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Autore: Mrs_Bets_Styles    09/08/2012    2 recensioni
Il mio nome è Mia, Mia Darcy Styles e sono qui per raccontare la storia di mio padre.
Un uomo fantstico, unico. Che qalche giorno fa ha raggiunto mia madre in cielo.
Il suo nome era Harry Edward Styles e tutto iniziò in una calda estate del 1984...
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Memories  3.


Una goccia di sudore scese lungo la fronte liscia di Harry in quel pomeriggio caldo e afoso.
"Tesoro, fa troppo caldo. Risali su e bevi un sorso di limonata" disse Anne al riccio.
"Sai che devo finirlo" disse lui girando la chiave inglese fino a quando le mani cedettero e non ebbe più la forza necessaria per continuare a far roteare l'attrezzo.
"Amore, tra qualche giorno lo aggiusterai." disse Anne preoccupata per il giovane figlio che cercava di aggiustare invano il motorino.
"No, non esco senza il mio motorino. Lo sai..." insistette il riccio. 
La donna sospirò e arresasi propose "E se ti portassi un po' di limonata mentre stai lavorando?"
Lui sorrise, si sfregò le mani su di un panno grigio, una volta bianco, e disse "Perfetto, mamma. Una limonata fresca e senza grumi è proprio quello che ci vorrebbe"
La donna si voltò e risalì le scale per tornare nell'appartamento e preparare una limonata al figlio.
In quel momento, Harry si sedette a terra distrutto e sopraffatto dalla fatica. 
La meccanica non era mai stata il suo forte, suo padre l'aveva sempre aiutato in fatto di motori ma quella volta l'aveva messo alla prova: "Vediamo se ti ho imparato davvero qualcosa! Sei il figlio di un'intera generazione di meccanici, devi continuare la tradizione di famiglia, Harry." gli aveva detto uscendo da casa.
Il ragazzo era rimasto immobile, ripensando alle parole che gli aveva appena detto il padre.
'Devi continuare la tradizione di famigli, Harry.' 
Quella frase continuava a vorticargli nella testa, provocandogli tristezza, incomprensione e soprattutto tanta voglia di scappare da 'quella famiglia di meccanici'.
"È un mestiere onorevole" gli ripeteva sempre la madre "Smettila di sdegnarlo"
Ma a lui non interessava la meccanica nè alcun tipo di motocicletta. A lui piaceva cantare.
Quando lo disse a suo padre, da piccolo, lui scoppiò in una fragorosa risata e rispose al figlio "Ma finiscila con queste cavolate da morti di fame. Il mestiere si fa sudando è tramite questo sudore che si riesce a vivere".
Il bimbo imbarazzato aveva risposto "Ma papà, anche i cantanti sudano quando fanno i concerti."
Il padre scoppiò a ridere insieme allo zio e a tutti i parenti che assistevano alla scena.
"Va' via, Harry. Finiscila di farci ridere così per queste baggianate"  rispose il padre.
Da quel giorno, Harry non aveva più detto a nessuno della sua passione del canto. Specialmente a suo padre. Temeva di poterlo ferire rivelandogli della sua certezza di non voler diventare un meccanico in futuro.
Non l'aveva confessato nemmeno a Louis, il suo migliore amico. 
'Non sarà mai il mio futuro, lo so. Perché mai dovrei dirglielo?' si ripeteva ogni volta che la tentazione di confessare tutto lo opprimeva.
La sua voce rimaneva chiusa tra le mura del bagno. Lo scrosciare dell'acqua della doccia e la sua voce rauca e suadente formavano un connubio irresistibile.
Spesso sua madre si fermava ad ascoltare il suono della voce del ragazzo, quella voce talmente bella che era capace di strapparle sorrisi anche nelle situazioni peggiori. Ma non lo diceva al figlio. Lo teneva per se', cercando di conservare il ricordo e la bellezza della sua voce nel cuore e nella testa, avendo paura di non poterla più sentire.
"Harry, ecco la tua limonata.." disse Anne scendendo le scale dello scantinato per raggiungere il figlio.
"Mamma! È arrivato Louis." disse Harry di rimando dall'interno della stanza.
Anne entrò e sorrise vedendo i due che provavano a riparare il motorino.
"Voi due dovreste andare al mare, al motore ci penserà papà, Harry" disse Anne sorridendo.
"Ecco la donna che pensa sempre la cosa giusta!" esclamò Louis alzandosi e bevendo un sorso di limonata.
Anne sorrise e si dileguò su per le scale.
'Quei due saranno amici per sempre' pensò.
"Louis, te l'ho già detto. Se vuoi andare al mare puoi andare. Io devo prima riparare il motorino.." disse Harry accucciandosì a terra e accarezzando il trabiccolo. 
"Lascia che ti aiuti, sciocco.." disse lui sedendosi accanto a Harry. 
"Grazie.." disse Harry imbarazzato.
Tra loro non c'erano mai vere e proprie manifestazioni d'affetto, loro si ringraziavano con una pacca, un abbraccio o con un semplice sorriso.
"Sai Harry..." incominciò Louis mentre girava un bullone. "Dovremmo iniziare a vedere qualche depliant per il college" concluse.
Harry si fermò.
Avevano terminato il liceo un mese prima e avevano deciso di non parlare dei college in quanto ciò significava un addio tra i due, e questa era la cosa che spaventava di più Harry.
"Non potremmo andare al college insieme?" chiese il riccio.
Louis sbuffò e buttò a terra la chiave inglese.
"Harry, te l'ho già detto. Ogni college sarebbe felice di accettare la tua domanda d'iscrizione. Hai voti altissimi e sei intelligente. Nel mio caso, invece, solo uno o due college accetterebbero la mia domanda e saranno college miserabili." sbuffò di nuovo, prese un respiro e ad occhi chiusi continuò "Io non voglio compromettere il tuo futuro. Insomma, ti porterei a scegliere un college di livello mediocre quando tu potresti avere molto meglio..."
Il riccio lo guardò sbalordito, non aveva mai sentito parlare l'amico di futuro o college migliori. 
Si riprese subito dal leggero shock che aveva subito e disse "Ma, Louis, a me non importa del futuro. Io voglio divertirmi e stare con te.."
Louis scosse la testa. "Vedi, Harry, non capisci. Non siamo più dei ragazzini. Dobbiamo fare scelte adulte e responsabili ora, e portarti in un college scadente solo per poterti far rimanere sempre al mio fianco mi sembra una scelta infantile, poco adulta e sinceramente anche un po' egoista" disse tutto d'un fiato Louis.
Harry rimase perplesso in uno stato di incertezza. Il ragazzo non riusciva a capire se l'amico lo stesse prendendo in giro o se fosse realmente serio.
Louis, capito il suo stato d'animo, si alzò in piedi tese la mano all'amico e lo aiutò ad alzarsi da terra.
Si guardarono dritto negli occhi e in quell'istante Harry ebbe la conferma che il suo migliore amico stava parlando seriamente.
Louis sorrise.
"Andiamo al mare in bici?" domandò "Come quando eravamo piccoli" 
Harry rise e diede una pacca sulla spalla al suo amico. 
"Andiamo!" rispose e insieme si avviarono fuori dal garage.


Quel pomeriggio, al mare Louis e Harry passarono una giornata memorabile e mentre Louis rotolava a terra ridendo come un pazzo, Harry giurò di aver visto Mia sorridergli.






Ciao a tutti ragazzi!
Scusate per il ritardo, ma mi sono presa delle vacanze anche io. Spero che mi perdoniate. :D

Tra qualche tempo pubblicherò anche il 17esimo capitolo di 'You're my kruptonite, Harry'
È ancora in fase di scrittura e spero che chiunque segua la mia fanfiction mi perdoni per il ritardo!


Grazie ancora per le recensioni e per chi ha messo questa storia tra le preferite o le seguite!

Un bacio, 
B.

  
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