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Autore: MalandrinaFelpata    09/08/2012    2 recensioni
- Piacere, io sono Potter... James Sirius Potter! –
- Ti ho visto ieri allo smistamento, so chi sei! - ribatté la ragazzina dai capelli rossi piccata.
- Tu invece sei? –
- Eyleen Amina Davis, Serpeverde! - rispose lei, vagamente, cercando di ignorare James e seguire la prima lezione di Incantesimi, spiegata dal professor Vitious.
- Io sono Grifondoro! - annunciò tutto fiero James Sirius.
- Ed allora perchè non sei con i tuoi amichetti Grifondoro? Tuo padre ti lascia parlare con noi serpi?! – ribatté lei. Si alzò dal banco e si spostò un paio di posti più indietro, vicino ad un ragazzino dai capelli scuri con lo stemma di Serpeverde sulla divisa.
- Che hai mangiato stamattina a colazione, Davis?! Pane, burro ed acidità?! – James non sarebbe di sicuro rimasto zitto a farsi insultare. Si alzò, le rivolse una linguaccia e si affrettò ad andare a sedersi accanto al cugino Fred.
Da quel momento James Sirius Potter e Kelhyn Amina Davis smisero di parlarsi... o per meglio dire di parlarsi civilmente. . L’unica cosa che riuscivano a fare era insultarsi, sempre a comunque!
O almeno... questo accadde fino al settimo anno dei due...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I figli dei sopravvissuti!'
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Notti insonni e sbadigli arrabbiati

Ad Eyleen non piaceva il buio.
Non lo temeva, questo mai: quando era immersa nell’oscurità non sentiva una morsa ghiacciata stringerle lo stomaco, né il fiato iniziava a mancarle, come nemmeno il cuore le batteva più forte o il panico irrazionale l’assaliva.
No, nulla di tutto ciò. Nella sua giovane vita non aveva mai provato nulla di tutto questo: mai quando la madre la sgridava, mai quando sbagliava un compito in classe, mai!
Non era il tipo da avere paura, men che meno del buio… però non le piaceva.
Per questo quella sera, stesa nel suo letto caldo, con le coperte a coprirle il corpo, fissava l’oscurità perplessa, cercando di dormire.
- Eyleen! Dormi! Dai! - si incitò da sola, quando capì che ormai doveva essere tardissimo, mentre nemmeno l’ombra di stanchezza a chiuderle gli occhi.
Si passò una mano tra i capelli infuocati e si girò di lato, cercando di ignorare il fatto che l’oscurità le celasse qualsiasi cosa presente nella stanza.
Sentiva il respiro leggero delle sue tre compagne di dormitorio, ma questo non la rassicuro del niente, né le fece venire sonno.
Provò a chiudere gli occhi, tanto per buio e buio, sarebbe stata la stessa cosa, ma dopo una decina di minuti, constatò che nemmeno quello funzionava. Anzi, quel buio la agitava ancora di più.
Strinse il pugno intorno al lenzuolo e sospirò.
Aveva bisogno di dormire, di scacciare ogni pensiero dalla mente, di perdersi nell’oblio del sonno, ma nulla di questo venne.
- Sono proprio una sfigata… - mormorò a bassa voce, come se qualcuno potesse sentirla. L’oscurità permaneva ed i suoi occhi erano decisi a non abituarsi a vedere i contorni delle cose, senza luce. Li strizzò forte e si girò dall’altra parte, spostando il cuscino e quasi abbracciandolo, pur di trovare una posizione comoda per addormentarsi. I minuti passavano però, ed il sonno non veniva, lasciandola tesa e stanca, stesa tanto per, a fissare quel buio che tanto non sopportava.
Aveva sempre pensato che non avesse senso stare al buio, privarsi di un senso così importante solo per poter dormire meglio, esponendosi a pericoli.
Aveva sempre preferito dormire con un po’ di luce, nella sua stanza, fin da piccola e quando sua madre aveva deciso che era troppo grande per dormire con la luce accesa, gliel’aveva proibito. Lei però non si era persa d’animo e quando sentiva che il buio che impediva di dormire, andava a coricarsi insieme a Brigan, suo fratello maggiore, che l’aveva sempre accolta senza proteste.
Poi però, lui era andato ad Hogwarts e lei, sola, si era abituata all’abbraccio gelido del buio, nonostante questo non aveva mai smesso di odiarlo.
Ed in quel momento, in effetti sola nella stanza, si sentì come la prima volta che suo fratello era andato ad Hogwarts, lasciandola sola al buio, senza via di scampo.
Così, stufa di sentirsi così stupida, si mise a sedere sul letto ed infine si alzò, senza nemmeno il bisogno di aprire le tende del letto a baldacchino, perché non le aveva mai chiuse.
Si alzò ed andando a tentoni nella stanza, si rifugiò vicino alla finestra, dove piccoli spiragli di luce derivavano dalla luna, coperta parzialmente dalle nuvole e poco visibile.
Apri le imposte con un piccolo sorriso e si sedette sul davanzale, le gambe penzoloni fuori, con il vento freddo a pizzicarle la pelle ed il senso di vertigine offuscarle la mente.
Al contrario del buio, Eyleen amava l’altezza ed era proprio per questo che amava volare con la scopa. In cielo, si sentiva libera e sicura e la paura di cadere non le si avvicinava nemmeno lontanamente alla mente.
Sapeva certo, che sarebbe bastato un solo movimento per cadere di sotto, a metri di altezza; così tanti da spiaccicarsi a terra per benino, dopo aver urlato un po’.
Ma questo non le importava molto, no per nulla!
Perché quel muto senso di vertigine che le occupava la mente, in un certo senso la stordiva e la rendeva quieta e rilassata, ma allo stesso tempo la rendeva più lucida e l’aiutava a ragionare.
Chiuse gli occhi e si costrinse a catalogare i pensieri: di fatto lei non era una persona molto riflessiva. Se le succedeva qualcosa, si buttava a capofitto negli eventi, senza prima ragionare su quello che voleva o avrebbe voluto fare, ma nonostante questo in quei momenti le piaceva riflettere sulla sua vita e di tutti i suoi aspetti.
Per prima cosa venne Nick, che la guardava sfrontato.
Quello sguardo che prima le era piaciuto, ed ora detestava.
Ricordo con un certo fastidio che il giorno prima, lui era entrato in sala comune, sventolando una nuova e lucida bacchetta in mano, davanti al suo naso, quello di Scorpius e quello di Helena, la sua compagna di stanza dai capelli neri e gli occhi estremamente blu, che le facevano sembrare i suoi occhi grigi terribilmente banali.
Poi, altro ricordo fastidioso, il salvataggio di Potter.
Quando le era venuto in aiuto, mentre Nick cercava di aggredirla, per un attimo, solo ed unico in tutto il mondo, aveva provato gratitudine nei suoi confronti e questo l’aveva fatto arrabbiare. Perché lei odiava Potter e non poteva essergli grata, per nessun motivo al mondo.
 ‘’ Però mi ha salvata!’’
‘’ E questo che centra?Io lo odio!’’
‘’ Però lui mi ha salvata! Chissà che cosa mi avrebbe fatto Nick se lui non fosse intervenuto insieme a Weasley! ‘’
‘’ Me la sarei cavata egregiamente anche da sola! Nick è solo uno stupido ragazzino! ’’
‘’ Due volte più alto di me e molto incazzato!’’
‘’  Ma lui è stupido ed io intelligente! ‘’
‘’ Non ce l’avrei fatta comunque, non senza prendere la bacchetta e mollargli un calcio lì! Lui mi ha salvata! ‘’
Eyleen interruppe bruscamente il litigio interiore che stava avendo e concluse di non prendere posizioni e basta, non ci avrebbe pensato.
Sentì un sottile languorino allo stomaco e scese dal davanzale: in fondo lei era Caposcuola.
Che male c’era se andava a perlustrare le cucine?
 
Anche James Sirius Potter era Caposcuola, e questo era stato un duro colpo per tutti, quando la lettera era arrivata a casa Potter.
James aveva aperto la lettera con aria dubbiosa, poiché la sentiva più grossa al tatto e, quando aveva tirato fuori la spilla di Caposcuola, Albus era divenuto bianco come il latte che stava bevendo.
Poi aveva optato per la via più ovvia: il suicidio.
Ed aveva cercato seriamente di buttarsi dalla finestra, finché Harry non lo aveva afferrato per un braccio e riportato a sedere.
Lily aveva guardato il fratello, che ancora teneva a spilla in mano con aria stupida, ed aveva detto - James, ci sei rimasto secco? -
Ginny era corsa ad abbracciare il figlio, scoccandogli due rumorosi baci sulle guance, poi era corsa a mandare una lettera a nonna Molly, che venti minuti dopo si era presentata a casa, ed aveva cercato di strangolare James via abbracci.
Teddy Lupin aveva sorriso al ragazzo e gli aveva detto - Io direi che i Serpeverde sono nei guai! -
Solo a quel punto James Sirius si era ripreso ed era scoppiato a ridere.
James, in quel momento, camminava con aria svogliata i corridoi, strascicando i piedi per terra per la stanchezza e sbadigliando.
Lui di solito non era così avvezzo a dormire la notte, ma aveva avuto un esame di Divinazione quella mattina ( avrebbe dovuto dare ascolto a suo padre e non continuarla), ed aveva fatto cilecca a tutte le domande del questionario, in più Lily gli aveva voluto ripetere tutto il programma di Storia della Magia, perché il giorno dopo il prof Ruf l’avrebbe interrogata.
Così non avrebbe voluto altro che andare a dormire.
Inoltre il sabato sera, la professoressa McGranitt appioppava ai Caposcuola dei turni notturni, verso le tre, in modo da evitare spiacevoli inconvenienti.
Fu in quel momento che sentì un rumore e si girò di scatto, gli occhi semichiusi e tanta voglia di lasciare chiunque fosse al proprio destino.
La sua bacchetta, già illuminata dal Lumos, si accese ancora di più, rivelando un ragazzino Corvonero del terzo anno circa, che camminava lentamente cercando di non farsi notare da James.
- Ehi tu, mocciosetto! - lo chiamò James ed in quel momento un’altra voce femminile esclamò - Tu, che ci fai in giro a quest’ora? -
James riconobbe con un certo fastidio, ma anche uno strano senso di soddisfazione, che era la voce di Eyleen e veniva dalla parte opposta alla sua.
Il Corvonero impallidì e poi arrossì, nel giro di due secondo e mormorò - Scusate! -
- Niente scuse, non si va in giro la notte! - protestò Eyleen, nonostante lei stesse in quel preciso istante infrangendo quella regola.
Quello annuì e James gli rivolse un sorrisetto - A meno che non devi incontrare qualche mocciosetta come te! - ridacchiò, poi visto che Eyleen lo stava per picchiare si affrettò ad aggiungere - Cinque punti in meno a Corvonero. Fila nel tuo dormitorio e se non riesci a risolvere l’indovinello, dormi fuori! -
Quello scappò via alla velocità della luce.
- è la prima volta che ci troviamo d’accordo su qualcosa! - esclamò a quel punto Eyleen.
James Sirius, stanco morto, si girò a guardarla con sguardo vacuo - Eh? - chiese.
- Sul fatto di togliere cinque punti in meno a Corvonero! -
- Bene… - biasticciò James, andando verso i sotterranei e, nonostante stesse dormendo in piedi, notò che Eyleen non avrebbe dovuto essere lì in quel momento.
- Tu oggi non devi perlustrare i corridoi.. - le mormorò.
- Si beh, un paio di occhi in più sbre.
Per fortuna per lui, anche ervono sempre! - e si diresse verso il dormitorio Tassorosso.
James la seguì senza saper bene perché, anche se in realtà sarebbe dovuta andare dall’altra parte.
- Perché mi segui? - chiese lei all’improvviso, infastidita dalla presenza del ragazzo.
- Perché ho sonno e se seguo te devo fare meno attenzione! Specialmente a non sbattere contro i muri! - borbottò lui, dopo un lungo sbadiglio.
- Almeno tu quando tornerai in camera, dormirai! -
- Tu non dormi, Davies? -
- No! - rispose secca lei e non si parlarono per almeno una decina di minuti.
Lui cadavere in piedi, lei sveglia ed infastidita.
Giunti davanti alle cucine, Eyleen si fermò, perché il suo scopo era sempre stato quello e si chiese che farsene di James Sirius, non lo voleva tra i piedi.
- Beh, vai a dormire, se hai tanto sonno! Continuo io! - gli disse allora, cercando di simulare un sorriso.
- Com’è tanta gentilezza, Davies? Ti sei rammollita ad una volta? - chiese James.
Nulla gli avrebbe impedito di prenderla in giro, nemmeno il sonno.
Poi si accorse dov’erano arrivati e sorrise furbescamente.
- Oh, Eyleen! Come sei furba! - ridacchiò sommessamente - Mi credi così stupido? - domandò e quando lei annuì con un sopracciglio aggrottato, continuò - Vedo che la sistemazione delle cucine non è segreta a voi Serpeverde! -
Eyleen lo prese a parolaccie nella sua mente ed esclamò - E se anche fosse e te che importa?! Smamma, Potter! -
- Non se me lo dici tu! Se avessi anche io fame? - ghignò.
- Non avevi sonno? - lo rimbeccò lei.
- Hai anche fame! Te che ne sai? - detto questo e con una smorfia divertita anche se stanca, entrò nella cucine, dove fu accolto come giorni prima da una folla di elfi festanti.
- Tu sei amico loro?! - gli sibilò Eyleen in un orecchio, mentre gli elfi li facevano accomodare con aria felice e gli chiedevano cosa volessero.
- Qualche problema? Sono buoni! - ringhiò in risposta James Sirius, per poi sorridere agli elfi.
- Cosa desidera, signorina Davies? - gli domandò uno degli occhi giganteschi ed il naso lungo e sottile, come un bastone.
Lei ci ragionò un attimo e spostò la sedia in cui l’avevano fatta sedere, allontanandosi da James, poi esclamò - Un panino! - e l’elfo corse via a prepararglielo.
James invece si stava facendo riempire di biscotti, pezzi di torta, budini, gelati e caramelle, tanto che Eyleen esclamò, senza pensare prima di parlare - Non so come fai ad avere quel fisico, per quanto mangi! -
James alzò gli occhi da quel ben di Dio e, al contrario di quanto si era aspettata lei, sorrise ed esclamò - Allora ho un bel fisico? - con un sorriso malizioso.
Lei si costrinse letteralmente a non arrossire ed affondò il viso nel suo panino al tonno, coprendolo con i capelli.
- Era per dire! - ringhiò poi, continuando a mangiare.
Rimasero zitti per un po’, decisi ad ignorarsi a vicenda per non litigare, il silenzio rotto solo dal rumore delle loro mascelle, finchè Eyleen si sentì osservata e si girò verso James Sirius.
Rimase un attimo paralizzata, vedendo gli occhi blu di lui fissarla con insistenza ed un sorriso bastardo in viso, poi si riprese e disse - Ma che ti guardi? -
- Che dovrei fare sennò? - ribatté lui.
- Non guardare me, è fastidioso ed irritante! Non voglio che mi guardi! - rispose lei.
- Non sia mai! Gli occhi sono i miei e decido io dove posarli! -
- Se la mettiamo così allora, la gamba è la mia e decido io se buttarti un calcio lì! -
- Mi è bastato lo schiaffo dell’altro giorno! -
Eyleen rimase un attimo spiazzata, anche perché temeva James potesse introdurre di nuovo l’argomento del loro recente litigio, ma lui non lo fece e continuò - Per cui se voglio ti guardo! - e con aria di sfida le piantò gli occhi addosso, cercando di non sbattere le palpebre.
Lei storse il naso e stette al gioco, iniziando a fissarlo a sua volta insistentemente, cercando di ignorare il fatto che lui sembrava le stesse leggendo la mente solo guardandola.
Era una sensazione strana, come se in quel momento lui sapesse esattamente ciò che stava pensando, e per questo la guardava un quel modo così strano, malizioso e bastardo.
Eyleen si mise d’impegno e cercò di fare la stessa cosa, cercando di capire dal suo sguardo, ma anche dai suoi movimenti, cosa stesse pensando.
James, che aveva capito cosa voleva fare, capì che c’era riuscita e senza volerlo sbatté le palpeEyleen non resistette più, poiché gli occhi le bruciavano e li chiuse.
Scoppiarono a ridere insieme, per la situazione buffa che si era creata e si stupirono entrambi, perché non si stavano scannando.
- Ho vinto! - esclamarono, scoppiando a ridere di nuovo, piano questa volta.
Poi ognuno di loro si girò dalla sua parte, continuando a mangiare.
Eyleen si passò una mano tra i capelli, sicuramente scompigliati al massimo e li legò con un laccetto che portava intorno al polso.
- Oggi è la prima volta che stiamo nella stesse stanza senza prenderci a pugni! - borbottò James, spingendo via il cibo. Ormai era pieno.
- Non mi hai mai preso a pugni! - protestò lei.
- Tu si a me! Una volta mi hai fatto un occhio nero ed io ti ho fatto sparire tutti i vestiti, tanto che quel giorno non potesti venire alle lezioni! -
- Me lo ricordo! Che stronzo! Ancora non ho capito come hai fatto! -
- Segreti del mestiere, Davies! -
- Si va beh, con quella Mappa che ti porti sempre dietro! - ridacchiò lei, vedendo James avvampare non appena la nominò.
- E te che ne sai? -
- Ti ho visto una volta usarla! -
- Che spiona! -
- Stupido! Ma quella volta non ti ha visto nessuno, visto che sei entrato nella sala comune? -
- Ma io non sono entrata nella vostra sala comune… in quell’occasione! - ridacchiò James.
- E come hai fatto allora? -
- Mi sono messo fuori dalla tua finestra nel parco ed ho appellato i tuoi vestiti! Semplice! - ghignò lui.
Eyleen si diede della stupida per non averlo capito subito e disse - L’avevo capito! -
- Se, come no! -
- Giuro! -
- Allora non giuri bene, Davies! -
- Ma che stupido che sei! -
- Non è vero! -
- Oh si che lo è! -
- Questo litigio è stupido! - borbottò James.
- In effetti, ma comunque ho ragione io! -
- No, no! -
- Ti ho detto di si! -
- Ed io di no! -
- Si! -
- No! -
- Si! -
- No!
- Si! -
- Asino! - ridacchiò all’improvviso James.
- Ah? - chiese lei, seriamente confusa.
- è una cosa che dicono i Babbani: si, no! A-si-no! - disse James, dopo un lungo ed estenuante sbadiglio. Se non avesse smesso subito di litigare con Eyleen e non fosse andato a dormire, si sarebbe addormentato lì, sicuramente!
- I Babbani sono asini! - ringhiò Eyleen e James dimenticò in un attimo tutto il sonno che aveva - Che hai detto?! -
- Che i Babbani sono asini! Potter, tu sei Half-Blood! Non dovrebbe preoccuparti così tanto di loro! - esclamò lei.
- Mia nonna era una Nata-Babbana e molti miei amici sono Babbani puri e ti posso assicurare che sono bravissime persone! - urlò James in risposta, alzando il tono di voce.
- I Babbani sono inferiori a noi maghi! - strillò lei.
- Ma sono riusciti ad adeguarsi anche senza magia e vivono benissimo! Inoltre tu non puoi parlare! Sei Half-Blood esattamente come me! - James si maledì perché non riusciva mai a tenere la bocca chiusa quando invece avrebbe dovuto almeno ragionare prima di parlare.
Lei però non si arrabbiò, ma avvampò improvvisamente.
- Non ti importa! Io considero i Mud-Blood inferiori, non gli Half-Blood! -
- Ma il tuo sangue non è puro come vorresti, o sbaglio? Però tu non ti consideri inferiore… che so… a Malfoy che è Purosangue! Allora perché dovresti considerare inferiori i NatiBabbani o i Babbani? I NatiBabbani hanno gli stessi poteri che abbiamo io e te, se non di più ed i Babbani si sanno adeguare! Abbiamo tutti le stesse capacità, Eyleen! -
- Sei solo uno stupido Filo-Babbani! - gli sputò contro lei.
- E ne vado fiero! Come sono fiero di dire che mia nonna era una NataBabbana e che ha dato alla luce l’uomo che ha sconfitto Voldemort! -
- Sei una testa di cazzo, Potter! -
- Ma almeno non sono razzista! - ribatté lui. Si alzò dalla sedia e salutò con un breve cenno gli elfi, poi si affrettò ad uscire dalle cucine per tornarsene al dormitorio.
- Ora che fai?! Ti offendi?! - Eyleen gli andò dietro con fare combattivo e voglia di litigare, stanca di lui.
- No! Solo che mi sono stufato di parlare con te, nessuno di noi due cambierà la proprio posizione, quindi smettiamola di parlare di questo e basta! Mi sono rotto! - fece un passo avanti e la spinse verso il muro, imprigionandola.
- Ti rompi troppo facilmente direi! Non ti divertivi a litigare con me? - ribatté lei, fissandolo negli occhi e cercando di liberarsi dalla sua presa forte, ma diversa da quella di Nick. Più delicata.
Nonostante fosse arrabbiato non voleva farle del male.
- Finché si scherza va bene! Ma non voglio litigare su una cosa così, perché tanto non ti farò cambiare opinione! Litigi e scherzi va bene, ma non voglio che insulti le persone. -
- Quindi ti arrendi? - rise lei, sprezzante e cattiva.
Lui alzò un sopracciglio e la fissò intensamente, incattivito dalle parole di Eyleen ed esclamò - Piuttosto mi butto dalla Torre di Astronomia! -
- Faresti un grande favore alla scuola, se lo facessi! - ringhiò lei.
James Sirius, stanco ed arrabbiato, colse l’occasione per farla incazzare ancora di più.
Le si avvicinò pericolosamente ed accostò la bocca al suo orecchio, poi disse - E se lo facessi, tu come reagiresti, sapendo che è colpa tua se l’ho fatto? -
Eyleen si sentiva la faccia in fiamme, ma sapeva che lui non poteva vederla, così disse - Ne sarei immensamente felice e non mi sentirei nemmeno lontanamente in colpa! -
James Sirius ci rimase male per quelle parole, nonostante se le aspettasse, nonostante l’avesse fatto quasi apposta a farsele dire. Sapeva che lei avrebbe risposto così, ma fu come se gli avessero sferrato un pugno nello stomaco.
- Ne sei sicura, Eyleen? - le domandò, il fiato a sfiorarle il collo, con un ghignò cattivo sulla faccia. Lei tremò.
- Buonanotte, Davies! - si scostò e la salutò con un sorriso bastardo in viso, nonostante ribollisse di rabbia dentro, poi si girò ed andò via con passo veloce e silenzioso.
Eyleen ci mise un attimo a capire cosa fosse successo in quel momento, a rendersi conto di dover tornare nel suo dormitorio e di mettersi a dormire, ed a quel punto corse via verso i sotterranei, con il respiro affannoso e la fretta di tornare.
Il respiro le si regolarizzò solo quando si ritrovò al caldo tra le sue coperte, il buio ad avvolgerla come una morsa ed il leggero russare di Yang, la ragazza cinese che stava nella camera con loro, a disturbarla.
Si tirò il lenzuolo fin sopra la testa e si rannicchiò sotto, in posizione fetale, cercando di addormentarsi, di farsi venire un minimo di sonno, mentre una vocina dentro di lei continuava a ripetere ‘’ Ne sei sicura, Eyleen? Ne sei sicura, Eyleen? Ne sei sicura, Eyleen? ‘’
‘’ Si! Si! ‘’ rispondeva un’altra voce.
‘’ E poi chi ti farebbe incazzare?! ‘’ diceva quella di prima.
Eyleen Davies si addormentò in quel modo, mentre dentro la sua testa avveniva un lungo ed estenuante duello, che non avrebbe avuto un vincitore in quella notte, né in quelle successive, per molto tempo.

Nda: Spero vi piaccia questo capitolo! Baci e recensite per favore :)
  
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