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Autore: yas    10/08/2012    0 recensioni
'E' meglio concentrarsi su quello che vuoi ora.' Lei apre appena le labbra. 'Sto cominciando a capirlo.'
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Seguo Emma su per le scale e conto sulle dita i mesi da novembre a maggio. Sono sei mesi che non metto piede qui. Un tempo era la mia seconda casa. Ma dopo che siamo andati alla prima di Toy Story, ho capito male e ho pensato che lei volesse essere qualcosa di più che semplici amici.
E invece mi sbagliavo.
Quando arriviamo in camera sua, Emma indica il computer. 'Eccolo.'
Sul monitor vedo un salvaschermo in cui sembra di muoversi dentro un labirinto di mattoni.
'Carino' dico, appoggiando lo skate al cassettone.'Non fa quasi rumore.'
La camera è uguale a prima, solo che sul cassettone c'è un mazzo di rose bianche avvizzite. Dal soffitto penzolano delle lanterne rosse. Due pannelli di sughero accanto al letto sono coperti di fotografie e biglietti del cinema o dei balli di scuola.
Emma scuote la testa. 'Scusami' dice,ridendo tra sè e sè. 'E' così stupido.'
'Cos'è stupido?' Mi scosto i capell sudati dagli occhi. Dopo aver recuperato le rotelle nuove, ho beccatto Niall e abbiamo fatto qualche giro in skate nel parcheggio della chiesa. Tra la messa della mattina e quella serale il parcheggio è deserto e sull'asfalto ci sono delle pendenze da paura.
Emma si piazza in piedi di fianco alla sedia della scrivania e la gira verso di me. 'Ok,ho bisogno che tu faccia un attimo quello che ti dico.'
Mi accomodo ed Emma fa ruotare la sedia finchè non mi trovo davanti al monitor.
'Prendi il mouse' dice 'e dimmi cosa vedi.'
Non so se è il fatto di trovarmi nella sua camera o il suo strano modo di fare, ma tutta questa situazione comincia a mettermi a disagio.
'Ti prego' dice, e poi va alla finestra.
Io do uno scossone al mouse. Il muro di mattoni si ferma e poi sparisce. Appare un sito web con delle parole e alcune piccole immagini un po' dapperttutto, tipo un caleidoscopio. Non ho proprio idea di cosa dovrei guardare.
'Questa tipa ti assomiglia' dico. 'Che figata!' Lancio un'occhiata a Emma ma lei guarda fuori. La finestra dà sul prato davanti, come la mia finestra de bagno di sopra. 'Non sembra uguale e identica a te. E' tipo... più vecchia.' 
'Cos'altro vedi?' chiede Emma.
'Si chiama come te, solo che il cognome è anche Jones.'
Il sito dice 'Facebook' in alto. E' incasinato, con disegni e scritte un po' dappertutto.
'Non l'hai fatto tu,vero?' chiedo. Quest'anno ho cominciato il corso di informatica: tutto quello che devi sapere per creare,modificare e salvare file sul computer. Emma è un anno avanti,per cui sa più cose di me.
Lei si gira con aria perplessa.
'Non che tu non saresti in grado' aggiungo.
Sembra che Emma abbia fatto questo sito come compito a casa, per creare un futuro di fantasia tutto per sè. Qui racconta che Emma Nelson Jones è andata al nostro liceo, che adesso vive in Florida, e che ha sposato un tizio che si chiama Jordan Jones Jr. Il nome del marito sembra farlocco, ma almeno non si è ribattezzata Emma Nelson Tomlinson, che è il cognome di quel tipo di atletica. O Emma Nelson Malik, come quello zerbino del suo ragazzo attuale. A proposito di Zayn, non aveva detto che l'avrebbe mollato?
Emma si siede sul bordo del letto, le mani strette in mezzo alle gambe. 'Che ne dici?'
'Non capisco esattamente dove volevi andare a parare' rispondo.
'In che senso?'
'Quando devi consegnarlo?' chiedo.
'Quando devo consegnare cosa?'
Emma mi si avvicina e fissa lo schermo, tamburellando con due dita sulle labbra. I capelli le gocciolano sulla camicia, cominciando a far apparire le piccole stelle multicolore del suo reggiseno. Cerco di non farci caso.
'Harry,sii sincero..' dice lei. 'Come sei riuscito a fare questa cosa?'
'Io?'
'Sei stato tu a dirmi di scaricare quel cd-rom' continua Emma. Allunga una mano e preme eject sul lettore del computer. 'Hai detto che era AOL.'
'E lo era!' Indico lo schermo. 'Credi che io sia in grado di fare una cosa del genere?'
'Hai un sacco di mie foto. Forse ne hai scannerizzata una a scuola e...'
'E l'ho modificata per invecchiarti? Non sarei mai capace...'
Le mie mani cominciano a sudare. Se non è stata Emma a farlo,allora...
Mi strofino i palmi sulle ginocchia. Una parte del mio cervello bisbiglia che questo potrebbe essere un sito web del futuro. L'altra parte grida alla prima che è un'idea idiota.
Sullo schermo Emma Nelson Jones, con qualche leggera ruga agli angoli degli occhi, sorride.
Emma fa passare una mano sul monitor. 'Pensi che sia un virus?'
'O uno scherzo' dico. Prendo il cd-rom dal computer e lo studio. Forse qualcuno a scuola sapeva che Emma avrebbe comprato un computer nuovo, quindi ha creato questo dischetto dall'aspetto realistico e... l'ha messo nella mia cassetta postale?
Sullo schermo c'è una serie di brevi frasi che scorrono lungo la parte centrale della pagina. Sono scritte da Emma Nelson Jones, e altre persone le rispondono.
 
Emma Nelson Jones
E se mi facessi i colpi di sole?
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'Se è uno scherzo, non lo capisco' dice Emma. 'Che cosa vorrebbe dire?'
'Ovviamente deve sembrare una cosa che viene dal futuro.' Me la rido. 'Forse quesra pagina internet ci svela che sarai famosa.'
Emma sbotta. 'Sicuro. E come ho fatto a diventare famosa? Con il sax? La corsa? O pensi che sia una campionessa mondiale di rollerblade?'
Io sto al gioco. 'Forse nel futuro il rollerblade diventerà una disciplina olimpica.'
Emma squittisce e applaude. 'Magari Louis si qualifica nei diecimila metri e andiamo alle Olimpiadi insieme!'
Detesto il modo in cui riesci a infilare Louis Tomlinson in ogni conversazione.
Indica qualcosa nella base della pagina. 'Questo cos'è?'
 
Emma Nelson Jones
Qualcuno tira a indovinare dov'era il mio maritino lo scorso weekend?
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Sotto queste scritte, quasi del tutto nascosta dalla parte inferiore dello schermo, c'è una fotografia. In alto si intravede il mare. Punto il mouse proprio lì sopra.
'Provo a cliccare e...?'
'No!' risponde Emma. 'E se questo è un virus e più finestre apriamo, peggio diventa? Non voglio rovinare il mio computer nuovo.'
Lei mi strappa il cd-rom e lo butta nel primo cassetto della scrivania.
Mi giro sulla sedia per guardarla negli occhi. 'Eddai, anche se è uno scherzo, non vuoi vedere secondo loro chi avresti sposato?'
Emma ci pensa su un attimo. 'E va bene' dice.
Io clicco sulla fotografia e si apre una nuova schermata. Osserviamo il grande riquadro al centro riempirsi lentamente da cima a fondo. Prima le onde increspate dell'oceano. Poi il viso di un uomo. Porta gli occhiali da sole. Ha le dita strette intorno al muso appuntito di un pescespada. Quando l'immagine si è caricata completamente, vediamo quell'uomo in piedi sulla prua di un peschereccio.
'Quel pesce è enorme!' dico. 'Chissà dove si trova questo tizio... Forse in Florida.'
'E' figo!' dice Emma. 'Almeno per essere un vecchio. Chissà dove hanno scattato quest'immagine.'
Sobbalziamo sentendo un colpo improvviso alla porta di Emma, dopodichè sua mamma entra in camera.
'Allora, ti piace il nuovo computer?' chiede. 'State navigando nel World Wike Web gratis?'
Emma si sposta appena per nascondere il monitor.
'Stiamo cercando pescispada.'
'E futuri mariti' dico io, infatti mi arriva un pizzicotto sul braccio.
'Non potete farlo più tardi?' chiede sua madre. 'Marty deve chiamare un cliente prima di cena e non può se voi siete su internet.'
'Ma non ho finito' dice Emma.'Non so se poi sarò in grado di tornare su questo sito.'
Ha ragione. E se non riusciamo più a tornarci? Anche se è uno scherzo, ci sono ancora un mucchio di cose da controllare. Emma deve dire qualcosa di convincente per restare online.
'C'è una sola linea telefonica' dice sua madre. 'Scriviti il nome del sito su un pezzo di carta e tornateci più tardi. Se questa faccenda di internet diventerà un problema...'
'Va bene' dice Emma. Prende il mouse, sbuffa ed esce da AOL.
La voce elettronica lancia un allegro: 'Arrivederci!'.
'Grazie' risponde la madre di Emma. Poi si rivolge a me. 'E' bello rivederti da noi,Harry. Ti va di restare per cena?'
Io mi alzo in piedi e prendo lo skate,evitando lo sguardo di Emma. 'Non posso. Ho troppi compiti da fare,e i miei...' Lascio la frase a metà e sento le guance avvampare.
Tutti e tre scendiamo le scale. La mamma di Emma raggiunge Martin in bagno dove sta sistemando i sacchetti di plastica del negozio d'arredamento per la casa. Emma mi apre la porta d'ingresso e si avvicina. 
'Proverò ancora a connettermi di nuovo più tardi' bisbiglia.
'Va bene' dico,con gli occhi abbassati sullo skate. 'Se hai bisogno di qualcosa,chiama.'
               
                       
  
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