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Autore: Miria    22/02/2007    6 recensioni
Salve gente! Piccola considerazione: per chi avesse letto la mia one shot "Hai vinto", questo è quello che è successo prima, cioè come è avvenuto il loro primo incontro. Per chi invece è all'oscuro, può iniziare da questa e poi valutare se è il caso di proseguire con il seguito. E' nata una notte che non riuscivo a dormire, la luce fluorescente della radiosveglia mi lasciava intravedere il mobilio, ed i battiti delle ciglia... Vi lascio dunque alla lettura, sperando che vi piaccia
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto per uno sguardo

Tutto per uno sguardo

Le considerazione di Hermione

Qual’è la definizione giusta per descrivere uno sguardo!?

*Un battito di ciglia!? Lo si potrebbe definire come un’occhiata fugace, dove neppure ti rendi conto di quello che hai visto, puoi solo distinguere se sia stato un oggetto o un essere umano.

*Due battiti di ciglia!? In quel caso sarebbe un’occhiata indifferente, visualizzeresti quello che hai dinnanzi ma senza dargli la minima importanza, noteresti l’oggetto o la persona, accorgendoti per esempio di quanto fosse alto o di quanto il suo fisico potrebbe essere prestante ma poi il tutto svanirebbe all’ennesimo battito.

*Tre battiti di ciglia!? Equivale a circa quindici-diciotto secondi (escluso un tic), a questo punto la si può definire un’occhiata interessata. Noteresti che la persona in esame è alto, con un fisico niente male, dei suoi capelli corti ma che gli accarezzano il collo e di come brillano sotto il sole o al riflesso delle candele, noteresti quel ciuffo ribelle che gli accarezza involontario una gota. E poi più niente.

*Quattro battiti di ciglia!? A questo punto ci si avvicina pericolosamente alla sopraindicata definizione. E’ giusto il tempo che ti occorre per notare praticamente tutto quello che vuoi notare, di quanto sia alto, di quanto il suo fisico ti faccia informicolire le dita dal desiderio di poter appurare se realmente è così perfetto, di quanto i suoi capelli biondi siano lucidi e morbidi e di quanto ti piacerebbe passarci le dita, e poter guardare quegli occhi di ghiaccio, profondi, intensi, ridenti e strafottenti. E poi via ad un altro battito.

*Cinque battiti di ciglia!? Calcolando che dal primo all’ultimo sono passati tra i venti e i venticinque secondi questo è un vero e proprio sguardo. In questo lasso di tempo vedi tutto, che è alto un metro e ottantatre centimetri circa, centimetro più-centimetro meno, quindici più di te comunque, che il suo fisico anche senza sfiorarlo sai che è perfetto, che i suoi capelli biondi si muovono soffici al lieve movimento della sua testa, che i suoi occhi sono di una bellezza sconvolgente e quando per errore si posano su di te anche solo fugacemente ti senti venir meno, noti il movimento elegante delle sue mani quando parla, sognando che almeno solo una volta si posino su di te, e infine la sua voce, bassa e ben modulata ma che in un attimo può diventare arcigna e antipatica, soprattutto quando la rivolge a te.

*Tutti i battiti che vengono dopo si dividono in due categorie: La prima è quando sei con gli amici e conversi con loro guardandoli negli occhi e per questo si chiama: innocuo-scambio-di-sguardi-cortesi-e-autorizzati-dalla-più-elementare-cortesia-che-si-rivolge al-proprio-interlocutore.

La seconda è decisamente meno cortese e probabilmente fastidiosa per chiunque la debba subire. E’ sicuramente involontaria ma per quanti sforzi tu faccia non puoi farne a meno, la si può definire più o meno in questi termini: una fissazione alla quale non riesci ad esimerti e… maledizione a me, è quello che mi sta succedendo da qualche settimana a questa parte.

ab cd

Le considerazioni di Draco...

Ovunque io vada, ovunque io sia, me lo sento addosso.

Non riesco a focalizzare da dove arrivi, ma so per certo che ci sia, da qualche parte qualcuno mi fissa, a volte è come un battito d’ali, a volte è molto di più, me lo sento scivolare addosso come una carezza. So per certo che non è una minaccia, le conosco troppo bene quelle sensazioni e questo è diverso: è un formicolio alla base del collo, è un fastidio alla punta delle dita, ma niente di più. Quello che mi irrita è il non sapere, è il sapere che qualcuno mi tiene d’occhio senza il mio consenso, è il sapere che qualcuno voglia da me qualcosa senza per questo farsi avanti.

La cosa strana a pensarci bene è un’altra, ed è qui che devo concentrare i miei sforzi per capire, questa sensazione è alternante.

Quando succede? In quali occasioni mi sento osservato? Con chi sono quando succede? Ma soprattutto dove mi trovo?

*Alla prima domanda posso rispondere ora. Succede spesso.

*Alla seconda idem come sopra. La sento a certe lezioni e in sala grande, sorrido di me stesso, ho già di che escludere, cioè qualcuno facenti parte della mia casa.

*Alla terza, a questo punto è abbastanza facile. Faccio lezioni con tutte le casa e sta proprio qui il punto, con quale lo sento? Pozioni? Direi di si. Erbologia? Anche. Cura delle creature magiche? Di sicuro. Trasfigurazione? Assolutamente si. Difesa contro le arti Oscure. Decisamente. Antiche Rune? No. Divinazione? Neppure. Astronomia? Non se ne parla. Babbanologia? Non faccio quella schifezza, non la farei per tutti i Galeoni della Gringott. Aritmanzia? Può darsi, il fatto è semplice da spiegare, è la materia più stupida e più noiosa del creato, le ore che passo in classe le dormo, quindi non ho idea di quello che mi circonda. Incantesimi? Sicuramente. Storia della magia? Come Artimanzia, dormiamo tutti.

*A questo punto, quando faccio, con chi lo faccio?

Faccio due conti, esamino e riesamino e no…non può essere…assolutamente no, non se ne parla proprio. Rielaboro di nuovo e…l’unica casa, che comunque e sempre salta fuori è una. Mi sono sbagliato…ehi un momento, io non sbaglio mai, io sono Draco Lucius Malfoy, l’eletto, il purosangue per eccellenza, il principe di Serpeverde, l’essere superiore.

-IO, non sbaglio. Mai-

A questo punto mi sento un po’ confuso, chi diavolo è di quei pezzenti che non mi toglie gli occhi di dosso, lo sento anche ora, raccolgo il bicchiere pieno di succo di zucca e fingendo di bere vaglio attentamente la tavolata dopo la mia. Niente. Che mi sia sbagliato? Non è possibile.

Mi fingo distratto, riappoggio il bicchiere e con mossa fulminea do un’occhiata veloce, l’ho visto. Fuggevole come un fulmine, ma l’ho visto.

Di nuovo quella sensazione, di nuovo quel formicolio.

Da quando in qua Draco Malfoy si deve nascondere? Da quando in qua un purosangue come me deve fingere qualcosa?

Appoggio la schiena al muro, alzo il viso, lentamente e fisso quel viso che distratto si lascia catturare, incateno quelle iridi scure alle mie, la vedo arrossire e finalmente riuscire ad abbassare lo sguardo nascondendosi a me, nascondendo la confusione e l’imbarazzo di essere stata scoperta.

Cristo…una Grifondoro…Cristo…una Mezzosangue…Cristo…ho risvegliato gli ormoni alla ragazza più lurida di tutta la scuola.

Mettiamola in questo modo…anche i purosangue come me…anche io, Draco Malfoy, si può sbagliare.

Ancora non ho abbassato lo sguardo, la fisso, con insistenza e lei rialza il viso e mi guarda di nuovo.

-Merda…io come al solito non sbaglio mai-

eeff

Hermione si sentì avvampare, l’aveva scoperta, non ci poteva credere, ora sarebbe diventata lo zimbello di tutta la scuola, ma soprattutto sarebbe diventata il suo zimbello. Già immaginava le frecciatine velenose “ehi Mezzosangue, se vuoi una ripassatina non c’è problema, certo voi pezzenti dovete essere messi peggio di quello che pensassi se tra tutti loro non riesci a trovare un maschio che possa lenire le tue fregole”. Dio…già lo immaginava. Sospirò sconfortata, si morse il labbro

-“Hermione stai bene?”- adorava quella voce, soprattutto perché arrivava sempre al momento giusto

-“Certo”- disse sorridendo alla sua migliore amica. Ginny era la quintessenza della praticità e dell’ottimismo più sfrenato, niente l’abbatteva e trovava un rimedio per tutti i malanni del mondo

-“Non mi pare” le strinse l’occhio “di tutto a mammina”- si avvicinò scivolando sulla panca fino a sfiorarla. Hermione rise e appoggiò la testa sulla sua spalla teatralmente

-“Una coccolina piccola piccola” scoppiarono a ridere, Hermione rialzò il capo “sto bene Ginny, ero solo pensierosa, lo studio e tutto il resto. Sai com’è”-

Ginny sorrise, non gliela raccontava giusta, lo studio non era mai stato un problema e non credeva affatto che lo fosse ora, per quanto riguardava il –tutto il resto- beh, vi erano centinaia di opzioni e doveva solo aspettare, quando fosse stata pronta sarebbe sicuramente corsa da lei, doveva solo aspettare e poi tutto sarebbe andato per il verso giusto. Hermione era forte e combattiva, niente riusciva a piegarla e quei giorni di sconforto che aveva notato nella sua amica sarebbero scomparsi così com’erano arrivati.

La cena era conclusa, si alzarono

-“Che ne dici di fare due passi?”- chiese Ginny

-“Dovrei studiare Antiche Rune, ma posso ritardare di qualche minuto”- concesse prendendola sotto braccio

-“Ma come sei clemente”- la prese in giro la rossa

-“Come va con Harry?”- domandò Hermione cambiando discorso

-“Non ne ho idea” disse per poi ridere allo sguardo sbigottito dell’amica “lo sai com’è fatto. Un momento è tra le mie braccia e l’attimo dopo è a salvare il mondo. Se lo voglio devo adattarmi e tu sai quanto lo voglio”- disse sorniona stringendole l’occhio

-“Lo so. Ma so anche che lui ti vuole”-

-“Oh ma lui mi ha, puoi starne certa di questo”- ribatté ridendo

-“Sono contenta che sia sceso ad un compromesso, quando ti ha lasciata l’anno scorso ha passato dei giorni terribili, non sapevamo come prenderlo, tutto quello che dicevamo o facevamo era sbagliato. Davvero impossibile”- affermò scuotendo il capo

-“Lo posso immaginare, ed è proprio su questo che ho giocato. Come sai ha passato da noi l’estate, gli ronzavo intorno abbastanza spesso ma senza assillarlo, gli sorridevo ma a mala pena gli rivolgevo la parola, ho addirittura finto di ricevere delle lettere da Dean, da Terry, da tutti quelli che mi venivano in mente e che lui sapeva mi ronzavano intorno” scoppiò a ridere “finchè una sera è piombato in camera mia infuriato come non lo avevo mai visto. Ha scaraventato a terra tutte quelle finte lettere dalla mia scrivania e mi ha imposto di darci un taglio di fare la smorfiosa. A me!! Ha ordinato a me di non fare una cosa. Gli sarei scoppiata a ridere in faccia se non fosse che la trappola si stava chiudendo su di lui”- scoppiò di nuovo a ridere seguita dall’amica

-“Povero il mio Harry”- ghignò la mora

-“Direi di si” confermò la rossa “ma sai come si dice vero? In guerra e in amore tutto è concesso”- dichiarò sorridendo

-“Che ha detto dopo?”- domandò curiosa

-“Detto? Ha fatto più che detto”- disse divertita al ricordo mentre un leggero rossore le imporporava le guance

-“Stai arrossendo!” l’accusò “il mio Harry non fa certe cose” decretò “non credo almeno”- mormorò al sorriso ironico dell’amica

-“Il tuo Harry forse no, ma ti assicuro che il mio le fa eccome, ed è anche piuttosto bravo”- ora era il momento di Hermione di arrossire e Ginny ghignò

-“Non voglio sapere altro”-

-“E no amica mia, tu hai cominciato ed è troppo bello vederti così imbarazzata” si avvicinò all’orecchio sussurrandole alcune parole “mia verginale amica”- Hermione si irrigidì allontanandosi mentre Ginny rideva a crepapelle, la mora apriva e chiudeva la bocca senza riuscire a profilare verbo alcuno

-“Tu…tu…tu…”- balbettò

-“Mi ha presa per un braccio rudemente tirandomi addosso al suo corpo, mi ha dato il bacio più sconvolgente che avessi mai ricevuto e senza lasciarmi il tempo di muovermi mi ha spinta finché con la schiena mi ha appoggiata al muro, senza lasciare mai le mie labbra ha iniziato a sbottonarmi la camicetta facendola cadere a terra e a quel punto anche il reggiseno non so come, ma e volato via, mi ha sollevato la gonna accarezzandomi le gambe salendo inesorabilmente fino a trovare le mutandi…”-

-“STOP” gridò Hermione rossa come un peperone “Santo cielo Ginny” ansimava quasi “va bene, ho capito” si passò una mano tra i lunghi capelli fingendo di sistemarli “sono…sono contento che abbia capitolato e capito che non avrebbe risolto il problema standoti lontana”-

-“Anch’io” confermò Ginny “abbiamo concordato di non lasciarci coinvolgere troppo, anche se è successo esattamente il contrario. Io non posso fare a meno di lui e anche per Harry è uguale, ma non lo ammetterebbe mai, crede che non dicendoci che ci amiamo, se uno di noi dovesse soccombere durante questa maledetta guerra, l’altro soffrirebbe di meno. Sa benissimo che non sarà così, ma lascio che lui pensi che io ho creduto alle sue parole, se

gli facessi capire che così non è temo che mi mollerebbe di nuovo. Quindi prendo tutto quello che mi da e io faccio altrettanto, illudendolo, esattamente come vuole lui”- il suo viso era sereno così come la voce era tranquilla. Hermione sorrise

-“E non ti pesa il dover fingere?”-

-“Noi non stiamo fingendo Herm, è proprio questo il punto” la guardò negli occhi “l’unica cosa che omettiamo sono solo due parole. Lui me le dice ogni sera quando ci rifugiamo da qualche parte a far l’amore, me le dice quando al mattino mi prende la mano e insieme percorriamo il corridoio per arrivare in sala grande, me le dice quando mi sorride attraverso la folla, me le dice quando mi stringe l’occhio. Non le dice con la voce, questo è vero, ma le sussurra con gli occhi, le grida con le mani quando mi tocca. Capisci cosa sto dicendo?”- domandò

-“Si. Sono molto felice per voi Ginny”- affermò sincera stringendole una mano

-“Adesso vuoi dirmi cosa ti assilla da qualche giorno a questa parte? E non dirmi niente, perché non ti credo”- Hermione abbassò gli occhi

-“Mi sono accorta di una cosa che mi ha letteralmente annientata”- sussurrò

-“Oddio Herm, sei ammalata?” gli occhi di Ginny si erano fatti pieni di paura, l’altra scosse il capo vigorosamente “meno male” soffiò “Dio, mi è quasi preso un colpo”- aggiunse mettendosi una mano sul cuore. Hermione l’abbracciò stretta

-“Non è così grave Gin”-

-“Allora scusa ma a tutto c’è rimedio”- disse con il suo solito ottimismo sbrigativo

-“Se lo dici tu”- soffiò

-“Forza Herm, non vorrai far venir notte vero? Sputa il rospo”- pronunciò tutta allegra

-“Io…ecco io…io…”- non sapeva proprio da che parte cominciare

-“Hermione guardami” ordinò Ginny, la mora alzò il viso, i suoi occhi turbati incontrarono gli occhi determinati della rossa “prendi un lungo respiro e mentre espelli lasci che le parole escano con l’aria. Ok?”-

-“Si” Ginny le prese le mani, si sorrisero, poi Hermione incamerò tutta l’aria che i suoi polmoni potessero contenere e quando espirò lasciò uscire quelle parole che gli stavano torturando l’anima “mi sono innamorata della persona peggiore che ci possa essere e per essere più precisa Draco Malfoy”- a quel punto non aveva più aria. Ma a quel punto anche un’altra persona non aveva aria, infatti era cianotica e non riusciva ad emettere alcun fiato. Rimasero a fissarsi per secondi o minuti o forse ore senza dire una parola, Hermione era rossa dall’imbarazzo e dalla vergogna, Ginny era rossa per l’incredulità e per l’incredulità, era l’unica cosa che gli balenava in quel momento. Incredulità. Doveva per forza aver capito male. In realtà erano passati si e no tre-quattro secondi quando la rossa si riprese

-“Vu…vu…vuo…vuoi” respirò a fondo “vuoi ripetere per…per favore?”- domandò

-“Scusa, scusa Gin, non avrei dovuto dirtelo, scusami, non avrei dovuto immischiarti. Scusa, mi dispiace davvero io…”- i suoi occhi si fecero lucidi

-“Frena Herm, prima di tutto non azzardarti a piangere, secondo smettila di scusarti e terzo ripetimi quello che hai detto perché sono sicura, anzi sicurissima di aver capito male”-

-“Hai capito bene. Mi sono innamorata, infatuata, chiamalo come vuoi di Draco Malfoy”- disse chiaramente

-“Oddio, oh mio Dio” esclamò sgomenta “ma…ma come…voglio dire, come può essere Herm. Tu…tu, voglio dire sappiamo chi è, sappiamo cos’è, sappiamo quello che fa e che dice, sappiamo che sono sei anni che ci insulta gratuitamente, sappiamo…sappiamo…”- neanche riusciva a formulare quella frase che tutti sapevano

-“Sappiamo che è figlio di Lucius Malfoy, il Mangiamorte per eccellenza e che con tutta probabilità lui diverrà tale” l’amica annuì “lo so Gin. So perfettamente tutto quello che hai detto, ma non…per quanti sforzi io faccia non riesco a togliermelo dalla testa, ma quel che è peggio è che neanche riesco a distogliere lo sguardo quando è nei paraggi, in più oggi è successa una cosa terribile”- disse sconfortata

-“Cosa ci può essere di così terribile? Peggio di così” appena ebbe pronunciato quelle parole si sarebbe mangiata la lingua, Hermione aveva abbassato lo sguardo e alcune lacrime cominciarono a solcarle le gote “Oddio scusami Herm, non volevo dirlo, lo giuro, mi è sfuggito”- l’abbracciò stretta

-“Ma hai ragione”- si sollevò asciugandosi

-“Cosa c’è di peggio allora!?”- tentò di scherzare la rossa

-“Lui se n’è accorto”- soffiò

-“Come? Ma quando? Cioè, come lo sai?”- ora era decisamente sconvolta. Un conto era sapere che la sua migliore amica fosse momentaneamente andata giù di melone. Un conto era sapere che il suddetto stronzo sapesse che la sua migliore amica era andata giù di melone per il suddetto stronzo. Il ragionamento non fa una piega

-“Mi ha sorpreso a guardarlo”- disse sconfortata

-“E con questo!? Il fatto che ti ha vista non significa che abbia capito”- decretò sicura

-“Più di una volta. Ha capito Gin, sono più che sicura. Mi ha guardata in un modo che non lascia adito a dubbi. Credimi, è così”-

-“Questo potrebbe essere un problema”- concordò

-“Ma dai! Tu dici!?”- affermò ironica. Si guardarono poi scoppiarono a ridere. Dei passi

affrettati le fecero voltare, Harry stava venendo verso di loro

-“Ciao ragazze”- disse col fiatone

-“Che succede?”- domandò la sua ragazza

-“Niente di tragico”- disse sorridendo

-“Meno male perché di tragico qui c’è n’è in abbondanza”- ribadì la rossa prendendosi un occhiataccia dall’amica

-“In che senso?”- chiese attento Harry guardando il corridoio vuoto

-“Non badarci Harry, è fuori di testa”- tagliò corto Herm

-“Comunque” iniziò il ragazzo “Ron mi ha detto di dirti che dovrai fare tu la ronda questa sera…”- Herm lo interruppe

-“Ma come! Io devo studiare e lo avevo pregato di far da solo”- partì già infuriata

-“Calma Herm. Non è stata colpa sua, deve avergli fatto male qualcosa a cena, ora è in infermeria che rigetta anche l’anima”- spiegò

-“Oh” esclamò “mi dispiace. Andiamo a vedere come sta, e per quanto riguarda Antiche Rune studierò questa notte e se anche non ce la facessi a finire rimane domani, l’interrogazione è per dopodomani. Andiamo dal nostro amico a consolarlo”-

gghhaabcdeffg

Quando Hermione entrò nella saletta dei capiscuola, la prima persona che vide fu proprio il biondo Serpeverde seduto su di una poltrona, scostato dagli altri. Si impose un ferreo autocontrollo e senza volgergli neppure uno sguardo, andò verso il tavolo dove seduti vi erano gli altri caposcuola.

Anthony Goldstein e Lisa Turpin di Corvonero, Justin Finch-Fletchley e Susan Hossas di Tassorosso, Pansy Parkinson dei Serpeverde, si sedette al suo posto

-“Ron questa sera non ci sarà, non si sente bene”- disse

-“E non sei rimasta a fargli le spugnature?” la voce strafottente che proveniva da dietro si avvicinava, si chinò fino a sfiorarle l’orecchio “era un occasione unica per poter vedere l’anatomia maschile, forse l’unica per una sporca mezzosangue come te”- soffiò velenoso. Hermione si sentì più ferita del solito a quel degradante nomignolo che solo lui e pochi altri Serpeverde usavano, si irrigidì, chiuse gli occhi e sospirò a fondo. Quando li riaprì sulle sue labbra spuntò un dolcissimo sorriso

-“Malfoy vedi di chiudere quella schifosa bocca e mettiti seduto, non abbiamo tempo per le tue cazzate”- sputò il più soavemente possibile. Draco non fece in tempo a ribattere che un risolino, subito smorzato da un colpo di tosse allo sguardo di ghiaccio del biondino, provenne da Justin distraendoli

-“Vediamo di iniziare” cominciò Anthony “siamo in numero dispari, siccome questa sera tocca a me fare il rapportino direi di dividerci in questa maniera: Justin e Susan insieme, piano terra, Hermione e Pansy, primo e secondo piano e Draco e Lisa sotterranei…”-

-“No”- pronunciò Draco

-“Come scusa?”- chiese Anthony

-“Non puoi mettere Pansy con la Granger, se la mangia in un boccone”- disse con un sorriso strafottente

-“Va benissimo”- disse di rimando Hermione guardandolo male. Tutti si chiamavano per nome tra i Capiscuola, solo loro due imperterriti si chiamavano con il cognome, quando andava bene

-“Pansy tu vai con Lisa, me la sbrigo io con la Mezzosangue”- attestò senza prestarle la benché minima attenzione

-“Va bene”- convenne Pansy

-“E io dico di no”- esplose Hermione alzandosi in piedi

-“Draco forse…”- cominciò Justin, il biondo alzò la mano zittendolo

-“Si adatterà, come farò io” si alzò in piedi “muoviti Granger. Voglio finire prima di mezzanotte”- anche gli altri si alzarono proseguendo verso la porta, solo Hermione rimase ferma

-“Anthony” lui alzò il viso “io…”-

-“Granger” sibilò gelido il Serpeverde “se temi per la tua virtù puoi stare tranquilla, non sono ancora così messo male”-

-“Hermione”- Anthony le sfiorò la mano

-“Va bene”- gli voltò la schiena seguendo Malfoy già fuori dalla porta. Raggiunsero l’ingresso principale, gli altri erano già spariti per le loro perlustrazioni, raggiunsero le scale e iniziarono a scendere. I corridoi dei sotterranei erano quasi totalmente bui, fatte eccezioni per qualche fiaccola qua e là.

Rimasero in silenzio mentre controllavano le aule e gli stanzini. Hermione si era sempre ritenuta una ragazza coraggiosa e forte ma quel posto avrebbe spaventato chiunque, a parte i quadri alle pareti che sibilavano tutto il loro disappunto al loro passaggio, a parte tutte le rientranze nascoste che neppure conosceva, a parte quel maledetto ragazzo che le faceva battere il cuore e che neanche le rivolgeva una parola per poter passare meglio quelle ore interminabile che avevano davanti, a parte questo tutto andava bene, o meglio era quello che cercava di convincersi la ragazza.

Il primo giro si era concluso, se fossero stati due amici ora avrebbero avuto circa mezz’ora per chiacchierare e scherzare, ma con Malfoy non c’era nulla che potessero fare. Hermione si sedette sulla panca mentre Draco pur di non sedersi accanto a lei si appoggiò con la schiena al muro. Lo guardò di sottecchi, guardava fisso davanti a se, non muoveva un muscolo che non fosse uno. Era bellissimo e su questo non vi erano dubbi, in manica di camicia, le mani abbandonate in tasca, una gamba piegata contro il muro, la testa appoggiata leggermente all’indietro, gli occhi chiusi.

Ad un tratto tutta quell’immobilità si infranse in un attimo, Draco aprì gli occhi, non girò la testa ma un leggero sorriso spuntò da quelle bellissime labbra

-“Se continui a fissarmi mi consumi” disse ironico “sento già qualche scalfittura qua e là”- aggiunse

-“Io…io…” Hermione distolse lo sguardo, lo sentì ridere sommessamente, un riso di gola, leggero “io non ti guardo affatto Malfoy” si riprese “non ti dare tante arie, non sei niente di speciale”- attaccò. E si sa, la miglior difesa è l’attacco

-“Ahi-ahi-ahi piccola Mezzosangue, le bugie non si dicono” soffiò col riso nella voce. Si alzò dal muro, lentamente, con mosse misurate, si sistemò il ciuffo ribelle sulla fronte e fece alcuni passi nella sua direzione. Hermione si irrigidì “non so cosa ti passi per quella testolina ma è facile immaginarlo, e io sono bravo in questo”- disse avvicinandosi ulteriormente

-“Ma non diciamo cazzate per favore” si alzò di scatto prima che lui la raggiungesse “andiamo a fare un altro giro così ti rilassi”- fece solo qualche passo quando sentì la mano di Draco prenderla per il polso e trattenerla

-“Io sono molto rilassato Granger, vediamo quanto lo sei tu!?”- la tirò indietro, per non inciampare sui propri piedi Hermione si girò appoggiando una mano sul torace. Fece per toglierla ma la mano del ragazzo si appoggiò sulla sua in modo che lei sentisse il calore attraverso la camicia. Chiuse gli occhi e le parve che un sogno si stesse trasformando in realtà, sentiva il suo alito sulla tempia, sentiva quelle dita affusolate stringerle il polso fino a farlo bruciare, sentiva il suo calore che attraverso la mano le si propagava per tutto il corpo, sentiva il suo profumo, un misto di limone, menta e sandalo. Quel profumo sarebbe diventato inequivocabilmente inconfondibile

-“Lasciami andare Malfoy”- intimò dopo un attimo di puro panico e di desiderio irrefrenabile

-“No” mise una mano dietro alla schiena schiacciandosela addosso “credo che invece scopriremo cosa induce una Santa Grifondoro come te a fissare continuamente un lurido Serpeverde come me”- sussurrò all’orecchio

-“Tu vaneggi Malfoy, tu sei completamente impazzito e ora lasciami subito”- ordinò ma una lieve incrinatura nella voce la tradì e il bel serpente lo colse in tutto il suo tormento

-“Ti si sta allungando il naso” Hermione sbarrò tanto d’occhi, lui rise abbassando il capo fino a pochissimi millimetri dal suo “sebbene io sia puro come l’oro zecchino, qualcosa di babbano riusciva a filtrare comunque, soprattutto se si trattava di favole che parlavano di fate e balene che mangiano vecchi e bambini, anche se di legno”- mormorò ghignando divertito

-“Pinocchio”- constatò

-“Pinocchio”- confermò

-“Tu leggevi Pinocchio?”- chiese incredula

-“E’ successo” concesse

-“Piaceva anche a me, molto”- sussurrò alzando il capo e guardandolo negli occhi

-“Abbiamo qualcosa in comune allora” avvicinò il viso fino a sfiorare la guancia con la sua, accostò le labbra al suo orecchio “anche se preferivo di gran lunga storie di maghi crudeli e di fate vittime del fascino maledetto. Un po’ come noi due”- la sentì tremare, si scostò appena e appoggiò la bocca su quella di lei, lentamente ma inesorabilmente finchè vinta non la sentì dischiudersi piano. Giocò con la sua lingua per attimi lunghissimi, le accarezzò la schiena schiacciandosela contro, Hermione fremette a quel contatto così intimo ma si lasciò avviluppare completamente.

-“Malfoy”- sussurrò spostando la testa e nascondendosi al suo sguardo

-“Sei bella Granger e sai di buono”- con un dito le fece sollevare il viso e si guardarono, lei arrossì e lui sorrise, non di derisione, ma un sorriso dolce, la baciò di nuovo e ancora e ancora. Le accarezzò il corpo sopra alla maglietta, la schiena e il fianco, poi di nuovo la schiena fino a raggiungere il seno. Hermione non capì più niente, allungò le braccia e le passò dietro al collo alzandosi in punta dei piedi aderendo maggiormente. Rimasero così, abbracciati, baciandosi ed accarezzandosi sempre più intimamente.

-“Do…dobbiamo finire il giro”- soffiò Hermione senza fiato

-“Vuoi davvero andare?”- chiese ironico

-“Forse no, ma è quello che faremo”- si staccò e gli volse la schiena. Draco lasciò che facesse qualche passo, quello che gli passava nella mente in quel momento era terrificante, non voleva sondare se era giusto o sbagliato, non voleva indagare per scoprire che non poteva farlo, non voleva analizzare quella vocina che gli sussurrava tutto il suo disappunto. Chiuse gli occhi e si mise una mano in tasca, l’unica cosa che voleva in quel momento era quella ragazza, quella mezzosangue che profumava di buono e che gli rimescolava il sangue, solo questo. La voleva nel suo letto, punto e basta. La raggiunse e le prese un braccio, lei si fermò, guardandolo supplichevole. Draco tolse la mano dalla tasca e l’appoggiò sulla sua lasciandoci cadere un oggetto, poi la lasciò, lei sentì qualcosa di freddo, la strinse nel palmo, poi l’aprì. In mano aveva una piccola chiave in ottone, guardò il ragazzo confusa

-“Vieni”- fecero una decina di metri attraverso quei corridoi semibui, si fermò vicino ad una porta in legno massiccio e aspettò che lei si affiancasse, le prese un polso ed entrò

-“La vecchia aula di pozioni?” chiese titubante. Lui annuì, Hermione si morse il labbro “cosa…cosa ci facciamo qui?”-

-“Ti faccio vedere”- si mise al fianco di uno scaffale “la vedi questa ampolla?” lei annuì “girandola in questo modo si apre il pannello qui a fianco, ne rivelerà una piccola porta, quella chiave l’apre”-

-“E cosa trovo?”- domandò confusa

-“La mia camera”- disse in tutta tranquillità, lei sussultò

-“Io…io…”- balbettò

-“Non ti offro amore eterno che sia chiaro, ma se vuoi, potrai avere sensazioni, tentazioni, vibrazioni, appagamento totale, potrai avere il miglior sesso della tua vita” lei arrossì e lui le sfiorò la guancia sentendo sulle punta delle dita la pelle bollente “non ci saranno smancerie, non ci saranno chiacchiere inutili, non ci sarà complicità e tanto meno coinvolgimenti emotivi di qualsiasi genere, fuori da questa camera non ci guarderemo ne ci parleremo, saremo un Serpeverde e una Grifondoro, esattamente come ora ma, dentro a quella camera, ti offro ore indimenticabili, ti offro gentilezza e tenerezza, ma è tutto quello che avrai da me” richiuse il pannello “hai cinque giorni per pensarci, se accetti basta che tu usi quella” disse additando alla chiave “in caso contrario la metterai qui” segnando il ripiano al fianco dell’ampolla “e non ne parleremo mai più. Se accetti adotteremo delle regole per facilitare la cosa”-

-“Che significa? Quali regole?”- Dio che sto dicendo, pensò Hermione guardando la chiave, alzò lo sguardo e fissò Malfoy, lo vide sorridere e si sentì perduta.

A Draco pareva di sentire le rotelline della sua testa girare vorticosamente, l’aveva spiazzata ma era sicuro di quello che faceva, come era sicuro che sarebbe andata da lui

-“Non starò ad aspettare che tu arrivi in eterno Granger, troveremo un modo che mi avverta della tua non venuta”- spiegò, lei annuì

-“Ho anche io una regola”- affermò alzando il mento e fissandolo

-“Quale?”-

-“Se dovessi accettare devi promettermi una cosa”-

-“E sarebbe?”-

-“Voglio essere l’unica” lui corrugò la fronte “o prometti o non prendo neanche in considerazione la cosa e ti restituisco la chiave immediatamente” disse risoluta aprendo il palmo “non ho nessuna intenzione di arrivare nella tua camera e trovare un’altra nel tuo letto Malfoy, non se ne parla neanche, su questo non transigo. In cambio, ti prometto che qual’ora tu volessi troncare per un’altra o per qualsiasi motivo tu voglia, io mi tirerò indietro, niente scenate, niente pianti, solo stop, senza rimpianti. Naturalmente la cosa è reciproca”- disse senza mai distogliere gli occhi dai suoi

-“Pensi che mi metterei a piangere?”- domandò ironico

-“Direi proprio di no. Ma mi pare giusto puntualizzare. Dunque?”- chiese seriamente

-“Accetto Granger, per tutto il tempo che decideremo”- concesse alla richiesta della ragazza

-“Finiamo il giro?”- neanche gli lasciò il tempo per rispondere che era già fuori. Non si scambiarono più una parola per tutto il tempo che restarono di ronda. Quando fu il momento di risalire lui le prese il polso, la sentì tremare sotto alle dita, la fece fermare, gli si mise davanti, si guardarono negli occhi per qualche secondo

-“Cinque giorni a partire da domani” le ricordò. Hermione annuì. Draco sorrise, si avvicinò un po’ e posò le labbra su quelle della ragazza, il bacio era dolce ma invadente, delicato ma esigente. Hermione si sentì prendere fuoco, involontariamente si alzò in punta di piedi, lui se la strinse addosso e in un attimo tutto cambiò, da dolce e delicato divenne profondo, sensuale ed estremamente eccitante, Hermione si sentì sciogliere e si lasciò andare aggrappandosi a lui, neanche si accorse che lui si era mosso, ma sentì le sue mani accarezzarle la schiena fino ad arrivare con una mano al seno, si lasciò sfuggire un gemito e questo la paralizzò, si staccò di scatto, le guance rosse come il fuoco, Draco le alzò il viso “questo è solo un miliardesimo di quello che potrebbe essere, ricordalo”- si avviò su per le scale lasciandola a guardargli la schiena che si allontanava. Hermione chiuse gli occhi, aprì la mano che ancora stringeva a pugno e guardò la piccola chiave, si sedette sul gradino, la testa appoggiata al muro e gli occhi chiusi, si morse il labbro e vi passò la lingua, il suo sapore sulle labbra la inebriò

-“Che mi sta succedendo?” sussurrò sgomenta “non posso…non posso. Cos’ha da offrirmi? Nulla, assolutamente nulla” sospirò “è onesto, questo devo dargliene atto, nessuna illusione, niente parole futili, nessuna promessa, niente di niente, solo sesso” riguardò la chiave “cosa vuoi Hermione? E’ davvero questo che vuoi?” si alzò in piedi, cominciò a salire lentamente le scale “e’ questo che vuoi?” si richiese “no…si…non lo so, accidenti a me, non lo so”- quasi gridò, strinse la chiave nel pugno e iniziò a correre, salì le scale arrivò davanti alla Signora grassa che aveva il fiatone. Entrò trafelata, fortunatamente nella Sala non c’era nessuno, prese fiato e lentamente entrò in camera, neanche si spogliò, si buttò sul letto così com’era, s’addormentò di botto, sempre con la chiave stretta a pugno.

hgghababhghg

I due giorni che seguirono diedero modo ad Hermione di capire alcune cose.

La prima era che ora sapeva cosa intendeva Malfoy quando diceva che sarebbe rimasto tutto invariato, non uno sguardo, non un cenno, nulla che potesse in qualche modo far supporre che fra loro era successo qualcosa o che potessero avere un accordo o qualcosa di simile. Anzi, era esattamente lo stesso stronzo di sempre, continuava a chiamarla Mezzosangue, aveva tolto il “sporca” ma rimaneva comunque con quel nomignolo, con Harry e Ron, non perdeva occasione per insultarli o prenderli bellamente in giro. Insomma, tutto nella norma.

La seconda era strettamente collegata alla prima, che lei avesse accettato o meno a lui non fregava una emerita mazza. Non aveva più cercato di persuaderla, si erano trovati di nuovo soli, ma lui neanche le aveva rivolto la parola anzi, si era allontanando di gran carriera, ferendola. Con quella proposta pareva che le facesse un favore “io, il principe dei Serpeverde ti concedo i miei servizi, ritieniti onorata stupida Grifondoro” Dio, quanto avrebbe voluto strozzarlo con le sue mani, ma chi si credeva di essere quel borioso, pomposo, viziato, arrogante furetto saltellante.

La terza ma non meno importante era che lo voleva, lo voleva più di qualsiasi cosa avesse mai desiderato, lo voleva come mai avrebbe voluto, lo voleva talmente tanto che se non lo avesse avuto ne sarebbe morta. Non le importava cosa non le offriva, le importava solo cosa le offriva, ed era il suo letto, la sua compagnia, le sue ore, il suo corpo.

Ecco cosa voleva.

Voleva Draco Malfoy, e al diavolo tutto il resto.

E fu con quella consapevolezza che la sera del terzo giorno si decise ad andare.

Prese la chiave dal cassetto, si guardò allo specchio, si era preparata con molta cura, si era fatta un bagno, si era lisciata i capelli e aveva indossato la sua biancheria migliore, un completino di raso e pizzo color blu notte, una gonnellina a pieghe blu e un maglioncino aderente azzurro. Senza alcun rumore scese le scale del dormitorio, erano le undici, la sala era vuota, tirò un sospiro di sollievo, uscì e con passo veloce e guardingo scese ai sotterranei, entrò nella vecchia aula di pozioni, si avvicinò allo scaffale, guardò l’ampolla di vetro, dentro aleggiava un liquido viola. Hermione rimase a guardarla per un tempo interminabile, strinse la chiave nel palmo tanto da farsi male, questo la risvegliò, fece girare la boccetta, il pannello si scostò lasciando libero il passaggio, la porta era veramente piccola ma come infilò la chiave questa si allargò e allungò fino alle dimensioni di una porta normale. Sospirò pesantemente e l’aprì.

Appena dentro richiuse la porta e sentì dietro ad essa il pannello richiudersi, la camera era più grande della sua, un’ampia finestra faceva entrare i pallidi raggi della luna, una scrivania e in un angolo avvolta nella penombra una poltrona, un baule riccamente intarsiato, un armadio, e il grande letto a baldacchino, si sentì tremare e anche un tantino fuori posto, si morse il labbro, fece un passo indietro, con le dita toccava la serratura. Cosa diavolo ci faceva Hermione Jane Granger nella camera del suo peggior nemico, si riscosse, fece per andarsene quando una voce dolce la fermò

-“Sono contento che tu sia venuta”- Hermione seguì la voce, non lo aveva visto ma lui era seduto sulla poltrona immerso nell’oscurità. Si alzò avvicinandosi, portava i pantaloni della divisa e una camicia bianca, le maniche lunghe con i bottoni dei polsini slacciati, anche la camicia era slacciata e fuori dalla cintura, si intravedeva il petto definito dai lembi scostati.

Draco allungò una mano, e tutta la paura svanì all’istante

-“Anch’io”- sussurrò allungando la sua e lasciandosi avvicinare

Fine

C.M.

  
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