utile. >>
<< Ma io non riesco a leggere i pensieri... >> Eizel rimase stupita, da quando era arrivata aveva fin da subito considerato Eryn un pilastro. Non era abituata a sentire tanta confusione in lei. La ragazza dovette percepirlo perchè immediatamente si ricompose e calibrò la voce perchè sembrasse il più sicura possibile.

<< Non sarà necessario, basterà che tu faccia attenzione a quando mente, al resto ci penso io. >> disse con tutta tranquillità mentre giocherellava con una matita che aveva trovato per terra.

Quando tornarono giù Dick era sveglio e se ne stava tutto raggomitolato nell'angolo più buio della prigione piagnucolando disperato. Non appena li vide si gettò a terra, in ginocchio, e li supplicò frignando sempre più forte.

<< Imploro pietà miei signori, ho famiglia, ho dei figli, figli piccoli, non potete uccidermi, moriranno anche loro. Abbiate cuore, vi supplico, farò tutto quello che volete, per piacere, per piacere. >> Dick piangeva senza ritegno.

Hal distolse lo sguardo ed Eryn storse il naso non appena l'odore penetrante e disgustoso del corpo di Dick la raggiunse.

Eizel per nulla impietosita gli assestò un calcio. L'ometto rimase a terra, continuando a frignare.

<< Chi ti ha mandato? >> chiese Eryn perentoria.

Dick continuò per un po' a contorcersi per il dolore procurato dal calcio senza rispondere.

Nessuno di loro aveva la pazienza di aspettare che lui si decidesse perciò Eizel, già stufa dell'andamento lento con cui stava procedendo l'interrogatorio, decise di farla finita in fretta. Si scostò dagli altri due per evitare un qualsiasi contatto con lei mentre usava i suoi poteri e incanalò la sua energia nelle mani come aveva fatto nella foresta. La luce delle lampadine nel corridoio cominciarono a tremolare. Eryn e Hal si guardarono in torno con un misto di stupore e sconcerto. Non avevano mai visto Eizel utilizzare il suo potere e in quei tre giorni quando le avevano chiesto quale fosse la sua dote lei semplicemente aveva cambiato discorso e non aveva mai risposto.

Dalle dita di Eizel cominciarono a partire piccole scosse, minuscoli fulmini che brillavano accecanti come quelli veri.

<< Non vorrei doverti fare del male Dick, ma se sarà necessario lo farò. >> gli sorrise ingannevole.

Dallo spavento l'ometto perse il controllo dei reni e orinò sul posto senza riuscire a trattenersi.

Eizel non aveva davvero intenzione di fulminarlo di nuovo, voleva solo mettergli paura ed era riuscita benissimo nel suo intento.

<< Allora? Vuoi essere un po' più chiaro! >>

<< Nessuno mi ha mandato. Voi siete dei mostri, degli abomini, e noi dobbiamo proteggere le nostre famiglie. >> sul suo volto comparve un moto d'ira, ma su di lui quell'espressione risultava tuttalpiù ridicola, non c'era nemmeno una traccia di dignità in quel viscido ometto.

Per avere la conferma delle sue parole Eizel si girò verso Eryn che fece di no con la testa.

<< Sta mentendo. >> disse sicura.

<< Vediamo un po', sai che cos'è l'empatia lurido bastardo? Io saprò sempre se mi stai dicendo la verità, chiaro? Facciamo un altro tentativo. >>

Questa volta, sotto la minaccia delle folgori di Eizel Dick si decise a sciogliere la lingua, fu come un fiume in piena, sputò tutto, senza interrompersi nemmeno per un secondo e senza più osare mentire.

<< Il Centro recluta spie nelle città e nei paesi, Loro sono troppo impegnati per badare a quelli Liberi, pare si sia scatenata una ribellione tra i mutanti, hanno problemi interni, quindi mandano gente come me a cercali e quando li troviamo dobbiamo avvertirli. Me ne stavo andando quando il vostro amico mi ha visto, voleva lanciarmi addosso una roccia, la faceva volare, allora gli ho sparato. Mi dispiace, mi dispiace, ho dovuto farlo, voleva uccidermi. Per ogni mutante che troviamo Loro ci danno una ricompensa, tanti soldi, io sono povero, molto povero. >> I tre ragazzi si guardarono spaventati a loro volta. Quello che Dick aveva rivelato era la conferma che le cose stavano peggiorando, se il Centro avesse cominciato a perdere il controllo sui suoi soldati sarebbe stata una catastrofe, sarebbe stata di nuovo guerra, e non una guerra solo tra umani e Transgenici, ma tra Transgenici e Transgenici.

<< Hai già riferito quanto hai scoperto ? >> domandò Hal con indignazione. Senza alcun dubbio adesso non avrebbe più cercato di difenderlo.

<< No, no, no lo giuro. Per favore, lasciatemi andare, non dirò nulla. >>

Tutti loro sapevano che invece l'avrebbe fatto eccome, non serviva essere empatici per saperlo.

Se ne andarono richiudendo la porta della cella, cominciarono a discutere su quanto avevano appena appreso già mentre risalivano le scale. Dick non si poteva lasciare in vita. Il Villaggio era il più grande luogo di raduno dei Transgenici di cui loro fossero a conoscenza, e lo era ancora nonostante tempo prima fossero stati scoperti, forse proprio grazie ad una spia come Dick. Sarebbe stato più sicuro rimanere o andarsene? Non ne erano sicuri, e se davvero non era stata lei la sola a scappare dal Centro chi erano gli altri? Da quando era cominciata la ribellione e quanti ne facevano già parte?

Uscirono dalla prigione, nessuno dei bambini stava giocando per le strade, l'aria era tesa e anche loro dovevano averlo percepito. Hal andò a controllare che Lukas stesse meglio mentre le due ragazze raggiunsero una casa bassa, ad un solo piano, il quartier generale, era lì che le decisioni venivano prese.

Al centro della grande sala svettava una grande tavola ovale che ad Eizel ricordò i racconti su re Artù che alcuni bambini raccontavano la sera al Centro, la tavola della storia era rotonda, ma era il concetto a piacerle.

Quando entrambe ebbero preso posto cominciarono immediatamente a ragionare sui fatti.

<< Cosa ne pensi? >> domandò Eryn fissando i suoi occhi glaciali in quelli della nuova amica.

<< Penso che per lo meno qualcosa l'abbiamo ottenuta. C'è in atto una ribellione, non è mai accaduto prima. I grandi capi del Centro stanno cominciando a perdere terreno. A mio parere qui non siete più al sicuro. Non so cosa abbiate intenzione di fare voi, ma se là fuori c'è qualcuno che ha sfidato il Centro io lo devo trovare. È quello che ho sempre cercato fin da quando sono fuggita... >>

<< Come sei scappata? >> nella domanda di Eryn c'era solo pura curiosità. Eizel puntò lo sguardo verso la finestra e per un momento fu invasa da ricordi che avrebbe preferito tenere lontani e cominciò tampinare il legno del tavolo con le dita.

<< Magari un'altra volta, adesso concentriamoci sulle cose importanti. >>

Si sentì la porta aprirsi, Hal aveva un espressione un po' colpevole sul viso e guardava Eryn quasi preoccupato.

<< Mi dispiace, non mi ha dato retta... >>

Non appena Hal entrò dietro di lui comparve Lukas, ancora un po' pallido, ma decisamente non moribondo. Eryn si fece rossa di rabbia.

<< Ma come diavolo ti viene in mente di alzarti? Mi spieghi cosa hai che non va? Ti strapperai i punti. >> incrociò le braccia come fanno i bambini arrabbiati, mise il broncio, ma non disse più nulla a riguardo.

Aggiornarono Lukas su tutto quello che avevano scoperto. Ascoltò con attenzione ogni parola che gli venne detta e, quando il resoconto fu terminato, per la prima volta da quando l'aveva incontrata, si lasciò scappare un lieve sorriso rivolto ad Eizel.

  
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