Nessuno avrebbe mai
sospettato che quella domenica il consiglio dei professori si fosse fumato le
defecazioni degli Schiodi Sparacoda, e presi da un insano annebbiamento al
cervello, avrebbero mandato tutta la fauna scolastica ad Hogsmeade senza
accompagnatori.
Quella cerchia ristretta di
coloro che sapevano il perché di quella stranezza da parte dei loro
severi professori, non avevano una gran voglia di andare a scorrazzare per le
vie del villaggio, ma come in ogni gruppetto, qualcuno che si deve distinguere
non può mancare; una sorta di eccezione che conferma la
regola.
Draco Malfoy incarnava
quell’eccezione, e se San Potter si struggeva per via di ciò che aveva fatto
Ginny, se Blaise Zabini sfoggiava una maglietta su cui vi era scritto – Non sono
razzista, ma qualcuno mi spieghi l’utilità dei Tassi – con aria
crucciata, e se Hermione Granger appariva piuttosto dubbiosa e priva della sua
parlantina; Draco Malfoy era la vitalità fatta a
persona.
Catturato dal demone
della gioia di vivere, trascinava Hermione in ogni
dove.
Nel loro lungo peregrinare
in sua compagnia, Tiger e Goyle non lo avevano mai visto così
rilassato.
(Non che si divertisse a
sgambettare, ridere e scherzare, ma il suo essere sereno era paragonabile alla
gioia di vivere di ogni essere umano normale).
Due animelle però sapevano
che al ritorno al castello ciò che le avrebbe aspettate non sarebbe stato niente
di estremamente gioioso.
Avrebbero potuto farsi
compagnia, confortarsi a vicenda, sparlare di Malfoy che aveva baciato
I Tre Manici di Scopa non
era mai stato così pieno.
Ma Hermione sembrava non
farci caso, troppo occupata a rimestare con un cucchiaino la sua cioccolata
calda.
“Puoi benissimo iniziare a
urlarmi contro quanto mi odi!”, il tono di Draco non sembrava arrabbiato, era
piuttosto calmo, sorseggiava la sua Burrobirra e sembrava che avesse chiesto
di passargli il sale.
Hermione alzò lo sguardo
sul suo ragazzo, aggraziatamente seduto in maniera scomposta sulla
sedia.
Aveva sicuramente qualcosa
di particolare, sembrava più menefreghista del
solito.
Continuò a
sorseggiare.
“Non ti
odio”
“Nemmeno per quello che ho
fatto?”
“Nemmeno”, il suo sguardo
si era abbassato, e si era costretta a guardare quel maledetto cucchiaino che
ruotava in quello strazio di cioccolata, ormai divenuta
budino.
Draco si curvò e le sollevò
il mento con due dita.
“Gradirei che me lo dicessi
guardandomi negli occhi”
La grifoncina lo guardò,
“Nemmeno”, era sicura di quello che diceva, non avrebbe avuto motivo di
odiarlo.
Si risedette, e rimasero lì
in silenzio.
Il cicaleccio che aveva
invaso il locale stava diventando fastidioso un po’ per tutti gli amanti del
quieto vivere.
Troppe parole gettate al
vento, troppe parole prive di significato erano diventate
importanti.
Draco non sopportava tutto
ciò, erano sensibili le sue orecchie.
Prese per mano Hermione e
la trascinò fuori dal locale.
Un po’ di
tranquillità.
E proprio mentre
passeggiavano per le vie ancora innevate di Hogsmeade, qualcosa ridestò il
giovane Malfoy dai suoi pensieri.
“Mi
odio”
Due
parole.
Si voltò verso Hermione;
lei era lì, si era fermata di scatto e aveva pronunciato quelle due dannate
parole.
Il freddo pungente le aveva
fatto diventare le gote rosse e Draco non potè far altro che trovarla
incantevole, a guastare il tutto solo una fitta al cuore per via di quel Mi
odio.
“Mi odio perché è successo
tutto per colpa mia. I professori hanno mandato tutti ad Hogsmeade perché stanno
decidendo di ciò che accadrà a Ginny e Lavanda… so che non sarà niente di buono,
e se penso al dolore che proveranno Ron e la sua famiglia non posso far altro
che sentirmi un mostro.
Se non mi fossi intromessa
tra te e Ginny forse a quest’ora sareste stati tutti più
felici…”
Draco ascoltò attentamente
quel fiume di parole.
Non avevano senso, alcun
senso.
“Hermione, posso farti una
domanda?”
Lei
annuì.
“Perché devi essere sempre
così sciocca?”
Strabuzzò gli
occhi.
“Sciocca? Ti sto dicendo
che mi odio che la colpa di tutto è la mia, e tu mi
insulti?”
Lui
rise.
“Stai pure ridendo”, sbottò
Hermione, incrociando le braccia al petto.
“Come posso evitare di
ridere se le cose che dici sono senza senso?”, Hermione era ancora lì che lo
guardava, la prese per mano e la fece sedere su di una
panchina.
“Sai perché la tua tesi che
conferma che sei un mostro fa acqua da tutte le
parti?”
“Draco smettila di
trattarmi come un’idiota! Non stai prendendo seriamente il mio
dolore!”
“Io lo sto prendendo più
seriamente di te. Davvero credi che se non avessi sperato che partecipassi a
quel festino a quest’ora starei passeggiando con quella stracciona della
Weasley? Siamo stati insieme meno di un mese e in tutti quei giorni non c’è
stata notte in cui non passassi la notte in dolce compagnia… e non giocavamo di
certo a Spara Schiocco!”
“Ovviamente Draco”, disse
un po’ infastidita.
“ In definitiva, voglio
semplicemente che tu capisca che è del tutto inutile che tu ti senta in colpa,
io non ero innamorato della Weasley, sono innamorato di
te”
Hermione si aprì in un
sorriso gigantesco, Draco la guardò stranito, quindi ci tenne a puntualizzare
che non era una novità:
“…e lo sai. Quindi evita
questi sorrisetti di dimensioni spropositate!”
La grifoncina chinò il
capo.
“Scusa”,
mormorò.
“Sei ubriaca o
cosa?”
“Sono semplicemente stanca,
e magari…”
“… non hai connesso il
cervello e spari stronzate a raffica. Succede spesso a voi
Grifondoro!”
Hermione gli diede un
buffetto, e dopo che entrambi ebbero messo il broncio per una frazione di
secondo,scoppiarono in un’ilare risata.
Hermione aveva riacquistato
la serenità, e tutto quello che esisteva era quella giornata in compagni del
ragazzo di cui era innamorata, e al diavolo Ginny, Lavanda, la punizione e la
crisi depressiva di Harry.
La giornata era stata lunga
per tutti.
Molti si erano accasciati
al suolo, mai vi era stata uscita più lunga per le vie di
Hogsmeade.
Per uno strano codice
morale, il consiglio dei professori aveva vietato l’ingresso al castello prima
delle nove.
Molti erano stati costretti
a dare di stomaco dopo aver saccheggiato Mielandia, altri stavano cercando di
tenersi svegli prendendosi a pizzicotti, e una temeraria spedizione fatta di
Tassorosso del primo anno stava cercando di avvicinarsi e addentrarsi alla
Stamberga Strillante.
Tentativi che svanirono
come bolle di sapone, dopo il tetro verso di un gufo che li fece correre a gambe
levate.
Il caso volle che Blaise
Zabini assistesse alla patetica scena, e che ciò rafforzasse sempre di più le
sue convinzioni.
Erano le 22 esatte, quando
5 Grifondoro e un Serpeverde furono convocati nell’ufficio di Albus
Silente.
Tutti i professori erano lì
schierati.
“Accomodatevi”, disse il
preside.
La tensione sembrava
essersi condensata, una nebbia inverosimile avvolgeva la
stanza.
O era davvero la tensione
condensata, o davvero i professori si erano fumati le defecazioni degli
schiopodi sparacoda.
Ognuno di loro la vedeva
come meglio preferiva.
Inutile dire che tra i 6
convocati l’unico a credere che si fossero fumati le defecazione di quegli
stupidi animaletti tanto cari a quel pazzo di Hagrid, era Draco
Malfoy.
“Ciò che è successo è del
tutto immorale, ed io non avrei mai creduto che voi due, mie care
signorine, foste le artefici.
Avete infranto numerose
delle regole del castello: siete entrate nel reparto proibito della biblioteca,
avete rubato un po’ di Felix Felicis dopo una lezione, avete scagliato
l’Incantum Oculus contro una vostra amica e l’avete resa cieca per due
settimane, l’avete anche picchiata.”, il tono del preside era stanco,
probabilmente in anni di carriera non aveva mai avuto a che fare con un simile
problema.
Da secoli la guerriglia era
stata tra Grifondoro e Serpeverde, ma indubbiamente vi erano stati anche
problemi tra le altre case; Albus Silente aveva visto di tutto, ma mai una
guerra interna a Grifondoro.
Ginny abbassò il capo in
segno di colpevolezza, Lavanda continuò a sostenere lo sguardo minaccioso di
tutti i professori.
Piton sembrava deliziato da
quel quadretto.
“ Il consiglio dei
professori, come avete potuto immaginare, si è riunito per decidere del vostro
futuro, purtroppo la pena è l’espulsione dalla
scuola.”
Ginny scoppiò in lacrime, e
Lavanda si morse così forte il labbro inferiore che lo spaccò, assaporandone il
sapore del sangue.
“Professore, io… anche
Hermione ha la sua buona dose di colpa”, riuscì a dire Ginny tra le
lacrime.
Altro inconfondibile segno
di maturità!
Pensò Hermione, e
improvvisamente le parole che aveva vomitato sopra Draco le sembrarono troppo
stupide, era davvero stata una sciocca.
Silente sospirò un po’
troppo forte.
“Signorina Weasley, l’unica
colpa della signorina Granger è essersi innamorata, ma a quanto vedo il
sentimento è del tutto ricambiato”, e lanciò un’occhiata del tutto casuale
alle mani dei due ragazzi.
Il braccio di Draco
lasciato penzoloni lungo il fianco, e le piccole dita di Hermione che si
intrecciavano debolmente con quelle di Draco, per niente infastidito dal
gesto.
“Quello che voglio dirle è,
che la signorina Granger non ha costretto il signor Malfoy a innamorarsi di lei,
è stato qualcosa di improvviso che non si può
controllare”
“Si
ma…”
“Mi viene piuttosto
difficile pensare al signor Malfoy e alla signorina Granger in termini amorosi,
e dunque non mi metterò a sproloquiare su questo stupido sentimento, ma
l’essenza della condanna non cambia signorina Weasley, voi avete sbagliato, voi
pagherete”, la voce melliflua di Piton era stata a dir poco agghiacciante, il
peso della condanna aveva davvero preso consistenza, adesso il loro futuro
scolastico era davvero finito.
Draco
sogghignò.
“E in quanto a voi, Potter
e Malfoy, siete in punizione”, aggiunse Piton.
I due si guardarono
sconvolti.
“Avete disertato la partita
più importante dell'’anno, e avete sequestrato due ragazze… credevate davvero di
passarla liscia?”
Minerva McGranitt prese la
parola.
“Il vostro comportamento è
stato riprovevole”
“Professoressa, ma per
quanto riguarda la partita, adesso cos…”
“Non è il momento di
discuterne signor Potter, le sorti del Quidditch verranno annunciate a cena… e adesso
fuori di qui”, i 5 fecero per voltarsi.
“Lavanda, Ginevra, domani
mattina in via del tutto eccezionale prenderete l’Espresso, i vostri genitori
sono già stati avvertiti”
A cena la notizia
dell'’espulsione era stata divulgata
abbondantemente.
A Grifondoro l’aria che si
respirava era a dir poco funerea.
Ron era fuori di sé dalla
rabbia.
Non la nutriva nei
confronti di Hermione, ma nei confronti della sorella e della sua ragazza,( che
aveva lasciato subito dopo i particolari dell'’accecamento), poiché avevano dato sfoggio della loro
immaturità nel peggiore dei modi.
Una strillettera da parte
della madre non le aveva di certo rallegrato la serata, era stato tutto un
incubo, è solo adesso che si era condannata da sola, provava vergogna per quello
che aveva fatto.
Un fastidioso cicaleccio
riempiva
“Ritengo giusto avvertirvi
delle sorti del campionato di Quidditch di quest’anno. Dopo la dissertazione
alla partita di oggi da parte dei due Cercatori, e la rissa che ne è seguita, il
consiglio dei professori ritiene opportuno che Grifondoro e Serpeverde scendano
rispettivamente a terzo e quarto posto… a rigor di logica quest’anno
Un boato di gioia ed
esaltazione si levò dal tavolo dei tassi, era da secoli che non vincevano
Blaise Zabini si strozzò
con l’arrosto.
Incredibile come un
semplice boccone ben dosato si potesse rivelare peggiore di un’ innocente
Avada Kevadra.
Theodore Nott e Millicent
Buldstrode si preoccuparono di farlo tornare del suo normale colorito, battendo
forte sulla schiena del ragazzo.
Blaise era caduto in una
depressione sconvolgente.
I tassi avevano preso il
potere il suo incubo peggiore stava prendendo
vita.
***
Hermione Granger era seduta
sotto le fronde di un incantevole albero, in attesa del suo fidanzato. Guardare
un ultima volta negli occhi Ginny e Lavanda era stato a dir poco traumatico.
Lavanda era fin troppo
tranquilla, e in tutta probabilità doveva ancora capire che quello non era un
viaggio premio, ma la fine di tutto.
Hermione non si soffermò
più di tanto, aveva detestato Ginny e Lavanda si era intromessa dove non avrebbe
dovuto, non le interessava più di tanto, e poi era proprio vero che l’amicizia
tra donne non esisteva.
Sorrise amaramente a
quell’ultima constatazione.
La sagoma ricurva e
sofferente di Draco stava per raggiungerla.
“Ciao”, esordì sorridente,
“com’è andata la punizione?”
Draco si accasciò al
suolo,”Un inferno! Piton e il gufaccio andrebbero denunciati… quando le loro
menti diaboliche si uniscono non danno vita a semplici punizioni, danno vita ad
atroci torture”,
Hermione sorrise e gli
strappò un bacio.
Draco l’attrasse a sé
cingendole la vita sottile, facendo in modo che quel bacio venisse
approfondito.
“E dimmi… in cosa consiste
l’atroce tortura?”, la bocca di Draco scese al
collo.
“Dobbiamo aiutare quegli
stupidi elfi domestici a cucinare per il resto del
mese”
Hermione incatenò gli occhi
a quelli di Draco.
“Sorvolando sul fatto che
hai detto stupidi elfi domestici, sappi che la farina tra i capelli ti
dona, e l’odore di torta al cioccolato ti rende ancora più
desiderabile”
“Ma
davvero?”
“Sì”
Draco non ci pensò due
volte, e dopo averla presa di peso, (con gli insistenti pugnetti di Hermione
sulla sua schiena per intimarlo a farla scendere), la portò nelle cucine dove
iniziò una vera e propria battaglia a colpi di ogni ingrediente incrociato dal
loro sguardo.
“Questa me la paghi”,
Hermione Granger era piena zeppa di impasto per la torta alla melassa, e si
accingeva a colpire Draco con dello sciroppo di frutti di
bosco.
“Forse”, risero insieme
sotto gli sguardi attoniti degli elfi domestici estremamente terrorizzati da
quell’invasione.
Sarebbe stato tutto più
normale se avessero mangiato qualcosa invece di gettarsela addosso senza alcun
ritegno.
In un’altra ala del
castello, un noto Serpeverde, nato sotto il nome di Blaise Zabini preparava la
sua vendetta nei confronti dei Tassorosso, quei dannati usurpatori avrebbero
pagato a caro prezzo.
Zabini però non era ancora
riuscito a capire che la colpa del terzo posto nel Quidditch era di Draco Malfoy
ed Harry Potter e della loro insana voglia di voler sequestrare le giovani
donzelle.
Zabini, in verità, non
voleva capire perché avrebbe fatto qualunque cosa per addossare la colpa a
Tassorosso.
O forse è Tassorosso la
vostra vita,
dove chi alberga è giusto e
leale:
qui la pazienza regna
infinita
e il duro lavoro non è
innaturale.
Era palese che quella pazza
di Tosca Tassorosso accettasse i ragazzi scartati dagli altri 3 fondatori di
Hogwarts.
E se i coraggiosi erano a
Grifondoro, se gli intelligenti erano a corvonero, e se gli ambiziosi erano a
Serpeverde; chi vi era a Tassorosso?
Questa domanda tormentava
il giovane da anni ormai, e adesso, la sua vendetta stava per
compiersi.
Ma questa è un’altra
storia.
The
End
°_____°
Non riesco ancora a crederci, ho davvero terminato una fanfiction, sono
commossa!
Io ho
fatto il possibile, adesso sta a voi giudicare il mio
lavoro.
Ringrazio tutti quelli che hanno lasciato un segno in
questi mesi sul mio operato:
Ge,fragolina92,anya,missmalfoy,topo,Erin,farfallina,redRon,bychan,marygenoana,Carol87,lunachan62,Kira
Kira, babyButterfly, Naunina, goldfish, Bad_devil, anfimissi, Chiaras, Luz79,
Cobwy23, Francy872, Sherazade, piccola_lenne, nightyrock, Mojito86, fanny,
DNickSophieG, picci1989, Isy11, camyxpink, Valemione, hermione rad, Olivia86,
Summers84, Lady Narcissa, pepina, laukurata89, angel, merryluna, mingx2, ladym,
drakina, Himura, Ines, fedefun, Aysha e julietta.
GRAZIE
PER AVERMI SOSTENUTA.
RINGRAZIO anticipatamente coloro che recensiranno
quest’ultimo capitolo, e nel frattempo ne approfitto per farmi un po’ di
pubblicità, ho da poco messo in rete una nuova storia: “Il Quadro Incompiuto”,
non so… se vorrete dargli un’occhiata^^
kisses