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Autore: _joy    10/08/2012    3 recensioni
Mika è una strega, frequenta Hogwarts, è in Serpeverde, è una Black. Le parole che la definiscono potrebbero essere: stirpe, orgoglio, purezza di sangue, amicizia, lealtà. Una principessa del mondo magico che sa benissimo di esserlo. Almeno finché le sue certezze non subiscono una brusca scossa in un pomeriggio di sole, quando incontra un ragazzo bello e affascinante ma, ahinoi, babbano: Ben Barnes
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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- Questa storia fa parte della serie 'Di magia e di babbani'
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Una mano insistente sulla spalla mi sveglia, ma io borbotto qualcosa e mi rannicchio sotto le coperte. Metto un braccio sopra la testa…e, improvvisamente, sento una mano accarezzarmi lentamente il fianco.
Una mano grande, che non conosco, che segue l’arco della mia schiena e si ferma poco sopra l’anca, prima di tirarmi verso un corpo steso accanto al mio.
Apro gli occhi di scatto.
Oh, Merlino.
Oh, Merlino, ma che cavolo…
Ben dorme accanto a me. Nella penombra della stanza, illuminata dalla luce della luna che filtra dalle assi sconnesse che coprono parzialmente la finestra, osservo attonita il suo viso.
Le labbra dischiuse, l’espressione serena.
I nostri corpi combaciano, mi sento scottare dove tiene la mano.
Mi muovo bruscamente, apposta.
Scatto a sedere e respingo il suo braccio e lui, confuso, apre piano gli occhi.
«Mika, andiamo» bisbiglia piano Claire, alle mie spalle, mentre sveglia anche Mindy «È quasi l’alba»
Ma io fisso ancora Ben, in silenzio, con gli occhi sgranati.
Lui riemerge pian piano dal sonno e mi osserva perplesso.
«C’è…qualcosa che non va?»
«Bè, tu che dici?» sbotto.
Lui sgrana gli occhi e le mie amiche si voltano, spaventate.
«Io…»
«Tu!!! E le tue mani addosso a me!» strepito.
Non ho mai dormito con nessuno.
Con nessun ragazzo, intendo. Nemmeno con Blaise, mai.
E aver diviso il letto (cioè, il pavimento) con un estraneo…mi mette a disagio.
So che è una reazione stupida, razionalmente lo so.
Ma mi sento come se avessi sprecato un momento prezioso, come se avessi condiviso un attimo di intimità con una persona che non è il mio ragazzo.
Sono furiosa.
Lo trafiggo con gli occhi per mascherare l’imbarazzo.
«Ma…cosa ho fatto?»
«Tu…tu…»
E lui, all’improvviso, sorride divertito.
«Scusa, non ci pensavo. Ehm, sai…succede per un riflesso condizionato che di notte si abbracci la persona che ti dorme accanto. Niente di personale»
Niente di…personale?
Avvampo.
«Non so come sei abituato tu, con le tue amichette, ma di certo io…»
Lui aggrotta la fronte.
«Di certo tu non sei abituata affatto?» dice, secco.
Gli lancio addosso la coperta, afferro la mappa e marcio verso l’apertura del tunnel. Claire e Mindy mi corrono dietro. Sento la seconda salutare velocissimamente Robert e dire qualcosa a Ben.
«Ciao tesoro, a dopo! Ben, ti avevo detto di non provocarla con questa storia della ragazzina. Uffa. L’hai fatta arrabbiare, ora. Rob, bada a lui che mi sa che ha la febbre. E mi raccomando, bevi  il tuo thè, caro!»
«Mindy!» ruggisco, già dentro il passaggio.
Lei trotterella via.
«Ci sono. Mika, non arrabbiarti con Ben, dopotutto tu non sei stata per niente gentile e lui non sta nemmeno bene…»
La voce si spegne in un pigolio quando mi volto a guardarla male.
Ripercorriamo il tunnel in silenzio.
Quando arriviamo, siamo conciate da far spavento.
Manca quasi un’ora alla colazione e ne approfitto per fare una lunga doccia calda e vestirmi con calma.
Come per cancellare il disagio della notte trascorsa per terra, mi lavo i capelli, scelgo un bell’abito di lana turchese (anche se devo coprirlo con l’uniforme), orecchini coordinati e lego i capelli in una coda.
Poi, mi siedo davanti al camino in Sala Comune.
Non devo aspettare molto per vedere Blaise che scende le scale del dormitorio dei ragazzi.
Marcio decisa verso di lui che mi guarda perplesso ma non fa in tempo a salutarmi perché io lo bacio con foga, incurante dei presenti che sbadigliano, ripassano o chiacchierano con tranquillità.
Lui risponde all’inizio con un pizzico di esitazione, ma poi fa correre le mani sulla mia schiena.
Mi stringo a lui, desiderando che le sue carezze cancellino quella scia di fuoco che ancora mi sento tracciata addosso dalla mano di Ben.
«Ehi» Blaise si allontana di poco e mi sorride «Buongiorno»
Ma io lo bacio di nuovo.
Voglio cancellare quell’odore e sostituirlo con quello del mio ragazzo: un odore cui sono abituata, l’unico odore che dovrei conoscere.
Accidenti.
Quando ci separiamo, Blaise mi guarda quasi perplesso.
«Ehm…tutto bene?»
«Sì, sì, certo» dico, sbrigativa.
Come no, meglio di così…
«Com’è andata ieri, con Claire?»
Eh?
Ah, già.
«Tutto ok, niente di che»
Chiacchierando, scendiamo mano nella mano a colazione.
Claire e Mindy sono già sedute ai loro tavoli: la prima guarda senza espressione la mia mano intrecciata a quella di Blaise, la seconda praticamente dorme con la testa nella scodella dei cereali.
Per tutta la giornata rifuggo ogni pensiero legato al mondo babbano. Rido, scherzo, studio e mi impongo di essere io.
Io, Mikayla Black.
E basta.
E niente distrazioni.
La sera, incrocio Claire in Sala Grande e lei mi si accosta subito.
Sorrido a Blaise e lui si allontana di qualche passo e raggiunge il gruppo di Draco.
«Pronta?» mi chiede la mia amica.
«Claire, io stasera non vengo»
«Cosa? Perché?»
«Sono indietro con i compiti di Trasfigurazione» mento, disinvolta «Comunque ti lascio la mappa. Sai cosa fare, dopo ieri. Solo, non lasciarla a Mindy, ok?»
Lei mi fissa con il suo sguardo penetrante.
«E Ben non c’entra nulla, vero?»
«Cosa? » ribatto, indignata «Certo che no! Come ti viene in mente?»
«Vi beccate come due gufi rabbiosi, poi mi sveglio e vi trovo che dormite abbracciati. Litigate e, tempo due ore, tu e Blaise tubate di nuovo come due piccioncini»
Arrossisco.
«Per niente, invece»
«Sicura?»
«Claire, forse dovreste semplicemente accettare che io sto con Blaise, anche se a voi non piace»
«Oppure tu, Mika, dovresti considerare che una bugia così non la dici a me, ma a te stessa»
Si volta e se ne va.
Io torno lentamente in Sala Comune, trascinando i miei passi.
Non ho la testa per studiare, ora.
Mi siedo su una poltrona e fisso il fuoco e cerco di non pensare a cosa succederebbe a Mindy e Claire se le scoprissero.
Arriva Blaise, che si siede con me. Arrivano i nostri amici.
Io sorrido meccanicamente, cerco di rispondere a tono, ma non riesco a concentrarmi sulla conversazione.
Quando finalmente ci alziamo per andare a letto, mi sembra che la serata sia durata tre giorni, invece che un’ora e mezza.
«Tutto bene? Sei silenziosa» mi dice Blaise.
Annuisco, perché non mi fido a parlare.
Ci salutiamo velocemente e salgo in camera.
 
E se la serata mi era parsa lunga, è stata niente, niente, in confronto alla notte che passo.
Mi giro e rigiro nel letto e quasi rimpiango il duro pavimento della Stamberga.
Almeno, lì non dormivo perché ero scomoda.
Tranne che…ho dormito. Un po’. Alla fine.
In braccio a…
Mollo un pugno al cuscino e cambio posizione per la centesima volta.
Mi maledico mentalmente per la mia codardia, milioni di volte.
 
Quando finalmente suona la sveglia, mi sento morire.
Vorrei correre a cercare Claire e Mindy, ma contemporaneamente ho paura.
Di non trovarle, di scoprire che è successo loro qualcosa.
Mi guardo allo specchio e quello si permette anche di commentare:
Faresti meglio a dormire di più, cara…
In effetti sono pallida, ho gli occhi rossi e due occhiaie spaventose.
Entrando in Sala Grande, stritolo la mano di Blaise.
«Ahi! Mika!»
«Oh, scusami…»
Lui si massaggia la mano e, in quel momento, vedo Claire entrare.
Interrompo a metà una frase di Blaise e lo mollo lì in piedi.
«Claire! Ehi!»
Lei mi sorride, stanca ma incolume.
«Buongiorno»
La abbraccio di slancio e sussurro:
«Scusa per ieri…»
Lei ricambia la stretta, velocemente.
«Tranquilla. Ma calmati, ci guardano tutti»
Cerco di ricompormi e mi metto un sorriso sul viso.
«Allora, tutto ok?»
Lei aggrotta la fronte.
«Non troppo, veramente»
Il mio cuore perde un battito.
«In che senso?»
Lei esita, perché le si avvicinano i gemelli Weasley.
«Allora Claire, pronta per il grande debutto?»
Lei arrossisce e mi guarda.
«Io…ehm…Harry mi ha detto ieri che oggi giocherò come Cacciatrice per il Grifondoro»
«Davvero? Non sapevo…»
Certo che non sapevo.
Ieri ho evitato le mie amiche tutto il giorno e la sera non le ho accompagnate: quando doveva dirmelo? Per posta via gufo?
George Weasley sorride.
«Un diavolo di Cacciatrice, ma non dovrei dirlo al nemico» mi strizza l’occhio.
Il bello dei Weasley è che non hanno pregiudizi nei miei confronti. Almeno, dopo un po’ li hanno accantonati.
Però si portano via Claire, per farle fare colazione con la squadra.
«Cementa lo spirito di gruppo» esclama Fred, a vedere la mia espressione delusa.
Claire mi saluta con la mano, imbarazzata.
Dovrei sforzarmi di essere felice per lei, perché so che ci tiene tanto al Quidditch.
Ma… Mi precipito al tavolo dei Tassorosso, in cerca di Mindy.
Per il secondo giorno di fila, non sembra molto in forma.
Ed è meno prudente del solito, il che la dice lunga.
«Ehi» esclama, appena mi vede «Ieri sera ci hai dato buca!»
«Ho studiato in dormitorio» mormoro, dignitosa, mentre mi siedo accanto a lei.
Le pizzico la gamba sotto il tavolo e lei sobbalza.
«Ah…ehm…ok. È andata bene, la serata?»
«Sì»figuriamoci «La vostra?»
Anche lei, come Claire, esita.
«Eh…»
Io sgrano gli occhi.
Mindy finge di chinarsi per cercare qualcosa nella borsa e mi bisbiglia.
«Ben sta male»
Io trattengo il fiato.
«Cosa? Come?»
«Ha la febbre alta. Ieri sera quasi delirava…»
Le agguanto il braccio.
«Ma, ma…e voi cosa avete fatto?»
«Non è che potevamo fare molto» si guarda attorno e abbassa ancora di più la voce «Pensavo di portare una pozione oggi. Tu…vieni?»
Annuisco.
«Davvero?» sorride, felice «Oh, ero così spaventata all’idea di dover andare sola…mangiamo e andiamo, ok?»
«Non ho fame» ribatto, meccanicamente «Ma dovremo aspettare che tutti siano al campo»
Resto seduta al tavolo di Tassorosso, cercando di controllare la nausea che mi assale.
Ha solo la febbre - mi ripeto -Calma. Stai calma.
Vediamo passare la squadra dei Grifondoro e Mindy saluta entusiasta Claire.
Lei ci guarda e la vedo sorridermi dolcemente.
Provo a ricambiare, ma temo non mi riesca molto bene.
Dal tavolo di Serpeverde si alza un coro di fischi per i Grifondoro.
Io abbasso l sguardo sulle mie mani intrecciate.
Dopo un po’, sento una mano sulla spalla. Blaise.
«Scendiamo?» ghigna «Voglio proprio vedere cosa combina oggi il Grifondoro»
Mindy e metà tavolo di Tassorosso si indignano all’istante.
«È solo per colpa di quell’idiota di Malfoy e di quella stupida della Umbridge, Zabini, che vi sentite i padroni del mondo…e vi comportate come se fosse un merito vostro. Ma voi non avete mai vinto nulla, lealmente»
Blaise arrossisce, ma i Tassorosso si stringono attorno a Mindy.
«Andiamo, Mika»
Mi stringe il braccio, ma io non mi muovo.
«Vai, io ti raggiungo»
Si acciglia.
«Cosa? Dai alzati»
Alzo gli occhi.
«Blaise» scandisco «Ti ho detto vai»
Dall’occhiata sprezzante che mi lancia, capisco che la nostra precaria tregua è già terminata.
Pazienza, me ne preoccuperò domani.
I Tassorosso mi guardano ammirati mentre lui se ne va, furioso.
«Accidenti» mi dice Ernie Macmillan «Se vuoi uscire con qualcuno che non sia un Serpeverde…»
Mindy storce il naso e mi trascina via.
«Mika, è ufficiale, mi fai paura. Facciamo un salto in infermeria»
Passiamo una mezz’ora a convincere Madama Chips a darci un qualche decotto per l’influenza, con Mindy che giura di non sentirsi troppo bene.
Quindi, corriamo nel parco. Facciamo il giro lungo, dalle serre, e quando ci avviciniamo al Platano Mindy continua a voltarsi per assicurarsi che nessuno ci veda.
Da parte mia, non potrebbe fregarmene di meno.
Blocco l’albero e mi calo nel tunnel. E questo maledetto percorso sembra quattro volte più lungo, oggi.
Ma, alla fine, quando raggiungo la botola ho quasi paura ad entrare.
Dietro di me, Mindy emette versetti di impazienza, quindi alla fine spingo la tavola che chiude l’entrata e mi isso nell’apertura.
Resto seduta sul ciglio della botola, fingendo di sistemarmi il vestito, mentre Mindy entra.
Sento la voce di Robert che la saluta e nient’altro.
Ok, Mika.
Non essere codarda.
Prendo fiato e mi volto.
Vedo Ben steso a terra, dove ci siamo svegliati ieri mattina, con due coperte addosso e il viso rivolto dall’altra parte rispetto a dove sono io.
«Meno male che sei qui» sta dicendo Robert a Mindy «Non me la cavo molto bene con…»
«Ma insomma!» sbotto «Lo avete lasciato lì per terra?»
Loro mi guardano smarriti.
«Si lamentava e non voleva spostarsi…»
«Ah ecco, bene, ottimo: allora lasciamolo lì, come un sacco di stracci vecchi»
Mi avvicino e vedo che ha gli occhi chiusi. Ma quando gli sfioro la fronte li apre un attimo e mi guarda.
E da come aggotta le sopracciglia direi che mi ha riconosciuta.
Potrei scusarmi.
Dovrei scusarmi.
Va bene, quando starà meglio, magari.
«Come ti senti?» gli chiedo.
Lui fa una smorfia.
«Capito. Ora ti sdrai sul divano, ok?»
Lui lancia un’occhiata perplessa al divano sfasciato.
«Molto comod…accidenti!» dice Robert, quando io lo riparo con un tocco di bacchetta.
Ben ha richiuso gli occhi.
«Tutto ok, sto qui. Non è niente»
«Ma come non è niente? Non fare l’irresponsabile, per favore!» tuono.
Intercetto un’occhiata di Mindy, che fa una smorfia comica.
Ah.
Già.
Ma perché questo babbano mi fa sempre saltare i nervi?
Dannazione.
Riproviamoci.
«Ascolta, non puoi stare sul pavimento. È freddo e scomodo. Dai, per favore»
Lui non ribatte e Robert ne approfitta e lo solleva di peso.
Quando è sul divano, io gli sistemo le coperte.
«Meglio?»
Annuisce.
«Grazie»
Ok, ce la posso fare.
«Possiamo andare a vedere la partita di Qwidditch?» chiede in quel momento Sheehan.
No, che non ce la posso fare.
Lo fulmino con gli occhi e Mindy si affretta ad intervenire.
«Meglio di no, tesoro. Magari un’altra volta. Ben, ti abbiamo portato una pozione…»
Lui scuote subito la testa.
Lo sapevo.
So anche che, se sbraito e gli ordino di prenderla, lui farà esattamente il contrario, per partito preso.
Molto bene, cambiamo tattica.
Non sia mai che io non vinca una partita, di qualsiasi tipo essa sia.
«È una medicina» gli dico dolcemente, rimboccandogli meglio le coperte «Ti farà bene. Non vorrai rischiare di farti venire un malanno serio, vero?»
«Giusto» rincara la dose Mindy «Tipo…la polmonite o…il colera?»
«Mi sa che il colera non si prende così» obietta Rob.
Ben infatti fa un mezzo sorriso e scuote la testa.
«D’accordo, niente colera» gli sorrido «Comunque, ne hai bisogno. Fallo per Robert, se non altro. Cioè, per te. Non mi sembra un valido infermiere»
Robert sta allo scherzo, glielo devo riconoscere.
Attacca a raccontare un paio di aneddoti che li riguardano e che fanno ridere Min.
Io, intanto, mi siedo sull’orlo del divano e passo il braccio dietro le spalle di Ben.
Lui esita, ma alla fine si fa sollevare.
E pesa, accidenti.
Robert mi aiuta e in due lo mettiamo seduto, ma è debole, per cui si appoggia a me.
Io gli metto una mano sul petto e lascio l’altra dietro la sua schiena.
Mi sembra il caso di approfittare del momentaneo vantaggio, per cui gli parlo ancora, piano.
«La maggior parte delle pozioni sono fatte con erbe naturali» tanto, non può sapere che non è vero «E questa non fa eccezione. Farà solo abbassare la febbre. Se ti tranquillizza, non l’abbiamo preparata noi, ma l’infermiera della scuola. E comunque, a meno che tu non beva qualcosa preparato da Mindy, puoi stare ragionevolmente tranquillo»
Faccio una linguaccia alla mia amica, che subito ribatte con spirito:
«Ah, sì? Recentemente ho scoperto di avere un certo talento» lancia un’occhiata a Rob «Invece in classe è colpa di Piton che mi mette ansia! Potrei essere una bravissima pozionista, sai?»
«Mmm, sì, come no. Quando i calderoni saranno fatti di formaggio…»
Lei ride e io prendo la tazza con la pozione e la avvicino alle labbra di Ben e gli sorrido.
«Che ne dici?»
Lui mi guarda negli occhi per un attimo e poi ne beve un sorso.
Si allontana subito con una smorfia.
«Che schifo!»
Gli accarezzo la schiena e lui mi guarda stupito.
Gli resto accanto e pian piano, un sorso alla volta, gli faccio bere tutta la pozione.
Stranamente, lui non fa storie, anzi, crolla addormentato quasi subito.
Ehm. Spero sia un effetto benefico della pozione.
Reclina il capo sulla mia spalla e io cerco di sorreggerlo e, contemporaneamente, di farlo stare comodo, consapevole di avere addosso gli occhi di Mindy e di Robert.
«Non l’avete avvelenato, vero?» chiede lui a bassa voce, con un pizzico di apprensione.
«Ma figurati…starà…ehm…sperimentando gli effetti benefici del sonno»
Frattanto, io sono riuscita a farlo sdraiare.
Gli rimbocco le coperte e chiedo a Mindy di preparare un thè per tutti.
E mentre lei si affaccenda con Robert, io guardo Ben.
Ha le guance arrossate dalla febbre, i capelli spettinati dalla notte insonne. Le ciglia, lunghe e scure, sono abbassate. Osservo il profilo delicato, la mascella decisa, gli zigomi alti.
E quella strana sensazione torna a farsi sentire.
Fa quasi male, mi opprime il petto…ma che cavolo…
 
Dopo il thè, Min e Robert decidono di fare capolino dal passaggio segreto, giusto per capire a che punto è la partita.
Io li guardo con sospetto.
«Min, se fai casino ti affatturo e dico davvero. Ok?»
Lei annuisce.
«Ma dobbiamo sapere a che punto sono! Come facciamo altrimenti a sapere quando dobbiamo rientrare? E poi, è la prima partita di Claire e non siamo lì a fare il tifo»
Guardo Ben che riposa e penso che stavolta c’era un’emergenza più grande.
«E poi tu hai detto a Blaise che saresti scesa al campo» aggiunge Mindy.
Scuoto le spalle, indifferente, sempre guardando Ben.
Sento i due scivolare nel passaggio e sono improvvisamente consapevole del fatto che siamo rimasti soli.
E arrossisco come una stupida a quel pensiero.
Passa un po’ di tempo e non saprei dire quanto.
E nemmeno mi importa.
Non mi annoio: mi godo il silenzio, la quiete, e resto ferma, accovacciata a terra, a guardare Ben.
Quando si agita un po’ – probabilmente per la febbre – gli prendo la mano e gli parlo sommessamente.
E, anche se non credo che mi stia ascoltando, il tono tranquillo lo calma.
È ironico il fatto che, da sveglio, la mia sola presenza lo irrita, mentre ora che è debole come un gattino una mia carezza sembra rasserenarlo.
Se potesse vedersi, probabilmente si prenderebbe a calci.
 
E se io riflettessi su di me, sulla principessa che ora sta seduta nella polvere, intenta ad accarezzare i capelli di un babbano che nemmeno conosce… io, cosa direi di me?

   
 
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