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Autore: selfisher    10/08/2012    16 recensioni
STORIA IN REVISIONE. UN MESE/DUE PRIMA DEL CONTINUO.
PROTAGONISTA: cambio nome Shani- Faith.
NON CONSIGLIO DI LEGGERLA ANCORA, DATO CHE CAMBIERANNO ANCORA UN BEL PO' DI COSE.
Fu allora probabilmente che si rese conto che non si sarebbe scocciato facilmente di quella piccola stronza.
Se ne accorse lì, mentre baciava quelle gambe ricoperte di lividi e di vari graffi. Se ne rese conto mentre entrava dentro di lei, senza preoccuparsi di farla abituare alla sua presenza, e pensando solo al suo di piacere.
L'importante era che però se ne era reso conto.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Ottavo capitolo revisionato.La storia cambierà molto da ciò che probabilmente leggerete in seguito.  Specialmente i personaggi. Se già seguite la storia, sappiate che il nome della protagonista è cambiato in Faith. Questa storia inoltre non è scritta per fini lucro, e si è pregati di non plagiare. Love yax

You made my life better.
chapter eight.


Take me home.

 
 

 

«Liam, ho detto di no.» Faith si stava ribellando in tutti i modi per far si che il ragazzo non la portasse a casa sua.
Aveva detto di no quando gli aveva chiesto se voleva parlarne, e adesso con la scusa ‘non accetto ulteriori no di risposta’ la stava trascinando verso casa sua.
Non ci era mai stata, non sapeva dov’era, com’era, a mala pena ne conosceva il proprietario. Si sarebbe sentita, inoltre, a debito per tutta la vita.
«Scegli: O vieni da me, o ti riporto da Harry.» Fu così che Liam riuscì a zittire la ragazza.
Non voleva tornare dal riccio, che significasse dormire a casa di sconosciuti, o perfino sotto un ponte, non sarebbe mai tornata.
L’indomani sarebbe scappata molto presto da casa di Liam per trovare un altro modo per morire. Avrebbe potuto buttarsi da un ponte, farsi investire da un ponto, ingerire un'eccessiva dosa di droghe, ricorrere alla famosa coltellata. I modi non le mancava.
E proprio mentre pensava a quei modi si ritrovò di fronte casa del ragazzo. A differenza di ciò che ricordava in quanto alla scarsità economica di Liam, la sua casa era facilmente paragonabile ad una reggia.
Non era mai entrata in una cosa del genere. Per fino la casa di Louis, l'enorme casa di Louis, a confronto sembrava una catapecchia.
«Che bella.» Le fuoriuscì, incantata dalle dimensioni di quella dimora.
Liam rise, erano quasi sempre cosi le reazioni di chi portava in casa sua.
Era uno degli edifici più grandi e più lussuosi di tutta Holmes Chapel, e ci viveva da solo.
I suoi genitori avevano migliorato la loro situazione economica solo dopo la morte degli zii, che a quanto pare gli avevano lasciato un bel patrimonio da parte.
Avrebbe preferito vivere sotto i ponti per avere ancora con se i suoi zii e la sua piccola Apple.
«E' un cazzo di albergo a cinque stelle!» Commentò poco fine lei ancora a bocca aperta.
Lui annuì scrollando le spalle. Si diresse, seguito dalla ragazza in giro per la casa. Soffermandosi sul bagno che avrebbe utilizzato, e sulla camera in cui avrebbe dormito.
«Ti lascio fare una doccia. Dopo scendi giù, okay?» Le lasciò un bacio sulla guancia Liam. Gesto avventato, forse troppo, ma che agli occhi della ragazza sembrò dolce. Era da molto che qualcuno non gli regalava un affettuoso bacio sulla guancia.
 
 
 


 
 
Harry si era precipitato a casa di Louis e adesso continuava a torturasi le mani aspettando che la ragazza tornasse o semplicemente che Liam si facesse sentire dicendo di averla trovata.
«Quella mi denuncia. Finirò in galera a vita?» Continuava a lamentarsi. Era da oltre mezz’ora che, ininterrottamente si lamentava sui problemi che avrebbe subito una volta marcito in prigione. I ragazzi continuavano ad ascoltarlo anche un po’ scocciati, ma senza permettersi di interromperlo.
Preso dalla frustrazione cacciò fuori dalla tasca il telefono digitando velocemente il numero dell’amico che, come tutti gli altri sapeva a memoria.
Dopo nemmeno due squilli rispose.
«Pronto?»
«Faith è con te?»
Harry sospirò cercando di calmarsi. Si alzò dal divano senza farsi notare dai ragazzi, troppo impegnati all'avvincente partita alla playstation tra Zayn e Louis. Corse in giardino in modo che gli altri non sentissero: sarebbe stata una conversazione solo tra lui e  Liam.
«E' sotto la doccia.»
La vista di Harry si offuscò dalla rabbia: perché cazzo non gliel’aveva detto? Perché non l’aveva ancora avvisato?.
«Porca puttana, Liam! Potevi avvisarmi?! Sono morto d'infarto io, qui!» Continuò a camminare avanti e indietro leggermente più tranquillo, sapendo che la ragazza fosse con Liam e non dalla polizia, ma comunque arrabbiato con l’amico.
«Paura che una sedicenne si aggirasse da sola per le vie di Holmes Chapel alle due di notte, o che ti potesse denunciare?- Harry scosse la testa senza rispondere. -Come sospettavo.» Continuò Liam.
Detto questo la chiamata si interruppe. Liam aveva staccato. Harry sarebbe andato a riprenderla la mattina dopo, con o senza gentilezza. Le avrebbe fatto pentire di essere scappata.
 


 
 
 
Era da venti minuti se non di più che Shani era sotto la doccia, ma amava rimanerci. La rilassava. Ed era anch da giorni che non sene faceva una decentemente. Essendo stata sequestrata, aggredita, picchiata e quasi violentata, aveva fatto si che le passasse di mente di chiedere ad Harry se potesse farsi una doccia.
Quando il getto d’acqua gelata le scorreva liscio sul corpo  non riusciva a fare a meno di pensare. I pensieri si attivavano automaticamente, ed era, nettamente, una cosa negativa.
La maggior parte delle volte erano ricordi, belli o anche brutti.


«Che ci fai qui, ragazzina?»
Faith aveva solo sei anni, si ritrovava ad affrontare quell’inferno da già tre anni, se non di più. Eppure non le pesava, aveva paura certo, paura di quello che facevano agli altri ragazzi più grandi rinchiusi li con lei.
«Gioco con la bambola, non vedi?» Le sorrise sghemba lei.
Non avevano mai alzato le mani su di lei fino a quel momento, si erano limitati a sfruttarla come un mulo da soma, ma mai le avevano toccato un capello.
La direttrice le strappò la bambola da mano buttandola fuori dalla finestra. La bambina fece per andare a prenderla ma venne trattenuta dalla direttrice che, prendendola con i capelli, aveva fatto in modo di tenerla ferma.
«I bagni sono sporchi. Corri!» La spintonò con cosi tanta forza che per poco non cadde, si girò ancora con gli occhi lucidi e le sorrise.
Se c’era una cosa che gli avevano insegnato i genitori era quella di affrontare sempre tutto con il sorriso e cosi faceva: sorrideva.
Mentre era piegata a litigare con lo stura lavandini, la gentile vecchietta che lavorava in quell’obbrobrio come donna delle pulizie le raccolse i capelli in una coda alta.
La bambina si girò di scatto, sorridendo ancora.
«E' tua questa vero?» La vecchietta le diede la sua bambola, quella che poco prima gli era stata buttata fuori dalla finestra.
«Che bello! Grazie!» Urlò per poi tuffarsi nelle braccia della vecchietta.
« Signora Mittlemberg, potrebbe venire un’attimo?» La direttrice fece di nuovo la sua apparsa nei bagni richiamando all’ordine la dolce signora.
Prima di uscire la spietata donna le rivolse un sorriso maligno.
Quella fu l’ultima volta che rivide la vecchietta.


 

Ricordava, ricordi che data la giovane età avrebbero dovuto essere spariti, eppure le erano sempre  impressi nella mente.
Una  lacrima confusa con l’acqua scese dalla sua guancia lasciandola scorrere.
Stanca dei troppi ricordi prese il primo accappatoio  li accanto alla vasca ed uscì.
Si fermò a fissarsi al grande specchio che prendeva la maggior parte di quell’enorme bagno.
Fece scendere lentamente l’accappatoio fino a ritrovarsi la sua sagoma completamente nuda davanti allo specchio.
La sua sagoma piena di lividi, cicatrici sia fisiche che morali, cicatrici che non sarebbero mai andate via.
Ogni singolo livido aveva la sua storia ed il suo motivo, e lei li ricordava tutti, ad uno ad uno.
La sera, presa dall’insonnia, passava ore a ricordare la storia anche di un minimo graffietto, eppure avrebbe voluto, o meglio dovuto, dimenticare.
Ma ormai si sa, le cose brutte ti rimangono fisse per sempre, a differenza di quelle belle, che dopo un determinato periodo di tempo svaniscono nel nulla come cancellati.
Lei continuava a pensare che nel libro dei ricordi che ognuno di noi ha nel proprio cervello, le brutte memorie siano scritte con la penna nera, calcata cosi profondamente da farla scoppiare ad ogni parola e doverla cambiare, a differenza dei bei ricordi, che venivano scritti a matita, una matita leggera, che con un semplice passaggio di gomma veniva spazzata via.
Frustrata tamponò un po’ i capelli con l’asciugamano, si rimise per bene l’accappatoio ed usci dal bagno, alla ricerca di Liam e di qualcosa da indossare.
Lo trovò in salotto, aveva un’aria arrabbiata, ma sorvolò.
«Ehm, Liam, scusa, non è che hai qualcosa da farmi indossare per la notte?»
Accortosi della ragazza il viso del biondo si rilassò d’un tratto diventando di nuovo allegro e spensierato: quella ragazza gli faceva un effetto davvero strano, pensò.
Liam la prese per mano conducendola in camera sua,che per quella notte sarebbe stata anche di lei,gli prese una maglia abbastanza lunga e dei pantaloncini di una tuta.
Lei sussurrando un grazie tornò in bagno.
All’uscita si distese nel letto accanto al ragazzo che dormiva già beatamente, senza riuscire, come sempre, a prendere sonno.
Liam, non sapeva il perché l’avesse aiutata cosi tanto, insomma, non solo l’aveva cercata, cosa che non aveva invece fatto quell’idiota di Harry, Edward da ora in poi, ma le aveva anche offerto un posto in casa sua come se fosse un’amica di vecchia data.
Beh, era sua cugina, ma questo lui non lo sapeva.
Non sarebbe rimasta in casa sua ancora per molto, anzi, la stessa mattina  sarebbe sgattaiolata via molto presto  e se ne sarebbe andata, dalla vita sua, dei ragazzi e di Harry soprattutto.
Avrebbe vissuto da barbona, chissà, lo avrebbe deciso in seguito.
E con quei pensieri si addormentò di botto tra le braccia possenti e calde del cugino.




 
Il mattino seguente si svegliò, come previsto, ancora mentre Liam dormiva, sgattaiolò via dalla sua presa, si rivestì velocemente con gli stessi abiti del giorno prima, ripiegando e posando sul letto quelli prestatogli da Liam.
Gli diede un bacio sulla guancia sussurrandogli un ‘a presto, spero’, ma prima di uscire definitivamente dalla stanza, e dalla camera notò sulla scrivania dei fogli di carta delle penne e dello scotch: perfetto.
‘ grazie di tutto Lee, non lo dimenticherò, a presto!’ scrisse velocemente per poi attaccarlo alla porta in modo che vedesse.
Rivolse un ultima occhiata al cugino prima di uscire.



 

*
capitolo revisionato il 06.01.2014
alle ore 00.47

  
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