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Autore: Julia Veiss    10/08/2012    2 recensioni
Quando Hermione chiede "e voi, che avete intenzione di fare dopo la scuola?" a Neville crolla il mondo addosso. Già, che fare?
Sua nonna vorrebbe tanto che diventasse un Auror, come i suoi genitori prima di lui.
Ma Neville un sogno nel cassetto ce l'ha ed è determinato a seguirlo.
E poi c'è quella strana ragazza con i capelli biondi e gli occhi color del cielo...
Genere: Avventura, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neville Paciock, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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Erano passati ormai tre giorni, tre giorni da quando Neville aveva litigato con sua nonna e lei si era
Smaterializzata all’improvviso.
Erano passati ormai tre giorni, tre giorni da quando Neville aveva litigato con sua nonna e lei si era Smaterializzata all’improvviso.
Stava iniziando a preoccuparsi in modo serio. Era già successo che la nonna sparisse dopo un litigio, ma mai per così tanto tempo.
Neville passava i pomeriggi seduto davanti alla finestra, ad aspettare che lei tornasse. Scrutava il paesaggio con fare ansioso, e bastava un minimo movimento ai margini del bosco per illuderlo. Ma nessuna vecchietta con un avvoltoio impagliato in testa e una grande borsa rossa si stagliava all’orizzonte.
Sospirando, Neville si alzò e si diresse verso il piccolo cucinino per prepararsi una tisana. Forse questa l’avrebbe aiutato a distendere i nervi.
Diamine, perché era stato così duro con lei? Sapeva fin dall’inizio che non l’avrebbe presa bene, allora perché le aveva urlato contro in quel modo?
Mentre sceglieva distrattamente una tisana qualsiasi, sentì qualcosa che batteva freneticamente contro il vetro della finestra della cucina. D’istinto portò la mano alla bacchetta, ma si rese conto che non c’era nulla da temere. Era Leotordo, il gufetto iperattivo di Ron.
Neville aprì la finestra per lasciarlo entrare. Il piccolo gufetto era parecchio infreddolito, e Neville lo portò
subito accanto alla stufa del salotto per riscaldarlo. Dopodiché, sciolse il laccetto che teneva legata la
lettera alla zampa di Leotordo.
La lettera non era lunghissima, e recitava le seguenti parole:
 
“Ciao Neville,
I miei genitori sono partiti per l’Egitto per andare a trovare Bill e Fleur. Abbiamo un’altra camera libera,così volevo chiederti se ti andava di passare qualche giorno da me, finchè le vacanze invernali di Ginny non saranno finite. Saremo io, Harry, Hermione, tu e Luna, con la casa completamente a nostra disposizione.
Allora, ci stai? George mi ha lasciato prendere alcuni prodotti non ancora in commercio dal negozio di scherzi, ci divertiremo un saccco!
Mandami la risposta con Leotordo e ti spedirò una Passaporta per raggiungere la Tana.
Fammi avere il responso al più presto! Firmato, Ron ,,
 
Neville era molto eccitato. Era stato poche volte alla Tana, in occasione dei raduni dell’Ordine della Fenice prima che questo si trasferisse a Grimmauld Place. Gli piaceva l’idea di stare qualche giorno da Ron assieme ai suoi più cari amici, però era sempre preoccupato per sua nonna. E se fosse tornata e non l’avesse trovato a casa? Poteva sempre lasciare un messaggio dove spiegava dov’era andato.
Si decise per quest’opzione, scribacchiò una risposta veloce a Ron e la legò alla zampa di Leotordo, che stava becchettando alcuni semi che aveva trovato sul tavolo del salotto.
Quando il gufetto sparì oltre le nubi, Neville si precipitò di sopra: infilò qualche vestito a casaccio in un borsone, poi scese al piano di sotto e si dedicò al compito più difficile: scrivere il messaggio a sua nonna.
Cosa diavolo poteva scrivere? “Ciao nonna, sono da Ron, starò via qualche giorno”? Non era il caso, probabilmente Augusta si sarebbe arrabbiata ancora di più.
Mentre si arrovellava sul problema, sentì altri colpi alla finestra. Non poteva essere Leotordo, non poteva aver fatto andata e ritorno in così poco tempo... 
Fuori era buio, ma grazie alla luce pallida della luna Neville riuscì a distinguere la sagoma di un altro gufo al di là delle finestre. No, non era Leotordo: il gufo appena arrivato era grande circa il doppio e, soprattutto, aspettava tranquillo e paziente.
Neville aprì lentamente la finestra, leggermente intimorito. Il gufo entrò in casa con fare regale mentre squadrava tutto con i grandi occhi gialli. Dopodiché, si posò tronfio sullo schienale di una sedia. Neville slegò con mani tremanti la lettera dalla zampa del gufo, fissandolo. Lui ricambiò osservandolo con uno sguardo intimidatorio.
 
Una volta aperta la lettera, non fu difficile conoscere chi la mandava. Neville avrebbe riconosciuto tra miliardi quel sigillo: era il Ministero della Magia. Che cosa voleva ancora da lui?
La lettera era scritta con un inchiostro rosso scuro su un foglio di pergamena pregiata, in una grafia Ordinata. In sintesi, diceva questo: non poteva imporsi alle decisioni di sua nonna fino a che lui viveva ancora sotto il suo stesso tetto. Se lei gli diceva di diventare un’Auror, lui doveva obbedire finchè non si sarebbe trovato un’altra abitazione e finchè non fosse diventato completamente autosufficiente. Solo allora avrebbe potuto cambiare strada.
Ma che razza di legge era? Non aveva mai sentito nulla del genere, nemmeno da Percy quando era il puntiglioso e servile assistente del signor Crouch.
Ma Neville ormai si era deciso, e non voleva di certo sottomettersi a quella stupidaggine. Però non sapeva che fare: restare nella casa della nonna, rischiando che lei potesse tornare da un momento all’altro o andare via? Si, ma dove?
Neville era nel panico. Sentì un brivido di freddo, e si accorse che la finestra era ancora aperta, ma il gufo grosso gufo dagli occhi gialli era scomparso. Probabilmente era volato via, verso il Ministero e i suoi caldi Uffici.Neville chiuse la finestra. Finchè Ron non gli avesse mandato la Passaporta per raggiungere la Tana, sarebbe rimasto a casa della nonna. Era disposto a correre il rischio. D’altronde, che altro poteva fare?
 
Sbadigliò, assonnato. Si trascinò al piano di sopra e senza neanche mettersi il pigiama si buttò sul letto, scivolando in un sonno tormentato.
  
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