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Autore: Shiro_chan    09/08/2012    0 recensioni
Non è erotico, può sembrare, ma dovevo farvi capire che razza di personaggio è, no? E' il primo di una serie di capitoli ancora da scrivere, se vi piacciono andrò avanti, se non vi piacciono lo farò lo stesso.
Jean-Marie è un nome da ragazzo, anche se non sembra, l'ho scelto perché il personaggio è ispirato ad un mio amico e quest'ultimo si chiama Gianmaria.
Hope you like it. ;)
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'aria si distorse per un attimo, per poi creare una specie di buco nero sospeso a mezz'aria davanti ai suoi occhi attenti. Il nero poi si illuminò lasciando vedere un parcheggio scarsamente illuminato dove tre figure si tenevano a debita distanza l'una dall'altra. Una ragazza dai capelli rossi, con le mani sporche di sangue denso e quasi violaceo; un ragazzo sulla difensiva e una figura incappucciata, nera, senza ombra, senza riflessi, sembrava un'ombra lei stessa. La figura aveva un filo di fumo violaceo che gli usciva dal petto e si disperdeva nell'aria. L'essere che guardava dentro lo squarcio sorrise, tornando poi ad osservare la scena: la ragazza era partita nuovamente all'attacco. Spiccò un salto atterrando proprio davanti alla figura incappucciata e trapassandole il petto con il braccio. La mano sbucò dall'altra parte dell'essere, sporca di sangue rosso-violaceo, mentre l'incappucciato le afferrava l'altro braccio torcendolo orribilmente. Nessun grido ruppe però il silenzio quando il braccio scroccò, rotto. Il ragazzo guardava esterrefatto la scena, senza sapere cosa fare. Scattare per salvarla? Scappare? Non lo sapeva neppure lui. La figura che guardava lo squarcio sorrise nuovamente, facendo intravedere dei denti bianchissimi e due canini lunghi ed affilati. La ragazza sfilò il braccio dal corpo dell'essere allontanassi di qualche passo. Il suo sguardo era calmo e freddo, come se non fosse successo assolutamente nulla. Le unghie della mano ancora sana si allungarono a dismisura, nere, affilate come coltelli e la ragazza spiccò un altro balzo verso quell'ombra vivente e non curante del pericolo. Le unghie si conficcarono decise nella schiena di quest'ultimo facendo uscire altro sangue, ma nuovamente la figura, tranquillamente, afferrò il braccio di lei spezzandolo. Le unghie si spezzarono rimanendo conficcate nel corpo dell'ombra mentre la rossa si allontanava rapidamente. Per la prima volta l'ombra nera sembrava decidersi ad attaccare, svanì per un attimo nel nulla per poi riapparire alle spalle di lei, mettendole poi un braccio coperto dal mantello intorno al collo. Non sembrava stesse stringendo, non sembrava nemmeno stesse imprimendo la minima pressione, ma del sangue rosso inizio a colare lentamente sul corpetto di lei. Ma la rossa non poteva reagire avendo le braccia fuori uso. Il braccio intorno al collo di lei scivolò via come un'ombra mentre la ragazza cadeva a terra respirando a fatica. L'ombra nera si girò verso di lui, sembrava fissarlo, ma il ragazzo non intravedeva nessun volto sotto il cappuccio ben calato, sembrava quasi non ci fosse nulla, solo fumo nero. L'essere che assisteva al combattimento attraverso lo squarcio sorrise nuovamente facendo mostra dei denti e sussurrando -E ora che farai, Chiave?-. La figura nera allungò il braccio verso di lui facendo partire un lungo "laccio" di fumo nero-violaceo. Jean-Marie provò a scappare, ma era come se le gambe non gli rispondessero. Il fumo lo raggiunse entrando dritto nel suo petto. Era come una lama ghiacciata, che, lentamente, dal petto, estendeva il suo ghiaccio per tutto il corpo. 

-Su Chiave, reagisci- disse l'essere che guardava con un ghigno.

Jean-Marie cadde in ginocchio, mentre il freddo si impadroniva di lui, Ambra lo guardava con occhi di un misto tra il disperato e lo speranzoso. 

Quindi è questo il destino del mondo? Quindi sono questi gli esseri che ci vogliono uccidere? Quindi è questo il modo in cui rubano le anime, i sogni, le speranze? No… No… No! NO!

Il ragazzo di alzò di colpo: fiamme bianche lo circondavano, l'essere che osservava sorrise compiaciuto, gli occhi di Ambra si illuminarono mentre l'ombra incappucciata sparì di colpo.

-Bene, bene, ho giocato abbastanza, non voglio perdere un'altra mia creatura, ormai il sigillo è rotto, tutto sta andando secondo i piani- e lo squarcio si chiuse. 

-Sua Imminenza, dobbiamo preparare l'esercito?- chiese una voce in quell'oscurità accecante.

-No, non mi risulta aver dato l'ordine- rispose la voce appartenente all'essere che aveva osservato il combattimento.

Poi l'essere si incammino in quello che sembrava un lungo corridoio, non si riusciva a comprendere dove finissero le pareti, era tutto come avvolto da del denso fumo nero. Le sue scarpe ticchettavano fastidiosamente sul pavimento, mentre l'essere canticchiava, preso da qualche strana euforia. Entrò poi in una stanza, immensa, nera, ai lati c'erano varie ed immense statue nere di angeli con cappucci calati sul volto, ali aperte e mani appoggiate su else di spade conficcate nel terreno. Tra una statua e l'altra erano stati posizionati immensi candelabri scuri sui quali ardevano fiamme violacee. Dal lato opposto dell'entrata si innalzava un'immenso trono di tormalina nera, dal quale partivano lunghi raggi di quarzo nero, i quali, ad ogni movimento delle fiamme violacee, brillavano dei colori più strani. Dal soffitto pendeva un gigantesco candelabro talmente intricato da non riuscire a seguire l'andamento dei mille bracci i quali si intrecciavano tra di loro. L'essere si sedette sullo scranno scoccando poi le dita, l'ombra nera che aveva combattuto contro i ragazzi apparve davanti a lui, inchinandosi al suo cospetto.

-Hai fatto un ottimo lavoro e per questo verrai ricompensato- disse l'essere sullo scranno.

L'ombra sparì all'istante. La figura seduta aprì nuovamente lo squarcio, questa volta si vedevano i due ragazzi dentro un corridoio bianco…

-Ehi Ambra aspetta! Cos'era quello? Cosa mi è successo? Sicura che stai bene?! Ambra!!!- gridava Jean-Marie, con fare preoccupato, ma la ragazza non lo degnava di risposta, si limitava a proseguire per il corridoio finché non giunse di fronte alla porta della stanza del ragazzo, gli fece segno di entrare e proseguì verso la porta bruciata. La donna con la collana di smeraldo se ne stava, come sempre, seduta sulla sua poltrona con il gatto in braccio.

-Tutto è andato secondo i tuoi piani, il sigillo è rotto, ora la sua forza va solo allenata…- disse Ambra cercando di mantenere ferma la voce.

-Molto bene, mi dispiace che tu ti sia dovuta ridurre in questo stato per farlo risvegliare quando avresti potuto ucciderlo all'istante ed in più tu abbia perso un'anima. Devi essere affamata, è molto che non mangi anime- e detto questo, la donna le lanciò una boccetta piena di fumo rosso. Ambra la lasciò cadere a terra, avendo le braccia fuori uso. Il vetro si ruppe e lei  risucchiò il fumo, sembrò illuminarsi un attimo, mentre i suoi occhi si accendevano, si girò poi verso la donna fissandola per un attimo. Aprì le labbra per dire qualcosa cadendo poi a terra svenuta, per il dolore delle ferite e la stanchezza.

Lo squarcio si richiuse mentre l'essere sullo scranno scoppio in una sonora e sinistra risata.

  
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