SECONDA CLASSIFICATA al contest "Welcome Home {Sanitarium} di Sunflower Bright
PANIC ATTACK – HOW TO LOSE CONTROL
Tremo, fermo sull’uscio, aspettando che qualcuno si decida ad aprire ed impreco a voce alta quando finalmente la testa di James fa capolino oltre la porta.
-Sirius? Cosa diavolo ci fai qui a quest’ora?- domanda irritato, sbadigliando e passando una mano sul mento coperto da una barba rada.
Solo quando i miei occhi, in questo momento spalancati, incontrano i suoi sembra capire.
-Entra- si allontana dalla porta in modo da permettermi di passare, così, con un’andatura abbastanza incerta, raggiungo finalmente il salone di casa Potter.
-Cosa è successo?-
Si volta, mi prende
per mano e mi dice: -Ho perso il controllo-, distogliendo lo sguardo
dopo
qualche secondo.
È spaventato, lo leggo
nei suoi occhi, lo sento nella sua voce: qualunque cosa sia successa,
è peggio
di quanto possa immaginare. Il camino è acceso, ma lui
continua a tremare come
una foglia, le mani strette al petto e gli occhi fissi sulle fiamme,
mentre si
dondola lentamente avanti e indietro.
-Calmati, Sirius- gli
metto una mano sulla spalla, ma lui si ritrae con vigore, come scottato
dal mio
tocco.
-Non sapevo dove
andare- balbetta, in preda ad un pianto senza lacrime. Ed io non dico
nulla:
non è la prima volta che piomba qui in questo stato. Spero
solo che Lily ed
Harry non si sveglino.
-Sei qui adesso, va
tutto bene- tento ancora, restando in attesa.
-Dov’è Remus?- domanda, mentre lo seguo in cucina. James cammina davanti a me e per fortuna non si accorge del fatto che sono costretto a poggiarmi al muro, per non cadere. Ho la sgradevole sensazione che mi manchi la terra sotto i piedi, così socchiudo gli occhi, nella speranza che passi, poi finalmente lo raggiungo.
-A casa- rispondo in un singhiozzo, poi, dopo aver ripreso fiato, completo la frase – Non sa che sono qui –
James mi fa cenno di sedere e solo adesso mi accorgo di essere rimasto in piedi, appoggiato allo stipite della porta, sfregando le mani sudate l’una contro l’altra. Devo essere sembrato davvero stupido.
James mi porge un bicchiere d’acqua, ma non mi azzardo a prenderlo: ho sete, temo che morirò disidratato, se altro non mi uccide prima; ma tremo così forte che lo farei cadere e soprattutto, mi riesce già difficile respirare, bevendo potrei strozzarmi.
-Posso sapere cosa è successo?-
Il mio corpo torna ad irrigidirsi e un dolore insopportabile mi attanaglia: spalanco la bocca alla disperata ricerca d’aria, mentre la vista mi si offusca e il senso di vertigine mi coglie ancora.
Alla fine riesco ad alzarmi, a fatica, reggendomi al tavolo per non cadere e con tutta la forza che mi resta, scaglio un pugno contro il muro alle mie spalle, col risultato di far rimbombare un’eco sinistra in tutta la casa.
-Stupido, sveglierai
tutti- lo rimprovero, urlando a mia volta.
Bravo, James! Se non
li ha svegliati lui, ci hai pensato tu.
Resto a guardare mentre
Sirius si accascia stanco a terra, prima che io possa impedire il
contatto tra
le sue ginocchia e il pavimento. Adesso anche il mio cuore inizia a
battere più
velocemente.
Resto a qualche passo
di distanza, troppo scosso per avvicinarmi e troppo interdetto per
poter
parlare, mentre Sirius si prende la testa tra le mani, ansimando.
Ed è così che ci trova
Lily scendendo trafelata dalle scale: mi aspetterei qualche entrata
delle sue;
frasi come “porta via di qui questo ubriacone” o
“Il solito cane idiota”.
Lily invece mi piazza
Harry in braccio, avvicinandosi a Sirius in silenzio. Ed è
questo che mi
preoccupa più di tutto.
“Aiuto” vorrei gridarlo a James, vorrei che trovasse il modo di salvarmi, mentre cammino come sull’orlo di un vicolo cieco.
Non sento dolore: solo paura. Paura che stia tutto per finire davvero, paura di aver perso il controllo, paura che nessuno riesca a capire quello che provo. E mi ritrovo paralizzato, così spaventato dalla morte.
Mi accorgo della presenza di Lily solo quando si inginocchia al mio fianco, riempiendo la mia visuale con i suoi capelli rossi.
Vorrei chiederle scusa per averla svegliata, per essere piombato a casa sua a quest’ora, ma non riesco a parlare.
Lei mi guarda triste, traspare pietà dai suoi occhi chiari -Lo hai saputo, vero?- e adesso sono certo che sto davvero per morire. Artiglio con una mano il braccio di Lily, come se avessi paura che possa andar via da un momento all’altro, mentre sento le mie guance andare letteralmente a fuoco e la testa in procinto di scoppiare.
Non respiro. Ormai sono in apnea da una manciata di secondi e la mancanza di ossigeno si fa sentire; non mi sento le estremità delle mani e non distinguo più i contorni delle cose intorno.
“Aiuto”
-Saputo cosa?- la voce di James è spaventata e questo non fa che aumentare la mia angoscia. Tiro fuori dalla tasca un pezzetto stropicciato di pergamena, ma non riesco a darglielo.
Afferro la pergamena,
mentre Lily mi fa cenno di allontanarmi e solo in questo momento mi
rendo conto
che Sirius sembra soffocare.
Allora Lily, grazie al
cielo che c’è lei, afferra le forbici che avevo
dimenticato di posare e le usa,
in mancanza della bacchetta, per tagliare la maglietta a Sirius.
Una volta tanto sono
contento di essere così disordinato e sono certo che Lily
non mi rimprovererà.
-Quella donna non sa
neppure come preparare una persona ad un lutto!- sbotto leggendo le
poche righe
scritte con l’appuntita grafia di Walburga e se Sirius fosse
lucido sono certo
che riderebbe della mia assoluta mancanza di tatto. Ma
decisamente non sembra lucido al momento.
-Calmati, Sirius- mia
moglie parla con un tono monotono molto simile a quello con cui canta
la ninna
nanna ad Harry e Sirius sembra finalmente ascoltarla.
Riesco alla fine ad articolare nella mente i suoni che arrivano dall’esterno: – Va tutto bene, tutto bene- mormora Lily, come un’incessante litania.
Poi cala il silenzio, interrotto solo dal mio respiro strozzato e dai passi pesanti di James che cammina avanti e indietro per la stanza.
-Passato?- Lily mi scosta i capelli dal viso, aspettando un cenno di assenso che non arriverà.
Solo quando i battiti del mio cuore tornano vagamente normali, decido di alzarmi, ringraziando mentalmente James per essersi avvicinato ed avermi offerto aiuto.
Completamente incapace di reggermi da solo, mi lascio tirare su e trascinare fino al divano, su cui ricado stancamente, non del tutto cosciente.
Così vicino posso
sentire il calore che emana il suo corpo e per un attimo penso che
quello che è
appena successo sia un delirio dovuto alla febbre. Quando sento Sirius
scivolare via dalla mia presa, ormai semisvenuto, lo stringo un
po’ più forte,
posandogli involontariamente una mano sul petto.
I battiti del suo
cuore sono accelerati, ho la sensazione spiacevole che possa
esplodergli il
petto da un momento all’altro.
Arriviamo ormai
entrambi sfiniti al divano e lo lascio andare, contento che sia Lily ad
occuparsi di lui mentre crollo sulla poltrona al loro fianco.
-Posso capirci
qualcosa?- domando a mia moglie, quando anche lei si allontana da un
Sirius
completamente addormentato … o forse svenuto, non mi
è del tutto chiaro.
-Oggi al ministero è
arrivata la notizia- annuisco. Oggi era il nostro giorno di riposo, al
ministero c’erano Lily e Remus. E questo spiega
perché Sirius sia venuto qui,
praticamente scappando dalla casa che condivide col licantropo.
-Non hai pensato di
dirmelo?- avrei voluto essere io a dirlo a Sirius, o quantomeno avrei
voluto
che fosse Remus a parlargli della morte del fratello; non certo che lo
sapesse
da sua madre, per di più con quella che dovrebbe sembrare
una lettera.
L’occhiata di Lily lascia intuire a James che non è il momento di fare polemiche, così demorde, distogliendo lo sguardo e concentrandosi su di me. Ho gli occhi chiusi, ma sono certo che mi sta fissando.
Quando, dopo qualche momento di silenzio totale, Lily si accorge che sono sveglio, decide che è il momento di andar via: sistema la vestaglia coprendosi in modo più decoroso e torna da Harry; James invece si avvicina a me, sedendosi a terra, in modo che il mio viso si trovi esattamente di fronte al suo.
Sfioro il suo torace
con mano involontariamente tremante e mi accorgo di quanto sia ancora
accaldato;
anche se Sirius non ha smesso di tremare per tutto il tempo, adesso
sembra più
tranquillo.
-Meglio?- gli sfioro
la fronte sudata, mentre lui annuisce piano.
-Scusa, ho perso il
controllo- constata stancamente – e non capisco il
perché-
-Va tutto bene, non
preoccuparti- rispondo e senza rendermene conto assumo lo stesso tono
di Lily
prima, quel tono rassicurante, quasi paterno che credevo di poter usare
solo
con mio figlio.
-Posso chiamare
Remus?-
Non risponde.
-Improvvisamente, sono un pazzo- ammetto, mentre un ghigno del tutto fuori luogo si dipinge sul mio viso. Sono un pazzo.
GIUDIZIO
DELLA GIUDICIA
II Classificata
ChibyLilla; Panic Attack- How to lose
control
Grammatica
e Stile: 18/20
Caratterizzazione dei personaggi: 9,5/10
Descrizione sindrome:10/10
Gradimento personale:8/ 10
Punti bonus:3
Totale48,5/ 53
Insieme
alla bulimia - che nessuno ahimè ha usato,- l'attacco di
panico è un discorso
che mi sta particolarmente a cuore, per motivazioni diverse, ma pur
sempre
importanti. Con questo non voglio dire che ti ho penalizzato, o
'aiutato' nel
giudizio, volevo solo rendere nota questa mia 'predilezione'.
Nella grammatica o
nello stile non ho grandi appunti da farti;
Solo la presenza di
alcune ripetizioni, e alcune virgole di troppo che
appesantiscono la lettura, per il resto lo stile è consono
all'argomento
trattato, conferendo alla narrazione un ritmo incalzante, che lascia al
lettore
la sensazione di star vivendo lo stesso 'attacco di panico' del
protagonista.
La caratterizzazione
di James, e di Sirius è perfetta; entrambi si adattano
alla versione della Row. Sirius è imprevedibile, agisce
senza pensare alle
conseguenze; si presenta a casa di James nel cuore della notte senza
alcun preavviso,
e a conti fatti senza neanche sapere cosa effettivamente fare una volta
arrivato lì. James,però, è
particolarmente scostante e ambivalente: prima si
rivolge all'amico in modo brusco, e poi si prodiga per farlo stare
meglio. Il
loro rapporto sfocia in alcuni punti in un qualcosa che va ben oltre
l'amicizia, ma che non è neanche amore; questa è
sicuramente la cosa che
preferisco del rapporto fra i due Malandrini: un affetto fraterno, che
non si
può ridurre ad una banale amicizia o ad un rapporto
'intimo'. L'unica nota
negativa è l'utilizzo dell'epiteto 'licantropo' per
descrivere Remus, non so
perché ma detto così apertamente stona parecchio,
magari avresti potuto
utilizzare il soprannome di Remus, o semplicemente il suo vero
nome.
Trovo perfetta anche
Lily nel suo comportamento al limite del materno; aiuta
Sirius, e lo conforta come farebbe con suo figlio. Inoltre trovo che
Lily,
nella tua storia, completi James; dove James non può
arrivare perché fin troppo
'cieco', arriva lei.
L'attacco di panico
è descritto alla perfezione, e come ho già detto
in
precedenza si ha come la sensazione di viverlo in prima persona, o
comunque di
vederlo accadere di fronte a sé. Quindi su questo non
ho di
nuovo nulla
da dire!
Arriviamo al
gradimento personale:
qui ho un paio di cose
positive da dire, ed una negativa;
Non ho amato
particolarmente la fine della Shot, diciamo che mi pare fin troppo
avventata, è una chiusura che lascia l'amaro in bocca, forse
perché fin troppo
forzata. Non lo so perché ma mi risulta particolarmente
incompleta, come se la
tua ispirazione fosse morta e sepolta lì, dopo il commento
finale di Sirius che
si da del pazzo.
Cosa succede dopo?
Perché Sirius non ha risposto alla domanda di Remus?
Sarebbe un finale
azzeccatissimo se quella fosse stata una Long, e quindi un
semplice capitolo di una raccolta più ampia: avrebbe
invogliato il lettore ad
aprire nuovamente la pagina della storia in seguito. Ma non
è un finale
'azzeccato' per una OneShot; troppe cose ci sono ancora da sapere,
troppi dubbi
ancora da sciogliere, e dell'amaro da togliere dalla bocca.
Per il resto trovo
perfetto l'utilizzo della morte di Regulus per spiegare
l'attacco di panico, anche se avresti potuto approfondire il rapporto
fra i due
Black - a mio parere uno dei migliori dell'intera Saga, forse
perché sono un
po' per le cose tragiche -.
Nel complesso la
storia mi è piaciuta, peccato per quel finale un po' troppo
forzato.
Complimenti
:)